Un prodotto assolutamente inedito in natura [Opere su carta di Isabella Ducrot]
di Chiara Valerio
Io amo molto i saggi. Domandare astrusa e ricevere risposte coerenti.
Certe volte poi mi piace afferrarne qualcuno per farmi raccontare e basta. Come un bambino indifferente a novità e ripetizione la cui unica domanda sia E come continua?. Ne La matassa primordiale, Isabella Ducrot, con le parole tessili che stanno sulla pagina flessuose e ieratiche quanto i colori e collage di stoffa sulle [sue] tele, non solo mi ha detto come continua ma mi ha spiegato, da Cloto a Penelope, fino a Lhasa, che il filo del discorso, come quello del tessuto è tendenzialmente illimitato. Che quando si dice (…) il filo del discorso o perdere il filo del ragionamento si dà per scontato che questo filo sia qualcosa di continuo e di irreversibile. Che (…) le metafore tessili perderanno la loro ragione di essere nel momento in cui il tessuto verrà sostituito da composti compatti (…).
In ventuno stanze di testo, riflessioni a margine sull’arte del tessere e chiose linguistiche sulla storia dei tessuti, e dodici riproduzioni [a colori] delle opere ordite alle parole, Ducrot analizza e sovrappone le metafore, le mitologie e le figure per illustrare quanto tessere sia umano troppo umano. Quanto la peculiare crocifissione di ordito e trama ci renda eterni e caduchi. Si è tentati di pensare che se la materia tessile è il corpo del tessuto, il soffio che passa e attraversa i fili è la sua anima. Con una prosa lineare e colta, favolistica e argomentativa, Ducrot sfila storia e contemporaneità rimandando una immagine garza o satinata dei giorni nostri e del resto.
I versi che introducono La matassa primordiale sono di Patrizia Cavalli. Io quando leggo questi versi intrecciati o Duro intelligere e morbido sentire il peggio che ci possa capitare lo capisco bene, e dalla prima volta, che tessere può essere solo umano.
Straccio o broccato,
ogni tessuto è dunque il risultato
di questo stringersi costretti insieme
da un progetto il cui concepimento è dato
solo all’ingegno umano: un matrimonio
che mai in natura potrebbe avere luogo.
Prendete il ragno, poveraccio. Imbroglia.
Il ragno mica tesse, il ragno incolla.
P. Cavalli, Tessere è umano
Opere su carta Mostra e Testo di Isabella Ducrot
Martedì 11 Novembre, Galleria Carlo Virgilio, Via della Lupa 10, Roma. Dalle 18 alle 21 [Ingresso libero]
La matassa primordiale, Figure Nottetempo (2008), [testo + 12 riproduzioni in quadricromia], pp. 72, € 14,00.
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Quanto fascino nei prodotti del tessere!
E quanti modi di tessere, diversi, ha inventato l’uomo.
Esco poco a passeggiare, ormai, in questa Firenze.disneyland.
Ma il tragitto di questa passeggiata è segnato da passaggi obbligati: due o tre vetrine di negozi di stoffe, ancora aperti, in questo centro pizzaltaglio e fastfood.
Tanti anni fa ruppi con i miei compagni, riproduttori fedeli dei giochi dell’Oulipo: non mi bastava più fare nodi, volevo imparare a tessere.
Non so se ci sono riuscito.
Ma mi consolo pensando che forse ho imparato qualcosa di altrettanto prezioso: a comporre con i nodi sbagliati.
I nodi sbagliati che le tessitrici persiane inseriscono sempre nei loro tapetti, perché non siano perfetti.
Per non suscitare l’invidia degli dei.
Non è una pratica molto ben vista, ma, qui, una mia poesia la voglio inserire.
In omaggio alle tessitrici: Isabella Ducrot, Chiara Valerio, Patrizia Cavalli.
Ho comprato una stoffa preziosa
, ne farò del disegno modulare
un quadro
da appendere sopra il nostro letto.
Si tratta di un disegno in cui
, noi due
nascendo dov’è una tartaruga
( il corpo e il carapace )
diventiamo due infiorescenze
di canna selvatica
, tra canne selvatiche fiorite.
Di fronte
, abbassando la testa uno verso l’altra
ci facciamo i complimenti.
Ci rendiamo omaggio.
[1999]
tappeti
Come dire fruit of the loom, mi piacerebbe vederla la mostra, straccio o broccato…. molto bello.
Peccato sia a Roma, un pò lontano per me.
Bella segnalazione
fruit of the loom… sparz non mi era saltato in mente. bisogna aggiungere una chiosa al corpo principale. il llibro mi è assai piaciuto ma sono piuttosto curiosa di vedere le opere su carta. saranno grandi e quanto, e i colori?.
@soldato blu. grazie!
@ nadia agustoni. nadia… e scendio a roma ogni tanto! :-)
Piaciuto molto anche a me. Peccato che non ci possa andare!
[ idem come nagust e lambb ]
eh non a caso la trama si chiama trama…
trans meare
andar oltre
,\\’
Letto le prose di Ducrot in treno, lo stesso giorno in cui ho visto le opere di Louise Bourgeois esposte a Capodimonte. Famiglia di tessitori, lei iniziò a creare nei vuoti lasciati negli arazzi, e questo mi ha fatto pensare alla duplicità insita nei tessuti tra diritto e rovescio, trama e ordito e le ovvie somiglianze e distanze tra manufatti e opere d’arte. Bell’oggetto questo libro, spero di vedere la mostra…
L’importante è tessere, davvero, e avere una trama per farlo. Mi impressiona, davvero, di quante matasse disponi, Chiara, e quanto siano luminose e solide
mi dispiace che questo libro non sia presentato in altre città italiane magari con Patrizia Cavalli
com’è nata la collaborazione tra la signora Ducrot e la poetessa Patrizia Cavalli?