EQUILIBRIO F. L. WRIGHT- Luigi Esposito
per violino solo
dedicato alla casa sulla cascata di F. L. WRIGHT
“In una magnifica foresta, uno sprone di solida roccia che sorge a fianco di una cascata… la soluzione naturale apparve quella di sospendere in aggetto la casa al suo sostegno roccioso, sopra la cascata. La prima, tra le case da me costruite, eseguita in cemento armato: e perciò la sua forma si modellò sulla grammatica di questo tipo di costruzione” (F.L. Wright) “… segna l’apice poetico del metodo organico e la massima vetta raggiunta dalla libertà creativa. ” (Bruno Zevi)
LEGENDA
La scelta di affidare al violino l’esecuzione di EQUILIBRIO F. L. WRIGHT è dettata dal fatto che questo strumento, esponente principe della cultura occidentale, è in grado di emettere anche suoni che non appartengono alla sfera tonale. E’ in grado, quindi, di emettere microtoni e intervalli non temperati, imitandone la generosa gamma sonora donataci dalla natura.
E’ questa organicità che richiede la struttura geometrica della pagina musicale.
LUIGI ESPOSITO
[ il file sonoro è la registrazione della prima esecuzione assoluta di EQUILIBRIO F. L. WRIGHT avvenuta al Teatro CTS a Caserta il 10 febbraio 2006, la violinista è Annamaria Puggioni. ]
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Ascoltando questa musica di Luigi Esposito – e il violino di Annamaria Puggioni – la mia immagine interiore di quella che è una tra le più belle opere dell’architettura moderna, ha subito una strana metamorfosi.
E’ come se le note avessero assorbito gli elementi vivi in cui la casa è immersa: alberi e acqua. Per lasciarla, nuda, a un ripensamento che tenesse conto soltanto degli elementi essenziali.
L’immagine – folle[?] – che mi si è presentata allora alla mente è quella di un'”adobe house” Pueblo o Hopi.
Lo scorcio di una “città sotto roccia” Anasazi.
Al di là della legittimità o meno delle immagini, è certo che ora, per me, la musica di Luigi e di Annamaria, continuerà a suonare su quegli altopiani del Nuovo Messico.
*
Ma mi accorgo che il mio non è stato soltanto un delirio di sovrapposizione, bensì l’inconscio – ma non per questo meno strenuo – sforzo di “creare” prove favorevoli a quella che considero la teoria più conturbante sulla “creatività americana”.
Elémire Zolla l’espone in “I letterati e lo sciamano” [Bompiani 1978], sostenendo, tra le altre cose, che gli Americani sarebbero letteralmente posseduti dall'”anima indiana”.
La terra pregna di sangue indiano, che viene da loro calpestata, ne assorbirebbe lo spirito, rendendolo simile a quello dei primi abitanti.
così si propagano gradinate a bocca aperta, certe dimenticanze appena di lapislazzuolo si rimarginan. c’ è una mano piccola e l’ altra insieme che mangiano l’ oro sull ‘ acqua di fiamma.
non cadrebbe nulla, al collegamento . enormi e invisibili teleferiche
cavalieri del segno anNOTAto. squilla il flusso e si ricorda appresso la schiena che si para e penombra. c’è dell’ amore da conquistare
la verginità è tutta “bestiale”
grazie per l’ ispirazione
un saluto
paola
Ho trovato la corrispondenza tra la casa sulla cascata e l’opera di Luigi Esposito armoniosa. Ho provato l’acqua schizzante sulla pelle, la vista dell’ombra fresca, ho sentito la musica e il movimento di alto verso l’acqua che se ne va. Una meravigliosa impressione in equilibrio.
Luigi Esposito è un artista che fa incontrare le arte in manera originale, sublime.
Grazie per la visione e l’ascolto; per il percorso analitico e immaginifico di soldato blu, che approvo appieno (penso a memorie dal sottosuolo); per le visioni onoriche di cara polvere (bello il tuo nick!); e per il dono “d’ombra fresca” in una penombra ascetica e sublime di véronique vergé… grazie ancora dal profondo universo di suoni antichi.
Grazie a te Luigi!!
a quando il prossimo Juke box nazione Indiana?
sempre che la splendida orsola mi aiuti nell’impaginazione come stavolta.
Mi piacerebbe per esempio una mise en musique del testo, il silenzio delle sirene di Kafka. Un’esplosione di suoni e di magnifica (kafkiana) sensualità…
effeffe