Bacheca di maggio 2008
Novità sul sito Nazione Indiana:
- Link esterni: sono stati spostati tutti dalla colonna di destra in una pagina separata; lo scopo è ridurre l’affollamento di informazioni sulla home page e facilitare l’accesso ai contenuti di NI;
- Gestione commenti: abbiamo introdotto la moderazione preventiva di una parte dei commenti, che vengono pubblicati dopo un certo tempo (vedi note a piè di ogni articolo) e solo se conformi ai criteri espressi qui; estenderemo questa misura se lo riterremo opportuno;
- Impaginazione alternativa: lo scorso 9 aprile per il CSS naked day abbiamo pubblicato Nazione Indiana senza grafica e senza fogli di stile; la cosa mi è piaciuta e trovate ora un piccolo selettore nella colonna di destra, se volete leggere NI con diverse impostazioni grafiche;[aggiornamento 13 maggio: funzione eliminata per problemi di stabilità]
Inoltre:
- qualcuno sarà al Wordcamp Milano il 10 maggio?
I commenti a questo post sono chiusi
Buon PRIMO MAGGIO a TUTTA NAZIONE INDIANA e a tutti quelli che credono ancora in questa giornata e in ciò che rappresenta con, l’augurio di essere sempre più una NAZIONE INDIANA e di non diventare mai una RISERVA INDIANA!
Grazie infinite delle tue parole Irene, noi ce la metteremo tutta.
Jan, bellissima l’alternativa che hai messo della grafica alternativa. Così si spera che soddisfiamo gli uni e gli altri, e anche quegli altri ancora!
Grazie Irene.
Buon Primo Maggio di rose e bandiere!
Personalmente consiglierei attenta rilettura di quel qui di cui sopra:
il pericolo di diventare RISERVA non è nulla in confronto a quello di essere CHIUSA
[grazie Jan davvero: io Nazione la visualizzerò sempre in un certo modo che molto mi piace, ma non dico quale, ovviamente]
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Ho delle perplessità sulla gestione commenti, forse si è buttato il bambino con l’acqua calda, forse di tutto ci si stanca e tutto viene a noia, e perciò a me sono venuti a noia i commenti, forse invece mi sbaglio, ma c’era una certa vitalità, anche sopra le righe, anche a volte non proprio educata, anche grezza, anche pazzerella, ma pur sempre vitalità, che è stata normalizzata fino al sopore.
Ho sempre pensato che NI funzionasse per il 50 % grazie ai commenti non addomesticati.
Personalmente preferirei dover evitare un paio di troll, piuttosto che leggere commenti anodini.
Ma come ho detto, può darsi che sia una impressione mia. Può darsi.
I link esterni in altra pagina sono fastidiosissimi. Come tutti ho l’abitudine di saltare qua e là e adesso Nazione Indiana non mi permette di passare dopo la lettura gli altri siti e blog che mi interessano. E’ un inezia, ma la piacevolezza del passaggio NI ne risulta viziata. Inoltre la pagina è pure più brutta.
Anche sui commenti preferisco sempre commenti liberi con qualche trollata da cancellare che il mortorio dei commenti moderati (o la stupidità del niente commenti).
Nazione Indiana è uno dei pochi blog letterari in cui i commenti sono aperti e le opinioni sono libere.
Viene moderato solo chi si è ripetutamente prodotto in insulti* ai commentatori ed agli autori e nella denigrazione gratuita degli argomenti proposti, cose che nulla hanno a che fare con la sfera del “pazzerello e vitale”.
Il rispetto è un terreno simmetrico nella comunicazione, virtuale e non.
*insulto: offesa grave arrecata a qcn. o a qcs., espressa con parole o comportamenti ingiuriosi, sprezzanti e simili.
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Gentile orsola, solo un appunto al volo tanto per parlare di metodo con leggerezza. il rispetto è fatto simmetrico della comunicazione, dici bene: quindi, se e quando questa linea si supera, simmetricamente bisogna vedere anche tra le (re)azioni (tra i commenti) dei postanti o, peggio ancora, dei redattori-capi… insomma, tenere a bada e scoraggiare i trollanti vale anche per i redattori ‘pazzerelli e vitali’ che invece, talvolta, rischiano pure loro di figurare come trollanti ‘offensivi’ o ‘sprezzanti’ (anche quando dicono, alla fine di scambi sprezzanti e/o reciproci: ma se non ti piace qui puoi anche non venirci).
e poi, mi ci metto anch’io con tutte le scarpe, se si dovesse sgarrare: un consiglio: moderare non solo i troll, ma anche chi si fa portavoce della stramaledetta ‘democrazia culturale di massa’ (più o meno snob, più o meno pop, più o meno avvertita, più o meno…) garantita dalla rete e dal commento libero, ma perniciosa assai. psicocazzate, insomma, OT culturalistici a buon mercato, pezzi intimamente decadenti ma profondamente reazionari, direi, eccetera. qui moderare è un fatto più difficile, ma anche più ‘redazionale’, più di spessore. saluti cordiali.
gentile mf, mi sa che qui ci si regoli a sensibilità ed educazione individuale.
Io entro certi limiti cerco di essere gentile.
E proprio per continuare ad esserlo, gentile, superati questi, limiti, cancello gli insulti e se occorre chiudo i commenti.
Purtroppo così può capitare di perdere, oltre alla propria calma e alla propria serenità, contenuti interessanti.
Ma sul piatto della bilancia, per me, i modi maleducati pesano di più.
La moderazione dei contenuti sarebbe folle.
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Mah, per me i modi maleducati pesano meno dei contenuti interessanti.
Il modo maleducato definisce chi lo fa, è visibile a tutti e si qualifica da sé.
Capisco l’irritazione per l’eccesso, ma quando si comincia a cancellare poi è difficile non correre il rischio di far tacere anche le voci fuori del coro, visto che la suscettibilità agli OT, ai modi e anche alle posizioni è molto soggettiva.
Cmq, è vero che non sono fatti miei.
Il trascendere delle discussioni in insulti non è quasi mai inerente ai contenuti del post e ad una critica ‘fuori dal coro’ ad esso, ma a sub discussioni futili che si sviluppano a lato e che se restano nei limiti in genere vengono assolutamente tollerate. Quando questo genere di discussioni si acuisce, il come comportarsi in merito sta all’autore del post, anche con un certo riguardo per l’argomento trattato, in genere succede sempre che con il clima curva da stadio si allontanano e respingono proprio coloro che volessero portare contenuti interessanti ed appropriati.
Essere fuori dal coro non è necessariamente sinonimo di maleducazione ed intimidazione per chi ha opinioni diverse.
Attualmente alcuni che hanno ecceduto in questi comportamenti e tormentoni da chat sono in moderazione per una scelta redazionale collettiva. L’autore di ogni singolo post si riserva di sbloccare i loro commenti al suo post e di farli apparire in chiaro quando è presente online. Quando non contengono cose di cui sopra, ma anche quando certi tipi di offese veramente intollerabili il tempo ha un po’ “sbollito”.
Qui non si discute della classifica del campionato, si scrive di cose a cui si tiene molto, si lavora molto, per passione e non per lucro o altro, si mette sempre in gioco il proprio nome, non un un nick, si risponde con attenzione ai commenti e non mi sembra sia troppo pretendere uno stesso piano di rispetto e di sensibilità umana. Artistica sarebbe anche troppo.
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Quello che volevo dire, e poi la finisco perchè non ho voce in capitolo, è che la moderazione rischia di produrre, invece di discussioni, tanti garbati morticini, come mi pare stia succedendo nei commenti all’ultima decina di post, che non dicono niente se non gratitudine e plauso, gratificanti, forse, ma alla lunga noiosi.
Non danno fastidio, certo, ma è quasi la loro unica virtù.
Se fosse vero che la moderazione dei fastidiosi va a vantaggio di una discussione migliore con ” contenuti interessanti ed appropriati”, questa discussione migliore avrebbe dovuto svilupparsi, ma non la vedo, e allora forse, a parte il legittimo fastidio dei postanti, la sua assenza non dipende dai troll più o meno insultanti e fastidiosi.
Imho.
Per me invece i modi maleducati valgono quanto le noiose considerazioni di alcor
la moderazione, in atto da pochissimi giorni, non ha prodotto nulla di molto diverso dal solito
ci sono post che inducono a maggiore discussione altri meno
è nella loro natura fin dal loro concepimento
ci sono post bellissimi che possono solo essere letti
c’è moltissima gente che legge e non commenta
inoltre persone che corrispondano all’infelice definizione di “morticini garbati” non ne vedo
in molti casi ci sono numerosi portatori di nicks multipli fantasmatici che fanno salire il numero degli interventi di commento parlando con se stessi
se sgarbati e villani stanno dietro la lavagna a conversare con il muro che poi è la stessa cosa che parlare con i propri alter ego
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Puecher, tutto quello che dici mi è noto, non è da ieri che frequento questo posto, cmq, volevo dare il mio contributo, l’ho dato, vedo che sei tetragona, pazienza.
E i morticini garbati erano i commenti, non le persone.
Ciao lumina, vedo che sei sempre un mio ammiratore:–)
Ecco, per esempio, a me essere insolentita da lumina non dà nessun fastidio, lo vedo lì davanti alla tastiera, che coglie l’occasione di dire quella che gli sembra una cattiveria, e mi fa sorridere. Non fa male a nessuno e tanto meno a me.
Discutere ore per difendere principi di buon senso minimo, regole minime di convivenza è di certo essere tetragoni, ma anche inguaribilmente ottimisti…
franz krauspenaar ogni tanto insulta i suoi commentatori e nessuno l’ha mai moderato.
non che sia grave.
ma è un’asimmetria difficilmente negabile.
Anche tu non sei mai stato moderato.
E sarebbe stato giusto farlo, visto che spesso fai peggio che insultare: denigri dall’ “alto”.
Ma quale cattiveria! è uno stato d’animo che ignoro! sei proprio una noia! come altri! per fortuna qualcuno d’interessante con cui dialogare c’è! e questo basta per dar valore! si è sempre minoranza!
Bien il campo da davvero noioso si fa minato ed insidioso.
La percezione soggettiva dell’insulto, che nelle cause legali per calunnia e diffamazione è un must, e cosa di non poco conto.
In certi simpatici borghi e cittadine emiliano romagnole ci si saluta con sonori benvenuti a base di “at vegna un cancher” o ” fat dar in tal…” a Milano e limitrofe amichevoli “ciau pirla” o “bruta bestia”, e chi ne ha più ne metta, che dall’espresione del viso, dal grado di amicizia, dal contesto, non vengono punto percepiti come insulti.
Il dialogare web è una specie di via di mezzo: ha nell’istantaneità un certo grado di spontaneità del parlato, ma senza le sfumature fisico vocali del reale che precisano l’intenzione, e con in più il nero su bianco dello scripta manent (di cui, vedasi le parole sotto il box commnenti, legalmente, dato che attraverso l’IP in realtà nessuno e anonimo ma tracciabilissimo, è resposabile solo chi le scrive e possono essere motivo di denuncia, visto poi che Nazione non è una testata giornalistica). Per alleviare l’immanenza e rendere un po’ di più le verba volant, ci sarebbero gli emoticons, in teoria. Per chi li usa.
Sul denigrare, dall’alto o dal basso che sia, direi che sono importanti le argomentazioni, davvero raramente presenti.
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concordo con alcor
prima di tutto sul non sono affari miei:)
poi anche sul mortifero intrinseco alla moderazione. Aggiungo che, con un occhio ai contenuti, il fatto di discutere con un un* (ip) e trin* (nick) poco mi cala ma di sicuro è colpa del my problem child:)
capisco però anche i redattori e i loro bambini.
forse, visto che siete così tanti, potrebbe essere utile pubblicare solo quando chi posta sa di aver tempo e voglia per seguire una eventuale discussione, e intervenire in tempo reale se del caso .
La butto lì.
cià
Quali argomentazioni? C’è solo il gusto di sbarrare la strada alla discussione, di ergersi a giudici. Il commentatore diventa così un ueberlettore e giudice, forsennato nella sua violenza, mai esplicitata veramente (e sarebbe meglio, più pulito, più onesto) ma sempre nelle corde dei discorsi, nel cassare qualsiasi cosa, volenti o nolenti, perchè lo spirito di questi commentatori non è mai produttivo, ma sempre critico-distruttivo.
A me cala, cara Gina, che tu ci spieghi il tuo “problem child”.
@orsola
“Sul denigrare, dall’alto o dal basso che sia, direi che sono importanti le argomentazioni, davvero raramente presenti.”
non che sia grave.
ma dissento.
di argomentazione qui ce n’è stata a secchiate.
forse ce n’è ancora, ma non saprei dirlo con precisione.
quello che so è che di questa presenza, cioè dell’esistenza di argomentazioni spesso non banali, i primi a non accorgersi erano proprio i redattori di NI.
capita di non saper prendere le palle che arrivano dall’altra parte del campo: spesso sono così veloci che nemmeno si vedono.
questo franz lo giudicherà l’ennesimo esempio di “denigrazione dall’alto”.
(“dall’alto” de che?)
No, lo giudico però un chiaro esempio di sopravvalutazione di se stessi. Potresti prendere lezioni d’umiltà. In fondo, non sei tutto questo granchè, anche come tennista.
Nella moderazione, per come è attuata qui, non c’è proprio nulla di mortifero (non è stata uccisa nessuna perla di saggezza, garantisco)
solo regole minime di convivenza
Forse si vuol dire che sapendo di poter essere moderato uno è meno spontaneo e creativo?
Alla spontaneità non molto creativa dei vaff et similia credo si possa rinunciare da entrambe le parti senza troppi rimpianti.
Per quel che riguarda il seguire le discussioni da parte dei redattori: ci sono commenti che richiedono e stimolano risposte, altri no. E non mi pare si latiti più di tanto.
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franz
volev dir che: se ho tempo e voglia, se i contenuti ci sono, se mi diverto, se ho la possibilità di imparare qualcosa, poco mi cala di discutere con un multitasking. Che tutto ciò è estremamente soggettivo. che il fatto di beccarmi insulti, derisioni e varie maleducazioni entra in linea di conto.
che tutto ciò che ho preso di buono da NI viene dagli (h)OT, che de-testo la cottura media, declicco.
sulla tracciabilità degli ip sorvolo per non dare cattive idee.
Tashtego io qui in questo campo, da questa parte delle rete “gioco” da non molto, prima ero nell’altro campo, quello dei commentatori e quindi conosco, un po’ le dinamiche di entrambi.
Finora ho raccolto le palle che mi arrivavano e lo farò ancora.
Con reciproca educazione e correttezza.
A volte ho come la fastidiosa impressione che certe palle (non mi riferisico alle tue in particoalre, con cui non ho avuto ancora molto a che fare) che vorrebbero essere molto alte, nascondano dosi di livore e narcisismo a secchiate.
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livore è sale della vita, riconoscerlo fa bene.
di narcisismo non accuserei nessuno, fossi in voi, perché nessuno è esente da narcisismo.
non è misurandone il narcisismo che si misura la qualità di un prodotto, ammenoché non ci sia solo quello.
educazione e correttezza non giustificano la censura preventiva.
e comunque non sono mai state un valore in sé.
chi c’ha un blog o chiude i commenti oppure li lascia aperti incondizionatamente, perché tertium sa di censura, forse non è sempre censura, ma sa sempre di censura.
ammenoché non ci sia solo quello.
ecco ci siamo capiti!
Un blog letterario collettivo con molta visibiltà e con molti visitatori come questo, dove si scrive con nome e e cognome, gli autori, ma si consente ai commentatori il nick, è molto diverso da un blog individuale. Nei fini e nelle regole.
Almeno secondo me.
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Ad esempio: può anche capitare che per un affermazione fatta in un commento da un anonimo commentatore su qualcuno, arrivi da quel qualcuno una minaccia di denucia al blog con richiesta di cancellazione del commento, perchè essa non proceda.
Nel senso che la parole in pubblico non sono mai uno scherzo.
La blogsfera non è un pianeta a parte. Ormai.
Mi sono riletto alcuni post un po’ maldestri – per mia leggerezza, piglio futurista- e per quanto azzardati, li riscriverei tali e quali, perché animati da spirito critico e non di conquista, da coraggio e non da strategia. Seppure l’uso che veniva fatto dai commentatori fosse di tipo tattico o strategico. In particolare ricordo un post su Roberta di Aldo Nove. L’unico passaggio che eviterei era quello troppo rapido su Tiziano Scarpa e Moresco, accomunandoli a qualcosa che non solo gli era completamente estranea, ma che non aveva nessuna, o pochissima pertinenza, rispetto al libro in questione.
Quasi immediatamente si scatenarono ire e scomuniche da tutte le parti, ma devo dire che ciò che mi ferì di più fu il sostegno di persone che non solo mi erano distanti ma che colsero l’occasione per dare addosso a Moresco.
Alcuni commenti mi fecero veramente male- effeffe sei un pirla, non capisci una sega, insomma cose così- ma non per questo ho desistito. Diversa la questione quando ospiti un autore che stimi molto e che viene massacrato, si badi bene, massacrato non “criticato”, da personaggi che portano in sé una violenza e una sufficienza inaudita.
A proposito di censura io non ne faccio quasi mai nei miei post, e quando la faccio scrivo alle persone sperando che la loro mail sia giusta. Mi sono anche dichiarato favorevole all’Esilio di certi commentatori storici di Nazione Indiana perché ti “chiudevano” il post con decine di commenti a “personalità multipla” e completamente OT. e allora della loro intelligenza o cultura non me ne frega una cippa, non li voglio a casa mia, anche quando mi rendo conto che Nazione Indiana non è casa mia, ma casa di tutti. Redattori e commentatori. Come ha scritto il krospenor, noi siamo solo passanti.
effeffe
io credo invece che NI sia casa vostra. dei redattori dico.
la blogosfera non è mai stato un pianeta a parte. Non esistono pianeti a parte, ricordo un posti di effeeffe sulle bibite col ciuccio. il predigerito ha lo stesso effeeffetto:). Il mignolino del piede è destinato evolutivamente a scomparire per mancata utilità, si può anche esultare per il risparmio di smalto. Forse il prossimo addio è per i denti.
concordo con tash, piuttosto chiudete i commenti del tutto.
ed io che mi pensavo fosse tra le cose più kantiane da me postate!!!
però a dirla tutta resto per il beau geste, come quello di Nadia Comaneci che si inventò l’alzata di braccia a competizione finita- e già giudicata. Talmente felice che sarebbe diventata in seguito prova da ammendare.
effeffe
ps
più che le ire in quel post tirò la figa, senza peli
ho rimosso la figa
(colpa del bambino difficile e dell’ossessione primaria del ciuccio:)
e invece non solo credo che debbano essere aperti- e di fatto lo sono- ma spero proprio che si continui a fare comunità , non terapeutica però,anzi commune- per quanto la parola sia bandita dai partiti politici, dalle idee.
effeffe
Perfettamente d’accordo, NI è casa nostra. Dunque se ci volete carini ed educati sempre siatelo anche voi.
Tutto qui. Se “vi sa di censura” non venite. La blogosfera è enorme. Nessuno è indispensabile.
franz è aperto, come sempre.
Bah! niente da vedere con i commenti. Mercoledi ho mandato il libro (effeffe) che tu volevi. Dimmi quando il libro arriva, sarebbe gentile.
effeffe
perdindirindina.
la pratica del commune è sporca, faticosa, spesso ha l’ascella pezzata e irrrrrrrta di malaeducacion, di skegge impazzite e coccolosissime derive di stiletto.
Lo vedo in ambiti dove sento il commune moltissimo, che si fa una fatica bestia. Penso sia così anche per voi.
Ormai non oso fare un commento. Penso come Orsola che è importante rispettare l’altro: insultare non invita alla communicazione, ma alla pena o alla colera (dipende della mente). Invece credo che ” la discussione” e cosa sana, quando è argumentata. Il post d’Andrea Inglese ha suscitato reazione viva, dalla mi parte anche. E non rimpiango una sola parola, perché il rispetto della donna è una cosa che mi tiene al cuore.
Non sono d’accordo quando Franz ( con tutto il rispetto che ho per lui) dice “nessuno è indispensabile”, lo vedo quando qualcuno è venuto a mancare: c’è un vuoto. Amo ritrovare alcuni commentatori, anche Tash (ho litigato con lui) ma ciascuno ha il suo carattere: è sano discutere senza ferire ovviamente qualcuno. Quando un commentatore non è d’accordo con me, questo mi fa vedere la cosa di un altro punto di vista.
Anche se conservo la mia opinione.
Sono più triste, quando vedo un mio commento abbandonato: nessuna risposta. E non arrivo a capire il perché del silenzio: imbarazzo, noia?
sono consapevole di essere a volte ” morticini garbati”, ma come le dice Orsola alcuni post sono bellissimi: il commento è allora cenno d’ammirazione e d’amicizia, solo questo.
Per finire penso che la moderazione è a volte una protezione anche per la persona che scrive il commento.
Spero vedere tornare comentatori nella casa.
a Sara Jesi – sulla pagina dei link » quali link in particolare seguivi, puoi elencarli?
a sparz e orsola – sulla grafica alternativa: » mi sembra un modo semplice per sperimentare nuovi temi direttamente ed andare a caccia delle buone idee più facilmente. Se avete (voi e i lettori) delle proposte su temi interessanti, fatele direttamente.
Riguardo alla moderazione dei commenti esprimo solidarietà alla redazione di NI.
E’ un lavoro sporco che va fatto. Insulti diretti tipo vaffa o sei uno stronzo vanno stroncati, così come vanno valutati con attenzione commenti evidentemente fuori dal tema proposto dal post. Non essendo poi questo un gioco a nascondino andrebbero maggiormente scoraggiate le personalità multiple nei commenti ai post. Ma non so come: tecnici, che dite?
Una nota pro ironia e sarcasmo: pozioni medicamentose a cura di qualche nota caratteriale di personalità talmente ammalata di sé da dimenticarsi a volte di essere anche sanamente colta e intelligente. E’ sempre piacevole leggere di due persone che lavorano con le parole in punta di fioretto, impegnate in una competizione caratterial-culturale.
Inoltre, rilancio l’idea di un secondo spazio-bacheca a tema ludico ove potrebbero esternarsi interessanti aspetti burleschi ad indirizzo ridanciano-giullarico (!), a insospettabile dotazione di qualche indole frequentante questo blog. Liberi territori ove possano giocare a rincorrersi spiriti indiani e anime metropolitane.
Concetto romantico in spazio probabilmente di non facile gestione, bisognoso di monitoraggio e quindi di lavoro aggiuntivo per la redazione. Magari, si potrebbe aprire in via sperimentale.
In ultimo, sarebbe veramente gradita una maggiore attenzione alla letteratura e alle recensioni. Intendo dire: che si scriva di più, per esempio, sulle ultime uscite in libreria. Non è difficile trovare nei frequentatori del blog lettori forti e addestrati, affamati di novità letterarie. Perché non accontentarli?
Grazie, e saluti e salute a tutti
veronique sei un angelo
appena torno a torino, mercoledì ti dirò
lo hai letto tu? E’ il capolavoro che credo?
effeffe
ps
@ Gina
vengo da una famigli numerosa (sono il sesto)
so di che parli…
@ Plessus
ci stiamo arrivando
sono completamente d’accordo con Plessus :-)
vengo da una famiglia numerosa (sono il sesto)
so di che parli…
“tengo famiglia” numerosa so di che si parla… se io faccio quattro urli, se scappa un vaffa, si sa poi che vengono dieci abbracci.
Qui è diverso. Due regolucce due striminzite non fan male a nessuno.
Farsi notare per simpatia ed ironia neppure. Non contundere con la propria Kultura come incudini anche di più.
Plessus se continua così virtuoso gli diamo Ad Honorem i gradi di capoclasse e il gessetto e la lavagna nera divisa in due con B da un a Parte e C dall’altra e sorveglia lo spazio ludico che tanto invoca… e alla fine mette anche a posto i dadi sparsi sul pavimento e cancella le scritte sui muri e sorveglia che non incidano W MILAN sui banchi con il temperino… ;-)
Nel senso che non è una cosa facilissima da gestire.
Per quel che riguarda le recensioni, io personalmente non le amo molto, il recensionese neppure, preferisco mettere pezzi “campione” dei libri che scelgo e qualche nota estemporanea.
Ma se i volenterosi e voraci lettori avessero voglia di recensire libri che a lor fossero particolarmente piaciuti, e di cui individuassero una visione originale, magari contraria a quella acclarata, a me piacerebbe creare una rubrica in cui le si potesse anche periodicamente pubblicare, una specie di Vox Populi.
Che ne si direbbe?
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Orsola, capoclasse de che? Io qua sono allievo e i maestri siete voi. E non posso sgridare nessuno che incide w milan sui banchi di scuola perchè l’ho già fatto 6-7 lustri fa. ;-)
Quanto alle recensioni, d’accordo con te, niente di “recensionese” con linguaggio ingessato, mi sembrava superfluo sottolinearlo, visto che stiamo su NI. E anche la rubrica cui fai cenno, per me potrebbe rivelarsi una buona idea.
Mah… la Maestrina dalla Penna Rossa non è che mi fosse simpaticissima… e cmq a me l’idea bacheca ludica lascia un un po’ perplessa. Si vedrà.
Secondo me si può trovare il modo di discutere in modo diverso e creativo negli spazi che già ci sono.
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@Véronique
hai litigato con me?
quando?
La cosa curiosa, Plessus, è che io, ad es., ogni tanto mando delle recensioni – cercando di evitare l’idioletto “recensionese” – di libri appena usciti, eppure hanno sempre pochissimi commenti, quasi che la cosa non interessi.
Vedo posizioni contrastanti, due per tutte: franz che dice è casa nostra e effeffe che dice è casa di tutti.
Come ho detto, per me ha ragione Franz. (E lo dimostrano gli interventi di Puecher, accenno alla vox populi compreso)
L’impressione che ne ricavo tuttavia è di dover camminare sulle uova e mi chiedo (non da oggi, a dire il vero) se il commento rapido (e la rapidità è sempre rischiosa) e anche ironico (e l’ironia idem con patate) non possa essere letto da qualcuno più sensibile o suscettibile come offensivo o aggressivo nei confronti della persona.
Perciò, non volendo né offendere né aggredire, ma non essendo interessati neppure a entrare nella carriera diplomatica, si tende a non commentare più, consapevoli di un’altra verità detta da franz: La blogosfera è enorme. Nessuno è indispensabile.
Per effeffe,
Ho letto solo Naples et Bordeaux (Bourlinguer). Sono molto indaffarata nel lavoro. Immagini una bella collezione di eleborati. E la penna rossa funziona troppo. Il racconto Naples è bellissimo: tutto è visto dello sguardo di un bambino che cerca amizia presso di un marino della Sicilia.
E’ un ricordo magnifico dell’infanzia alla soglia dell’avventura. Non ti dico il finale, penso che tu apprezzerai molto.
Non conoscevo il vincolo tra Cendrars e Napoli: grazie a te, l’ho imparato.
Bordeaux (che non amo; preferisco Tolosa) descrive personaggi insoliti sempre nella margine azzardata. C’è un vero arte del ritratto.
Le donne sono viste con molto crudeltà.
PS 1 Sai che in Francia è uscito il diario di Manchette? Ma sembra che è molto deprimente da leggere.
PS 2 Anch’io sono famiglia numerosa. ma ero la sorella maggiore. Allora ero un po’ la madre di tutti. Trovo che è meraviglioso vivere con sorelle e fratelli: resta sempre una complicità e una solidarietà.
Tash: è una vecchia storia di poesia e di donna che scrive poesia, anche se non amo fare una differenza tra donne e uomo nella creazione. In ogni modo era arrabiata, ma tutto rimane vago nel ricordo.
Allora vedi una piccola discussione è sana, quando l’estima resta.
Però, Alcor, tu sei una commentatrice assidua e di vecchia data. Dovresti ormai aver capito che “gestire” 17 sensibilità – questo è un blog collettivo – 17 modi di stare in rete (e nel mondo), dove nessuno è “più uguale di altri” non è semplice per nulla.
(c’è chi arrambeggia dopo ogni commento, chi afasico non commenta mai, etc.)
Anche per questo nascono, come è giusto, naturali simpatie, magari, fra redattori e commentatori che con altri commentatori ed altri redattori possono essere antipatie profonde. Per divergenze di visione delle cose. O per natura personale, modo di essere, etc.
Io che sono fra gli indiani più vecchi (e mi permetto di dire assidui e presenti) mi sono preso i peggio insulti, spesso ho risposto, molto spesso ho deciso di starmene zitto, altre volte ho fatto spallucce, o ho riso in modo beffardo. mai comunque ho cancellato. Su di me, davvero, si può vomitare di tutto, mi sono fatto il callo. Ma non transigo quando si “insulta” un mio ospite, in quel caso prima avverto il commentatore di automoderarsi, poi nel caso passo alle vie di fatto.
Cosa che ho fatto poche volte e con dispiacere, ma se c’è da fare lo faccio.
Questo, però, NON è il modus operandi perfetto per tutti. Non lo è e non lo deve essere. Ognuno ha il suo. Cis ono tanti modi di stare “in una casa”.
Abbiamo con fatica raggiunto questo compromesso, dopo una lunga discussione interna, quello di, per ora, bloccare i soliti noti egoriferiti produttori di aria fritta (e sono, ti assicuro, così pochi che non completano una mano). Che non significa esclusione assoluta e totale, ma camera di decantazione: se, poi, a leggere i commenti, si rivelano sensati si ridà loro arie e visibilità.
L’alternativa era il bannaggio preventivo totale di tutti.
Forse più “democratico” – mal comune mezzo gaudio – ma che per alcuni di noi (io fra quelli) comportava un raffreddamento dell’immediatezza tipica dei commenti dei blog.
Ti assicuro che è il migliore dei compromessi possibili, tu non hai idea di quello che accade al nostro backstage e alla nostra casella della posta! (Compreso di lettere di studi di avvocati pronti a passare alle vie di fatto!)
Resta il fatto che, ad es., fra di noi – io e te, o Tash, o Luminamenti, etc. – non ci sono mai stati screzi che non fossero “civili”. Quindi non fasciamoci la testa e rendiamoci conto che forse con alcuni viene più naturale chiacchierare e con altri forse solo leggere e nel caso commentare.
Ciaociao, G.
Gianni il tuo commento era in moderazione….
lo liberai
il meccanismo si fa perverso!
G U L P ! ! !
mah
la “casistica” “legale” mi interesserebbe, i legulei sono senza ritegno e spesso altrettanto degni di mancanza di ritegno di sberle(x)ffo.
effeeffe
gggiuro che la famigghia era l’ultimo dei miei pensieri. Ma farò tesoro dell’effetto che fo.
Napoleone Bonaparte, oggidì nel 1821,
fu moderato, dicesi
MarioB.
@ Biondillo
Ma io capisco, non credere, il fatto è che paradossalmente, bannare a caldo l’insultatore quando insulta ha minori effetti negativi di un decalogo, di una moderazione preventiva e proclamata, che sa di norma, rallenta e che ogni commentatore può leggere come diretta anche a sé e si chiede, ma io, anche se non ho insultato, sarò stato magari obliquamente insultante, per una sensibilità diversa dalla mia? E si autocensura o comunque si allontana perchè non ha poi voglia di fare tanta fatica.
Io ricordo discussioni interessanti dove bisognava fare lo slalom tra i troll, alcuni troll tra l’altro li trovavo deliziosi, il fool mi piace.
Il rischio, come ho detto, è che chi ha delle cose da dire e un cattivo carattere, lasci il campo a chi ha buon carattere ma meno cose da dire e che il decalogo possa risultare una specie di passaporto senza data di scadenza per donna letizia.
Ora è vero che quel che conta sono i post, ma un post con sotto una bella discussione è come una doppia dose di panna sulla meringa.
E’ anche vero che io non so cosa succede dietro le quinte, l’ho già detto, e infatti esprimevo perplessità, non scandalo.
Ma insomma, prendetele appunto come considerazioni critiche di una vecchia lettrice.
Per Gianni: ho avuto modo di apprezzare la gestione dei tuoi post, mi sembra davvero uno dei modi più intelligenti ed equilibrati. Quanto alle, chiamiamole così, dai, recensioni, avrei da fare una distinzione. Un conto è offrire una lettura de La strada di Mc Carthy qui e su altri siti “non distanti”. Il romanzo è straordinario e i post tuoi e di Marco Rovelli su di esso hanno ricevuto discrete ed appassionate attenzioni da parte dei lettori. Un altro conto è Una notte a Dolcedo di Magliani, che leggerò e che è riproposto qui e sugli stessi siti di cui sopra. Magliani però non è Mc Carthy, e questo spiega il diverso seguito – finora – che hanno avuto le due proposte prese ad esempio. Con ciò voglio intendere che se è necessario e coerente con il lavoro e il pensiero intellettuale evidenziare in rete lavori come – sempre presi come esempi – quelli di Marino Magliani o l’Hitler di Giuseppe Genna, potrebbero, con il condizionale d’obbligo, avere maggior sèguito dibattiti su lavori letterari importanti e di recente uscita se da queste parti proposti con maggiore frequenza.
Per Alcor: forse è già successo che qualche commentatore ha scelto di diventare ex perché stanco di fare lo slalom tra le trollaggini a commentarium, ma il rischio di ritrovarsi qui a scrivere fra commenti degni di donna letizia, magari mi sbaglio ma mi sembra, finora, ridotto al minimo.
Il “decalogo” Netiquette è presente, credo, su questo sito fin dall’inizio, o almeno da moltissimo, e simili se ne trovano su quasi tutti i siti. E non ha mai impedito esternazioni colorite e nemmeno spaziosissime lenzuolate di parole. L’autocensura di cui parla Alcor forse nasce dall’aver puntualizzato e messo una lente d’ingrandimento su questa cosa pre esistente e quasi data per scontata.
Non credo in assoluto sia una cosa completamente negativa autocensurasi un po’.
Togliere a volte aggiunge.
In genere noto che certi commentatori per dire cattiverie gratuite ed isultanti si cambiano il loro nick “virtuoso” in un’altro… curioso fenomeno anche questo.
M’incuriosisce anche e capisco l’equazione commento critico=cattivo carattere, che dimostra, in un senso forse un po’ contorto, un rapporto di affetto monogamico con questo sito: pubblicate una cosa che a me non piace, diversa da come io sono, da come io scrivo, da quello che mi piacerebbe leggere ed allora mi salta la mosca al naso.
E’ una cosa legittima.
Io credo sia il tipo di critica a cui bisogna rispondere con maggiore gentilezza ed argomenti. Io. Ovviamente. Sono in gioco sensibilità.
Da tutte e due le parti.
Mi è capitato recentemente di farlo su di un pezzo di un autore pubblicato da me, senza problemi.
Invece l’insulto, che si configura in quanto tale, e non tanto per il vaffa o altre parole del genere, ma perchè gratuito, in malafede ed immotivato, che esula dall’argomento trattato, è passibile di essere cancellato.
Per me. Ovviamente.
,\\’
@Plessus
a me no, non sembra ridotto, ne ho avuti anch’io commenti tipo donna letizia sul mio blog, io appassisco di fronte alla carineria, e cicip e ciciap, non potevo certo brutalizzare l’autore, sono più per la punta di spillo che per la legnata, ma certo mi annoiavano parecchio.
Non so se i commentatori hanno lasciato dopo lo slalom, non credo, perchè a un certo punto i troll sono spariti e i commentatori non sono tornati, credo che dipenda anche dal fatto che si va a cicli, e che se una discussione si è già fatta in ottobre, non si è stimolati a rifarla in aprile.
Quanto alle recensioni, è difficile commentare, se non si è letto il libro, cosa si dice? oh, che ben scritto? verrebbe il latte alle ginocchia anche a Biondillo che è più buono di me.
I commenti dannosi secondo me sono questi: oh grazie, oh magnifico, oh grande XY, oh ti ringrazio di avermi aperto gli occhi, ma no?!? , ma sì ?!? non ho parole!!! è sconvolgente!!! in che mondo viviamo!!! Ciao X, ti ricordi quando ci siamo visti in treno?
E’ vero che a volte non c’è altro da dire, ma il decerebrato (commento), benchè a volte ovvio e naturale, fa più male dell’ offensivo (commento), che almeno puoi cassare, ma cosa fai se cinque ti dicono: ma che carinooo!
Non puoi ucciderli, avresti tutto il paese contro. questo è un paese di brava gente, ricordiamocelo.
parecchio cicip e ciciap e donna letizia in moderazione attualmente…
un impressionante mole di cicip e ciciap da groupie
a dozzinate di commenti caramella pervicacemente insistendo
una maggioranza schiacciante rispetto agli insulti
credetemi.
anche quel genere di commenti stronca le discussioni e respinge i commenti intelligenti
… infatti il numero dei commenti si è ridotto. Vuol dire che, cari redattori e redattrici, in attesa del ritorno dei cicli favorevoli e di tanti commenti cazzuti e stimolanti – che, è bene ricordarlo, vanno a rimorchio di post altrettanto neurotonici – lo sporco lavoro lo state facendo bene. Quanto alle recensioni, insisto e poi chiudo, una su un libro letto offre spunti discussivi. Una su un libro non letto potrebbe suggerire l’acquisto del libro stesso e la lettura. O stroncare l’intenzione di comprarlo. Ma sempre indicazioni utili se ne trarrebbero, non trovi, Alcor?
Saluti e salute
Ti credo Orsola. Ma non capisco persona che spreca il tempo per insultare. Ora capisco meglio la ragione della moderazione.
Dunque corraggio e non badare a persone scortesi.
Nazione Indiana è un bel sito letterario e nessuno non puo contestarlo!
Alcor, ringraziare un autore per il post mi sembra atto di riconoscenza.
certo, non è stimolante per lo spirito, ma scrivere un commento dipende dell’intenzione e del sentimento che hai nel momento.
Certo non aggiunge niente al commento, ma è un cenno nello spazio, vuole dire: ho letto il post, era un momento di piacere, ecco tutto.
Ci sono due tipi di commenti: commenti che propongono idea che fa evoluare la discussione e altri che sono cenni di ammirazione.
Quando amo un post, lo dico, perché fa sempre piacere.
Non c’è nessuna pretesa intelletuale o allora deve dire chiaramente che i commenti devono essere solo argomenti di riflessione.
Verò io dicevo che la maggior parte dei commenti moderati sono cose stupide… gli insulti pochi per fortuna.
ciao
,\\’
condivido il pensiero di véronique, un contributo che mancava
ah guardate, lo devo proprio dire: quando a me scrivono bello e grazie sotto un post mi da un fastidio che non si può immaginare… ;-))))
scherzo, eh, Verò!
Alcor cara,
Fermo restando che forse dovremmo capire quanto viene moderato. Qualcosa come tre o quattro commentatori insistenti, nulla di più. Poca roba, insomma. Poi, in effetti ce lo siamo posti il problema: lasciare libero il campo e poi, nel caso cancellare? Era un’ipotesi, che però prevedeva di restare attaccati alla rete tutto il giorno. Ma io sono spesso in giro, senza connessione, che faccio? Lascio che, putacaso, un insulto grave resti su un mio pezzo per una settimana?
Plessus,
ho capito poco cosa c’entri CmcC con Magliani. Ma magari ho letto amle. Sembra che dici: se è un libro come la Strada è ovvio che ci siano più commenti, se è Magliani no. Boh, forse. io però sono dell’idea che bisogna recensire nons olo i grandia utori, ma anche quelli meno famosi, o el piccole case editrici, se pubblicano ottimi libri (fa caso alle mie recensioni, leggo di tutto).
E poi anche questo è poco vero: ho pubblicato recensioni di grossi autori Feltrinelli o Einaudi e sono passate nel silenzio assoluto. Appena mi sono permesso di recensire un De Cataldo (era la prima volta che parlavo di un libro “circa di genere”) è scoppiato il putiferio dietrologico.
Spesso i commentatori sono deludenti, anche se ammetto con Alcor che certe gazzarre sono persino divertenti, da Bar Sport letterario.
Avevo postato un testo sul té nell’ Intervista sul té Pu’er di jan reister.
Ho visto poi che è stato cancellato. L’ho ripostato e questa volta l’ho trovato messo in moderazione. Oggi vedo che non c’è più.
Volevo gentilmente sapere le ragioni. Quello che avevo postato era un testo sui vari tipi di tè esistenti nel mondo. Grazie anticipatamente per una risposta.
luminamenti » troppo lungo (3500 parole), incollato a casaccio (usa invece un link o un trackback), fuori luogo (elenco enciclopedico non pertinente e privo di valore).
Vedi la netiquette qui.
tutti » Quanto alla discussione generale, teniamo i commenti aperti allo scopo di aumentare il valore di Ni per noi e per i lettori; se abbiamo la senzazione che non sia più così, semplicemente interveniamo: scontentiamo qualcuno, facciamo felici altri e andiamo avanti. La rete è già democratica in sé, permette a tutti di aprire un proprio blog e comunicare liberamente, nel modo che ritiene migliore.
Non ho bisogno di leggermi la netiquette. Mi sembra che ragioni con i piedi piuttosto che con la testa. piuttosto perchè non dici la verità: che sei stato smentito nel precedente articolo e ti è venuto il fremito del censuratore
Ho preso la mia decisione. Non posterò più né leggerò più nazione indiana.
“WU MING 1 COME CRISTOFORO COLOMBO”
Qui:
http://lucioangelini.splinder.com/post/17024848/WU+MING+1+COME+CRISTOFORO+COLO
In occasione del Salone del Libro la cucina del Taberniere rimarrà aperta a cena fino a mezzanotte proponendo , oltre alla Carta, i menu letterari.
Taberna Libraria via Bogino 5 tel. 011836515 torino
GIOVEDI’ 8 Maggio
Menu Isabel Allende (Afrodita)
Pomi di Adamo all’Allegretto
Risotto alle fragole
Filetto mignon di maiale con crema di Champagne
Semifreddo al nettare di lamponi
Menù degustazione € 23,00 VENERDI’ 9 Maggio
Menu Camilleri
Sauté di vongole profumato al pane di Palermo
Tagliolini all’astice
Filetto di spigola su caponata di melanzane
Sformatino di cioccolato amaro in salsa d’arancia
Menù degustazione € 32,00
SABATO 10 Maggio
Menu I Classici
Trittico Pavese
Peperoni in bagna cauda, tomino e
acciughe al verde
Primo Arpino
Panissa vercellese
Brasato Fenoglio
Brasato al Barolo
Dolce Fruttero & Lucentini
Bunet o Pesca ripiena all’amaretto
Menù degustazione € 22,00 DOMENICA 11 Maggio
Menu Taberna
Misto di affettati speciali con crostini e trionfo di formaggi e confitures
Filini di semola al Gorgonzola e punte di asparagi
Tagliata di manzo al sale profumato con lasagnetta di patate
Sfogliatina con gelato alla crema e frutti di bosco
Menù degustazione € 28,00
@Gianni
hai rischiato la moderazione con il commento di prima!!! :-)
e comunque devo dire che per quanto mi riguarda i post- recensione sono andati (quasi) sempre a meraviglia.
effeffe
*Il pellegrino e Virgilio sono usciti all’aperto.
Il pellegrino, dopo aver respirato “l’aura morta” degli inferi, che gli ha “contristati li occhi e l’ petto”, ritorna ora nella luce pura: ed è per lui un sollievo grande.
Il lettore della “Commedia” percepisce questo senso di sollievo anche nel carattere stesso del verso, ora mutato.
Il viaggio attraverso l’inferno era iniziato con l’immagine di una foresta oscura. La cantica del “Purgatorio”
si apre invece con…*
OLOF LAGERCRANTZ, Scrivere come dio.
ADDIO
Sotto il vento
c’è il banco, la banca e il baraccone
e passano sudici gli uomini
un sapore acerbo di sapienza
li distingue nella Natura
, refrattari ai sogni
e refrattari
, Gli Sposi
accusano stanchezza d’anni
Altri animali percorrono
la faccia della Terra
: non un esempio.
Penso che Camilleri apprezzerebbe: menù raraffinato.
E’ molto interessante di mescolare cucina e letteratura.
Colette amava creare scittura poetica e golosità. Ci sono molte pagine di letteratura francese che fanno venire l’acqualina in bocca (ho dimenticato l’espressione in italiano: “l’eau à la bouche”: Flaubert, Zola.
Camilleri è il mio preferito: tu leggi una pagina e tu ti riconcili con la vita.
volevo dire raffinato.
Klinàmen
Nell’ubiqua notte del cosmo, un oscuro governo divino dispose che una plebe d’atomi indistinguibili non avesse altro destino fuorché cadere.
Rovinare verticalmente, in una silenziosa e costante pioggia, era la loro unica sorte.
Venne però, in un tempo avulso da quell’universo senza tempo, un atomo che spezzò la legge; una particella sobillatrice che, in virtù di un rivoluzionario pensiero, chiamato con il nome di klinàmen, uscì dal suo caduco ed inerte percorso, ed urtò un suo fratello, inducendolo a ribellarsi a sua volta.
E da un rivoltoso ne nacquero due, da due quattro, e da quattro ne vennero molteplici… tutti intenti a combattere l’oppressione dell’ordine costituito, in favore dell’armonia del caos e della sua bellezza.
Tale è la ragione per cui, tutto ciò che oggi abbiamo, e chiamiamo con il nome di mondo, è il frutto della più remota e vigorosa delle rivoluzioni: la Creazione.
Tale è il motivo per cui, da allora, di tanto in tanto, qualcuno avverte in sé la spinta dell’antico klinàmen e – fermamente convinto di voler perseguire questo suo destino – principia a battersi per la libertà.
E sebbene il rivoluzionario sappia d’esser solo, sa anche che dalla sua solitudine sgorgherà la rivolta, e che ogni suo fratello, per quanto solo, sarà anche atomo. Ed in quanto atomo, egli sarà incorruttibile, indistruttibile, ed eterno.
(scusate… ma non sapevo proprio a chi dire queste cose…)
Federico Ruysch
Mi permetto di segnalarvi il mio ultimo racconto di fantascienza, distribuito attraverso il mio sito sotto una licenza Creative Commons.
Trovate l’ebook insieme ad altre informazioni al link che segue:
http://simonenavarra.blogspot.com/2008/04/n15-moro.html
Grazie a tutti e buona lettura!
Simone
E’ uscito il settimo numero di Tabard, “Il secondo grado”.
Con interviste a Franco Buffoni e Kadhim Jihad Hassan, racconti di Vicenzi, Bariani e Morozzi.
La versione pdf è scaricabile dal blog: http://rivistatabard.blogspot.com/
o dal sito della rivista: http://www.rivistatabard.it
Vorrei attraverso questa pagina esprimere ancora una volta solidarietà a Roberto Saviano e a Rosaria Capacchione per le scritte vergognose che sono nuovamente comparse sui muri di Casal di Principe, la notizia è di questa mattina. Può sembrare retorico e ripetitivo, lo abbiamo già fatto tante volte, ma io sono fermamente convinta che, invece, reiterare e sottolineare che ci sono tante persone che stimano e apprezzano il lavoro di Roberto e Rosaria e di quelli che come loro, per cercare la verità e dare un segnale reale di volontà di cambiamento, rischiano quotidianamente la vita è importante e lo è per due motivi. In primo luogo penso che chi vive sotto scorta, costretto ad un’esistenza che la maggior parte di noi non può neanche immaginare, abbia un bisogno quasi fisico di sentirsi sostenuto per affrontare i giorni e le notti che lo aspettano. In secondo luogo, far sentire la propria voce a sostegno di queste persone significa, nel nostro piccolo, dare un segnale anche noi, dichiarare da che parte stiamo. In un Paese dove l’assunzione di responsabilità dovrebbe, se non ancora del tutto estinta, essere tutelata dal WWF, mi sembra doveroso.
Forza e coraggio, Roberto, avanti così Rosaria, non siete soli!
Irene è bello il messaggio, arriva anche in Francia.
Il libro di Roberto Saviano è ben conosciuto in Francia. Un esempio che mi ha fatto piacere è che la biblioteca communale di Amiens ha acquistato Gomorra.
Dunque solidarietà a Rosa Capacchione e a Roberto Saviano: è importante di sostenere, perché sono persone che amano la verità e il sud: la nobiltà di credere a un avvenire.
*BERGAMO – Quattro poeti italiani, Maurizio Cucchi, Antonella Anedda, Davide Rondoni ed Edoardo Sanguineti, “leggerano” altrettanti artisti, di cui tre sono contemporanei e uno appartiene a un lontano passato. tre artisti contemporanei, Robert Rauschenberg, Bill Viola, Enrico Baj, e forse il più moderno dei pittori del passato, Lorenzo Lotto. I quattro incontri avranno scadenza settimanale, ogni mercoledì a partire dal […] 14 maggio sino al 4 giugno, si svolgeranno presso la Sala della Porta Sant’Agostino, alle ore 18. Ingresso gratuito. Curatori della rassegnan I poeti leggono l’arte: Corrado Benigni e Mauro Zanchi.*
giovedì 5 giugno – ore 21,00
Casa della Poesia
Palazzina Liberty
Largo Marinai d’Italia – Milano
Frecce di ritorno
Sguardi femminili sulla poesia del Corpo e dell’Eros maschile
in occasione della pubblicazione dell’antologia
Il corpo segreto
LietoColle, 2008
a cura di Luigi Cannillo
con la partecipazione di Gabriela Fantato e Maria Pia Quintavalla
Tra gli autori antologizzati leggeranno i loro testi:
Giancarlo Majorino, Tomaso Kemeny, Corrado Bagnoli, Marco Balzano, Fabrizio Bianchi, Biagio Cepollaro, Michelangelo Coviello, Stefano Massari, Massimo Sannelli, Elio Talon
:-)
Bell’invito, Chapuce!
L’argomento è seducente. Ora il corpo maschile è oggetto di desiderio nell’arte. Bene!
Nel capitalismo tanti provano il ”morso del lupo”, pochi si danno ai saturnali.
“Secondo un recente studio pubblicato dalla Bri, la banca dei regolamenti internazionali, nel 1983, all’apogeo della prima repubblica, la quota del P.I.L., intascata dalla voce profitti, era pari al 23.12 per cento. Di converso quella destinata ai lavoratori superava i tre quarti. Più o meno la stessa situazione del 1960, prima del “miracolo economico. ”L’allargamento della fetta del capitale comincia subito dopo, nel 1985. Ma per il vero salto bisogna aspettare la metà degli anni ’90. I profitti mangiano il 29 per cento della torta nel 1995. E la fetta dei padroni, grandi, medi e piccoli non si restringe più: raggiunge un massimo del 32,7 per cento nel 2001 e, nel 2005 era al 31,34 per cento del P.I.L. quasi un terzo. Ai lavoratori quell’anno, è rimasto in tasca poco più del 68 per cento della ricchezza nazionale.
Otto punti in meno, rispetto al 76 per cento di vent’anni prima. Una cifra enorme, uno scivolamento tettonico. Per capirci, l’8 per cento del P.I.L. di oggi è uguale a 120 miliardi di euro. Se i rapporti di forza tra capitale e lavoro fossero ancora quelli di vent’anni fa, quei soldi sarebbero nelle tasche dei lavoratori italiani, vorrebbero dire 5 mila 200 euro in più in media all’anno, se consideriamo anche gli autonomi, professionisti, artigiani, commercianti, che in realtà stanno un po’ di qui, un po’ di là. Se consideriamo solo i 17 milioni di lavoratori dipendenti, vuol dire 7 mila euro tonde in più. Altro che taglio delle aliquote Irpef.”
Maurizio Ricci
La Repubblica del 3. 5. 2008
Questa è realtà. Chi produce sta sempre peggio, chi non produce sempre meglio. E i sindacati? Hanno collaborato a questa situazione e continuano a farlo. Il sindacato, strumento delle lavoratrici e dei lavoratori, è diretto da individui che hanno a cuore gl’interessi del “paese” e quindi del sistema che vive di quello che le lavoratrici ed i lavoratori producono.
Gli attuali dirigenti sindacali hanno a cuore il profitto, non certo il salario.
Hanno accettato di tutto pur di venire incontro al profitto!
La riforma della contrattazione è solo l’ultima invenzione per indebolire ulteriormente i produttori.
Nulla mai potrà esserci alla luce del sole fino a quando esisteranno profitto e salario. A seconda della condizione sociale gli esseri umani avranno sempre obiettivi diversi e dissimili. La realtà del mondo che vede circa due miliardi di persone che provano “il morso del lupo”, la fame, con circa cinquanta milioni di bambini che muoiono per non poter cibarsi adeguatamente, non potrà mutare fin quando il re egemone è il profitto.
Illudersi che senza variare la realtà economico-sociale un partito, un individuo, possa venire incontro alle esigenze umane è pura illusione.
Per liberarsi dalla schiavitù ideologica ed iniziare un cammino di libertà la prima cosa da fare è prendere coscienza di questa realtà.
Questa presa di coscienza è il primo passo per incamminarsi verso il sogno, sempre più realizzabile, di un “Mondo Nuovo” senza profitto e salario, ma con una produzione mirata ala consumo e con l’essere umano ed i suoi bisogni al centro della società.
Una società non più divisa da vari interessi, ma unita su obiettivi comuni: una società di persone libere!
Una società in grado di liberare l’umanità dai problemi radicali dell’esistenza: il lavoro, la casa, il cibo, la salute.
L’attuale dimensione sociale non sarà mai in grado di raggiungere questi obiettivi per un motivo molto semplice: non sono i suoi.
L’unico suo obiettivo è il profitto ed esso vive sulla mancanza di lavoro per comprare la forza lavoro a minor prezzo e dare salari da fame che, in tanti casi, non permettono un’abitazione decente, un’alimentazione corretta, una cura della salute efficace.
Un “Mondo nuovo” è possibile, sta a noi volerlo conquistare!
Se lo vogliamo, possiamo sognare!
Se lo vogliamo, possiamo assaporare “ il caldo respiro della speranza”!
Il Gran Premio della giuria del Festival del Cinema di Cannes al film Gomorra di Matteo Garrone non è soltanto un riconoscimento per il cinema italiano di qualità, che bada più ai contenuti che al mero profitto commerciale, ma è secondo me un ulteriore riconoscimento al lavoro di Roberto Saviano. Garrone ha trasformato in immagini catartiche le potenti parole di Saviano, ma senza le sue parole non ci sarebbe il film, così come non ci sarebbero i milioni di lettori nel mondo. Il mio auspicio è che il film porti sempre più persone a interessarsi, conoscere il lavoro di Roberto e, soprattutto, prendere coscienza di una situazione che non può e non deve continuare così, a tenere viva l’attenzione e a smuovere tutti a fare qualcosa di concreto. La mia speranza è che qualcosa cambi veramente, che la legalità e la verità possano vincere con il contributo di TUTTI.
Irene ho scitto un commento primo di aver letto il tuo propio commento.
Anch’io sono contenta, perché il libro di Roberto Saviano è stato l’inizio di una avventura straordinaria: fare conoscere la realtà, quando tutti avevano immagini fantasmi della camorra. Ho prestato il libro a una collega di storia e di geografia.
Spero che sarà studiato in liceo o all’università: è un libro che resterà nella memoria.
Non dimenticare anche tutti che lavorano per la verità .
Segnalo l’indiano LIVIO BORRIELLO qui:
http://lucioangelini.splinder.com/post/17242148/LIVIO+BORRIELLO.+MICA+ME.
giugno è alle porte…
il mese del grano!
o meglio, della Tigre!:-)
A Roberto Saviano con profonda stima…
Caro Roberto mi verrebbe da dirti subito GRAZIE DI ESISTERE!!!
Ho capito più cose della nostra cara vecchia Italia grazie al tuo romanzo e ai tuoi articoli di quante anni di studio, tra scuola dell’obbligo e università, mi abbiano insegnato!!! Sò che il tuo non è per niente un percorso facile, in questo paese non ti perdonano di avere un ideale, dei valori o semplicemente un opinione che è scomoda per la maggioranza, un opnione che porti avanti tenacemente nonostante tutto e tutti!!! Un pò ti invidio questa fiducia, questa speranza di credere nel cambiamento…la mia speranza è invece confinata alle penne di persone come te che sono persone pulite e vanno avanti nonstante siano consapevoli di combattere una battaglia impari contro qualcosa di troppo grande!!!
Ogni volta che ti sentirai solo o sconfitto o che magari avrai semplicemente una giornata storta..pensa a tutti noi lettori che ti siamo vicini anche se non conosci i nostri volti…pensa a noi e se vuoi tramite questa bacheca parlaci di quello che non va!!!!
Un saluto affettuoso Roberto!!!!
Da Angela :)
Segnalo un (tal…) Berlinguer del ’77, qui:
http://www.macchianera.net/2008/05/28/un_comunista.html
dai, che domani inizia giugno, e sù con la vita!!!
:-))))))))))))))))))))
prrrrrrrrrrrr!
;-)
Allora…
siamo già al 3 giugno e ancora niente sala giochi?
Jan!
TOC TOC!
:-)))
bastano pochi metri quadrati…:-))
Capucetto rosso, che vuole dire sala giochi?
vuol dire un luogo dove ci si può sentire liberi di sentirsi ancora bambini!
un piccolo posto dove la leggerezza del gioco, della parola, dell’espressione, sta al di fuori del mondo reale che schiaccia.
questo intendo….ma forse è impossibile che esista, un luogo così…