La vita immaginaria
di Sergio Soda Star
a gucci
sono preda delle particelle
che sono belle
vedo le luci colorate
l’intermittenza ci fa qualcosa
nel sogno (pure) è innamorata
cadono le comete e tutti gli astri
quando mi ricordi
capita di rado
sono venuto a dirti che me ne vado
***
me lo hai detto nelle luci colorate
di rimini in una specie di natale
senza nemmeno conoscere il riflesso
dei basoli bagnati
quando prendevamo tutte quelle droghe
– per amore
per le vie geometriche dove paralleli
correvano i nostri orli – forse le più belle cravatte
le indossava papà – che per sempre intona
tutta mia la città
o forse in scozia dove la pioggia scioglieva
i primi trucchi dell’infelicità posillipina
del blue monday il pulsare elettrico
dell’ordine nuovo
eppure non sei mai stata così presente
come in questa specie di vecchiezza
che vedo riflessa ogni giorno nel sogno svanito
della vita
***
[nell’infinito è jerry calà
e la sua malinconia a cortina
quando sono andati tutti via]
***
ti capita di passeggiare da sola in casa
non bisogna fare innamorare tutti – pensi
di essere completa – d’un tratto
per via delle calze
allora il ticchettio ti annuncia – la finzione
ormai la riconosco – e mi fa effetto
ti vedo riflessa nel saluto di qualcuno
non vorrei mai vederti ragionare
per me tu sei shetland soffice e sognato
***
(fosse per me
ti manderei un biglietto con su scritto
facciamo l’amore?
oppure
me ne vado)
***
ama e non pensare
Raffaele Morelli
tutto si abbina alla lana
l’anima è blazer
loafers o mocassini poco cambia
derby shoes e carlo d’inghilterra
la thatcher nell’anima
è una dittatura
colorato per contrasto dagli anni senza niente
impongo che mi ami è il mio teorema
***
sempre fa sul serio un pull giallo
di shetland
contro la vita – degli impiegati senza poesia
compra mocassini burgundy
scozzesi per forza
non agire
ama e non pensare
***
tu sei come lo shetland giallo
che riempie l’aria di elettrico giro
e voltarsi poco cambia
dal momento che sei entrata
guardi come si accende
la nuova prospettiva – l’effetto che fai
è muovere alla strategia
per non subire c’è chi si arrende
faccio calcoli a memoria
e non riesco a stare fermo
ordino i vestiti alla difesa
allora offesa mi dài battaglia
mi salvano i rombi della maglia
***
[scintillavano i nostri giubbotti di lana
le donne avevano messo qualcosa sotto gli occhi]
***
ti annuncia il ticchettio delle scarpe
ti vede per prima la cornice della porta
questa attesa mi sorride
questa dinamica di sogno
questa vita immaginaria
molto presto lo sento tornerà
***
sei perfetta ma non sei precisa
***
[solo non posso dirti
che sei l’ultimo anello di una catena di simboli]
***
la vita immaginaria è cominciata
quella sera
la più bella serata della mia vita
ma è inutile raccontarla
chi ha il cuore forte sa dire
riassumo tutta la storia con la parola niente
(lei, caro don giovanni, da sempre si chiede
posso piacere anche a questo?)
e siamo un reciproco pretesto
grande Sergio!
amo molto i tuoi testi.
ciao
Francesca
Perfetta come un filmaccio di e con Jerry Calà.
Buonasera!
ma queste belle canzoni come si fa a leggerle così, senza un sottofondo di musica…?
:-)
ma forse non si tratta di canzoni….
anche se inducono a pensarlo!
ciao Gianni
p.s.: chissà come punge quel tweed!
Questi versi raggiungono il giusto equilibrio tra pop e apocalisse, dicono il dolore dell’amore, troppo grande per fermarsi a una persona. Tutto non è altro che un pretesto…il desiderio è troppo grande, infinito, per non impigliarsi in un tweed. L’immaginazione non si accontenta se non della precisione di un capo firmato, forse. In questo nulla di lana e galassie tutto può essere un pretesto, tutto è un oltre di incanto e morte.
“E amo il filato, amo la tessitura”. Tristia, Osip Mandel’stam
Belle!!!
mi permetto riportare simillima esperienza personale (vedo penzolare tra l’altro in pensione persino sylvie vartan …) :
j’écoute ton couteau -coute que coute- tic e tac,
che a me malconcio ciancia cinciallegra chincagliera
luccichii e lacciuoli vacuo ucciucci.
romagna amarognola, teco non teco, zum-zum,
rozzemilia: ammazzare il tenco
sì sì
già sapevo essere non male
“non vorrei vedervi ragionare”
anche se di jerry calà avrei fatto senza
(ma forse nei “commenti”
si fan solo complimenti!?)
perdonate
l’adolescenza
e amo il filato..bella citazione per commentare sergio.
io aggiungerei : amo la stoffa.Ma bisogna pensare al termine tedesco Stoff che sta per stoffa, tessuto, e anche per sostanza.
Questo mi sembra leggere nei versi di superficie di sergio.
il poeta mod ha lasciato intendere che più si è profondi e più si torna in superficie. e io amo i suoi testi….e amo il filato
enz
p.s.
vi consiglio l’informale spinto sulla casa: grande poemetto!
ma anche questo scritto è un bel modo di superare la poesia pop verso qualcosa di più pesante.