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Il piccolo grande uomo

crovi-140×170.jpg di Gianni Biondillo

Scrivo di getto, una semplice testimonianza d’affetto. Ho appena saputo che è morto Raffaele Crovi, dopo una malattia crudele che, in ogni caso, non riusciva a piegare il suo animo volitivo. Scrittore, poeta, saggista, giornalista, polemista (accidenti che polemista! Mi resta nel cuore come un regalo una litigata furibonda che feci con lui in una manifestazione a San Pellegrino Terme). Collaboratore di Vittorini, scopritore di talenti – da Doninelli a Nigro a Sclavi e tanti altri – lettore curioso, editore, uomo di cultura a tutto tondo, autore autenticamente novecentesco. Ma per me, soprattutto, uomo di una simpatia debordante.
E’ stato il “piccolo grande uomo” della letteratura italiana. Che i pascoli del cielo accolgano il suo meritato riposo.
Da parte mia un abbraccio fraterno a Luca, il figlio, e a tutti i suoi cari.

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4 Commenti

  1. Assistetti, incantato, a Milano, ad una serata durante la quale parlò dei giallisti italiani.

    Mi colpì parecchio per la conoscenza dell’argomento e anche per lo stile, l’ironia, con la quale si esprimeva.

    Da leggere il ricordo che ne fa oggi Doninelli sul Giornale.

  2. Mi associo a quanto scrive l’amico Gianni. Della sua statura di letterato e scrittore non c’è bisogno di dire nulla, altri lo faranno con più titolo. Ricordo gli incontri con lui, tutti schietti e veri e sempre capaci di lasciarti dentro una scia di pensieri positivi. Sotto la crosta brusca Raffaele Crovi mi ha sempre trattato con attenzione e soprattutto simpatia, la stessa che io nutrivo e nutro nei suoi confronti. Da buon emiliano sapeva apprezzare il lato morbido della vita e trovare spesso quello che altri non vedevano, pur avendolo sotto il naso. Un abbraccio a Luca.Roberto Valentini

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gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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