Anteprima Sud 9/ Editoriale
Editoriale
di
Francesco Forlani
Tra le caratteristiche di tutte le avanguardie vi è quella di voler instaurare con il pubblico un rapporto arrogante ed aggressivo nell’intento di mettere in crisi, nella massa dei fruitori, la stabilità della cultura istituita.
Sulla Nuova Enciclopedia dello Spirito Internet, Wikipedia, leggo alla voce ‘Avanguardie’, anzi tutte le Avanguardie, la definizione riportata qui sopra. C’è un grado di violenza necessaria in ogni rivoluzione artistica – perché non ci sono avanguardie senza rivoluzioni – e ora che la parola ‘rivoluzionario’ accompagna solo gli slogan delle compagnie aeree Low Cost o i nuovi grandi centri commerciali, ha senso parlare ancora di Avanguardie? Se la politica sembra aver abbandonato l’idea, e soprattutto la sinistra tradito la parola data, solo la scienza sembra averne conservato almeno lo stile. Tecnologie all’avanguardia, è il vecchio nuovo claim di una qualità suppletiva di performance funzionale al mercato da parte dei nuovi mostri delle scienze applicate, siano essi Microsoft o NMF (Nuova Marca di Frigoriferi). Performance, forma artistica decisamente dell’avanguardia…
Eppure.
«L’indifferenza è il peso morto della storia. È la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scora e qualche volta li fa desistere dall’impresa eroica». Così scrive Gramsci. Avete mai visto un’avanguardia paludosa, indifferente, plumbea? Basterebbe fare un giro alle fiere d’arte contemporanea, a certi festival di poesia, per osservare le uniche avanguardie rimaste, pomposamente definite contemporanee, accigliate, scure, tristi, infiocchettate nelle riviste patinate dei circuiti giusti, delle gallerie glamour e dei premi letterari nuovissimi. L’avanguardia c’è ma non ride – e vive, aggiungiamo noi. Se le avanguardie e la rivoluzione da esse presupposte non ci sono più, aridateci almeno quella capacità derisoria, blasfema, critica, appassionatamente divertita che le costituiva.
Come viene detto assai bene da Paolo Graziano, le Avanguardie scalpitano ma alla fine sono le retroguardie a resistere. Per ogni cavaliere che sfonda ci sono almeno dieci fanti a seguire. La nostra artiglieria è la storia. I nostri cavalli la passione che ci anima. I fanti, beh quelli ci piacerebbe almeno una volta, a scapito di ogni santo, vederli finalmente in Paradiso.
Questo numero è così dedicato all’affaire, allo scandalo delle Avanguardie. Sono schegge, note, frammenti di testi, immagini che più che sull’avanguardia noi crediamo avanguardia. Splendide prove per lo più inedite, di nome e di fatto, che sfidano la mediocrità reggente, il nulla restaurato, l’assoluta mancanza di coraggio di prendere rischi. Così la lettera accorata dell’editore/direttore Pasquale Prunas, il quasi-romanzo di Giancarlo Mazzacurati, la riflessione controcorrente di Schulze, i versi di Biagio Cepollaro, il racconto dimenticato di Singer e soprattutto l’eroe, il nostro eroe per antonomasia, Chisciotte, in copertina realizzato da Paolo Cossi. Tutto questo per noi è Avanguardia… Ovvero le prime cose che appaiono sulle mura della città che vorremmo abitare. Dopo l’assedio.
Nota
La nuova serie di Sud, pubblicata dalle edizioni Lavieri sarà distribuita da settembre nelle edicole di molte città italiane. Per chi volesse ordinarlo, il numero 9 è disponibile presso l’editore.
Tel.: +39 0823 960045 Fax: +39 0823 1760173
I commenti a questo post sono chiusi
Si può davvero chiamare «indifferenza» la placida omologazione allo spirito del tempo da parte delle cosiddette avanguardie artistiche contemporanee? Indifferenza a cosa?
Il fatto che esse non ridano o ridano poco, in ogni caso mi pare fuori discussione.
P.S. In bocca al lupo al sodalizio «Sud»-Lavieri.
“Dopo l’assedio”(mi sembra giusto)
La guerra è finita. Truppe senza nemico avanzano nel deserto. Allucinate.
l’indifferenza è il motore dell’arte, il gesto immediatamente prima del gesto. non gesto.
non capire le differenze, perché tutto collude, tracima, mischia.
V.A.
dedicato a a anonimo
Indifferentemente – bruni sergio
Tramonta ‘a luna
e nuje pe’ recita’ l’urdema scena
restamme mano e mano
senza tene’ ‘o curaggio ‘e ce parla’
famme chello che vuo’
indifferentemente
tanto ‘o ssaccio che so’
pe’ te je nun so’ cchiu’ niente
e damme ‘stu veleno
nun aspetta’ a dimane
ca indifferentemente
si tu m’accide je nun
te dico niente…
e ride pure
mentre je me scippe ‘a pietto
chistu core
nun sento cchiu’ dulore
e nun tengo cchiu’ lacreme pe’ te
famme chello che vuo’…
e damme ‘stu veleno
nun aspetta’ a dimane
ca indifferentemente
si tu m’accide je nun
te dico niente…
indifferentemente
je voglio a te
effeffe
anche le avanguardie devono imparare ad abbassare la testa,
è sempre dall’esperienza che si attinge,
e allora ben vengano
ma senza strombazzamenti!
qual’era il racconto dimenticato di Singer?
@ diamonds
il racconto lo trovi su Nazione indiana https://www.nazioneindiana.com/2005/11/07/dellamicizia-iii-isaac-bashevis-singer/
e le ragioni dell’oblio sono indicate nella storia del racconto, che Beatrice ed Andrè mi hanno fatto conoscere e passato per sud.
@ Gioia del Silenzio
rispondo che io sono per l’avanguardia part- time, per l’estetica, per l’estetismo il plein temps, indubbiamente.
Per l’anestetica non so cosa dirle, per l’anafilattica ci penserò.
In ogni caso grazie per le sue osservazioni pertinenti. Mi invita per un bloody mary?
effeffe
Oddio… in virtù della sua fama di comunista dandy, potrei fare un’eccezione ed invitarla tutt’al più al vernissage della mostra del noto artista veneto Piangipan che esporrà in una grande riproduzione di un cofanetto Sperlari le spoglie imbalsamate di Vladimir Ulianov Lenin, fortunosamente recuperate in una cantina del Cremlino fra scatole di caviale, casse di vokda e scampoli di Storia. Si vesta di nero ed assuma un’aria contrita e tiri rigorosamente i bicchieri di cristallo contro il muro dopo averli svuotati.
G. D. S
però non così
https://www.nazioneindiana.com/2007/07/19/fascista-fa-sci-sta-al-di-sopra-di-ogni-sospetto/
una volta ( ça suffit)
diciamo piuttosto …
existenz
effeffe
Pura magia.Mosquito y chewingum:il quasi nulla che diventa avventura(mompracem in confronto era la Biennale ZZzzz)
nell’era degli emo, preferiamo la retroguardia
gracias Gringo Diamante
segue sommario Sud n°9
Testi
Yvonne Baby
Emmanuel Bonetti
Domenico Brancale
Alberto Casiraghy
Giuseppe Catenacci
Biagio Cepollaro
Cythere Critique
Carlo Curati /
Giovanni Mazza
Cesare Cuscianna
Alain Danielou
Enrico De Lea
Luis de Pablo
Francesco Forlani
Stefano Gallerani
Ornella Gonzales y
Resero
Paolo Graziano
Domenico Grifoni
Andrea Inglese
Marcello Lavieri
Giulio Marzaioli
Martina Mazzacurati
Walter Nardon
Eleonora Puntillo
Marco Palasciano
Pasquale Prunas
Renata Prunas
Lucio Saviani
Ingo Schultze
Isaac Bashevis
Singer
Davide Vargas
Daniele Ventre
Immagini
Luca Anzani
Alfredo Anzellini
Bonvi
Paolo Cossi
Alain Danielou
Anne Day
Marco De Luca
Salvatore Di Vilio
Luigi Esposito
Roberto Giusti
Giuseppe Marcone
Ernest Pignon-Ernest
Sir Henry Raeburn
Roger Salloch
Philippe Schlienger
Luigi Spina
Traduzioni
Francesca Diomaiuto
Francesco Forlani
Martina Mazzacurati
Francesca Spinelli
Stefano Zangrando
grazie Francesco: indifferentemente.
v.a.
dunque….
l’Avanguardia va avanti, no? ma se avanti c’è l’indietro, dove finisce l’Avanguardia?
eppoi…
chi diceva 50 anni fa “mangiare caldo cagare molle e averlo duro”? era avanti o retrò?
avanti o popolo, alla riscossa!
agosto.
:-)
oops. hope this will work.
hasta siempre :)
Marco
Mereu!!*
effeffe
ps
* sempre, in rumeno