America loves the Sopranos
di Emilia Zazza
I Soprano nei giornali che ho sfogliato ieri qui a New York erano un po’ dappertutto. Due articoli nel New York Times, rieccoli nella free press di Brooklyn, e a pioggia negli altri quotidiani. Nel giornale di quartiere sono assurti a simbolo del focolare domestico. “Non so da quanto non ci riunivamo più per il consueto pranzo domenicale di famiglia” – racconta l’autrice del pezzo. E dopo anni, eccoli lì: i piccoli a letto, i bambini più grandi a guardare Cenerentola in DVD e gli adulti di fronte a I Soprano, a discutere del rapporto tra Tony, il capofamiglia e capobanda, e la Dottoressa in Psichiatria Jennifer Melfi. Il secondo pezzo era nella cronaca locale del New York Times. Si è aperto un mercatino di memorabilia del set della mitica serie tv, oramai chiusa. Andata in onda per la prima volta il primo gennaio 1999 la serie, che si è conclusa il 16 giugno 2007, racconta la storia e le avventure di una tipica famiglia americana dei sobborghi. Una famiglia di mafiosi dichiarati ed orgogliosi, che nasconde le attività criminali dietro al più lecito smaltimento rifiuti, solo perché parte delle forze dell’ordine non li lascerebbero in pace. A capo della famiglia Tony e Carmela Soprano. La famiglia reale. Ma tornerò tra poco su questo. Passiamo ora al terzo articolo. Sempre sul New York Times, si intitola “Carmela got Gold Jewellery. Hillary Wants White House”. La Hillary a cui si fa riferimento è la senatrice Rodham Clinton, candidata alle primarie per i democratici contro Obama, già First Lady ai tempi della presidenza del marito Bill Clinton. Nell’articolo si evidenziavano le Hillarizzazioni di Carmela Soprano e le Carmelizzazioni di Hillary Clinton, cioè le somiglianze tra le due signore. Solo che nel momento contingente, spiega l’articolo, Hillary è Tony e non Carmela, non più, almeno. Appunto: una ha ottenuto gioielli d’oro massiccio e l’altra, come risarcimento, vuole la Casa Bianca. Da notare che il tono dell’articolo non era di disprezzo. Non completo aperto e dichiarato disprezzo, almeno. Eppure Carmela è la matrona di una famiglia orgogliosamente mafiosa. Ed è proprio qua che voglio arrivare. Cos’è che gli americani amano tanto dei Soprano? Tanto da spingere una candidata alla Casa Bianca ad avere uno dei suoi attori principali nel proprio video promozionale, tanto da aprire un mercatino dove è già tutto esaurito, tanto da diventare simbolo del pranzo domenicale della famiglia tradizionale? Che diamine, viene da pensare, sono dei mafiosi! Nel comune sentire italiano incarnano il male assoluto, l’anti-modello per eccellenza. Ed è forse proprio questa una prima differenza. Una caratteristica che è sempre stata molto evidente. I Soprano sono Americani. Lo sono al 100%. Incarnano la famiglia media dei sobborghi. Ricevono latte e giornale la mattina, fanno la raccolta differenziata, si riuniscono per il rituale pranzo della domenica, i ragazzi vanno al college, guidano SUV giganteschi e così via. Sono talmente americani che quando Tony viene in Italia a trovare la famiglia non va n Sicilia, ma a Napoli! Tony è originario di Avellino e non di Corleone. Tony va dallo psichiatra e potrei continuare. Ma non è solo questo. Ho cercato di interpretare questa Sopranomania, di trovare una giustificazione logica, almeno. I Soprano incarnano il male, ma sono un male balsamico per gli americani contemporanei. La mafia americana è qualcosa che conoscono bene, è parte pregnante di questa società contemporanea americana e della sua stessa crescita; un male che sanno gestire e che forse li conforta per la sua familiarità, perché rappresenta la continuità, come gli anelli nelle scatole di noccioline di Colazione da Tiffany. Non ci sono aerei che si schiantano contro i palazzi, ragazzi o donne che si fanno saltare in aria nei pullman pieni di gente all’ora di punta, ma la cara vecchia mafia, che controlli e ti controlla, con cui ti relazioni come piacerebbe al vecchio ministro Castelli, che se hai bisogno, alla fine, ti aiuta pure. Come dimenticare la folla di gente al funerale di Gambino?
Forse è il male minore, forse I Soprano, raccontano di una società che non esiste più. Di un male che, un tempo, almeno parlava la stessa lingua, aveva le stesse abitudini e le stesse tradizioni. Non si va forse tutti insieme al Columbus Day?
Nessuno ha autorizzato copia e incolla.
ALLORA, INDIANI, CHE FATE, CANCELLATE IMMEDIATAMENTE QUEL TROLL CHE SI FIRMA CAMILLA IANNOZZI, O CHE ALTRO?
IN QUANTO GESTORI DI QUESTO N.I. SIETE IN TUTTO E PER TUTTI RESPONSABILI DI QUELLO CHE I VOSTRI AMATI TROLL FANNO E NON FANNO, SPERO VI SIA CHIARO IL CONCETTO.
Madonna, Iannozzi, e che eh? Scrivi a Travaglio che magari ci tira giù un’inchiesta.
@emilia
Non sarà che agli americani piacciono i telefilm? Ad avercene.
http://www.iger.org/voci_fin_rec/rec_2007_37_01.html
NO, SCRIVO CHE MI SONO ROTTO AMPIAMENTE IL CAZZO DI GENTAGLIA ANONIMA OSPITATA SU NAZIONE INDIANA CHE PRENDE DAL MIO BLOG E SI PERMETTE COPIA E INCOLLA. SE NAZIONE INDIANA GLI TIENE BORDONE, ALLORA E’ TANTO ANONIMA E COMPLICE DEGLI ANONIMI.
SUL MIO BLOG C’E’ UNA CCL E UN DISCLAIMER CHE PARLANO CHIARO: NESSUNO E’ AUTORIZZATO A RIPRODURRE QUANTO SUL MIO BLOG SENZA IL MIO CONSENSO PER ISCRITTO. MA CERTA GENTAGLIA DI QUART’ORDINE SE NE INFISCHIA DI CREATIVE COMMONS LICENSE E DI DISCLAIMER, FACENDO DELLA RETE UN VERO SCHIFO. SE NAZIONE INDIANA TOLLERA CIO’, IO, NO.
PASSO E CHIUDO
i soprano sono una delle più belle realtà narrative degli ultimi anni, uno delle poche opere ad aver fatto “scrittura” senza scrivere.
la sopranomania, su cui qualcuno si interroga, è solo un effetto secondario, parziale, inesatto.
non bisogna chiedersi perchè piace, ma capire come è stato fatto e creato.
ovviamente qui, in italia, qualsiasi cosa che non contenga una ex velina, un calciatore, un attore riciclato cantante, una fiction su padre pio, non va bene.
a che ora lo davano i soprano in italia?
mi pare dopo la mezzanotte.
Sulla serie in quanto tale e sulle serie americane non si discute, ovviamente. E’ curioso, però, che una famiglia mafiosa, con tutto quello che ne consegue, assurga a modello sociale e famigliare e che una candidata alla presidenza la usi nel suo spot elettorale.
Vi invito a leggere COMPLANARE PUTTA e CRISTO NON SI CORICA Edizioni IL FILO
L’autore
Bah, questo rimestare osservazioni derivate da una nazione che non si conosce e infilarci dentro Castelli, così, perché è tanto di moda, mi pare puerile. La meraviglia poi, letterale, nel constatare che la Hillary ha infilato un attore (attore, mica un mafioso) della serie I Soprano, nella sua campagna presidenziale è da spanciarsi dalle risate.
E cosa ha fatto di male questo povero attore?
Mi paiono, queste riflessioni, i soliti italici bizantinismi senza senso; le solite discussioni da bar sulla tonalità del nero. Guardassimo un po’ di più in casa nostra, sarebbe forse meglio.
Non manchiamo sicuramente di esempi:
– il portavoce del governo beccato a trans e la moglie che dichiara che è sempre stato un marito santo; spero per lei che abbia fatto qualche esame di controllo;
– il segretario del principale partito di governo che dichiara, ante elezioni, la sua conversione al cattolicesimo; clamorosamente smentito dalla moglie, che non aveva avvisato e che dichiarava, a precisa domanda del giornalista a caccia di conferme, che loro la domenica non andavano a messa, ma a volantinare per il PCI;
– sempre lo stesso segretario che ‘tifa’ (le risate sono ammesse) per le scalate finanziarie di Unipol;
– l’altro invece, l’ex segretario, che nei momenti critici è a vedersi le regate della Coppa America e, più prudente, non si informava dal suo telefonino, ma si faceva passare le telefonate da un altro senatore;
– poi il vice ministro dell’economia che caccia, dopo aver cercato di interferire pesantemente in affari che, per legge non gli competono, il Generale che comanda il corpo che, per suo conto, dovrebbe rintracciare gli evasori;
– e la coerenza di questi figuri nostrani. Stanno mantenendo tutto ciò che avevano promesso e messo a programma: legge sui DICO, dico che forse non la faranno mai; abolizione dello Scalone pensionistico, si sono attrezzati con una piattaforma aerea; sgravi fiscali alle famiglie meno abbienti, chiedere agli interessati per delucidazioni; fondi alla ricerca, chiedere alle università per chiarimenti; rilancio dell’economia. Non è necessario chiedere.
E con tutti questi caratteristi da film felliniani ci stiamo a preoccupare e imbastiamo un articolo sulla campagna elettorale della Hillary con un ATTORE dei Soprano e troviamo pure il modo di infilarci, tanto per gradire, il Castelli?
Sig. Zazza, ma a chi vuole raccontarla la storiella dell’america che si tiene la mafia, assieme a Castelli, perché è meno pericolosa di chi fa saltare le torri?
Blackjack.
Mi scuso per il Sig. Zazza in chiusura al post precedente, da sostituire con Sig.ra Zazza.
Blackjack
Black, oggi mi sembri un po’ luterano. Ma non te lo sei goduto il Ricucci a tutto spiano? Altro che Soprano.
Saluti.
O.C., sai che forse hai ragione? Deve essere colpa di Ricucci, che non sono riuscito a vedermelo.
Ma dici che Veltroni, ammiratore dell’asino americano, se lo porterà (il Ricucci) in campagna elettorale?
Blackjack
A Veltroni preferisco i maccaroni. Ma non credo che nei salotti bianchi ci sarà mai posto per i lanzichenecchi. Le romane preferiscono i cento firme, fa più tendenza.
Sopranos e 11 settembre si legano poco. Il successo enorme del Padrino (’72 e ’74) con che si lega allora?
L’uomo di vetro di Stefano Incerti si lega invece con Gomorra.
Ovvio che piacciono, sono bonari, banali e qualsiasi, e gli attori dei bravi professionisti, in più lui è grasso e lei bruttina.
Il fatto è che piace tutto, Sex and the City, i Sopranos, la famiglia Addams E.R. il dottore zoppo, l’ex chirurgo con problemi di coscienza, esattamente come piacevano Dinasty e le telenovelas sudamericane, anzi meno.
Date alla gente una serie tv abbastanza ben fatta professionalmente e se la ciuccerà.
Inutile farsi tante domande, è intrattenimento interscambiabile e non vale un soldo bucato di realtà. E’ piacevole, gli attori americani hanno fatto scuole migliori dei nostri, gli sceneggiatori gli mettono in bocca battute che non fanno venire il latte alle ginocchia e in più, quando arrivano da noi, i nostri doppiatori sono fantastici, meglio dei nostri attori, e non c’è quel lieve rimbombo da stanza vuota che nelle nostre serie echeggia sempre e fa cambiar canale.
America loves the Sopranos? America loves everything, e pure noi.
Alcor, se non ti va di analizzare caso per caso, almeno abbi la decenza di usare i titoli giusti. Quant’è facile sparare nel mucchio. Magari senza avere la più pallida idea di storie, personaggi, idee. Nostalgia del maestro Manzi?
Il fatto è che piace tutto, tutti quei russi, il vecchione con la barba, l’americano avventuroso, il poliziotto terrone nel palazzo degli ori, esattamente come piacevano le calate all’inferno del poeta e gli amori adolescenziali veronesi, anzi meno.
Date alla gente una saga guerresca, con tanto di Dei, abbastanza ben fatta professionalmente e se la ciuccerà.
da sopranomane italiano, costretto a procurarsi i dvd all’estero perché qui non li vendono e le notturne su canale 5 sono quasi clandestine (ci sarà un motivo?), vorrei dire che il telefilm in questione non è solo un prodotto altamente professionale, ma un’opera d’arte di prima qualità.
certo, è accessibile a molti livelli, a partire da quello di puro intrattenimento. ma si tratta di un lavoro incredibilmente complesso e sofisticato, che parte dall’intuizione, originale quando formulata 8 anni fa, di ibridare gangster story e soap opera, e la sostiene con un equilibrio formale stupefacente.
in quasi ogni episodio si propone un paradosso morale, lasciando spesso intuire che l’etica della middle class “legale” in cui la famiglia soprano cerca di integrarsi non è molto diversa da quella dei mafiosi.
non credo che tutto ciò sia molto rassicurante, nemmeno per il pubblico americano. se l’america, o meglio una parte d’america, ha l’auto-ironia o il candore necessari a rispecchiarsi, o in parte rispecchiarsi, in una simile rappresentazione – be’, buon per lei.
le fiction di casa nostra, al di là delle note debolezze di scrittura, propongono di norma un manicheismo consolatorio davvero preoccupante, se pensiamo che il pubblico italiano possa identificarsi nei loro “eroi”.
ma il problema non è il pubblico italiano, ma chi produce tali fiction e relega i “soprano” a tarda sera.
good freddy, good.
You woke up this morning
Got yourself a gun,
Mama always said you’d be
The Chosen One.
She said: You’re one in a million
You’ve got to burn to shine,
But you were born under a bad sign,
With a blue moon in your eyes…
@The O.C.
cos’ho fatto di male?
Quando leggo articoli come questo penso allo spreco.
Perchè le nostre migliori menti devono andare fino in America per raccontarci di ipotetiche commistioni tra mafia e politica? Perché queste menti non vengono a farlo qui, su dati di fatto e non su un telefilm, attori e mercatini (ho notato che la parola “mercatino” piace molto alla Signora Zazza, utilizzata con sublime superiorità e disprezzo)?
Lo faccia qui Zazza, rinunci all’irrisione dei costumi ammericani e si renda socialmente utile in casa, luogo in cui la questione scotta davvero.
dico solo una cosa: mi piace james gandolfini e vorrei essere lui.
O mioddio. Adesso siamo arrivati a mettere le torri con i sopranos…ma dica, e il global worming perchè lo ha lasciato fuori? Mi scusi trovo il tutto un po pretestuoso e scontato