Tre inediti
di Cristina Annino
L’APPUNTAMENTO
Non avrò futuro che essere
pesante: le premerò le costole
con l’aggeggio ferroso, da
tagliare le gambe a chiunque.
Mai saputo quanto
debba durare l’amore o un
incidente di strada: stessi
dati di ferro sonoro. Allora, come si
scappa da questi due sensi?
Non so
usare l’amore, madama, non lo
vedo, non lo spezzo in due, non lo stacco
dal muro, non ci ragiono. Non reggo il
peso soprattutto di questo volume.
COMPOSIZIONE PER CITTA’ E ORGANO
Lui ama la città; ne dice
tante cose. Che ha gambe, soprattutto, e ci
squassa i mobili di casa sua. Che ripulisce
tutto ma fa strage e lo chiama per nome, lo fa
nitrire, dà
appuntamenti e lo mette in ginocchio. Certe
prove gelano il sangue quando fissa l’acqua ed
esala – capite? – tutta una storia grande di
strade. Anche nel fango lui solleva la rete
di saracinesche. Ha sempre
fedelmente odiato l’acqua, fiume o recipiente
di casa, ovunque la vede, nel freddo
burroso dell’alba che apre cerniere di cemento.
Poi
la storia lunghissima quando
insieme si spazzano dal tegame alla
brace, convento, infelici e tutte le gambe del
regno. Dice
massacrazione. Dice
certe cose piangendo, sbrana la casa, sta
dentro e spacca stanze come zucchero.
SCRITTURA
Per natura metallica scrivo; per la
stanza che prende il volo convulsamente; per
l’identità totale dei tovaglioli e per mio
nonno. Per cielo, terra, e il senso di me sui
braccioli delle poltrone. Per l’ozio
infinito capolavoro che brucia cicche dicendo
d’essere buono. E fingo, in
termini generali, pillole, paradiso. Per il
Bingo scrivo, magari!
(Da: Casa d’aquila – Foto di Bill Brandt)
Ben tornata inconfondibile Cristina, che quel buo segugio di Franz va riscoprendo(mati aveva già ltraconosciuta!)
Belle sempre, e oserei dire rimaste a quell’altezza, nitore che già agli esordi ti contrassegnò, la lingua è sempre un acrobata, ma sciolta con non chalance ed eleganza..
“Scrittura”, poi, è paradisiaca..
Maria Pia Q.
P.S. a chi di voi desidera un ascolto omaggio a N. Y su “Oboesommerso. splinder.com”, da ieri mia voce recita due dediche, “Città marina,undici settembre”, con sfondo jazz..un omaggio al cielo e lingua di là.. MP
Le troncature dei versi creano un rallentamento
che è un balzo nel senso che segue…
ed è un ritrovarsi, un sentirsi, un vedere!
Bella immagine.
Niente sotto la cenere.
iannozzi è un fenomeno: stronca senza spiegare. ora aspetto il capolavoro: stroncare senza leggere.
quasi quasi si sente anche l’odore della cenere
@sitting targets
guarda che iannozzi non legge.
grazie, Franz, la seconda volta che si leggono sono anche meglio della prima. Buon segno. Soprattutto “Composizione per città e organo”.
Interessante: i miei commenti riscuotono più successo dei post.
questa sì che è poesia! la trovate sul blog di mio fratello!
La donna nana
Da quando sono stato in paese
non scrivo più poesie:
ho incontrato la donna nana
che mi ha messo a nanna
il sesso per sempre
nella sua profonda vagina
Da quando sono stato laggiù
ho capito la piccolezza del blu,
di quel cielo sopra le nostre teste
e che ci illudiamo essere infinito
di feste
Nessuno ha autorizzato copia e incolla.
ALLORA, INDIANI, CHE FATE, CANCELLATE IMMEDIATAMENTE QUEL TROLL CHE SI FIRMA CAMILLA IANNOZZI, O CHE ALTRO?
IN QUANTO GESTORI DI QUESTO N.I. SIETE IN TUTTO E PER TUTTI RESPONSABILI DI QUELLO CHE I VOSTRI AMATI TROLL FANNO E NON FANNO, SPERO VI SIA CHIARO IL CONCETTO.
Non ci sono gli estremi per la cancellazione, mi dispiace.
(Prego in ogni caso di non intasare la colonna dei commenti di interventi out of topic. Ho pubblicato tre inediti di una poetessa di grande valore, per chi non se ne fosse accorto).
Che forte, che belle poesie! Mi piace l’espressione dura. Mi piace quando non si scherza per niente. Viene in schifo l’ironia stupida, ma tanto purtroppo ormai è ovunque, freghiamocene! Intelligenza ed espressione messe fuori senza freni inibitori, allineandosi sul registro dei pazzi, nel senso di Dalì: “L’unica differenza fra me e un pazzo è che io non sono pazzo”. Per quanto mi riguarda, sono le 11.16 e avrei già voglia di spaccare tutto. Speriamo che non scenda troppa umidità sulla cappa di Milano, in modo che la pressione sanguigna si salvaguardi e mi permetta di mantenere una posizione accettabile (verticale, da bipede) durante il giorno. Baci e notevole apprezzamento per la poetessa. Anna Lamberti-Bocconi
Grazie Franz, non la conoscevo.
Mi piacerebbe saperne e leggere qualcosa di più.
Sono contenta che vi piacciano le poesie di Cristina Annino! Speriamo che il libro da cui sono tratti questi inediti sie presto disponibile.
Qui: http://www.anninocristina.it/ potete leggere una sua biografia e vedere i suoi quadri.
Altre poesie di Cristina le trovate qui:
http://golfedombre.blogspot.com/2006_12_01_archive.html
http://www.liberinversi.splinder.com/tag/cristina_annino
http://www.el-ghibli.provincia.bologna.it/id_1-issue_03_15-section_2-index_pos_1.html
http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2007/05/02/gemello-carnivoro-2001-poesie-di-cristina-annino/
Non c’erano dubbi su questo, Franz.
No, le poesie, se così è possibile definirle, sono simili a certi pensieri sconnessi che scrivono i ragazzini per farne degli sms intraducibili da inviare agli amici.
Sì, Iannozzi, quelle scemate che non si capiscono digitate tanto per sentirsi parte nel gruppo o far passare le ore di lezione, quelle parole messe lì a caso tipo Amelia Rosselli… Bravo, sei proprio sottile, hai capito tutto! Perché non ti accendi un po’ la televisione, magari ti becchi il papa o la Ventura, così ti togli per un’oretta. Io invece vado a leggere le altre poesie di Cristina Annino sui siti segnalati. Anna L.B.
Mi sa che qualcuno confonde le inarcature con gli sms. Mi chiedo anche per quanto altro tempo lo stesso qualcuno potrà bannerizzarsi con la scusa di essere vittima dei Troll. ‘Sti blogger spuntano su come i funghi.
Tornano al ferro, e l’un e l’altro il tinge
di molto sangue: e stanco e anelante
e questi e quegli al fin pur si ritira,
e dopo lungo faticar respira.
Combattimento di Tancredi e Clorinda
GERUSALEMME LIBERATA di Torquato Tasso
Canto XII, 45-48
ferroso
tagliare
ferro sonoro
spezzo
squassa
stacco
fa strage
saracinesche
si spazzano
tegame
massacrazione
sbrana
spacca
metallica
Cara Cristina, grazie del metallo da Clorinda guerriera, sotto sempre sangue e tenerezza.
così&come
Cristina Annino – La casa del folle
Entro piano nella casa del folle;
non apro le persiane, non tolgo la polvere.
Arrivo alla sua camera che ancora dorme.
Nel mattino troppa aria per occhi
di dolente marrone pallido. Guardo
la nuca rigida e il corpo che non sente
neppure il pigiama.
Mi siedo accanto e gli porto l’asfalto
ripulendolo dal rumore, dall’odore del mese,
dal peso della gente.
Cerco di non affollarlo di niente;
il suo corpo vuoto è una stanza: sogni
vi soffiano bolle di vecchio dolore.
La ragione cos’è? Arrivo qui e mi stendo
al piede del suo letto come a una pianta
ed entra dentro di me, dal folle, quasi
fune elettrica, una bianca, stanca,
atroce vitalità.
(da “L’udito cronico” – in “Nuovi poeti italiani”, n. 3, Einaudi – 1984)
Tutto a posto, mi pare.
Endecasillabi, settenari, “belle” assonanze…
Sandro Penna, volendo…
Giuseppe Iannozzi Says:
June 23rd, 2007 at 12:03
No, le poesie, se così è possibile definirle, sono simili a certi pensieri sconnessi…
(anche i commenti, a volte…)
Anche questa, grazie Emma.
e grazie anche a Ophelia
Vi consiglio di leggere COMPLANARE PUTTA e CRISTO NON SI CORICA di Felice Muolo, Edizioni IL FILO
Interessante. I miei commenti continuano a riscuotere più successo del post.
Bonificamus.
Ottima proposta di un’autrice che non ha bisogno di presentazioni.
Stavolta supporto Iannozzi: abbiamo letto di meglio, dalla stessa autrice. Anch’io favorevole alla deBOTificazione degli scassapagghiari anonimi. :)
VIVA LE DONNE!
Ho scoperto che Cristina Annino ha scritto a proposito di Madrid e di Barcelona; questo mi interessa molto.
Apprezzo leggere i commenti delle donne (Emma, Cosi@come, Maria Valente, Maria Pia, Carla… Non posso le citare tutte)
Sto leggendo L’Aminta, l’ho trovato a Amiens. Ma la lingua mi sembra semplice, è forse una traduzione in lingua moderna, non lo so. Ci sono molto appunti.
A proposito di Giusuppe Iannozzi , penso che la provocazione sia una forma di tenerezza, no?
non conoscevo i versi della Annino – è una poesia che da un registro fozatamente “humilis” tende ad un sublime naturale, da spiazzamento del lettore – davvero notevole – ovviamente, grati assai a FranzK.
Un rinnovato saluto aa Franz e a Cristina, bravissima.
da Mpia Q