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Vincenzo e la diossina

Vincenzo Cannavacciuolo e le pecore decimate dalla diossina

testo e foto di Eduardo Castaldo

Una decina di giorni fa mi hanno chiamato da Roma; vogliono girare un documentario sulla vita di Vincenzo Cannavacciuolo, sulla lotta che da anni porta avanti insieme alla sua famiglia per ottenere giustizia; giustizia per il suo gregge avvelenato da diossina e decimato dai tumori, per le sue pecore malate, malformate, cieche, storpie oltre ogni immaginazione; giustizia per il suo lavoro, per quello di suo padre, di suo nonno e generazioni prima di loro; giustizia per una terra massacrata, che pochi hanno ancora il coraggio di amare.

Alessandro, il nipote, me lo aveva anticipato a telefono: “Eduà, o’zì Viciénz’ sta morendo.”; di tumore, lo stesso che colpisce le sue pecore.
Martedì scorso la troupe è arrivata a Napoli e sono iniziate le riprese. Sono iniziate con il funerale di Vincenzo.

Contemporaneamente sembra ormai ufficiale che dopo anni di lotta, denunce, arresti, occupazioni, fra una ventina di giorni le sue pecore verranno abbattute; su pressione di Bertolaso, pare che il consiglio dei ministri abbia firmato l’ordinanza.

Vincenzo, suo fratello Mario, i loro figli, le loro pecore, sono le uniche persone ad Acerra che davvero si sono opposte, negli anni, al disastro nel quale continua a sprofondare la nostra terra, violentata dalla politica e dalle ecomafie.

Quando infine, insieme a Vincenzo, anche le sue pecore se ne saranno andate, in questo deserto che è Acerra, in questa fossa nella quale l’Italia ha vomitato e continua a vomitare i suoi veleni, non rimarrà altro che la vergogna per avere permesso che tutto ciò potesse accadere.

pecore e diossina ad Acerra

Su questo argomento leggi anche: La terra dei fuochi a nord di Napoli, testo di Peppe Ruggiero, fotografie di Eduardo Castaldo

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21 Commenti

  1. colpito dalla foto e dal testo di Castaldo m’è tornata in mente un’immagine pubblicata recentemente su un piccolo blog siciliano -www.spaccaforno.it-, a proposito di copertoni, di veleni un belvedere…

    [Francesco si riferisce credo a questa immagine: http://www.spaccaforno.it/archivio/531/servono-copertoni/
    Approfitto per ricordarvi che gli URL completi vengono linkati automaticamente nei commenti. Jan]

  2. Leggendo questo pezzo, penso ai quattro inceneritori che si vogliono costruire in Sicilia, penso al mega-impianto che si vuole impiantare nel mio paese (Paternò, in provincia di Catania, in una zona destinata a coltivazioni di olive e arance con il marchio di qualità…), penso alla sequela di provvedimenti, ricorsi, manifestazioni, cortei che poco ci hanno fatto ottenere in questi anni.

    La diossina uccide. E mi fa rabbia continuare a essere tacciato di essere uno stupido ambientalista contro il progresso da una manica di signorotti dei piani alti.

  3. La responsabilità sociale delle imprese è un’impresa farla capire. Eppure sembra ovvio: un’industria che inquina deve provvedere alla bonifica, naturalmente i costi finiscono sui prodotti, ma è meglio che nei nostri polmoni. Lo stato, lo stato… finché si guadagna ci si tappi il naso!

  4. Non in Sicilia. Qui i rifiuti sono un’emergenza, c’è un commissario per l’emergenza (il nostro caro governatore noto in tutto il mondo), c’è un piano regionale dei rifiuti. Il piano fa pena, i soldi vengono spesi male, gli interventi sono inutili. La Corte dei Conti lo ha bocciato proprio nei giorni scorsi (per saperne di più riporto questo link: http://www.isolapossibile.it/article.php3?id_article=2302)

    Il comune (nel nostro caso) si è mosso solo quando la gente ha iniziato a manifestare. Poteva fare qualcosa prima, anche solo informare, e non l’ha fatto. E già questo è grave.

  5. bisognerebbe conoscere chi lavora “dentro”….
    oppure infiltrarsi…..scoprire le losche trame perpetrate ai nostri danni!

  6. Mi ricordo Una lepre con la faccia da bambina, lo lessi da adolescente e mi sembrava un segreto, un sogno pieno di incubi e nessuno aveva una soluzione.
    La foto è bella. Ha qualcosa di molto più attaccato alla vita che alla morte. Forse è quel tendone nero per proteggere le pecore. Forse è la sfida.

  7. @luca
    Anche qui in Campania abbiamo un commissario ai rifiuti e lo abbiamo da dodici anni. Affoghiamo nella monnezza. Ti consoli sapere che il centro sinistra governa la regione da altrettanti anni facendo buoni affari con l’imprenditoria criminale dei rifiuti.

  8. @bruno

    Non è infatti una questione politica. Non ne ho parlato. In Sicilia abbiamo questi, in Campania avete quegli altri, così come altrove. Ma conosco la mia realtà. E conosco la realtà dei rifiuti e l’immenso giro d’affari annuale di un simile “mercato”. I politici, alcuni, si ci fiondano come mosche in un mare di merda. Ecco tutto.

    Resta una questione grave. E se dovessi dare una prima risposta, direi che innanzitutto non funziona l’idea del “commissariamento”. Uno stato evoluto deve andare oltre i “commissari”. Qui, si rompe un tubo dell’acqua e si fa un commissario per l’emergenza idrica. Il tipo si becca uno stipendio mensile di 15000 euri (cifra immaginaria, nella realtà è spesso maggiore…) e il tubo non viene riparato. Ecco, come vedo io la situazione.

  9. Campania? Inquinamento? Ma come il ministro dell’ambiente non è della Campania? Non ci pensa lui che è un verde allora vuol dire che è la fine per l’ambiente italiano.

  10. io sono acerrano.. posso dire che tutte queste persone restaranno per sempre impunite, già sono fuori dalla galera, già non sanno cosa sia il dolore.. hanno miliardi e miliardi di lire o meglio svariate centinaia di milioni di euro che camminano con elicotteri e macchine di lusso.. ai miei concittadini posso consigliare solo di andare via da questa terra malata, prima che il male prenda loro.

  11. @ ultime notizie
    il nostro ministro dell’ambiente, che nel 2004 si era schierato a fianco dei cittadini acerrani contro la costruzione del maxi inceneritore, oggi ne sostiene fortemente la messa in funzione…

  12. i commissariati per l’emergenza servono solo a far fare affari ai soliti capoccioni. Per la discarica di Villaricca c’è un certo Silvio del Ministero per L’ambiente che prende circa 10.000 euro a settimana da un’azienda che spruzza deodorante sulla “monnezza”, per il dragaggio del Fiume Sarno il responsabile del procedimento prendeva dall’azienda incaricata €. 1,5 a tonnellata (fa centinaia di migliaia di euro!!!).
    Ecco perchè dobbiamo affogare nella monnezza, non sono i clan quelli che guadagnano…

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