I campetti
Un incontro fotografico di Eduardo Castaldo con il racconto Super santos, pali e capistazione.
Quando ho cominciato a scambiare delle email con Eduardo Castaldo ero attratto dalle sue fotografie, ma non sapevo ancora da che parte incominciare. Ci stavamo scrivendo raccontandoci a ruota libera impressioni e possibilità intraviste, quando per caso arrivò in email uno scritto di Peppe Ruggiero, che fu l’occasione per pubblicare La terra dei fuochi a nord di Napoli, reportage giornalistico e fotografico sullo smaltimento dei rifiuti in Campania.
La nostra chiacchierata proseguì parlando di campetti di calcio, quando Eduardo scovò dei vecchi provini che vi si inserivano con naturalezza. Le cinque foto recuperate fortunosamente dal suo archivio (oltre a quella pubblicata qui sopra) sono il frutto di questo dialogo: le ho inserite nel racconto Super santos, pali e capistazione da cui la nostra conversazione e le nostre suggestioni erano partite.
Oggi, rileggendo i commenti a quel pezzo, ne ho trovato uno del mese scorso che mi fa pensare che sui campetti si incrociano più storie di quante riusciamo a raccontare.
La foto del campo dall’alto è un capolavoro. Qualcuno sa dirmi la macchia bianca al centro cos’è?
Anch’io penso che la foto dall’alto sia stupenda. Mi sembra di essere io, il gigante, che dall’alto guarda i ragazzetti giocare e corre fra loro; perchè in fondo, per me, quella immensa macchia bianca non è altro che l’immensa orma di un gigante che ha calpestato l’erba di quel campetto.