La terra dei fuochi a nord di Napoli
testo di Peppe Ruggiero, fotografie di Eduardo Castaldo
Un lungo stradone, la spina dorsale del diavolo, un budello di asfalto e cemento ostinatamente definito strada, che collega i comuni dell’hinterland a nord di Napoli con le rotte dell’ecomafia. Percorrendo l’asse mediano voltando lo sguardo a destra e a sinistra tra centinaia di case abusive, capannoni industriali anonimi, casermoni di cemento si intravedono le colonne di fumo nero che minacciose danno il benvenuto. Siamo nella Terra dei fuochi.
Afragola, vestiti destinati ai paesi in via di sviluppo – la criminalità gestisce anche gli aiuti umanitari internazionali; riceve fondi europei per inviare abiti, giocattoli e cibo nel terzo mondo
Qualiano, Villaricca, Giugliano, il “triangolo della monezza”. Qui a pochi km da Napoli, comincia l’area che nel piano regolatore della camorra è stato assegnata alla sepoltura illecita dei rifiuti. Un territorio che unisce la camorra casertana, del clan dei casalesi, con quella napoletana del clan dei Mallardo. E’ proprio il caso di dirlo, in questo triangolo maledetto comandano loro. I clan della rifiuti connection. I becchini della camorra che, tra l’impunità assoluta, sfacciatamente continuano a seppellire ed incendiare i rifiuti. Di tutti i tipi. Di giorno e di notte. Senza distinzione. Basta farsi un giro in qualsiasi giorno della settimana. Anche in pieno giorno.
nella foto: Afragola
Percorriamo le stradine che portano alla discariche, e immediatamente entrano in azione le ronde della camorra. Ti seguono, ti scrutano dalla testa ai piedi. Vedono se sei del posto o un “forestiero”. Viaggiano in motorino o in macchina di grossa cilindrata. Sono agili e veloci. Si muovono incontrastati in un territorio, che in questo periodo, è super controllato dalle forze dell’ordine. Attraversiamo queste zone, in piena guerra di camorra. Poche settimane fa, sotto una pioggia di piombo, è stato trucidato Nicola Pianese, `o mussut’ boss di Qualiano. Boss di camorra, legato ai Mallardo.
Afragola – falò di materiali plastici e scorie industriali
Raffaele Del Giudice, di Legambiente, in questi luoghi ci è nato e continua a viverci. Da sempre. Nonostante le minacce, lo sconforto e l’abbandono. “Con mio nonno da piccolo coltivavo queste terre, ortaggi, mele, primizie. Un terra ricchissima, un oasi. Oggi queste terre sono state trasformate in un unico gigantesco deposito di spazzatura.”.
Acerra – inceneritore in costruzione
Questa zona rappresenta la frontiera del male, dello sporco affare. Qui ogni giorno si bruciano tonnellate di rifiuti di ogni tipo. Il tutto sotto la regia della camorra. E i danni non si contano. Il giro d’affari nel compartimento agricolo in quest’area è in picchiata. La vendita dei prodotti ortofrutticoli dell’area nord è calata negli ultimi cinque anni del 25%. Crollo per kiwi, mele, fragole e pesche. E molte piante sono seccate alla radici.
“E i contadini – ci confida con rabbia Raffaele- presi dai due fuochi, da un lato gli affari che vanno male, dall’altro le pressioni della camorra, si trovano costretti a cedere i terreni”. Un vero disastro economico per i 190 piccoli coltivatori della zona. E nel nostro “monezza tour”, noi come i camion dei rifiuti, siamo accompagnati dalle vedette che viaggiano in Mercedes. Del resto sono loro che da decenni controllano il territorio. Sanno chi far passare e chi no.
Acerra – il gregge del Sig. Cannavacciuolo si è ridotto in tre anni da 3000 capi a 180, 3 pecore morte di cancro al giorno
Siamo in un’area fortemente urbanizzata, dove risiedono circa 150 mila persone, e ben 39 discariche di cui 27 probabilmente con presenza di rifiuti pericolosi. Negli ultimi cinque anni le discariche illegali sono aumentate del 30%. Come i tumori tra la popolazione. Con gli anni i criminali hanno cambiato tipologia di smaltimento: dalle discariche ai roghi di copertoni usati spesso come base comburente per bruciare anche altre sostanze tossiche.
I piccoli rom, che vivono nei campi nomadi della zona, sono utilizzati per appiccare i fuoco e per una sorta di vigilanza passiva per garantire ai camion il percorso libero da eventuali improbabili controlli. I clan gli danno 50 euro a cumulo bruciato. Nella terra dei fuochi, dal colore del fumo si capisce cosa si brucia: fumo nero significa copertoni, color grigio fitto è la plastica delle serre, ma quando il colore è strano nuovi rifiuti stanno arrivando nelle zone.
Nola – nel 2004 ‘The Lancet Oncology’ definì l’area tra Nola, Acerra e Marigliano ‘il triangolo della morte’, analizzando gli alti indici di mortalità tumorale nella zona.
Camminando tra le terre divorate dalla diossina, dal rame, il fumo nero ti arriva fino alla gola. Gli occhi incominciano a lacrimare. “Noi ormai ci siamo abituati, per noi il cielo ha perso il suo colore originale”, tristemente racconta Raffaele. Torniamo indietro e davanti a noi, nelle vicinanze del campo rom, alcuni camionisti, arruolati come soldati dall’esercito dell’ecomafia continuano a scaricare nella discarica “de zingar”. “Adesso conviene andar via, per i rom è giunta l’ora di riscuotere la diaria”. Ci allontaniamo mentre i bambini giocano con un terreno colore cenere nera.
—
Peppe Ruggiero è giornalista e curatore del Rapporto Ecomafia 2006 Campania (pdf 1MB) di Legambiente. Questo articolo è stato pubblicato in forma ridotta su Left del 29 settembre 2006.
Eduardo Castaldo , fotografo, ha realizzato tra luglio e ottobre 2006 un reportage sulla “terra dei rifiuti”, da cui queste fotografie sono tratte.
Scusate l’intrusione autopubblicitaria, ma io su tutto questo ci ho scritto un romanzo, pubblicato a luglio da Avagliano. S’intitola “Non lo chiamano veleno” ed è già alla seconda edizione.
E tutto ciò che ho letto e ho visto in questo post non fa altro che riaprire ferite.
sono d’afragola (la città delle prime foto), e vi dico: c’è davvero poco da fare. la connivenza è tale e generalizzata che l’unica sensazione che si ha, vivendo qui, è *tranquillità* – e questa è la tragedia
jan non ho ancora letto il testo, ma le foto sono veramente formidabili oltre che splendide, grazie di cuore. Dopo aver letto gomorra poi diventano ancora più significative. Le pagine di saviano sulla terra dei fuochi sono fra le più intense e riuscite del libro.
E ora queste foto ….
La foto con i vestiti in mezzo alla strada che corre via verso la terra del fuoco, è un vero capolavoro sia come immagine che per quello a cui rimanda. E’ una denuncia più di mille articoli sugli aiuti al terzo mondo.
Ci hai fatto veramente un bel dono.
georgia
il link al *reportage sulla “terra dei rifiuti”* non si apre
g
è stato inserito male il collegamento:
http://www.eduardocastaldo.com/wasteland.htm
@ georgia, grazie per i complimenti…
il reportage è tutt’altro che completo; più passa il tempo e più mi rendo conto che il lavoro ancora da fare è tanto….
il link non si apre per un piccolo errore di battitura di Jan….
cmnq, se vuoi…
http://www.eduardocastaldo.com/ITA
a presto
senza parole
Jan
sono senza parole
effeffe
ps
e ripenso a quanto mi ha detto Maurizio Braucci a proposito di chi lavora in questo campo. La parola documento si presenta in tutta la sua potenza
che cosa fastidosa questo treccagnoli che interviene in una discussione per farsi della bieca pubblicità!!!
@Fausto. A me dai fastidio tu, veramente, che ti esibisci nella solita cattiveria gratuita che impera nel web. A me fa piacere sapere del libro di Treccagnoli, dato che è perfettamente in tema con il post e ci dà nuove occasioni per mappare la Campania.
conosco pietro treccagnoli e mi fa veramente piacere che sia venuto in NI. Il libro credo proprio che lo leggerò (appena me ne procuro una copia)
effeffe
lavoro bellissimo e necessario.
non so davvero che cazzo altro dire.
Ormai queste scene sono tristemente “familiari” per chi vive nel napoletano, aversano, casertano. Ormai i roghi non bruciano più solo nelle campagne ed in periferia, i fuochi si sono estesi anche al centro, le città stanno morendo asfissiate, cassonetti bruciano ogni notte l’imbarazzo delle nostre deiezioni lasciate fermentare al sole, nell’illusione di levarci di dosso il puzzo di tutto quello sterco che ci sta seppellendo vivi.
E come rogo, il cancro ci divora crepando dall’interno i corpi, deformandoli, come la vecchia peste, decimando le famiglie e lasciando al suo passaggio dei volti stremati che non ci somigliano affatto, che stentiamo a riconoscere, rubandoci i nostri cari e restituendoci degli estranei.
@Nicolò
Non è che il tuo intervento brilli per stile
Io condivido il fastidio di chi crede che durante una discussione importante, qualcuno intervenga – senza aggiungere nulla, bada bene, è questo il punto – ma solo per auto segnalarsi – io credo che questo sia fastidioso e pecchi di stile.
Poi ognuno ha quel che ha. Tu, ad esempio, il tuo
Sì, bellissime foto.
Vorrei trovare la prima crocifissione che dipinse Bacon per confrontarla con quel lampione sopra il mucchio di roba che brucia. Purtroppo in rete non c’è.
Comunque davvero belle.
Ah, tra l’altro Castaldo era stato segnalato un po’ di tempo fa sul blog di Igort.
andrea (a.b) te lo dico anche qui, a volte hai delle visioni e dei ragionamenti geniali.
Questa del paragone del cristo di bacon con la foto è … formidabile, è da grande critico.
Lo dico sul serio non per esagerare.
Dopo quello che hai detto (anche nel mio blog) io riguardo la foto e la vedo in maniera … insomma con un di più che prima non vedevo, e che forse non c’era.
E questo è appunto il compito della critica ;-)
beh … bravo e grazie
geo
@a.b.
Chissà che ne avrebbe detto Peppino Lo Cicero.
Mi scuso con Fausto se sono sembrato fastidioso. E ringrazio Effeffe (che dietro il nickname non riconosco) e Nicolò La Rocca.
Vi seguo da tempo. Non sono mai intervenuto con commenti, forse per pigrizia, ma il post sulla terra dei fuochi mi ha davvero colpito per le immagini e per le parole.
Certo, volevo segnalare il mio libro. Non avrebbe bisogno. E’ stato un peccato di vanità. Spero emendabile in quanto veniale.
Entrando nel merito del post, vorrei aggiungere un solo altro elemento alla riflessione. Queste terre sono state devastate (ed erano la mia terra). Ma da chi? Quanta connivenza, quanti affari sono stati fatti con la camorra? Molti, anche da parte di chi questa terra doveva proteggerla, perché era la sua terra. Esistono dei rifiuti (anche tossici) che vengono seppellitti. E ci sono tanti rifiuti con le gambe, che camminano su quella terra e la ingravidano di veleni. Penso anche all’ultimo capitolo della “Gomorra” di Roberto Saviano.
Scusate la nuova intrusione. Buona giornata a tutti.
Sai Pietro, in giro si dice che chi è cattivo è anche intelligente. Anzi, più cattiveria più intelligenza. Il problema è che l’eccesso di intelligenza si trasforma in idiozia pura. E il mondo è pieno di persone stupidamente intelligenti.
un’impressione a freddo sulla strada che attraversa quella terra:
http://notears.livejournal.com/67306.html
Vero, Nicolò. Vero.
*Pietro, non credo ti debba scusare più di tanto. A mio avviso internet dà il meglio di se quando permette uno scambio di informazioni altrimenti impossibile.
*Un ringraziamento a Peppe ed Edoardo per il servizio. Dal testo di Saviano mi sembra si stiano facendo quotidianamente passi in avanti per rendere pubblico uno scandalo/disastro nazionale, proprio ciò che il “sistema” non desidera. Il che mi lascia sperare per il futuro.. forse non tutto è perduto?
@ a.b.
provo a postare questo link che non so nemmeno se tiene tutto queanto è lungo.
non so se è il quadro a cui ti riferisci.
quello che ho trovato s’intitola ”
Fragment of a Crucifixion 1950
“I’m like a grinding machine. I’ve looked at everything and everything I’ve seen has
gone in and been ground up very fine. Images breed images in me.”
– Francis Bacon (in conversation*)
http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.alexalienart.com/images/30.jpg&imgrefurl=http://alexalienart.com/bacongallery.htm&h=576&w=427&sz=65&hl=it&start=107&tbnid=KPf2NkQAc0zqjM:&tbnh=134&tbnw=99&prev=/images%3Fq%3Dfrancis%2Bbacon%26start%3D90%26ndsp%3D18%26svnum%3D10%26hl%3Dit%26lr%3D%26sa%3D
un saluto
paola
quando aprite la pagina andate fino in fondo è cliccate su
Bacon News Archive. se ne aprirà un’altra. là c’è il quadro.
spero. almeno io fino a 30 secondi fa l’ho visto.
correzione: cara polbere—> cara polvere
scusate il pasticcio
è sparito il link.
@ a.b. spero che il quadro sia questo.
Fragment of a Crucifixion 1950 Francis Bacon
“I’m like a grinding machine. I’ve looked at everything and everything I’ve seen has
gone in and been ground up very fine. Images breed images in me.”
– Francis Bacon (in conversation*)
http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.alexalienart.com/images/30.jpg&imgrefurl=http://alexalienart.com/bacongallery.htm&h=576&w=427&sz=65&hl=it&start=107&tbnid=KPf2NkQAc0zqjM:&tbnh=134&tbnw=99&prev=/images%3Fq%3Dfrancis%2Bbacon%26start%3D90%26ndsp%3D18%26svnum%3D10%26hl%3Dit%26lr%3D%26sa%3DN
reinserisco. vale quanto sopra.
Volevo anch’io ringraziare Eduardo per le sue splendide foto che hanno reso ancora più penetrante l’articolo, io il libro di pietro ho letto ed è bello, del resto lui che è di Qualiano, vive in prima persona quello che succede. E vi posso assicurare che quello che ho scritto è solo la piccola parte di quello che succede in quel triangolo maledetto. Il termine Terra dei fuochi l’ho coniato io tre anni fa, oggi si è trasformato in “paese inceneritore”. Infatti in attesa di costruire quelli ufficili di s.maria e di acerra, lì si brucia indistintamente il tutto da anni. spero di avere la possibilità di scrivere un’altra puntata di quello che io ho definito “mattanza ambientale” in atto.
non credo paola andrea diceva che era tra i primi quadri di bacon
potrebbe essere questo del 33, che assomiglia molto al lampione.
caro pietro
effeffe per francesco forlani, ci siamo conosciuti al mattino 15 anni fa (un secolo fa)
scusate l’OT
Certo, le foto sono “belle”, ma non capisco certi entusiasmi, come si trattasse di una questione “estetica”, come se il problema si riducesse a far sì che “la gente sappia” (a colpi di “bellezza” !?!) e a quel punto artisti e intellettuali – raggiunto il loro scopo – possono sbaraccare per veleggiare serenamente verso nuove e incredibili avventure, che la questione a quel punto ritorna in mano a polizia, operatori sociali eccetera eccetera. A me sembra invece che in quei roghi sia un’intera cultura che se ne va in putrefazione, aldilà dei fiorellini culturali che questa stessa putrefazione può certamente favorire. Ma per Georgia è già “Rinascimento”, boh..
Le foto di Castaldo, per me, non sono solo belle. Sono soprattutto drammatiche. Fanno vedere, insieme alle parole di Ruggiero (sì, è vero Peppe, sono nato a Qualiano, bravo, ma erano altri decenni, altri mondi, altri sogni, altri rifiuti. E da lontano è tutto più doloroso).
Io, a suo tempo, sono rimasto fortemente colpito dalle immagini della discarica di Settecainate, dove centinaia di gabbiani si nutrivano di scorie. Forse per questo ho scritto.
OT. Francesco, mi ricordo bene di te e dei tuoi posti a sedere per la primavera. Sospettavo che Effeffe fossi tu.
@a georgia.
bastava fare un semplice “qui” per rimandare al link? invece di scrivere quella roba chilometrica che ho scritto.
beh, non sono capace.
comunque. sicuramente è questo il quadro. sono stata disattenta sul lampione.
bello. e bello l’accostamento.
grazie della ricerca che ci tenevo a vederlo anche perchè è da poco che ho scoperto Bacon.
un saluto
paola
a proposito dei passaggi letteratura immagini Braucci nell’intervista che abbiamo pubblicato citava due fotografi
http://www.mariospada.it/
http://www.camerachiaraimage.it/autori/cardone.asp
une renaissance? Non lo so.Forse. E se ci interrogassimo sul fotogiornalismo? Anche quando deborda nell’artistico sempre che non sia il contrario…
effeffe
Bravo Treccagnoli, è giusto farsi un po’ di pubblicità dopo tanto lavoro!
angelo de lorenzi potresti tenerti un pò al tema? se ti interessa. effeffe
paola quando cerchi in google con il comando immagine, se vuoi copiaincollare un indirizzo ti conviene sempre andare prima al contesto originale, alla pagina originale, di cui viene sempre fornito l’url (indirizzo).
Altrimenti l’indirizzo dell’immagine è una cosa così lunga che scombini tutta l’impaginazione dei blog :-).
Di per se anche gli indirizzi normali scombinano la pagina (anche se NI e anche vibrisse li reggono bene, i blog splinder no) allora meglio usare i link.
Non posso fornirti il tag per linkare le parole perchè se li scrivo qui poi spariscono . Però puoi andare a vedere a questo indirizzo dove è spiegato abbastanza bene.
geo
@effeffe
sono convinto che il ruolo politico della fotografia sia proprio quello di debordare dai propri confini.
troppo spesso, nella carta stampata, l’immagine funge da semplice strumento di legittimazione e conferma del testo; in questo senso il suo potere viene annullato ed asservito a quella dialettica del buono/cattivo, del vero/falso, che è ormai il nostro pane mediatico.
trovare conferme alle nostre posizioni null’altro serve che a farci smettere di pensare.
la fotografia dovrebbe invece posizionarsi sul confine, essere capace di mettere in discussione ciò che rappresenta ed essere in grado di generare crisi in chi prova a leggerla.
solo in questo modo la fotografia riacquista la sua dirompenza politica, che sta nel rivelarsi in quanto illusione.
@ gli altri
sono -davvero- lusingato per i complimenti, ma lasciate stare Bacon…
eduardo
Rispondo a effeeffe. Tornerò a commentare su questo blog solo quando avrò terminato di leggere Gomorra. Adesso sono a metà. Vivendo a Milano non conosco tutto ma proprio tutto quello che succede nel napoletano.
Comunque le foto, sono davvero molto belle e comunicative. Spero, con questo commento, di essere rimasto nel tema.
Buon fine settimana a tutti.
sai Eduardo,
quando cominciai l’avventura sud (testata da me ripresa della storica del dopoguerra ) mi colpirono molto i fotodocumenti ad opera di Grassi ed Ermanno Rea, più particolarmente sulle realtà industriali del mezzogiorno.
La collaborazione/incontro con Mimmo Jodice non ha fatto che confermare l’esistenza di una vera narrativa fotografica, da qui intendersi come capacità di raccontare gli eventi. quello che mi colpisce del tuo stile è l’uso del colore. da reporter di guerra. Ha ragione andrea barbieri nel parlare di pittura (non bacon, però) ma la grammatica da te usata mi sembra più quella da inquadratura video. mi sembra quasi di rivedere le imagini dell’ultima guerra in europa, quelle dell’ex jugoslavia, mentre la foto “pompeiana” (nel senso di lavico) dei mucchi di vestiti mi ha impressionato per freddezza, come quella necessaria di chi racconta (e non descrive) la catastrofe.
effeffe
ps
conosci spada? Il suo reportage sui pit bull è una coltellata…
Beh, quel cristo filiforme (che si vede da Georgia) mi pare davvero deboluccio – Bacon doveva evidentemente ancora “farsi” (non cadremo nel feticismo del considerare geniale qualunque sua cosa, spero).
effe effe non credo che andrea volesse fare dei paralleli tra bacon e castaldo, non credo proprio, ma solo dire che il lampione è simile al cristo di bacon (che io trovo molto bello). Tra l’altro non sappiamo neppure se andrea si riferisca proprio a quella crocifissione (che ho segnalato io), bacon ne ha fatte parecchie.
Che il lampione ricordi il cristo di bacon è indiscutibile, che poi castaldo quando ha fatto lo scatto lo abbia fatto apposta (magari influenzato inconsciamente) o no questo è altro discorso :-).
Ma non dimentichiamoci che molte opere d’arte avvengono anche per un 20% di serendipity …., nella fotografia ancora di più: si cerca una cosa e se ne trova un’altra.
Petrarca poi era convinto di rimanere nella storia per le sue opere latine … ma questo veramente non c’entra un tubo ;-))))))))))
wovoka, per carità, non confondere un pessimo file jpg con l’opera originale ;-)
geo
@effeffe
conosco benissimo mario spada, in un certo senso è il mio papà fotografico….
credo tu abbia visitato il suo sito, purtroppo l’ultimo aggiornamento risale a quattro anni fa….
manca una serie di lavori straordinari su scampia, prima durante e dopo la guerra di camorra, manca un lavoro sulle ville dei boss, manca un lavoro incredibile sui Mastiffs (ultrà del Napoli), ed altri lavori eccezionali.
E’ uno dei migliori fotografi italiani e le sue foto costituiscono la documentazione più approfondita, e soprattutto fatta da dentro, della realtà di Napoli oggi….ho ancora troppo da imparare da lui…
bisogna solo convincerlo ad aggiornare il sito….
per quanto riguarda le mie foto, ho difficoltà a commentarle….
vorrei riuscire a vederle per la prima volta, così potrei dirti la mia….
il colore, scusa ancora eduardo (non vorrei abusare della tua disponibilità) mami piacerebbe sapere se la scelta del colore è esclusiva o lavori anche in bianco e nero?
effeffe
@georgia
grazie davvero della spiegazione e dei riferimenti
paola
@effeffe
tieni presente che ho cominciato a fotografare da relativamente poco. fino allo scorso anno avevo scattato praticamente solo in bianco e nero….
ho tanto materiale, pellicole sparse per tutta la casa che forse un giorno riordinerò…..intanto prova a vedere questo….
http://www.eduardocastaldo.com/ITA/ATale.htm
magari fammi sapere
ciao.
Post bellissimo. Grazie agli autori e a Jan.
@georgia. sono naturalmente pronto a ricredermi su riproduzioni migliori, però ricordo bene come Bacon ci abbia messo un bel po’ prima di arrivare ai suoi (grandi) risultati, quindi se di opera giovanile si trattava probabilmente non mi entusiasmerà.
Delle foto qui pubblicate, la prima ha davvero delle connotazioni “spaesanti”, con quella simmetria, quella luce raggiante, quella forma a cuore, che la fanno sembrare quasi un simbolo alchemico (bel contrasto con dei rifiuti che bruciano!). Le altre mi sembrano buone ma più ordinarie.
complimenti
Vado tutte le settimane a Melito, in visita ai parenti. Melito è in assoluto la cittadina più brutta del mondo quanto è pulita. Immaginate cosa deve essere oggi. La settimana scorsa, nel vialone che dalla circumvallazione nord esterna porta nel paese, si transitava a senso unico alternato per i cumuli di immondizia che ostruivano la strada. Melito è completamente in mano ai clan, gli “spagnoli” o “scissionisti”. Quasi tutte le imprese melitesi sono coperture, tranne pochissime realtà che si difendono a denti stretti. E’ l’inferno in terra, un orrore a cui non riesco a fare ancora l’abitudine.
Il progetto della Grande Napoli, di cui si parlava negli anni ottanta è dimenticato da tutti. Ma se tutti quei comuni che accerchiano Napoli città come un fortino assediato, fossero accorpati in un’unica grande municipalità in stile berlinese, sarebbe l’inizio di un nuovo progetto di legalità e, forse, vivibilità. Eppure nessuno ne parla e si continua a commissariare un comune al mese.
Continuano a trattare la situazione della Campania come un’emergenza di ordine pubblico. Non lo so, davvero.
P.s. : il sig. Treccagnoli avrebbe diversissimi modi per farsi pubblicità e non lo dico per campanilismo. Non se se curi ancora la pagina letteraria del Mattino ma è di certo uno che tra case editrici e compagnia bella non ha bisogno di un blog, per quanto titolato, per far conoscere il suo lavoro.
Refuso.
“… la cittadina più brutta del mondo quando è pulita”
“effe effe non credo che andrea volesse fare dei paralleli tra bacon e castaldo, non credo proprio, ma solo dire che il lampione è simile al cristo di bacon (che io trovo molto bello). ”
E’ proprio così come scrive Georgia. Facevo un complimento al fotografo dicendogli che un elemento della sua foto è simile a una cosa che dipinse Bacon da giovane, ed è davvero efficace rendendo la foto bella e drammatica.
Per Wovo. Ovviamente non è il Bacon maturo, ma l’intuizione del dipinto è ottima. Del resto fu un’opera subito pubblicata in un catalogo importante, nonostante il ragazzo fosse ufficialmente un disegnatore di mobili.
@ Georgia e Andrea
fermo restando che se c’è una qualità che riconosco ad andrea è proprio quella di far cortocircuitare arti visive e realtà, però l’accostamento a Bacon mi sembra fuorviante per alcune ragioni che potrei riassumere così:
l’atelier di Bacon , splendidamente fotografato da Carlos Freire (fotografo che ho avuto la fortuna di conoscere a Parigi e di vederne l’opera dal vivo )così simile a certi paesaggi devastati ripresi da Eduardo, genera un universo pittorico estremamente “composto”. Ricordo della personale di Bacon a Beaubourg tutta strutturata in trittici, le opere sotto vetro, la potenza del colore ecc (su questo andrea puoi dire più di me che sono un neofita)
In Eduardo invece non c’è a mio parere composizione – se c’è la vedo soprattutto nei ritratti in bianco e nero delle gallerie napoletane o di elementi architettonici. Se c’è pittura penserei piuttosto a certi pitori americani iperrealisti…
effeffe
ps
queste considerazioni vadano riportate al contesto terribile del degrado delle nostre metropoli e quindi anche all’azione di denuncia del fotografo.
Del resto se visitate il sito di Spada vi renderete conto di come scrittori come braucci, saviano, morganti abbiano seguito quelle piste.
http://www.alexalienart.com/CarlosFreire1977a.JPG
la foto è qui
effeffe
effeffe? Ho capito ….non ci leggi :-).
Bacon è stato ricordato da andrea SOLO perchè la crocifissione del 33 (valla a vedere nel mio blg, se non ritrovi il link che ho messo qui) ricorda molto il lampione della foto che sembra uscire dal rogo. nessun rapporto fra la fotografia di Eduardo e Bacon. Se vogliamo fare dei rapporti semmai li farei con Chris Jordan. ma non amo mai fare rapporti in tempo reale. Quella di andrea è invece stata una operazione geniale, il suo occhio ha inserire nella foto qualcosa che prima non c’era, ma che da ora, almeno per noi, ci sarà:-)
geo
@georgia
vi leggo vi leggo
e adesso filo filo
un abbraccio braccio
effeffe
mi colpisce georgia che elogia la potenza dell’immagine (“una denuncia più di mille articoli”) proprio a partire da saviano. Chiedo: “Dopo Gomorra (Saviano dice che la verità sulla camorra solo la letteratura la può dire) ora c’è bisogno di usare altri linguaggi?”
questa fotografia è splendida. Mi evoca realmente il caos interno delle case dopo un combattimento. Combattimento dell’artista?
sono di ex-Jugoslavia …
Mi sono permesso di linkare il sito di Eduardo sulla mia com. Commenti più che positivi per l’autore.
Anche:
http://images.google.it/imgres?imgurl=http://www.psicoattivo.it/arte/fumetti/pazienza/img/paz6.jpg&imgrefurl=http://www.psicoattivo.it/arte/fumetti/pazienza/gallery1.htm&h=525&w=350&sz=118&hl=it&start=2&tbnid=kfL80-cYWUzQVM:&tbnh=132&tbnw=88&prev=/images%3Fq%3Dsan%2Bsebastiano%2Bandrea%2Bpazienza%26svnum%3D10%26hl%3Dit%26lr%3D
Dico il S. Sebastiano, il quadro in basso.
ma … fate a gara a chi c’ha l’url più lungo?
Non si mette mai l’url preso dall’immagine trovata con google, si passa prima al contesto originale, dove l’url è molto, ma molto pù corto.
Naturalmente si può anche imparare a linkare… sarebbe una figata pazzesca, vero roberto?
Altrimenti lo vedete che sbarellate tutta la pagina?
E’ un vero peccato in un post così bello :-(
bruno esposito è possibile avere il link del tuo com?
geo
eccolo il san sebastiano che dice roberto
questo è l’url di dimensioni sopportabili, che si ottiene tornando alla pagina da cui è stata presa l’immagine, e che vine esempre indicato.
http://www.psicoattivo.it/arte/fumetti/pazienza/img/paz6.jpg
ma potete anche costruire il link ad una qualsiasi parola così
Non posso mettervi il tag perchè mi sparirebbe (ignoro come si faccia a scriverlo non attivo).
però se andate QUI è facilissimo da imparare.
@georgia
Grazie cara.
solo una doverosa precisazione, riferita ai diversi richiami a Roberto Saviano e Mario Spada….
stiamo parlando di 2 ragazzi che da anni hanno scelto di raccontare la merda di queste terre standoci dentro. Silenziosamente, prima delle soddisfazioni, prima degli elogi, prima di intravedere un qualsiasi ritorno in termini di soldi o di gloria, Mario, Roberto, con un vespino e una macchina fotografica, un taccuino, hanno passato mesi, anni, girovagando negli abissi più scuri che l’italia possa immaginare, rischiando tutto e probabilmente chiedendosi ogni giorno perchè cazzo lo stessero facendo, domandandosi sei giorni su sette se ne valesse la pena.
Il mio lavoro sulla questione rifiuti, lontanissimo dall’essere completato, è nato mio malgrado, mi è stato imposto da quell’odore di sostanze chimiche, di rifiuti bruciati, che troppe sere è entrato e continua ad entrare nella mia stanza ad Acerra, che troppe volte mi ha costretto ad andare a dormire in altre stanze della casa, che troppe mattine mi ha fatto svegliare con nausee e mal di testa, che troppa gente intorno a me ha fatto e farà morire. Ne avrei fatto volentieri a meno, e comunque so, profondamente, che è molto meno di quello che sarebbe mio dovere fare.
Ho la fortuna di conoscere bene Mario, molto meno Roberto, vi assicuro che al confronto posso solo abbassare la testa.
Non è falsa modestia, ma è solo dovuto rispetto per l’impegno di due ragazzi con le palle.
Segnalo il nuovo blog ideato da Corrado Gabriele di Rifondazione.
http://www.napoliamo.org/
E’ appena nato, aspetta gente che abbia qualcosa da dire sulla situazione.
@bruno
riprendendo la cara georgia….e il link del tuo com?
le foto parlano da sole…
i racconti sono un incubo, sensibilizzare é la prima forma di rendere un problema pubblico come deve essere e non guerra personale di pochi.
io sono del centro italia, giá lí, che é per altro é vicino, quei problemi sembrano lontani, … appartengono ad altre terre, altre nazioni chissá..
ci hanno educato cosí, ogni campanile uno stato.
le foto parlano, qualche commento riportato di chi ci vive completa e conferma. Da chiedersi se esiste un’italia, che forma prende..
Altro commento, perché tanto tempo per far venire a galla certe cose?
Da quanto tempo é cosí?
a che serve leggere un giornale?
Ciao.
A.
@ale io vivo a nord di Napoli, 750 km a nord. Se nell’Italia centrale è così, aggiungo che qui su le notizie arrivano ma quasi non sortiscono effetto. Siamo ben lontani dalla possibilità di un dibattito condiviso.
@eduardo Io quell’odore lo conosco. Anche se è spesso e tangibile, è impossibile spiegarlo a parole o coglierlo con le immagini, ma mi piace il tuo lavoro.
In finale , questo post si è rivelato una bella serie di scatole cinesi…Bacon, Spada, come linkare…
Un grazie a Eduardo per le sue foto; le guardo e due idee mi rincorrono: sguardo nudo, necessità etica.
Visito il suo sito e rimango sorpreso nuovamente dallo sguardo nudo; sembra dettare ogni scatto.
Aspetto con ansia le immagini di Venezia.
Mi ha fatto ripensare ad alcuni versi di una poesia di Anna Maria Ortese, a me molto cara in questo periodo:
No, non andartene vento, mormora ancora
un poco, e piangi tra le pietre,
e al tuo pianto leggero accorrano fraterni
alisei che sospingano le onde primordiali,
e queste, dapprima mansuete si facciano forti,
e con una mano bluastra disperdano il tempo,
questo disperato..
le cose che l’uomo ha costruito sono i cadaveri
dei suoi pensieri, e la nausea a volte
mi scaraventa nel petto zaffate di morte.
Solo stasera col vento che liscia le vene,
col viso perduto su un muro civile sognando che crolli,
e tornino i secoli bianchi in un vortice, e vaga
risplenda la luna..
e morta la storia se ne vada alla deriva,
solo stasera, come un impiccato, io mi muovo,
come una lanterna di nave io sanguino e dondolo.
Buon lavoro Eduardo.
Un quasi OT. Azz… mi è costato “difendere” Treccagnoli”. Un certo Raul Casolari, il 10 novembre, qui tra i commenti a questo post, mi redarguisce; poi, immediatamente, sempre il 10 novembre, clicca sul link al mio blog, vede la copertina del mio romanzo, clicca su di essa e arriva su IBS, dove scrive una specie di stroncatura generica e feroce, questa: http://www.internetbookshop.it/ser/serdsp.asp?shop=1&c=TTTOAAZR000TT
Dimostrando: primo, di non aver letto il libro (come può averlo comprato, letto e recensito nello stesso giorno, cioè il 10 novembre?). Secondo, che la ferocia, travestita da intelligenza, dilaga su Internet e permette a chiunque di offrire occasioni alle proprie frustrazioni, o più semplicemente – e quindi meno generosamente – alla propria voglia di far del male agli altri.
@Nicolò
ti segnalo il bel post di Tiziano Scarpa, La danza a pugni e calci degli artisti, che trovi in primo Amore. E magari avessero i tipi in questione almeno la grazia di un Babyface (dal Wrestling)
Comunque condivido la tua fin troppo serena “considerazione”
effeffe
Incredibile si fanno i complimenti sulla bellezza di una foto che parla di qualcosa di tragico! Come se ad un funerale qualcuno si fermasse a contemplare la bellezza di un cadavere che attende sul letto prima di essere riposto nella bara (è morte… non ha nulla di bello).
ps: ai teli di plastica delle serre, sapete chi gli appicca il fuoco? Gli stessi contadini! (mi sono sempre chiesto si è ignoranza o cosa). Sapete da quanti anni si scaricano nelle falde acquifere tramite i pozzi artesiani le cisterne dei rifiuti tossici? Nulla di cambiato… è solo che l’immondizia si è fatta di più ed ora la vedi pure.
Qaunti di voi, mangiano una caramella,si soffiano il naso con un falzolettino, svuotano il portacenere da finestrino, vanno in giro in macchina quando ne potrebbero fare a meno? E soprattuto quanti di noi (bada bene ho detto NOI) sanno e non fanno finta di niete?
Bello indignarsi sul web è? Ma nella vita reale? Tutti con la coda tra le gambe (il camorrista è camorrista per colpa nostra)! Questa povera terra sta diventando un cesso per colpa nostra… Speriamo di estinguerci presto!
:-(
piccole correzioni…
mangiano una caramella e (buttano la carta a terra), falzolettino (e lo buttano a terra)…. non fanno finta di niete >>>e fanno finta di niente
meglio tardi che mai :-P
spero che si capisca l’intenzione!
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[…] Cheviot, ma davano fastidio. Gli Inglesi pertanto decisero di spopolare tali terre, e lo fecero con metodi brutali, cacciando dalle loro terre uomini, donne e bambini utilizzando forze di polizia e soldati. Dove […]