La settimana del depresso 6

di Gianni Biondillo

 

Il male il male il male il male il male.

***

“Dio esiste!” “Si, certo, e ci odia!”

***

Nessuna causa, nessuna causa:
solo caso, solo caso ed effetto.

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18 Commenti

  1. Ok, Biondix, è oramai chiaro che sei vittima di allucinazioni mistiche – probabilmente dovute al peyote che hai mangiato, credendo fosse zuppa di tartufi, in una bettola in periferia di Milano, ma la fame era tanta che non hai proprio resistito. Certo che Dio esiste e certo che sì, ti vuole molto ma molto male: è che gli piace giocare alla roulette russa, e ‘sta volta ha beccato te, per puro caso. L’effetto è la depressione che c’hai addosso: ma anch’io sarei depresso con una pallottola nella tempia sinistra, che non si vede manco con la TAC e che eppure c’è, e tu lo sai. Ma, vuole il caso, stai in piedi, ti reggi la testa (solo un po’ di emicrania), e però questa depressione terribile, pesante pesante pesante. E l’immagine di Putin che ti si presenta davanti, nel cervello, e che ti dice che lui Vladimir è Dio. E tu urli con muta ferocia: “Io scrivo soltato thriller e gialli. Perché a me, perché?” Non c’è un perché, Biondix: la roulette russa è così. Insomma, a psicanalizzarti, caro Biondix, mica facile. :-D

  2. Saddam, Saddam, Saddam, Saddam

    “Saddam esiste!”, si, certo e ci odia!

    Nessuna arma di distruzione, nessuna arma di distruzione

    Solo petrolio, solo petrolio e miseria…

  3. Carissimo fratello Gianni, mi permetta di dargliene piena conferma: lei avrà capito benissimo che è la frequentazione di questo covo di atei e sovversivi a mettere in crisi la sua vocazione al bene e alla rettitudine. Lei può ancora salvarsi e tornare rigenerato all’ovile, inizi presto il suo cammino di espiazione e vedrà che la cappa che la opprime si dissolverà come neve al sole. La aspettiamo giovedì presso la basilica di santa accademia degli affamati per una preghiera comune. Non manchi.

  4. Sì, a quel dio biondil, Dio esiste e ti guarda, ma in questi giorni è più depresso di te e mentre sta mettendo i denti del giudizio, ha deciso di non muovere un dito per quell’Adamo che gli portò via la bambolina mentre giocavano al tempo delle mele. Tienti le tua depressione, ben ti sta!

  5. Ricetta N. 1

    Diagnosi

    Gia curai diversi giallisti.
    Gli è che tutti quei tipacci nelle brume malsane della periferie milanesi, tutte le vittime sull’asfalto si alzano dal cerchio disegnato col gesso e, lasciando impronte insanguinate, ti si posizionano dietro le spalle e non ti mollano più. E tutti quegli spari, quei rantoli, quelle scariche dei radiotelefoni della Madama, le sgommate delle Pantere si uniscono in unico rombo che, come un rumore bianco, ti s’infila nelle orecchie e da lì, attraverso tutta la complessa struttura di ossicini, staffe ed incudini etc., nelle sinapsi della cervice.
    E non te ne liberi più.
    Si vendicano di essere stati risvegliati e nero su bianco pubblicati.

    Scrivere un romanzo d’amore e nemmeno troppo soft.

  6. scusate l’OT ma tutta sta depressione incomincia a rompere, sveglia ragazzi.
    Leggetevi invece questo articolo, vagamente teocon, che recensisce un testo vagamente teocon e che propaganda un premio teocon Scrittori d’Italia avete perso sul corriere di oggi.
    A rileggere per l’ennesima volta la solita insopportabile tiritera propagandistica letteraria, che esce almeno una volta al lustro (ma ahimè credo più spesso) e che annuncia, in tono mistico e capolavoristico, il divino ritorno della letteratura metafisica, con ritorno, al seguito di Grandi Scrittori, beh … la depressione viene davvero … e non perchè io abbia nulla in contrario nei confronti della letteratura metafisica, figuriamoci se butto via Dostoevskji, però … visti i risultati attuali ;-).
    Insomma non ci meleggiate che siamo già anche troppo provati;-).
    per quest’anno abbiamo avuto un autentico libro (Gomorra) e ci contentiamo, pussa via profeti pubblicitari :-)
    geo

  7. “Nessuna causa, nessuna causa:
    solo caso, solo caso ed effetto.”
    non ricordo chi ha scritto che ci appare casuale e caotico ciò di cui ancora non conosciamo le leggi, il funzionamento.
    la non-esistenza di dio dev’essere fonte di una certa letizia.
    sapere che tutto questo un giorno finirà per sempre, senza rilanci metafisici e ripartenze ultra-terrene, né paradisi/inferni di nessun tipo, senza un dio che ti rompa il cazzo per l’eternità, dev’essere fonte di conforto.
    il nulla è sempre meglio che niente.

  8. Ricordo una poesia di un autore degli anni settanta – prefato, fra l’altro da Pasolini – (mi pare si chiamasse Nello Vincelli, ma non ne sono sicuro del tutto..):

    DEPRESSIONE

    la de
    la de
    la de
    pressione

  9. Ho passato il fine settimana fra i cimiteri. Mia moglie me ne ha fatti visitare quattro in due giorni. Se questo può aggiungere qualcosa…

    “Al cimitero io? Nemmeno morto”
    Anonimo

  10. Una vecchina dal balcone, mentre ieri i Thee Dust scaricavano gli strumenti davanti al Transilvania: “Con cosa ci disperiamo stasera?”

  11. Non ci sono più i depressi di una volta.
    Un tempo terminavano da soli le sofferenze proprie e quelle che infliggevano agli altri. E lo facevano con una tempistica perfetta, salto giusto al momento giusto.
    Da applauso.
    Di sollievo.

  12. Sono le 4 del mattino,anzi no,ma chi se ne frega
    dicevo ad un mio amico,proprio l’altro ieri
    gli dicevo e gli ridicevo,ma lui niente,come di coccio
    ecco che allora,preso da slancio,presi due uova,ne feci frittate
    ma come nei sogni,ed anche nei bus,venne maria vestita di bleu
    soltanto a parole ci manca l’affetto per questo,per quello,
    per l’alto merletto

  13. Give me back my broken night
    my mirrored room, my secret life
    it’s lonely here,
    there’s no one left to torture
    Give me absolute control
    over every living soul
    And lie beside me, baby,
    that’s an order!
    Give me crack and anal sex
    Take the only tree that’s left
    and stuff it up the hole
    in your culture
    Give me back the Berlin wall
    give me Stalin and St Paul
    I’ve seen the future, brother:
    it is murder.

    Things are going to slide, slide in all directions
    Won’t be nothing
    Nothing you can measure anymore
    The blizzard, the blizzard of the world
    has crossed the threshold
    and it has overturned
    the order of the soul
    When they said REPENT REPENT
    I wonder what they meant
    When they said REPENT REPENT
    I wonder what they meant
    When they said REPENT REPENT
    I wonder what they meant

    You don’t know me from the wind
    you never will, you never did
    I’m the little jew
    who wrote the Bible
    I’ve seen the nations rise and fall
    I’ve heard their stories, heard them all
    but love’s the only engine of survival
    Your servant here, he has been told
    to say it clear, to say it cold:
    It’s over, it ain’t going
    any further
    And now the wheels of heaven stop
    you feel the devil’s riding crop
    Get ready for the future:
    it is murder

    Things are going to slide …

    There’ll be the breaking of the ancient
    western code
    Your private life will suddenly explode
    There’ll be phantoms
    There’ll be fires on the road
    and the white man dancing
    You’ll see a woman
    hanging upside down
    her features covered by her fallen gown
    and all the lousy little poets
    coming round
    tryin’ to sound like Charlie Manson
    and the white man dancin’

    Give me back the Berlin wall
    Give me Stalin and St Paul
    Give me Christ
    or give me Hiroshima
    Destroy another fetus now
    We don’t like children anyhow
    I’ve seen the future, baby:
    it is murder

    Things are going to slide …

    When they said REPENT REPENT …

    (Leonard Cohen)

  14. Non per il potere, ma per l’ultima parola, quella che definisce la realtà.
    Ecco per cosa si uccide.

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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