Caro Dott. Biondillo, vista la sua situazione, soprattutto nei risvolti inquietanti che lascia intuire, credo non le restino, a questo punto, che due alternative: fare una capatina, quotidianamente, nel mio studio (ho appena messo a punto un cocktail formidabile!), oppure riprendere la sana abitudine di un passaggio settimanale all’accademia. Dato il continuo lievitare dei costi, io le consiglio vivamente la seconda…
Alla prima, invece, immagino possa essere interessato il Dott. Iannozzi, che aspetto con impazienza già da un bel po’: il suo caso, da quanto ho capito, è molto intrigante sul piano scientifico. Anche il Dott. Carotenuto è dell’avviso che trattasi di un soggetto da studiare da vicino. Lo aspettiamo.
La gioventù è la peggiore forma di vecchiaia.
Un saluto al Dott. Carotenuto.
io volevo solo esprimere un concetto embrionale, una pulsione, una percezione di ordine molto volgare e animale:
non è meglio organizzare una bella sagra del depresso piuttosto che la saga dei depressi? :-)
così, per natale magari.
mi piacciono molto i depressi. vengo volentieri alla sagra del depresso.
Per me la mia mia merda puzza meglio, tranne quella di un cane.
Ma il problema è averli troppo tardi, vent’anni…! animo…!
andrea
Depressando depressando siamo arrivati a Nervi…
Biondix, stacca la spina… alla lavatrice: smettila di guardare il cestello che gira e gira e gira, con Chet Baker in cuffia. E’ per questo che sei così depresso. ^_____^
La vita è una malattia degenerativa.
Biondillo, la prego:
salvi se stesso
ma ci liberi di Massimo Coppola.
il futuro è il campo di corvi di van gogh.
a volte il soccorso della logica ospedalizza ancora più a lungo la depressione
un saluto
paola
Venite a cena, vi coccoliamo noi, che non siamo gli amici che per strada guardano altrove! E poi, me le fai leggere o no, le tue ultime fatiche?
Egregia Dott. Azira, le ultime fatiche le ho scritte direttamente sulla mia pelle e ormai ricoprono tutto il corpo: è l’unico rimedio che ho saputo escogitare per contrastare e vincere la depressione procuratami dalle depressioni del Dott. Biondillo. Leggermi è, quindi, esplorarmi: c’è la possibilità di farsi davvero una cultura.
p.s.
Lo so che non si rivolgeva a me, ma è sempre bello illudersi un po’…
Le sette fatiche di: Eccole -le mie fatiche!
Per Lacan, “sans pointe, point d’esprit”. Il pauvre depressé è mis 3 mal, parqué fa le battute mosce. Nous lacanettes parliamo alors d’IMPOINTENCE: il faut una cura da cheval + lotion x cheveux. ma si preferite, allez dal doct. young-ane, le Peyo-yote, che fa il massage alle pelote.
Ma che cosa avete contro la depressione? Perché non dovremmo essere depressi? C’è forse un imperativo morale che dice : siate felici?
…intanto mancano soltanto 2 giorni alla fine della settimana del depresso – se di settimana «e basta, chiusa lì» si tratta. Non è un’idea un po’ deprimente..?
mon scèr gil, me chi ta dì che nu etòn la depression? si nus emòn biondilò, nus emòn ossì la dep, tu ne cruà pà?
@ felix
perche ? gianni e sempre depressivo ?
@ gianni
in questo caso “fare il terzo” non puo essere una cosa buona…
Accettiamo sulle nostre frequenze ogni sorta di messaggio (appuntamenti, dediche per compleanni, anniversari di nozze), accoppiato alla canzone del cuore. Qui a Capodistria invece non abbiamo ancora il personale per i casi patetici (ma c’è il 113, o la De Filippis)
Caro Dott. Deleuze, nessun imperativo (im)morale: combattere la depressione, non significa per forza voler essere felici: anche perché, voler essere felici a tutti i costi, è la peggior forma di depressione.
Il problema del Dott. Biondillo, a quanto mi è dato capire, non sta propriamente in questi termini: egli è solo in una fase della sua nobile esistenza nella quale avverte in modo stringente la “mancanza”: ma non mi chieda di “cosa”, sto ancora analizzando le “tracce” poetiche che ha fin qui seminato. Credo di essere sulla buona strada…
the c/o is when bion “Dillo!”: fujetavenne, come disse Eduardo interrogatolo su Naples. Danghiù so so match point off. Spegni ‘sta cazz e sicariettola… appesti a stanza dde fumm.
Ei fu
siccome immobile
dato il mortal sospiro
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro
accussì…
ecco il de pre sso. Ah, no.
Scusate, ho sbagliato: questo depresso è quando la capa è malatissima, come la mala sanità, ma più malata ancora. Ma di più. Una malattia pleonastica. Una Napoli dove sparano con proiettili nucleari. Una patia oftalmica che tutto l’orizzonte è a zig zag. Così è il depresso.
Ciao Azira! Quanto tempo…
ciao, io, ma sei proprio tu?
Il treno tardava ad arrivare ed i minuti scorrevano lenti come le lancette dell’orologio le cui batterie si sono scaricate. Il capostazione mi guardò e sorridendo della mia impazienza mi battè sulla spalla dicendo: “È depresso, ma non soppresso”.
È più facile che attraverso la cruna di un ago passi un cammello che il filo di un depresso mentre cerca di attaccarsi un bottone.
biondillo è un architetto e io so di cosa sta parlando.
guardi signor tash che ormai lo sanno tutti: il dottor biondillo è in crisi perché il mio padrone (e paroliere di fiducia) gli ha chiesto il progetto per una villa in quel di quarto oggiaro: se accetta si sputtana agli occhi della nazione indiana; se rifiuta, ha perso l’occasione della sua vita per avere qualcosa di più spazioso di un monolocale.
l’architetto non può sputtanarsi di fronte a nessuno, perché è, già per statuto, una puttana pronta a tutto.
qualora non fosse diaposto ad esserlo, meglio cambi mestiere da subito.
leggi “disposto” invece di “diasposto”.
Io parteciperò al ramadam del depresso, depressi dall’alba al tramonto, di notte felicità con moderazione
di Romano A. Fiocchi
Sono trascorsi molti anni ma mi ricorderò sempre di quel giorno gelido di fine gennaio in cui lo incontrai. Lavoravo come fotoreporter da circa tre mesi, mi aveva assunto in prova l’agenzia Immaginazione.
di Luca Alerci
Vincenzo Consolo lo incontrai, viandante, nei miei paesi sui contrafforti dell’Appennino siciliano. Andava alla ricerca della Sicilia fredda, austera e progressista del Gran Lombardo, sulle tracce di quel mito rivoluzionario del Vittorini di "Conversazione in Sicilia".
di Alessandro Gorza
Era stata una giornata particolarmente faticosa, il tribunale di Pavia l’aveva chiamata per una consulenza su un brutto caso. Non aveva più voglia di quegli incontri la dottoressa Statuto, psicologa infantile: la bambina abusata coi suoi giochi, i disegni, gli assistenti sociali e il PM, tutti assieme ad aspettare che lei confermasse quello che già si sapeva.
Gianni Biondillo intervista Mario Desiati
Leggevo "Spatriati" e pensavo al dittico di Boccioni: "Quelli che vanno", "Quelli che restano". Il tuo è un romanzo di stati d'animo?
Gianni Biondillo intervista Mattia Corrente
Mi affascinava la vecchiaia, per antonomasia considerata il tramonto della vita, un tempo governato da reminiscenze, nostalgie e rimorsi. E se invece diventasse un momento di riscatto?
Gianni Biondillo intervista Beppe Sebaste
"Rompere il ricatto della trama": credo di non avere mai fatto altro da quando ero un ragazzo. Da una parte perché sono sempre stato dalla parte di chi trasgredisce, e la trama è sempre, anche graficamente, un’uniforme e una messa in ordine, un ordine del discorso.
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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E’ una saga!
non sarebbe meglio una sagra?
Ha una colica intestinale d’origine uterina. :-D
il futuro non è più quello di una volta.
Caro Dott. Biondillo, vista la sua situazione, soprattutto nei risvolti inquietanti che lascia intuire, credo non le restino, a questo punto, che due alternative: fare una capatina, quotidianamente, nel mio studio (ho appena messo a punto un cocktail formidabile!), oppure riprendere la sana abitudine di un passaggio settimanale all’accademia. Dato il continuo lievitare dei costi, io le consiglio vivamente la seconda…
Alla prima, invece, immagino possa essere interessato il Dott. Iannozzi, che aspetto con impazienza già da un bel po’: il suo caso, da quanto ho capito, è molto intrigante sul piano scientifico. Anche il Dott. Carotenuto è dell’avviso che trattasi di un soggetto da studiare da vicino. Lo aspettiamo.
La gioventù è la peggiore forma di vecchiaia.
Un saluto al Dott. Carotenuto.
io volevo solo esprimere un concetto embrionale, una pulsione, una percezione di ordine molto volgare e animale:
non è meglio organizzare una bella sagra del depresso piuttosto che la saga dei depressi? :-)
così, per natale magari.
mi piacciono molto i depressi. vengo volentieri alla sagra del depresso.
Per me la mia mia merda puzza meglio, tranne quella di un cane.
Ma il problema è averli troppo tardi, vent’anni…! animo…!
andrea
Depressando depressando siamo arrivati a Nervi…
Biondix, stacca la spina… alla lavatrice: smettila di guardare il cestello che gira e gira e gira, con Chet Baker in cuffia. E’ per questo che sei così depresso. ^_____^
La vita è una malattia degenerativa.
Biondillo, la prego:
salvi se stesso
ma ci liberi di Massimo Coppola.
il futuro è il campo di corvi di van gogh.
a volte il soccorso della logica ospedalizza ancora più a lungo la depressione
un saluto
paola
Venite a cena, vi coccoliamo noi, che non siamo gli amici che per strada guardano altrove! E poi, me le fai leggere o no, le tue ultime fatiche?
Egregia Dott. Azira, le ultime fatiche le ho scritte direttamente sulla mia pelle e ormai ricoprono tutto il corpo: è l’unico rimedio che ho saputo escogitare per contrastare e vincere la depressione procuratami dalle depressioni del Dott. Biondillo. Leggermi è, quindi, esplorarmi: c’è la possibilità di farsi davvero una cultura.
p.s.
Lo so che non si rivolgeva a me, ma è sempre bello illudersi un po’…
Le sette fatiche di: Eccole -le mie fatiche!
Per Lacan, “sans pointe, point d’esprit”. Il pauvre depressé è mis 3 mal, parqué fa le battute mosce. Nous lacanettes parliamo alors d’IMPOINTENCE: il faut una cura da cheval + lotion x cheveux. ma si preferite, allez dal doct. young-ane, le Peyo-yote, che fa il massage alle pelote.
Ma che cosa avete contro la depressione? Perché non dovremmo essere depressi? C’è forse un imperativo morale che dice : siate felici?
…intanto mancano soltanto 2 giorni alla fine della settimana del depresso – se di settimana «e basta, chiusa lì» si tratta. Non è un’idea un po’ deprimente..?
mon scèr gil, me chi ta dì che nu etòn la depression? si nus emòn biondilò, nus emòn ossì la dep, tu ne cruà pà?
@ felix
perche ? gianni e sempre depressivo ?
@ gianni
in questo caso “fare il terzo” non puo essere una cosa buona…
Accettiamo sulle nostre frequenze ogni sorta di messaggio (appuntamenti, dediche per compleanni, anniversari di nozze), accoppiato alla canzone del cuore. Qui a Capodistria invece non abbiamo ancora il personale per i casi patetici (ma c’è il 113, o la De Filippis)
Caro Dott. Deleuze, nessun imperativo (im)morale: combattere la depressione, non significa per forza voler essere felici: anche perché, voler essere felici a tutti i costi, è la peggior forma di depressione.
Il problema del Dott. Biondillo, a quanto mi è dato capire, non sta propriamente in questi termini: egli è solo in una fase della sua nobile esistenza nella quale avverte in modo stringente la “mancanza”: ma non mi chieda di “cosa”, sto ancora analizzando le “tracce” poetiche che ha fin qui seminato. Credo di essere sulla buona strada…
the c/o is when bion “Dillo!”: fujetavenne, come disse Eduardo interrogatolo su Naples. Danghiù so so match point off. Spegni ‘sta cazz e sicariettola… appesti a stanza dde fumm.
Ei fu
siccome immobile
dato il mortal sospiro
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro
accussì…
ecco il de pre sso. Ah, no.
Scusate, ho sbagliato: questo depresso è quando la capa è malatissima, come la mala sanità, ma più malata ancora. Ma di più. Una malattia pleonastica. Una Napoli dove sparano con proiettili nucleari. Una patia oftalmica che tutto l’orizzonte è a zig zag. Così è il depresso.
Ciao Azira! Quanto tempo…
ciao, io, ma sei proprio tu?
Il treno tardava ad arrivare ed i minuti scorrevano lenti come le lancette dell’orologio le cui batterie si sono scaricate. Il capostazione mi guardò e sorridendo della mia impazienza mi battè sulla spalla dicendo: “È depresso, ma non soppresso”.
È più facile che attraverso la cruna di un ago passi un cammello che il filo di un depresso mentre cerca di attaccarsi un bottone.
Gianni, pronto, pronto!!!!! Gianni?!?!?!?
Tuuuu, tuuuu, tuuuu
Gianni!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
(Cuneo ci attende, wow!)
E chi se no? Divertita ieri?
biondillo è un architetto e io so di cosa sta parlando.
guardi signor tash che ormai lo sanno tutti: il dottor biondillo è in crisi perché il mio padrone (e paroliere di fiducia) gli ha chiesto il progetto per una villa in quel di quarto oggiaro: se accetta si sputtana agli occhi della nazione indiana; se rifiuta, ha perso l’occasione della sua vita per avere qualcosa di più spazioso di un monolocale.
l’architetto non può sputtanarsi di fronte a nessuno, perché è, già per statuto, una puttana pronta a tutto.
qualora non fosse diaposto ad esserlo, meglio cambi mestiere da subito.
leggi “disposto” invece di “diasposto”.
Io parteciperò al ramadam del depresso, depressi dall’alba al tramonto, di notte felicità con moderazione