La settimana del depresso 2

di Gianni Biondillo

 

La magia delle piccole cose
mi fa schifo: ci sono destinato!

*** 

Non professate il suicidio alla Cioran
ché pure lui è morto di vecchiaia…

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24 Commenti

  1. Noi futuristi vogliamo guarire le razze latine, e specialmente la nostra, dal dolore cosciente, lue passatista aggravata dal romanticismo cronico, dall’affettività mostruosa e dal sentimentalismo pietoso che deprimono ogni italiano. Vogliamo perciò sistematicamente:
    1) Distruggere il fantasma romantico ossessionante e doloroso delle cose dette gravi, estraendone e sviluppandone il ridicolo, col sussidio delle scienze, delle arti, della scuola.
    2) Combattere il dolore fisico e morale con la parodia[…]
    6) Sostituire l’uso dei profumi con quello dei puzzi. Fate invadere un salone da ballo da un odore fresco di rose e voi lo cullerete in un vano passeggero sorriso, fatelo invadere da quello più profondo della merda (profondità umana stupidamente misconosciuta) e voi lo farete agitare nell’ilarità, nella gioia.
    Voi prendete ai fiori le loro cime, i loro petali: siete dei superficiali; essi vi domandano quello che ci avete in fondo al vostro corpo di più intimo, di più maturo per la loro felicità: sono più profondi di voi.
    12) Trasformare i manicomi in scuole di pefezionamento per le nuove generazioni

    da “Il controdolore” di A. Palazzeschi

  2. legalizzare il suicidio.

    smettere di avere la presunzione di guarire i folli.

    annoiarsi alla sola idea di eternità

    legalizzare le caramelle frizzanti gusto frutta.

    provare ad essere un elefante che si trova improvvisamente davanti uno specchio

    provare ad essere una mucca. pazza.

    un suicidio alla Caraco è una forma di coerenza

    tenere presente che quando ti appioppano un codice colorato (qualunque sia il colore) al pronto soccorso, non si sa mai come va a finire

    se uno proprio deve suicidarsi lo faccia avendo cura di riuscirci per non onerare con la sua stupidità un reparto rianimazione

    se ci cade una miseria che riteniamo preziosa, raccogliere anche tutte le altre.

    non giocare sull’isola con la fame.
    la fame non appartiene a tutti,
    se proprio la si deve imparare, la fame, farsela insegnare da quei bambini che diventano pazzi di terrore e di fame e mangiano erba nemmeno troppo lontano da noi

    un saluto
    paola

  3. @Forlani
    Invece no.
    Tornare e ri-tornare sui propri passi, razzolare tra quello che si è tralasciato o si è buttato via pensando che non servisse, riconsiderare le proprie orme, i percorsi, le scelte, ri-posizionarsi alle forcazioni e magari decidere di nuovo da che parte andare, come si era fatto anni prima, però scegliendo l’altra strada.
    (da qualche tempo anch’io indulgo in pericolose et liceali metafore)

  4. L’esattezza del dubbio è percorso da Pascal. Forse rivisitazione anemista, forse obbligatorio confondersi nella società dell’epoca che era omicida per professione. Il deicidio o i deicidi singoli o a coppie di due, (capriole panteiste rinnegate,) e in ogni cosa e in ogni dove, (Pascal o forse Cioran ma chissà forse…). La rivisitazione obbligatoria scolastica nella scuola dell’obbligo, compie il resto. La realtà ci sorprende con la menzogna della verità.

  5. @tashtego

    la frase del Che l’ho adottata soprattutto in funzione di quelli che chiamerei “passaggio all’atto”. Ovvero credere in un progetto e portarlo fino in fondo. Dal punto di vista dell’eistenza sono dalla tua parte. Mi affascina per esempio l’idea Vichiana di corsi e ricorsi storici, o quella dell’eterno ritorno. Più di tutte l’idea di ritournelle da intendersi quasi come piccolo ritorno. Come per me Torino, quasi anagramma di ritorno. Anarchico conservatore vs comunista dandy :)
    efffeffe

  6. @ cara polvere

    “smettere di avere la presunzione di guarire i folli”

    +

    lasciare ai folli la presunzione di guarirci dalla nostra presunzione di esser sani.

    “e lampeggiava la ghiandola pineale!”

  7. Oh cara polvere,
    touché!
    Ecco una delle ragioni di una grave depressione nel 90% dei casi, ovviamente ogni riferimento è puramente casuale, non indago nemmeno nei drammi dell’illustre Biondillo…
    io e i mei colleghi con qualche rotella un po’ più autonoma delle altre, pensavamo ad una terapia stile mega pigiama – party…ovviamente siete tutti invitati!!!

    Ps: esimio Paolo Crepet, non so su chi stia zummando (attenta alle spalle, Cara Polvere), di certo non a me con quel “piccole cosce”, le mie sono lunghissime ;-) alta mt 1,73 x 53 kg peso, sulle misure sorvolo, capirà, non molto abbondanti :-(

  8. Stop
    with your feet on the air and your head on the ground
    try this trick and spin it, yeah
    your head will collapse if there’s nothing in it
    and you’ll ask yourself
    where is my mind? where is my mind? where is my mind?
    way out in the water, see it swimming

    (Mr. Frank Black & the Pixies)

  9. @fk

    a chi rispondo? alla f o alla k? sono in simbiosi o ognuna per conto suo?
    non so riconoscere le sigle dei nick come lei non sa riconoscere l’autentica e cara polvere.
    la polvere non passeggia, ma si disperde e senza disperdere, custodisce.
    e poi tra le bischerate (alcune molto balorde, me ne dia atto ) che si leggono, perchè intralcerebbero il suo gusto raffinato proprio le mie, che sono quanto di meno offensivo e ad personam possibile?
    ma forse lo so.
    sarà per via dell’interiore conflitto letterario tra la f e la k.
    k? o allergia? o chi disprezza, compra?
    lei è un aspirapolvere molto ma molto antidemocratico e senza il senso della misura, mi pare.
    un saluto
    paola

  10. Non so come la pensa Georgia in proposito, ma io nutro per lei una grande ammirazione e, se fossi un uomo, credo proprio che la corteggerei…in bocca al lupo ;-)

  11. Cosa c’entrano le idiozie ad personam? Le idiozie sono idiozie, e scrivere che bisgnerebbe legalizzare il suicidio, per dirne una, è una idiozia di proporzioni gigantesche. Non fa ridere, fa solo pena. Come il suo nick. FK lo sa benissimo cosa vuol dire, non faccia la spiritosa.

  12. legalizzare il suicidio. ahahahah! e allora?
    dove starebbe l’idiozia che le ha fatto tremare i polsi???
    è un controsenso. il suicidio è sempre legale
    lagale ad libitum.
    legale perchè mai punibile venendo a morire l’imputato.
    sono passati anche quei tempi dei processi ai morti

    si legge ben di peggio.
    certe battutaccie e cadute di stile su temi d’attualità davvero scottanti.
    cioran stesso scrive di peggio. se lo legga.
    mio padre si è suicidato e giace in terra consacrata (è lì che va la cara polvere ogni tanto anche senza il suo gentile invito di cui sopra sopra)
    .. nemmeno per la Chiesa è più un atto illegale.
    suvvia.
    lei mi dà dell’idiota così come beve un bicchiere d’acqua fresca.
    mah. non crede che le urga una piccola riflessione?

    paola.

  13. @fk (II)

    correzione —> battutacce

    in quanto alla pena, caro signor fk è affar suo e del suo intellettualmente avanguardistico modo d’esprimere i dissensi che è limitato alle offese personali.
    mi ha trattata peggio di un troll:-)

    in quanto al mezzo imperativo di non fare la spiritosa (mezzo perchè mancante d’esclamazione), guardi…
    mi autotasserò ad ogni battuta che mi sembrerà tale. contento?

    ps: e bandendo le ciance, si ricordi che si cerca di legalizzare il suicidio assistito per i malati terminali.
    potrebbe essere un delicato tema di discussione, qui.

    paola

  14. ho scoperto di avere una nuova sorella : maria che sta valendo

    cmq a chi interessasse ossessionarsi con il delirio romantico del depresso, a Verona c’è una bellissima mostra sulla malinconia. tutti i pittori che in qualche modo l’hanno ritratta.

  15. bellissima anche quella vista a Parigi (è la stessa?)
    effeffe
    ps
    Georgia è anche il nome della protagonista dell’ultimo film di Tornatore, Sconosciuta, un film che ho amato molto. Concordo con Maria, tutti pazzi per Georgia

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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