Anna Politkovskaya (1958-2006)

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Per poter leggere tutti gli articoli di Anna Politkovskaya apparsi su Internazionale collegarsi qui.

Mirumir traduce oggi l’inedito “una condannata” della Politkovskaja apparso ieri sul Guardian.

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12 Commenti

  1. Luisa, non facciamo i funerali in anticipo, aumenta solo l’insicurezza dele persone che vengono minacciate. Redeker vive sotto protezione in una località segreta, Saviano è vivissimo e conduce una esistenza normale.

  2. E va bene… quelli che lavorano e si fanno il cu*o muoiono più o meno in pace senza troppi disturbi, li piangiamo quando non ci sono più – uno tra tutti Pasolini – vogliamo le inchieste, documentazioni, prese di posizione… ma quando sono ancora vivi li lasciamo soli… Roberto Saviano cammina e si guarda intorno… racconta quello che vede… non lascia nulla in sospeso… conosce i nomi e li indica… altro che eroi e medagliette. E’ un uomo!

  3. @ jan
    certo non voglio fare funerali in anticipo, solo osservare che per un motivo o un altre en europa la liberta di espressione e gravemente colpita. So che non e nuovo ma non e un motivo per stare zitto anche per redeker nonostante la sua protezione.

  4. @jan
    Il Tg5, la stampa e la comunità accademica hanno stigmatizzato le intimidazioni a Roberto Saviano. Ma non basta sensibilizzare l’opinione pubblica. Prima o poi i giornali abbasseranno la guardia. Per questo va bene la scorta, ma non basta. Lo Stato deve mettere Saviano nella condizione di continuare a svolgere il suo lavoro.

    I politici e le Forze dell’Ordine devono proteggere chi vive inseguito, braccato, minacciato. Non bastano il coraggio della cittadinanza e la mobilitazione del Branco, è lo Stato che deve fare la sua parte.
    Il messaggio deve essere chiaro: questo non si tocca. Un’altra telefonata e scatterà la ritorsione: magari un bel sequestro preventivo di ville abusive e cocaina. Qualche tonnellata di euro in meno. Sappiamo chi siete, conosciamo nomi e cognomi. Verremo a prendervi nella Jacuzzi mentre la pupa vi spupazza il pupo. Palle mosce. Omini ‘e merd’.

    Aspettiamo che la notizia si sgonfi, che la campagna stampa faccia il suo corso, poi avanti nel sottobosco camorrista. La Pula attivi la sua rete di pentiti, pappa e spacciatori, vediamo dove ci portano gli informatori. Mettiamo le manette al corvo che si diverte a gracchiare per telefono. Uno uscirà, basta pescare nel mucchio e pestare con qualche trucco.

    Nell’ombra, qualcuno sta osservando, aspetta una reazione. Forse teme il pugno della legalità. Non deve semplicemente temerlo, deve essere certo di prenderlo, possibilmente in piena faccia. Circondate i Casalesi. I diritti civili Sandokan se li deve guadagnare. E un’altra cosa. Visto che ormai si parla di bestseller, l’editore di Gomorra pensi a difendere i diritti dei suo autore (security, agenzie investigative, intelligence privata). La legalità prima delle letteratura.

  5. Segnalo a chi interessato che Claudio Napoli ha tradotto per http://www.sguardomobile.it uno degli articoli più importanti della Politkovskaja sulla questione cecena (di cui Internazionale aveva pubblicato le conclusioni propositive) e un pezzo di commento di Oleg Kashin uscito su “Vzgljad” nei giorni successivi all’omicidio.

  6. Perchè per la Sgrena, per fortuna viva e vegeta, si è mobilitato l’impossibile e per la Politkovskaja si è detto così poco? Mi riferisco alla tv e alla politica. Spero sia solo questione di tempistiche televisive e che presto arrivino anche a noi corposi reportage su quello che cercava, ha trovato e per cui è stata uccisa. Ho la sensazione che politica e televisione siano sempre più colpevolmente in ritardo rispetto alla testa delle persone.

  7. @ dominique
    penso che la tempistica televisiva c’entri poco, è di indifferenza che si tratta. ad esempio, mi domando, come mai il blog di NI sulla giornalista russa sia così povero di commenti? vedi, siamo noi i primi a fare e dire poco, non imputiamo ad altri colpe nostre…

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gianni biondillo
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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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