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Bacheca di settembre 2006

Se vuoi, puoi usare i commenti qui sotto come spazio per segnalazioni e discussioni a tema libero durante il mese.

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189 Commenti

  1. qualcuno mi sa spiegare come registrarsi al sito? (o si commenta solamente?)…mi hanno suggerito di consigliare ad un certo Jan, ma chiunque può rispondere, ovviamente.

  2. Cioè, quello che io intendo è: come si fa a diventare uno di quelli che pubblicano gli articoli sulla home page?…che poi sarebbero quelli pubblicati in carte, mosse ecc…

  3. @ Alfonso

    Il “gradus ad Parnassum” per diventare autore di NI credo sia quello di mangiare “pane e cipolla selvatica” per un sacco di tempo (come dice Evgenij Evtushenko nella sua poesia “Sono di razza siberiana”). A meno che___

    cp

  4. …l’anno scorso, quando siamo andati a Castellazzo con quella macchina imprestata, non imprestata. Per riconoscerla hai guardato la targa. Ti sei avvicinato così e hai detto, sì, questa è la mia, perchè finiva in PT o PR che è uguale…quando mi hanno detto che la targa non si poteva scegliere sono stata in ansia per una settimana prima di andare dal concessionario perchè poteva capitarmi in sorte una targa con la sigla sbagliata. Invece è tutt’altra cosa, per fortuna, non c’entra niente. Ma mi ero fatta un piano: se quello al telefono mi avesse pronunciato una targa indesiderata io gli avrei detto: questa la dia al prossimo che deve immatricolare, io aspetto quella successiva. Lei ne deve immatricolare ogni due per tre. Troverà uno che non gliene frega niente della P…

  5. Non credo sia semplice entrare a far parte degli autori di NI, come di molti altri blog collettivi peraltro. Sono rarissimi i blog collettivi che accettano “iscrizioni” da chi ne fa richiesta. In genere ogni blog collettivo ha un momento aggregante, fondante, di carattere extravirtuale. Sono in genere, nel caso dei blog letterari, gruppi di scrittori o intellettuali che si conoscono per altre vie. Dovresti in qualche maniera metterti in contatto con qualcuno degli autori e parlarne. Se hai delle qualità può darsi che ti prendano in considerazione. Se sei uno scrittore già affermato, ritengo che sia più facile. Altro non posso dirti, né posso aiutarti in alcun modo.

    Tante care cose.
    cp

  6. Settembre .Un concerto dimenticato
    Ero al concerto di Pollini e vi invio qualche impressione fugace dato lo smarrimento che provoca un’emozione così forte. Possibile che la musica interpretata dal Maestro materializzi la Storia al punto da vedere nei suoni il lacerarsi e l’oltraggio della violenza di questi anni?
    Una partitura esemplare ma nevrotica nel programma cantato. Tempus fugit e può trascolorare nel rubato. Poi la partitura torna esemplare nella rappresentazione del Secolo.
    Le note sono d’acqua di cristallo scavate nel greto dell’Adige sul Passo di Resia, scivolano sul pietrisco muovendo lentamente l’esistenza. Guadagnano uno sguardo d’arcobaleno sul fogliame primaverile e poi lambiscono roseti della laguna. Nella gloria degli applausi lo sguardo silenzioso indica lo strumento musicale che chiama al cospetto interiore l’amore che si espande nel grido della rivoluzione.
    Il rigore di questi eventi richiama responsabilità e dignità individuale scolpite dalla fratellanza di degli esseri pensanti.
    Quando sui materiali esistenti dalla genesi si abbatte la forza creativa, l’ala, vortice del sigillo si espande nello spazio.
    La matrice comune e seriale è il fluire del linguaggio, come ricerca di quel germe comune e concreto disperso nei corsi d’acqua e ricomposto nelle confluenze native.
    L’artista ha raccolto nei suoi lunghi viaggi musicali, oggetti totemici, aggregati in un nuovo ordine delle cose da esporre come stilemi aerei.
    Parole vane. Impossibile descrivere questa forza che ci trascina sulle strade del mondo.

  7. Penso che se mandi l’articolo ad un qualche membro “ufficiale”, e questo lo apprezza, non dovrebbe aver alcun problema a pubblicartelo su N.I. D’altra parte se tu dovessi scrivere cose talmente “scomode” da pregiudicarne la pubblicazione per motivi “ideologici”, a dispetto di una indubitabile qualità intellettuale e letteraria, puoi sempre prenderti un blog, infiocchettarlo come si deve, e poi venir qui negli spazi commento a segnalare il link, battendo magari la grancassa anche negli altri lit-blog. Tutti noi andremmo sicuramente a leggere l’articolo “cassato” e, nel caso di ingiustizia palese, redarguiremmo senza alcuna misericordia la redazione, chiedendo la tua immediata integrazione in pianta stabile. Fidati!

  8. “per i vietnamiti uccidere una balena porta molte sciagure”

    “avere sul muro della propria casa una vigna vergine (pianta ornamentale rampicante originaria del Giappone) porta fortuna agli abitanti ma se essa viene a morire ecco che porta malasorte e difficoltà finanziarie”

    dal bellissimo libro “Le livre des superstitions” di Eloise Mozzani

    un saluto
    paola

  9. “per i vietnamiti uccidere una balena porta molte sciagure”

    azz, a saperlo prima! :-)
    Mi chiedo come faccia un popolo a mettersi alla caccia di balene e al tempo stesso sviluppare una credenza simile. Insomma non è che la si uccide per sbaglio una balena.

    Ma era una scusa per salutare paola: ma sul tuo blog per commentare bisogna iscriversi a tiscali? Se sì ti consiglierei di passare a splinder (sempre che tu li voglia, i commenti :-)

  10. @ wovoka

    a VUNG TAO
    Nota anche come Capo St. Jacques o baia delle barche,
    Lang Ca Ong: o tempio delle balene, al cui culto è dedicato

    p.s: grazie del pensiero e dei saluti che ricambio.
    il sistema di commento su tiscali è barboso, lo so.
    potrei traslocare su splinder dove ho già uno spazio ma mi scoccia che per attivare il servizio di pubblicazione foto occorra spedire un sms… ci penserò.
    a rileggerci
    paola

  11. ecco. riporto la richiesta di sms per pubblicazione foto.
    e la privacy?
    mah.

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    Profilo Password Email Cellulare Privacy [?] Cellulare : Una volta inserito il tuo numero ti sara’ richiesto di inviare un SMS con un codice di conferma, dal cellulare specificato. Il tuo numero di cellulare non sara’ visibile e non sara’ utilizzato per invio di messaggi indesiderati.

    Il tuo numero di cellulare:Inserisci il numero nel formato internazionale con l’indicativo dell’Italia +39
    ——————————————————————————–

    Inserisci nuovamente il tuo numero di cellulare:Inserisci il numero nel formato internazionale con l’indicativo dell’Italia +39

  12. Approfitto di questo spazio per inviare ancora un saluto a tutti la Nazione. E, naturalmente, a coloro che in questi anni ho incontrato in questo spazio. Come era facile immaginare, per questioni di tempo sono uscito da NI. Abbracci a tutti.

  13. Ciao Jacopo, e grazie di tutto. Come ti abbiamo già detto, puoi tornare quando vuoi. Un abbraccio a te,

  14. DAL FRONTE SICURAMENTE OCCIDENTALE

    sui campi fatti di telecamere
    e obiettivi
    traghettati nei pantani
    sui divani

    dove le torce della riscossa
    parlano linguaggi mediatici
    e spruzzi di cannoni
    e elicotteri e bombe
    e sermoni
    snocciolati
    appesi a trombe distanti

    lungo il filo delle belle
    bugie
    fantasie di fanciullezza che tocca
    oggetti e desideri
    siringhe dell’occidente e malattie

    i solari gemiti della terra
    portano in alto le vendette
    e le vedette dalla torre intimano
    l’alt ai sorrisi

    in tutto questo
    nascono ancora bambine e bambini

    b!

    Nunzio Festa

  15. Nasce “L’Attenzione”

    Rivista fondata da
    Fabiano Alborghetti – Fabrizio Centofanti – Marco Guzzi – Gian Ruggero Manzoni- Massimo Orgiazzi – Antonella Pizzo – Alessandro Ramberti – Massimo Sannelli.

    L’Attenzione è una nuova rivista letteraria che nasce come spazio nella Rete delle Reti ma indirizzata alla creazione di uno spazio umano per una rinata responsabilità di lettura della realtà attraverso molteplici mezzi di condivisione. Due i problemi cruciali da cui parte: l’eticità dell’arte e il ruolo della cultura, e quindi delle tradizioni e delle radici europee, nell’attuale vita intellettuale e sociale. Nell’era della dispersione informativa globale, delle forzature massmediatiche e dell’oligopolio editoriale, muoviamo i primi passi per tentare di guarire la frammentazione dell’odierno dibattito letterario e culturale tanto quanto per dismetterne l’autoreferenzialità.

    http://www.lattenzione.com

    postmaster@lattenzione.com

  16. sui campi fatti di telecamere
    e obiettivi
    traghettati nei pantani
    sui divani

    *sui campi fatti di grandangoli e vedute panoramiche
    ascetiche mire di grasse fattispecie al riparo
    inventando chirurgie mistiche e ostie catodiche
    loro sono quelli i sonanti che reggono l’obiettivo

    dove le torce della riscossa
    parlano linguaggi mediatici
    e spruzzi di cannoni
    e elicotteri e bombe
    e sermoni
    snocciolati
    appesi a trombe distanti

    *in attivo
    attivo viagra molecolare, calcestruzzo ghiandolare,
    eppure ci piacciono sventolando fazzoletti dagli occhi
    penduli e velopendoli a orrori famosi tra malmignatte
    tartine burrose e cola ghiacciata
    tartina guastata, la dignitosi diagnosticata

    lungo il filo delle belle
    bugie
    fantasie di fanciullezza che tocca
    oggetti e desideri
    siringhe dell’occidente e malattie

    *eppure il fico da frutti maturi sotto le bombe
    e scoregge bellissime fanno i fiotti sani
    dei vulcani marini, ancora e ancora
    possano le bombe esprimere il coito
    galattico del nucleo spiritato
    intelligentemente scisso e decaffeinato

    i solari gemiti della terra
    portano in alto le vendette
    e le vedette dalla torre intimano
    l’alt ai sorrisi

    *in alto le vette forse le tette della disperazione
    del mediatico burlone che dorme con un occhio
    al tifone e quivi cataratte di sangue come fiori
    rossi in preghiera chissenefotte della desolazione
    dell’interpunzione
    tra giusto e sbagliato. il terrore.

    in tutto questo
    nascono ancora bambine e bambini

    *il terrore di nascere bambino o bambina è tutto
    perpendicolare al cuore.
    ancora una bomba. ancora una farfalla bianca
    che non si lascia scrivere.
    ciao

  17. @ redazione di “L’Attenzione”

    che bello. che eccitazione da forchetta sotto calamita.
    arrivano i taumaturghi della letteratura.
    coloro che tracheotomizzeranno i poeti senza che sia necessario, queli che cementeranno la secolare acidità umorale dei letterati.
    coloro che con la bacchetta arguta del loro intellettualoidismo laureato in male e in bene DISMETTERANNO l’autoreferenzialita.
    l’arte nasce referenziale e mai con lode.
    tutto quello che è dopo, è dopo. il lettore, il guardone, il critico. dopo.
    a new york vito acconci si masturbò per tre settimane sotto una scala parlando al pubblico attraverso un magafono.
    ora non mi viene in mente niente di più referenziale del rapporto uomo/suo apparato genitale.
    DISMETTERE l’autoreferenzialità è castrare la possibilità alle deiezioni emotive di in-autodefinirsi.
    dismettere l’autoreferenzialità nell’arte è come segare il becco all’aquila. è come strappare le mammelle all’ordine dei mammalia.
    DISMETTERE l’autoreferenzialità è come aprire un supermercato che ingoierà con le sue allettanti mistificazioni
    cervelli igroscopici abituati a usare la maschera ad ossigeno e un nick name tra le lenzuola.

    diffido sempre da chi vuole operare chirurgicamente su pelli così devastate e affascinananti nel contempo quali sono la poesia, la letteratura in genere
    ogni tanto arrivano quattro maghi merlini che pensano di essere al decimo dan (e clan) di conoscenza sicura delle tecniche di castrazione dell’immondezzaio dell’anima semmai fosse questa a dettare gli estremi testamentari dell’apocalisse congiunta cuore amore etcetera e non il culo.
    niente di interessante, solita roba. ma ok. ok. divertitevi.
    ciao
    paola

  18. …a Tarascona, mentre ti facevi la barba, io mi stavo vestendo, ti sei girato verso di me, ancora con la schiuma sulla faccia, non voglio sbagliare le parole, mi hai detto ” se dovesse succedere ancora sarebbe solo per scopare”. Volevi dirmi in quel momento che tutto quel che c’era stato prima ti sembrava esaurito…in quel momento mi sembrava già un grosso passo avanti…mi sentivo gratificata. Mi sentivo già chissà chi…

  19. “a new york vito acconci si masturbò per tre settimane sotto una scala parlando al pubblico attraverso un megafono”.

    Ma a Roma Bastianazzi Ugo si masturbò per tre decenni nel cesso del sotto scala in portineria, senza parlare a nessuno (mediante nessun mezzo elettronico o naturale): secondo me questo è ancora più auto-referenziale del gesto, pur moolto significativo, dell’acconci vito a new york, perché totalmente privo di ogni speranza, fosse solo quella di essere citato su NI da cara polvere.

  20. bastianazzi ugo è il prototipo popolare, l’archetipo secolare, il modello base del progresso tecno(oo)onanistico di tutti gli autorefenziali artistmasturbatori (coloro che possiedono la poetica meno priva di finti moralismi e di analisi maniacali) da pozzo, da sottoscala, da portineria , da cesso di casa, da sotto la coperta di mezza estate, da sotto il piumino di gomma da mezzo inverno al quale bastianazzi ugo, portinaio, vito acconci si è ispirato, meritorio non del fatto in se ma di avere messo mano sull’ idea della solitudine amatoriale, sul parossismo perverso dell’essere due volte dentro e fuori in una consolazione dolce-amara come un’eutanasia.
    (se trova qualche altro portinaio che si sollazza in nozze d’oro con i suoi artifici genitali mi passi la notizia. grazie.
    un saluto
    paola

  21. bastianazzi ugo ne sapeva poco del parossismo di essere due volte dentro e fuori in una consolazione dolce-amara come un’eutanasia.
    non aveva fatto il classico ma solo l’avviamento professionale.
    ed io con lui.
    sodale.

  22. si signor tashengo. si.
    io ho solo il diploma di terza media.
    sto peggio del bastianazzi e di lei, dunque, se la misuriamo a botte diplomatiche… e di solito opero nel cesso comune perchè non ho un sottoscala tutto mio.
    alas.

  23. …alla sera c’è stata la telefonata. Eri folle di astinenza. Non ne potevi più di chiamarla. Mi manchi tanto, tanto…e dimmi cosa fai, dove sei…e poi ti sei chiuso di là in bagno. Lei diceva non ci credo. Sì, sono in casa. Telefono da casa. E lei non ci credeva…Le sembrava una prova d’amore sconsiderata…E tu che dicevi guarda che vengo…era fuori con la ditta a fare l’ entraineuse. Tu l’ immaginavi in mezzo ai maschi. Le dicevi guarda che vengo lì. Come sei simpatica. Ti faceva ridere…

  24. conversazione surrealsituazionista catturata in una biblioteca, oggi:

    – com’è? si fa una tessera annuale?
    – diciamo che è una tessera personale…
    – ah, ho capito…
    – nel senso che se viene suo figlio, e usa il computer è automatico che si devono avere due password eccetera…
    – ah, giusto, giusto

    (il discorso tecnologico, anche vuoto e nebuloso, ma detto con sicurezza, mette sempre in una condizione di inferiorità chi ascolta)

    aboliamo tutte le scuole
    aboliamo la scrittura
    non leggete più

    cp

  25. “aboliamo tutte le scuole” ovviamente non voleva essere uno slogan originale. era solo una provocazione. Ricordo che anche, l’ormai ipercitato Pasolini (ma se lo è ci sarà un motivo, no? Strana la vita. Io, che non ne ho mai condiviso alcune prese di posizione pseudo-politiche, mi trovo quasi sempre a citarlo. La forza delle idee, che quando vengono rese pubbliche non ci appartengono più e diventano patrimonio collettivo. Pasolini, pallida madre…) scriveva, in un suo celeberrimo articolo sul corriere, “aboliamo la scuola dell’obbligo e la tv” (http://www.corriere.it/speciali/pasolini/scuola.html). Penso che oggi P. avrebbe scritto i suoi articoli anche su NI.
    cp

  26. Oggi a Venezia (Biennale d’Arte Cinematografica) il regista italiano Gianni Amelio ha dichiarato (in un’intervista) una bella cosa: “Sono pansessuale”.

  27. Certo, è fondamentale
    per il cinema italiano sapere
    con chi Gianni Amelio va a scopare.
    Sarbbe interessente anche sapere
    quanto sperma fuoriesce
    durante le sue eiaculazioni.
    (S)essere e (di)venire.

    cp

  28. FINESTRA X

    Gialla rossa formosa soda profumata con le chiappe al vento vive sull’albero la mela.

    E’ moderno il melo e lascia che i suoi frutti fluttuino tra i rami, corrano si rincorrano

    si intreccino si ingarbuglino, poi esausti tornino a dormire su di lei.

    Su tappeto di castagne adagiate su foglie morte tra betulle assonnate, rami spezzati

    dal vento piccoli gianin corrono su terra umida piegata all’autunno.

    Luce filtra nel bosco giallo rossiccio ocra, solleva i gianin e con delicatezza uno ad uno

    li porta sul melo.

    Questo è un grande albero che da anni vive in un vigneto, le viti sono le sue damigelle

    e i papaveri sciolti tra l’erba danno serenità alla sua giornata.

    Prima della vendemmia arrivano i gianin, quando i trattamenti alle viti sono finiti e

    non c’è più pericolo per i piccoli ospiti.

    Da millenni i gianin sono ospiti graditi delle mele.

    La mela con il suo amico è pronta per partire.

    La stagione va verso il freddo cosa meglio di una bella vetrina in città.

    Il melo è contrariato da questa scelta.

    Vivrai in una stanza di vetro, sarai osservata da tutti, ti vorranno possedere

    sarai lì ferma impossibilitata in ogni movimento soggiogata ad un padrone che

    ti può vendere al primo che ti desidera.

    Finchè gianin sarà con me non avrò paura, nessuno compra una mela con ospite.

    Passano avanti alla vetrina colori grigio chiaro e scuro, rosso corsa, verde bottiglia,

    blu cielo.

    I colori mi amano non hanno mai visto una mela bella come me cresciuta in un

    vigneto, non hanno neppure visto un vigneto.

    Pensava questo quando entrarono nella vetrina tre 111 ceffi lance di mal

    augurio.

    Chi tra queste mele non è vergine disse un 1, chi ha il gianin disse un 1 altro.

    Le mele di serra gassate fino all’impossibile dissero……..

    C’è solo quella viene dal vigneto . ……è posseduta dal gianin.

    Le mele rispose con sicurezza lei per millenni hanno accettato i gianin ,

    se così non fosse si sarebbero creato porco mondo una buccia come le arance.

    Chi siete ?

    Siamo il Nucleo anti gianin i “N A G”.

    Gianin è un amico

    gianin non è una truffa

    gianin porta il mondo nella mela

    gianin è vita nella mela.

    I 111 questo è un reato!!! anzi più reati!!!

    La mela se vuole stare in vetrina non ha da tenere gianin alcun e se questo è entrato

    deve sopprimerlo.

    I reati sono:

    Azione premeditata nel mantenere in vita gianin

    La mela non è della mela appartiene allo stato

    Truffa e peculato.

    Per il gianin i reati sono:

    Abuso della professione di ingegnere, ha costruito nella mela tunnel e locali per civile

    abitazione.

    I 111 hanno lanciato ventaglio di acciaio nel cuore della mela.

    Torneremo per applicare la giusta punizione, che tu mela putrida immonda ti sei

    meritata.

    La notte fu

    sonno perturbato

    danza di sogni

    incalzante corrucciata notte

    come in un mare in burrasca fluttua

    tra lenzuola cuscino e materasso,

    letto in tempesta.

    Avanti gridò salta fuori NAG notturno

    ti voglio vedere

    sei o no il compagno di questa mia notte?

    chi ti ha mandato?

    sei un sogno una bolla inventata vagheggiata

    o sei nulla?

    Ti voglio vedere!

    Pentimento sale tra le altre mele “non era tradimento”.

    Ecco,

    ginestre

    gladioli

    lilla,

    offerte dalle compagne per consolare l’amica,

    riscaldano la vetrina.

    E’ colore profumo musica.

    Fiori rossi bianchi gialli viola

    incoraggiati incuriositi emanano

    essenze fragranti.

    I petali si intrecciano intorno alla melagianin

    sale rapido conturbato il desiderio di giustizia.

    La mela viene messa sotto sequestro,

    dentro uno scatolone viene messa un po’di paglia come giaciglio,

    la scatola sigillata chiusa in armadio, starà lì fino alla sentenza del giudice.

    Non posso credere! impossibile, assurdo, ripeteva la mela al suo amico sempre più mortificato.

    Le notti poi quelle diventavano sempre più ansiogene, panico carico di elettricità correva dentro

    la scatola, la melagianin fu preda di allucinazioni, gianin e mela insieme gridarono,

    coraggio

    osa

    giovane incudine

    squarcia

    il cartone roccia e sentinella della nostra prigione

    dai luce.

    Sentiamo già giallo fervido sussurro percorrere la breccia,

    isolati dimenticati ascoltiamo

    ci respiriamo

    sognanti aspettiamo di essere liberi.

    Passarono mesi e mesi, la vita già pensava di abbandonare melagianin e unirsi

    a nuovi compagni meno sfigati.

    Un giorno senza preavviso 111 NAG abbigliamento informale per non farsi conoscere

    subito, grossa rivoltella per farsi capire subito, entrarono nella vetrina aprirono l’armadio

    dissequestrarono melagianin, siete fortunati, fecero pesanti considerazioni su tutti astiosi

    arroganti minacciarono, infine aggiunsero per il giudice una mela marcia come voi equivale

    a una buona.

    Meno male pensò melaginin.

    Vi terremo sotto controllo.

    Era giunto il vento della libertà.

    Si misero a cantare.

    “8 volante verso 9 piangente

    su 7 calante contro 1 perforante

    0 sibilante

    su 3 scrosciante contro 2 ventoso.

    Arcosgargiantemusicalerapidobaleno

    di numeri cantanti

    colorati gioiosi”.

    Era ora di festeggiare.

    Videro gialla luce uscire dalla taverna, furono invitati dal braciere ad entrare,

    calda l’aria chiusa da eccitate pareti

    voci colori

    corrono nella taverna

    nuotano

    tra fumo vino musica,

    percorso piacevole ondulante,

    incerta strada di allucinazioni

    tra tavoli sedie fino all’ultimo bicchiere

    per i nostri due amici.

    Pareva tutto risolto, ma il tarlo dell’inquietudine cominciava a farsi avanti.

    Le minacce dei 111 scavavano incertezze dubbi in melagianin……

    ……… dove vai sottile penetrante dubbio…..?

    Sei entrato nella nostra cripta continuavano a ripetersi.

    Il pensiero non regge più sopraffatto

    in un mare arruffato di paure.

    Tornarono nella taverna, al mattino è silenziosa calda quiete la percorre

    ma per i due amici ormai non è più tempo

    vagano nei ricordi

    che rotolano come valanghe sul loro alterato equilibrio.

    E’ giunta l’ora si dissero di far sapere ai 111 quanto male hanno fatto

    al nostro amore e poi lasceremo la vita.

    Calore rosso……rumina dentro……

    un esaltato nucleo guerriero

    si è sfasciato nei nostri boschi prati con arroganza ha

    calpestato margherite primule ranuncoli,

    doveva essere una sera serena.

    Si avviarono raggiunsero la montagna andarono a dissetarsi al torrente

    quando videro….

    un candido giglio ferito….

    cadere nel torrente, in soccorso giungono lucciole

    illuminano i vortici le rocce del torrente.

    Il fiore scivola veloce tra cristalli specchi di acqua.

    Abeti betulle castagni ai lati del torrente

    si inchinano per afferrarne il profumo.

    E’ già l’alba

    Colori amici svegliati dalle cicale risalgono

    il torrente per soccorrere i petali bianchi.

    Il torrente si immerge, scorre sotto la terra.

    E’ paura.

    Appare una grotta,

    stalattiti stalagmiti acqua in quiete

    il fiore è salvo .

    Melagianin ha visto.

    Gocce di argento cadono dalla volta.

    E’ vita per tutti.

  29. …è una settimana che devo scrivere un pezzo sul ventennale della sperimentazione musicale e non riesco perchè sono sempre presa dal tuo impero…entro domani devo fare quattro delibere. Due del collegio e due del consiglio. E poi non ho niente da dire stasera. Le sensazioni mie sono sempre le stesse. Non ho progredito di un passo in una settimana…quello a cui mi adatto di meno è di sentirmi fuori gioco. Spero che tu abbia capito. Cerco di mettermi i capelli così e i jeans…

  30. BREVE STORIA DELLA PLASTICA
    (1992)

    La plastica, signori, eccovi la vera plastica!
    La plastica è onesta, ha sempre avuto una sua etica rigida, fin troppo statica, così in equilibrio con se stessa da sembrare addirittura impenetrabile, distaccata e cinica. La plastica è forte, risoluta, forse un po’ dura a volte, ma sa darti sicurezza e quando meno te l’aspetti può diventare leggera, delicata: una scatola ludica, elastica, piena di inverni ed estati, di polimeri estetici, di veri versi ermetici. E’ eccentrica, si veste di molti colori, tutti i colori dell’arcobaleno!

    IDENTIFICAZIONE DELLA PLASTICA E SUO IMPIEGO, ovvero: cosa non si può fare della plastica!

    Si nasconde sotto svariate sembianze, la plastica ha mille volti! Si trasforma, cambia fisionomia.
    Tubi, tubi…rigidi, flessibili, imballaggi, pompe, pattumiere, corpi di filtri, arti, membrane e valvolette! Uso domestico e industria alimentare: pentole, padelle, coperchi e cuscinetti, ruotine per la pasta o la routine della pasta?
    La plastica è domestica, addomesticabile con facilità. A casa non dà fastidio, è pulita, non manda cattivi odori, se non quando qualcuno si diverte a torturarla col fuoco. Ma sopporta bene il dolore. Plastica stoica! Plastica eroica! Plastica erotica! Sadomasoplastica!

    *

    La plastica non ama parlare troppo, è sintetica! Ha uno stile di vita semplice, trasparente come il vetro, ma più resistente alle cadute, sa risollevarsi e con coraggio riprendere il cammino. E’ frivola e lieve se paragonata al metallo, ma al tempo stesso possiede una profondità tutta sua.

    POLI-OSSI-METILENE (POM): Pom! Pom! Pom! Ultraform, il termoplastico cristallino che non assorbe acqua. Il quasi metallo, l’ingranaggio, la molla, il rullo, la vite che brucia con fiamma bluastra! Pom, l’eretico!

    POLI-METIL-METACRILATO (PMMA): Plexiglas, l’invisibile! L’Invincibile cristallo, lente, fibra ottica, occhio di vetro infrangibile, catarifrangente, protesi tetra, bicchiere magico, stoviglia trasparente.

    POLI-TETRA-FLUORO-ETILENE (PTFE): Teflon, il flessibile, tenace, simile al corno! Il Paraffinoso al tatto, il difficilmente idrofilo, dalla ridotta resistenza meccanica e durezza, dal basso coefficiente d’attrito statico e dinamico: nessun effetto “stick-slip”! Non brucia! L’incombustibile, quasi anti-idrofilo, anti-adesivo isolante elettrico dei miei sogni!
    Attenzione: è proibito fumare nei locali di lavorazione! I trucioli e la polvere si decompongono in seguito all’accensione della sigaretta sviluppando nocivi vapori di fluoro.

    CLORURO DI POLIVINILE PLASTIFICATO: Trosiplast, l’epidermide opaca che non invecchia, maschera estetica , bambola, giocattolo, canotto pneumatico!
    Nell’acqua la plastica galleggia! La sua essenza non svanisce, non si perde; è tenace, non si scioglie come il sapone. L’acqua evapora, la plastica invece è immutabile nel tempo. E’ immortale!

    ACETATO DI CELLULOSA: Cellidor A, l’estere tenace, lente limpida, lampada di Aladino, riflettore, accendino, cannuccia, penna a sfera, tasto e telefono !

    *

    La plastica non ha un’anima, malgrado ciò è immortale! Evita di sprecare inutili risorse nella riproduzione, ignora i faticosi meccanismi di accoppiamento di noi mortali. Pratica, al contrario, una totale castità e non se ne lamenta affatto! Pura materia omogenea in superficie, differenziata all’interno in fitti reticoli di molecole elastiche, i suoi atomi sono i nostri!
    La plastica ha avuto un periodo epico. A quel tempo tutto era plastica: città, cibi, animali, parole, ideologie! Molti di noi possedevano organi in plastica: genitali, cervelli, cuori, polmoni. Era il paradiso artificiale… della plastica.

    *

    Le materie plastiche sono diventate sempre più numerose!

    Termoplastici fluorurati
    fusibili infiniti e fenoplasti
    smaglianti aminoplasti
    elastomeri ammaestrati
    resine varie e vernici di serie!
    La convivenza con la plastica è diventata quanto mai difficile. La sua presenza si fa sentire sempre più, non sa stare al suo posto, è appiccicosa, pesante, invadente. E` necessario liberarsi di questa figura opprimente.

    IL RIFIUTO DELLA PLASTICA

    (Smaltire, smaltire, si deve smaltire!)

    Miliardi di tappi
    di piccoli apparecchi
    palloncini protési
    pròtesi bicchieri
    quintali avariati
    di forme-bottigliette
    derivati della plastica
    lasciati sulla sabbia
    a riposare!

    *

    La plastica adesso si è ammalata. Patologia e panico della plastica!
    E’ asfittica, esausta, bianca in volto, prostrata, ha la prostata ipertrofica: è ipocondriaca. E’ un cataplasma in quarantena, ha una malattia infettiva. Con l’ultimo filo di voce lancia invettive! Ingurgita pasticche… di plastica. Piange! Pantomima della plastica. E’ gonfia, ha i bubboni, sta cambiando fisionomia, non ha il coraggio di guardarsi allo specchio! Si profila una catastrofe per la plastica. E` in atto una guerra…bioplastica! Un virus sconosciuto l’aggredisce, la divora, la rende umana, difettosa, materia divina che si fa carne deperibile, che va in putrefazione! Il microrganismo (plasticofago) penetra all’interno, si nasconde nei labirinti molecolari del tessuto plastico dove sviluppa il suo processo digestivo. Demolizione, consunzione, autofagocitosi della plastica.

    *

    METAMORFOSI DELLA PLASTICA

    Entrano in ebollizione
    le cellule plastiche
    della bambola eclettica
    si fondono
    si confondono
    parole lucide elastiche:
    la scatola ludica
    termicaermetica
    metrica che scoppia
    scherza con il fuoco
    ha occhi nuovi
    di luce spenta
    neoplastica.
    I suoi polimeri impazziti
    passano pomeriggi
    ad aspettare.

    *

    Nessuno al capezzale della plastica ammalata, ammaliata dal ricordo dell’antico splendore! Divinità invincibile e polimorfa, colabrodo lebbroso in agonia. Nessun parente, nemmeno lontano, solo resti estranei, fitte metastasi-macerie della plastica. La fine è ormai prossima. Ma quanta sofferenza! La plastica meritava tutto ciò? Questa cruenta consunzione, questo martirio della materia. E’ forse meglio accelerare la conclusione. Un’eutanasia della plastica? E’ comunque sarcastica fino alla fine, è la nuova plastica eclettica in fiamme, la neoplasia ellittica infame!

    *

    Dopo atroci sofferenze la plastica è spirata.

    TESTAMENTO DELLA PLASTICA

    In pieno possesso delle mie facoltà plastiche, affido a questi versi i miei polimeri residui : Teflon & Plexiglas, Ultraform e varianti. La scatola ludica si è rotta, la sintesi è conclusa.

  31. …Carlo quest’anno ci ha fatto impazzire. E’ il tipo che quando ha una fissa ti tormenta. L’anno scorso abbiamo fatto una prova di evacuazione. Il prof di sostegno
    gli ha detto, dobbiamo fare questa prova perchè c’è una bomba nella scuola. Da allora continua a dire ” preside, bomba” . Una volta sono andata nella sua classe. Stavo parlando coi ragazzi sulla porta e lui stava uscendo con l’insegnante di sostegno. Cominciava la sua sparata, ” preside, bomba” . Carlo, non c’è la bomba. E lui mi fa: è qui la bomba e mi mette una mano tra le gambe…

  32. …noi non ci siamo conosciuti sotto le gambe di una scrivania. Non abbiamo mica vissuto il tormento del proibito…posso provare a riguadagnare terreno col nocino fatto in casa…

  33. …nella farmacia di San Giovanni a Parma avevi acquistato con entusiasmo un vasetto di polvere di ginseng…mi aveva stupito il fatto che tu spendessi cinquantamila lire per la polvere di ginseng mentre brontolavi se spendevo diecimila lire per la tisana di piccioli di ciliegia…

  34. …odio tutti quelli che hanno conosciuto la mia fregatura. Non ho più voglia di essere in gamba. Io sono stata messa in discussione…

  35. Accidenti, quattro di fila… ma il nocino fatto in casa, no, quello no. E quando dimenticasti il lemoncello di mammà sotto il comodino… che pazzia… forse non era quella volta lì, forse non eri nemmeno tu…

  36. …era il periodo delle tesi geografiche. Dicevi che tornare da Bergamo è più corta se si passa da Lodi. Ed eri convinto e ti arrabbiavi con me che dicevo che era più lunga…come era stato possibile, dopo una cena a Bergamo, riuscire a far saltar fuori il dopo cena da quelle parti…proprio quella sera in cui potevo stare tranquilla. Almeno da come mi tenevi informata descrivendomi la strada che stavi facendo. Sono qui, sono là, vedo il castello, vedo il distributore. Sono nella Bergamo bassa, sono quasi arrivato, ormai vedo il ristorante. Ti devo salutare…e quindi la serata sembrava essere al sicuro…e invece quando sei arrivato a casa avevi i pantaloni tutti imbrattati… e tu mi avevi detto: è stato un vecchietto che mi ha schizzato. E’ passato nella pozzanghera e mi ha schizzato e poi mi ha chiesto scusa, era tutto mortificato…io mi ero messa a piangere perchè non era così che ti volevo. Preferivo che tu te ne andassi…

  37. …ti piace siglare i comportamenti,eh…Perchè è comodo. E’ utile. E’ comodo siglare attraverso una chiave. E quindi lo userò. Perchè serve avere delle chiavi…io non sono fatta csoì. Non uso molto i ferri…

  38. Fu allora che pensai fosse meglio andare dallo psicanalista, proprio quando gli italiani decisero di andare a suonare in Inghilterra e gli inglesi suonare in Italia, insomma come fanno i francesi… poi ti ho visto piangere e ho mangiiato un gelato pensando al primo appuntamento, così partii per Sion. Avrei preferito ascoltare del buon jazz… ma lo scooter non partiva…

  39. il nesso tra ideologia e democrazia è molto labile… Brecht diceva che la fragilità della memoria è la forza dell’uomo, può essere una chiave… non so a memoria nemmeno una canzone di Vecchioni, mannaggia…

  40. …le domande che ti faccio sono sciocche perchè le risposte non possono che essere prevedibili ed esattamente quelle che mi dai. Ma sono loro che premono. Dal fondo. E che hanno bisogno di venire fuori perchè io vacillo…

  41. …l’altro giorno mi hai detto qualcosa di tenue rispetto a un’impressione di non piacere che ti avevo fatto. Potevi dirmi che non ti ero piaciuta per niente…

  42. …se vuoi sapere, io navigo in un mare di insicurezza…perdo sempre il filo delle cose che dico. Me ne vengono sempre in mente delle altre. Credo di avere una forma mentis troppo ramificata…

  43. uh madonnasanta signora crampo lo zoppo canta, e facete cela almeno vedere a cuel discrazziato che se propio non glie l’ha volete dare. che se solo ciavrei io uno che mi guarderebbe sotto il tavolo che cosa mi mancasse più. epoi gesuggiuseppe signorina crampo, ma che bel nome che cia vete anche lei, che io volessi che mi diventerebbe la mia migliore amica così che mimpara un poco a scrivere che quando devo fare una corsa di frittura che voglio avere anchio un bucc che ce lanno tutti, seno’ a cuesti guiz non mi facessero piu partecipare più, che anche il signor paroloni é casceco e andato via. ho che bello cuesto posticino questa bacchetta di settembre cuando ce lei signor crampo, che credo sempre che lei mi sbaglio che se lei mi perdonasse non so.

  44. L’altro giorno trovai un filo borghese, romantico non saprei dire, pensavo fosse il filo della mia coerenza poi mi accorsi che era il filo delle cose che dici… ho provato ad arrotolarlo come Arianna… non ho ancora finito… è che continuo a perdermi tra i rami dell’albero…

  45. Ai dotti esercizi pseudo-letterari, fatti per soddisfare un esibizionista bisogno di autoaffermazione sociale, preferisco le persone semplici. In loro è ancora intatto un senso etico del vivere. Come quel tifoso romano che telefonando alla radio in diretta dice: “mi padre quanno è morto m’ha detto: semo ‘na famija de romanisti…”.
    La piccola cultura, sempre oggetto di sfruttamento da parte dell’arrogante capitale, guardata con disprezzo misto a compassione dalla casta degli intellettuali, si difende come può, sviluppando una sua scala di valori autonoma, primitiva, ma libera dal veleno e dall’ipocrisia della “grande” cultura. Evviva i “paria” del quotidiano.
    cp

  46. che bello poter dire un giorno, a proposito di voi atei materialisti peccatori:

    si sono mossi per andare tutti a messa in massa, anche la miss con mussi

    e così sia

  47. …oggi ho scritto nove pagine di protesta per la musicale, l’ennesimo decreto fionda e taglia, io ho due cattedre di pianoforte, una di chitarra, una di flauto, una di tromba: se gli strumenti sono quattro per corso, com’è che gli insegnanti sono cinque? ( il quinto insegnante è la Camisani Marina che mi aiuta a gestire la musicale come faceva prima la Delfini ) adesso il ministero vorrebbe che io riducessi il numero degli allievi, mi tagliano sei ore di pianoforte, sei l’anno prossimo, sei l’anno dopo, così sparisce la Camisani nel giro di tre anni; primo, non voglio perdere allievi, secondo non voglio perdere la Camisani ( l’altra è di ruolo ). Anche la Ottieri è brava ma non è una organizzatrice, è una trivella, mi tiene mezz’ora sul do di petto, le interessa l’informatica musicale ma le si spezza il cuore a non potere più insegnare nel modo classico del conservatorio, cioè? non mi trascinare in questa cosa se no mi suicido, allora io ho detto: piuttosto che perdere sei ore all’anno e morire così, visto che la regola sono quattro insegnanti per corso e io ne voglio cinque, chiedo due corsi così me ne danno otto, perchè io i numeri per fare due corsi ce li ho, hai capito adesso? …ti ho fatto una domanda stamattina: perchè dovrebbe essere lei quella che non ami più? Per quale ragione dovrebbe essere lei quella che non ami più e non invece io?…

  48. “Evviva i “paria” del quotidiano.”

    Sì, sì evviva i sub-umani del sabato sera e le nuove popolazioni mutanti delle notti bianche, evviva gli ominidi del web e la cultura gutturale!

  49. …quando mi cambio mi viene sempre in mente quello che mi avevi detto con stupore. Aveva un sangue scuro. Quando vedo il mio penso sempre che mi manchi qualcosa…pensiero ricorrente: vorrei che tu provassi per me quello che hai provato per un’altra…io sogno ancora ad occhi aperti di poterti ispirare tutte quelle cose che ti sono piaciute, ma poi mi dici che la mia bocca è quella della carpa mentre so che quella che ti piace è quella della pistrice…

  50. …giorno del salone della musica al Lingotto. Mi è piaciuto perchè l’hai chiamato Linguotto…peccato che poi pensi che ti vengano perchè sei stato ispirato da altri non da me…

  51. …non divaghiamo, sono venuta a Torino in un hotel di lusso, un po’ fuori mano, un po’ strano, per bere l’arneis?…

  52. …qui ha inizio il saggio sul minuetto del gambero…

    …che cazzo di minuetto! è stato il dies irae!…

    …una che avevi incontrato a Como, che abitava a Lomazzo, che si chiamava Stucchi, presa dall’elenco del personale, c’erano degli Stucchi a Lomazzo? sì, rispondeva uno che si scocciava…

  53. Mo basta
    pecchè si troppo strunzo pè parlà
    mo basta pè carità
    mo basta
    pecchè nun vale ‘a pena ‘e ce capì
    mo basta vide addo’ te n’haje i’
    ma che può sapè
    saglie ‘ncuollo a me
    e si siente friddo nun cadè
    pecchè è sempre accussì
    mo basta
    pecchè sto’ sulo e sulo nun voglio stà
    mo basta pè carità
    mo basta
    pecchè sto’ astritto e astritto nun se pò ghì
    mo basta
    e ghià nun me spunì
    no more-no more.

    Artist: Pino Daniele
    Album: Bella’mbriana
    Year: 1982
    Title: Mo Basta

  54. qwerty, immagino tu alluda a Oriana Fallaci. Nessuna perfidia, quando ho lasciato il commento non sapevo che era appena morta. E non mi piace scherzare su queste cose.
    Ferme restando, ovviamente, la mia immensa disistima per lei e la mia enorme ammirazione per Fay Wray. Della quale sono andato a vedere delle foto su google. Conclusione: quanto era carina da giovane, e che faccia simpatica che aveva da anziana. A una vecchiaia così, ci metterei la firma.

  55. “Giambo” zoppicante! mannaggia, vedo solo adesso, ho sempre letto gambo e non capivo.

    Forse la cosa principale è avere buoni occhi da vecchi.

  56. …oggi a tavola si parlava di creta e del monte athos, ero molto orgogliosa di avere un uomo che mi ha fatto vedere tante cose e pensavo che gli altri non gli tengono neanche le ciabatte, gli ho raccontato di uranopoli, quando abbiamo visto la nave che partiva per il monte athos, tu avevi detto io torno a letto…

  57. giambo, non è che nella vita ti chiami Claudica? perché se parli come scrivi, ti ho incontrato il mese scorso a Castagneto Carducci alla sagra del cinghiale, in coda per la degustazione (eri con uno alto magro? io ero quello che ti ha tenuto su quando hai avuto il mancamento)

  58. …a casa della Gabriella eri stato svagato. Annoiato con tutti, insofferente a vedere il filmino sulla Francia. Mi ricordo che c’era anche una prof francese. Ti eri addormentato su una poltrona mentre gli altri chiacchieravano. Ad un certo punto hai detto nel dormiveglia: quando andiamo via? E gli altri avevano sentito benissimo. Te ne fregavi del mondo intero. E io, facendo finta di niente, ho detto frettolosa, perchè avevo voglia di scappare, andiamo via perchè ha il mal di stomaco…

  59. non c’è dubbio, però ogni tanto è anche divertente. Ogni tanto.
    Mo’ cosa c’entra casa mia, è tutta da capire. Giambo, mai provato con un diario? per dire.

  60. You open the Vatican. I take in arm
    That old prisoner of if same.
    You come: I make is drunk a toast to the freedom:
    Racenger citizen, you drink a glass!

  61. in inglese mai e poi mai aggettivi e titoli seguono il nome, solo in arabo si pospongono, tipo Ibrahim bey, Salim basha, mind well what I do say

  62. scuse me, is not my linguage so i retouch my ipod:

    You open the Vatican. I piglio to arm
    Those of ancient same himself prigionier.
    You come: to the freedom I drink a toast myself I make:
    Butstay citizen, you drink a bicchier!

  63. errata porrige! i pistake 1 rime!

    You open the Vatican. I piglio to arm
    Those of ancient same himself prigionier.
    You come: to the freedom I drink a toast, barm-
    man! Butstay citizen, you drink a bicchier!

  64. g.z., sono rimasto giambizzato dalla conversazione che abbiamo avuto a Castagneto prima del mancamento: ascoltandoti affascinato, avevo l’impressione come di una biblica, nilotica rottura delle acque…

  65. perchè sei la mia fatina. Hai interceduto per la mia riammissione ai commenti. Sai, mi considerano un po’ discolo in questo asilo, ma tu li hai convinti eh

  66. Oh, ero anch’io nella blacklist: problema tecnico. Ma tu continua ad amarmi! :-)
    cos’è ‘sta storia del mancamento a Castagneto? Castagneto è di una bellezza da stordimento, in effetti.

  67. @ giambo zoppicante
    (p’ piacèr’, nun t’ ne jì’)

    Ne me quitte pas
    Il faut oublier
    Tout peut s’oublier
    Qui s’enfuit déjà
    Oublier le temps
    Des malentendus
    Et le temps perdu
    A savoir comment
    Oublier ces heures
    Qui tuaient parfois
    A coups de pourquoi
    Le cœur du bonheur
    Ne me quitte pas
    Ne me quitte pas
    Ne me quitte pas
    Ne me quitte pas

    Moi je t’offrirai
    Des perles de pluie
    Venues de pays
    Où il ne pleut pas
    Je creuserai la terre
    Jusqu’après ma mort
    Pour couvrir ton corps
    D’or et de lumière
    Je ferai un domaine
    Où l’amour sera roi
    Où l’amour sera loi
    Où tu seras reine
    Ne me quitte pas
    Ne me quitte pas
    Ne me quitte pas
    Ne me quitte pas

  68. Yo te esorciccio Y podo ! vade retro Ma stai !

    Usted abre el Vatican. Piglio I para armar
    los de antiguo el mismo sí mismo más prigionier.
    Usted viene: a la libertad bebo una tostada, ¡hombre
    de la levadura! Pero ciudadano de la estancia, ¡usted bebe un más bicchier!

  69. z.b., ancipite z.b., ora che sto congedando il mio E-book, m’è venuta la pazza idea di aprirlo con una piccola dedica a te, congegnata così:

    a g.z.,
    a C.C.

    dove il secondo “a” ripete come un mantra il primo, solo che diviene un complemento di luogo: dimmi di sì! L’ e-book è una specie di mantrone, un’eiaculatoria da sentire soli in cuffia, nel senso che lo stesso epodo viene modulato in tante lingue. L’idea me la diede il cardinal Wordlingo, che recitò un rosario per liberarmi dal maligno (mi liberò, ma parzialmente, e perciò ogni tanto torno). Per il titolo ho scelto la versione greco-moderna, sicché l’e-book si chiamerà

    GH’EPODI PÜ

  70. Salve a tutti,
    Mi chiamo Paolo e sono molto felice di potere in qualche modo intervenire con voi di Nazione Indiana.

    Ebbene, ne approfitterò, in futuro, per pubblicizzare apertamente l’uscita dei numeri de “(il) Crise”, rivista clandestina di letteratura che insieme ad Andrea Caterini, Filippo Deodato, Riccardo Lacche stiamo tirando su con molta fatica ed entusiasmo a Roma.

    La nostra redazione si trova presso la galleria d’arte “La Nuova Pesa”, in Via del Corso 530. Chiunque avesse bisogno di partecipare, avesse necessità di scrivere, perchè crede che la cultura si faccia insieme, è ben accetto.

    Organizziamo anche incontri. Ai primi due sono intervenuti Emanuele Trevi e Arnaldo Colasanti. E altri ne stiamo preparando – vi terrò informati!

    grazie e buon lavoro a tutti,
    Paolo

  71. the tiny airfield of the groaning park has stolen acres of corn,
    there you take the children,
    spend an hour to watch the models crashing beyond the trees

  72. Ανοίγετε το Βατικανό. Ι piglio για να οπλίσει
    εκείνους του αρχαίου ίδιου πράγματος ο ίδιος πιό prigionier.
    Έρχεστε: στην ελευθερία Ι ποτό ο ίδιος φρυγανιάς κάνω:
    Πολίτης Mastai, πίνετε έναν πιό bicchier!

  73. the tiny island of fucking fashion shall steal acres of grass,
there you’ll take the cylums,
spend an hour to watch top-models cracking beyond the treat

  74. notizie dall’interno:
    Rosy Bindi è bella.
    Da qualche anno si nota una rilevante trasformazione riguardo l’aspetto e le modalità dialogiche della ministra della famiglia.
    Dal taglio di capelli che la avvicina a George Clooney o a Pieferdi, alla montatura ottica piu’ sottile ed elegante, al lieve accenno di monili ai lobi, direi che siamo nell’ordine di un total look decisamente rivisitato e piacevole.
    Che dire poi degli abiti da cocktail bordeaux, o rosso rubino, ai tailleur pantaloni terra di siena ambrata, o rosso vermiglio?
    Sempre sfumature di rosso che sostituiscono le sue precedenti educande grigiosità. Dunque se è avvenuto questo piccolo miracolo esteriore, possiamo supporre che si possa cambiare anche nelle strutture interne del parlamento?

  75. Per me ha cambiato (la il ) partner.
    dici che è per quello che mi sono venute lentamente le rughe?
    Boezio di Dacia dice che i filosofi devono essere come dei sacedoti laici, casti e ascetici e casti perchè lo studio è Il piacere.
    sicuramente leggere fa sudare meno che scopare.

  76. …venivi all’ospedale con gli occhi tutti sfatti…io pensavo che avessi fatto tardi a pulire la casa, a seguire i figli. E invece eri stato con lei a Castellarquato e, dopo tutta la notte di scopate, ti aveva anche fatto un bocchino a Velleia. E tu l’avevi anche scritto sul libro dei visitatori. E c’è ancora scritto adesso. Ed è per questo che da qualche anno a questa parte guardi tutte le dediche che ci sono nei libri delle mostre e dei musei, per vedere se ad altri è capitato quello che è capitato a te…io darei qualche cosa per essere un’amante…

    …mi sento surclassata in questa vicenda. Perchè adesso non posso neanche dirti ciao. Adesso anche un ciao per me è ripetitivo. Così come non posso dirti altre cose perchè mi fanno sentire ridicola…glielo ha già detto quell’altra…è come il fatto di venire due volte…potrei anche allenarmi a questo. Rinnovare i pensieri. Però non posso non vivere la sensazione di essere sempre al di sotto della media di un’altra…

  77. starai scherzando,
    ognuno è al massimo delle proprie possibilità quando esercita il massimo delle sue potenze psicofisiche, le sue, non quelle degli altri.
    e gli altri quando sei al massimo sul tuo terreno, lo sentono molto bene.
    anche lì. tanto che puoi evitare d’agire atti, basta evocarne la pura possibilità per notare reazioni del “come se fosse”

    e pensare che la mia nonna diceva lo stesso senza bisogno di fingersi intelligente.

  78. …invece di reagire come una belva ferita, stavo a ragionare con te sui perchè, sulle motivazioni prossime e remote…molto meglio sarebbe stato fare qualche piazzata da mercato. Qualche sceneggiata da bassi fondi. Gridare sotto la tua finestra termale…ti chiedo scusa di quelle telefonate stupide e ridicole. Era un mio modo per riuscire a sopravvivere durante il giorno. Per arrivare a sera. Era l’unico modo che avevo per non impazzire e per non essere del tutto passiva…

  79. giambo sei più santacrociano o mazzantiano? e durante le telefonate hai l’anima sudata? la risposta è fondamentale…

  80. non seguo il dibattito italiano…comunque, pardon, cmq, perchè sei tu, ecco:
    santacrociano: mentre guidavi ti baciavo l’orecchio e pensavo che fermassi la macchina per combinare qualcosa o addirittura mentre guidavi…
    mazzantiniano: ma non hai capito che è una riserva infinita? …la notte della sega al ristorante. Ti ha divertito? pulirti con il tovagliolo…tutto quello che ti ha fatto di audace lo ricordi con piacere. E quindi rimarrà indimenticabile. E tutto lo sforzo che abbiamo fatto per dimenticarci di questi fantasmi si rivela inutile…

  81. Vorrei segnalare in bacheca una cosuccia da niente: l’ultima omelia del papa. Nessuno tra le brillanti menti che brillantemente abbia avuto l’idea di dedicargli almeno un post (e sì che qui passa gente in contatto telepatico col Vaticano)? E siccome ogni cosa è legittima, ma al suo posto, perché non installate anche una caht-line? Solo cripticamente ho individuato il messaggio di I-pod (ma perché cifrare?):

    Aprite il Vaticano. Io piglio a braccio
    Quel di sé stesso nuovo prigionier.
    Vieni: a la libertà brindisi io faccio:
    Cittadino Razzingo, bevi un bicchier!

    (dove il bicchiere presumo sia d’arsenico)

  82. io nonsapevo nemmeno cosa avesse scatenato tutto il putiferio, quindi pubblicala qui l’omelia, vediamo cosa dice.
    sempre che non costi l’ira di dio in diritti d’autore

  83. certo che la citazione è stata infelice, se avesse preso il dialogo tra un filosofo un cristiano e un ebreo di Pietro Abelardo, si sarebbe risparmiato qualche fastidio e lo strumentale sciaccallaggio dell’invettiva contro di lui.
    il filosofo di Abelardo è un musulmano e questo è molto eloquente, quasi come se all’epoca di Abelardo, la conoscenza intesa in termini scientifico-filosofici contrappaosta a quella fideistica dogmatica, fosse islamica.
    interessante. anche dal punto di vista della translatio studiorum che vide nell’islam medioevale apice di luminosità, trasverita nell’islam occidentale a Cordova attraverso Ibn Rushd

  84. soccia…che apertura di mente…pubblichiamolo così vediamo cosa dice…qui superiamo in luminosità el andalous…diritti d’autore…oddio dio dio…mi salta la stringatura dell’operazione…

  85. cinque aerei lanciati contro i grattacieli
    Badawi dice: sono i giapponesi
    Dezoky dice: niente di più facile

  86. @Cristoforo Prodan: Più che palesemente, Amelio non parlava di Cinema – né gli era stato chiesto di farlo: parlava solo di sessualità, la sua e (credo) quella che manca a molti sedicenti liberi intellettuali e culturalmente aperti.
    Se l’intento era portar fuori pista, vediamo di rimetter la cosa sui giusti binari dicendo che, se solo interessasse il cinema di Amelio (ma qui non è il punto), basterebbe andarselo a vedere quando esce nelle sale, o in vhs.
    Non raccolgo quindi la stupida (pur avendo dato un occhio al blog con una certa consonanza di intenti, ammetto) – sottolineo: stupida – provocazione sulla cosa, e rilancio anzi il fatto: molto semplicemente (e sinceramente).
    Da ultimo chiudo con una eiaculatio gratis tipicamente veneta: ghe sbòro!

  87. Che sta succedendo su NI?

    Ho fatto un giro qua e là e ho trovato tutta una serie di troll eterodiretti. Neppure cloni di scrittore (anche se mi pare che con gli scrittori siano in competizione), visto che uno scrittore di media bravura avrebbe fatto in modo con poca fatica che sembrassero uno diverso dall’altro.

    Cloni di un ego incontinente, sembrerebbe, tutti uguali, e anche i nomi che trovano sono figli dello stesso dito, e purtroppo sono una progenie assai numerosa.

    Cosa vuole il loro papà? Essere ammirato? Come i bambini che ti tirano per la manica? Mostrarci che sa fare il triplo salto mortale?

    Va bene, da parte mia applaudo volentieri: clap clap clap!

    Vorrei però che dopo i doverosi applausi si tornasse all’antico, mi ero affezionata a questo sito e ai suoi commentatori e mi ritrovo ad avere nostalgia di ruttoman. Com’è che ruttomann è stato indotto a ragionare e questi no? Discriminazione di classe? di ceto? di status?

  88. @ template
    ma l’hai letto l’advertisement? E’ forse un sasso , un’allusione, una denuncia ? No, è un post boccaccesco. E non si meritano quello che seminano?

  89. vero temp, amavo ruttoman, mi faceva ridere, e c’era anche petoman. ambedue si esprimevano mono-sillabicamente et rispettivamente et esclusivamente con dei “rut” e dei “prot”.
    allora il mondo era complessivamente più facile e onesto e tutti eravamo più giovani.

  90. …rimpiango la scuola di Livraga, una scuola dove le cuoche ti insegnavano le ricette della frittata coi porri o della castagnata o degli strufoli…farina, vino, uova e un altro ingrediente, le uvette. Dove il bidello ti riconosceva e ti indicava la strada. Dove le colleghe ti invitavano a casa a conoscere la famiglia…

  91. @ temp & tash

    Non capisco perché un post che, di tanto in tanto, spezza l’atmosfera da salotto di studiosi tutti d’un pezzo e lascia che l’adrenalina si scarichi nell’etere in forme pre-post-para/demenziali, vi irriti così tanto. Non è che resuscitando ruttomen e petomen il tempo passi meno velocemente, del resto.

    Però vi voglio troppo bene e questa considerazione è come se non l’avessi mai espressa. Però ormai l’ho scritta, quindi ve la lascio…

    A proposito: non è che avete un libro in uscita da farvi recensire? ;)

  92. @ugolino
    non so a quale post ti riferisci, che spezzava l’atmosfera da salotto.
    io levavo solo un INNO A RUTTOMAN e mi lasciavo andare alla ri-evocazione dei bei tempi andati.
    l’affetto è ricambiato.
    niente libri per adesso.

    (fanculo: nemmeno dell’eutanasia mi potrò giovare)

  93. giambo, per fortuna sei tornato/a… ché nelle altre stanze ormai è un delirio allo sbando… il tuo è rassicurante! Per il resto: mah!

  94. @ Ugolino Conte

    Hai pensato che mi riferissi al post Garufi/Krauspenhaar?

    Nemmeno per idea, mio vecchio avido conte. Il pre-post-para-demenziale ha sempre un posto pronto alla mia tavola.

    Ho solo fatto un giro QUA E LA’ tra i post, e ne ho visti alcuni rinsecchiti per eccesso di troll, post che avrebbero potuto piacermi, se qualcuno non si fosse accanito per qualche sua strana ragione a disidratarli.

    Non mi resta che leggere (carta).

  95. Ti chiedo scusa, allora, e credo anche di aver capito a cosa ti riferisci. In uno, se non ricordo male, un tuo vecchio estimatore ha anche cercato di far giustizia, ma penso sia tutto inutile, la rete è anche questo, purtroppo (cioè: “quelli”).

    Buona lettura.

  96. essendo lunedì mi concedo un goccetto…eravamo a Golasecca…la dea del giudizio aveva espresso giudizi non trascurabili…sei un galeotto, non sei neanche libero di star fuori a mangiare un panino, inventa una scusa…

  97. secondo me, se ognitanto si avessero contatti con chi si sporca le mani ognigiorno con lavori modesti, avremmo meno avversione alla stupidità, mediocrità, goliardia e demenzialità tanto utile e alleggerente.

  98. Sulla demenzialità, cara @mag, ti vengo dietro volentieri, è come il peperoncino, un pizzico dà sapore.

    Ma il fatto che la stupidità e la mediocrità siano “utili e alleggerenti”, mi pare difficile da mandar giù.

    Che siano presenti in ognuno noi è vero, ma che ci migliorino la vita, mah, ho i miei dubbi.

  99. io, per es., mi sporco le mani “ognigiorno con lavori modesti” e per questo motivo mi sento stupido, ma non mi sognerei mai di alleggerire, per ciò stesso, chicchessia (e alcunché) (pessimi “chicchessia” e “alcunché”).
    però.
    voglio aggiungere.
    che a mio parere non esistono lavori modesti, ma solo modi modesti di lavorare, cioè senza metterci testa, metodo, applicazione, mestiere, tecnica, eccetera.
    questa è una delle poche certezze che, a tutt’oggi, mi sento di avere, mags.

  100. per mag
    chi ha più avversione per la goliardia sono proprio quelli che lavorano, per la mediocrità è un discorso lungo

    per temperanza ( perchè apprezzi la differenza)
    comunicazione del capitano : no panic, no panic, ok panic

  101. A CARA POLVERE
    Il mio segreto sogno è quello di poter “lavorare” con cara polvere. Ogni qual volta leggo il suo “urlo” in realtà è canto meraviglioso, rimango amorevolmente rapito. E’ ormai da tempo che corteggio (in povero carteggio)impertinentemente il suo cervello: lei mi ha schivato, io la inseguo con inchini, lei sdegnosamente mi tiene amorevolmente nel dubbio, non sono mai riuscito (e mai ci riuscirò) a placare gli interrogativi, dico fra noi (per quel poco di frequentazione). E’ già mito, io che di miti me ne intendo (vado dicendo questo). In terza persona, questo è un annuncio, tale proposta non è affatto goliardica. Sarebbe possibile secondo lei, cara polvere trattenersi un pò, concedersi e provare a dialogare in dialoghi non “nostri”? anche così per gioco, per puro piacere (mio). e spero vostro? Con eterna stima Michele (le assicuro che non sono proprio un cane, scrivo da cani, questo si vede, ma le assicuro che sono un visionario niente male) E poi lei è pronipote illegittima (legitimmissima) di un certo poeta Tjutcev F. uno strano russo accusato d’essere romantico che visse anche in italia se non ricordo male a Torino intorno alla metà dell’ottocento. (come vede sono visionario niente male)

  102. hùùùùùù gesummio signora cara povera ma cosa gli facete ha cuesto racazzo, scusatevi se mi per metto ma io gli mandassi ammeno una fotocrafia cuelle col busto che ci fanno anche glindirizzi che cuando sei nato e se ai i cappelli e sei alto e macro e castano, ma che bel nome che ciabbiate anche il nichelino che farebbe lo spasicante e che mi amasse lei, ho cara la saluterei anche lei se io che forse sarebbe una mia amica dello scherno del con pute

  103. Caro, caro Michele sono contenta che stai guardando la mia trasmissione, allora il primo giro ha uscito la carta degli amanti e quella del diavolo, sono sicura che la signorina cara polvere (figla mia ma un altro nome non potevi trovarlo?) ha già un altro, biondo e alto. Ma non ti scoraggiare, se proprio non puoi fare a meno di lei,ti mando uno dei miei amuleti col legamento d’amore che così quando lo metti subito la cara polvere cadrà in amore per te! E’ gratis per te che sei il mio primo cliente in questo bellissimo blog dove scrive anche la mia carissima amica Amalia. Ciao Amalia, hai giocato i numeri? Domani te ne do degli altri e ricordati di mettere le cipolle sul davanzale della finestra stanotte che c’è la luna giusta…

  104. I N V I T O

    “C E R C H I N E L L ‘ A C Q U A”
    L e t t u r a M u s i c a t a
    Sabato 30 Settembre 2006 – ore 19.00
    Forte Marghera (Mestre-VE)

    VI INVITIAMO a partecipare alla Lettura-Musicata “CERCHI NELL’ACQUA” a cura di Gian Pietro BARBIERI, Francesco ZANOLLA, Teresa MION e del sottoscritto, che avrà luogo all’interno della giornata di festa “ALLA RICERCA DI LUOGHI COMUNI”.

    La giornata di festa “Alla ricerca di luoghi comuni” si terrà sabato prossimo, il 30 settembre, presso Forte Marghera (via Forte Marghera, Mestre-VE): è una giornata di dibattiti, seminari, incontri, banchetti, performance, musica, racconti e poesia, informazioni, cibo equo e solidale e molto altro ancora!!!…

    Dalle 9.30 alle 11.30 un momento di approffondimento con Alex Zanotelli, Giulio Marcon e Rita Zanutel, su “Cooperazione, solidarietà internazionale e beni comuni”, partendo dalla pubblicazione del “Libro bianco 2006 sulle politiche pubbliche di cooperazione allo sviluppo in Italia a cura della Campagna Sbilanciamoci”.

    Dalle 11.45 alle 13.00 una tavola rotonda su “Pratiche di scambio e riuso” promossa dalla rete ViVE e dall’Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Pace del Comune di Venezia, per aprire un progetto partecipativo tra cittadini e pubbliche amministrazioni di scambio e riuso dei beni e degli spazi dismessi. Saranno presenti varie realtà del territorio che hanno già intrapreso esperienze di riuso in città.

    13.00 Buffet Equo&Solidale per tutti!

    Dalle ore 15.00 alle ore 18.00 : “Privati dei beni comuni?”, un talking-circle per confrontarsi tra tutti i presenti sul tema dei beni comuni, grazie anche agli stimoli lanciati dalla proiezione di alcune video interviste, con la partecipazione di Suor Alberta, Michela Vitturi, Marco Bersani e Alex Zanotelli.

    Dalle 18.00 momenti performativi con il Tea Time di Luoghi Comuni con musica ed esposizione di foto di Lucia Gennari e Mafalda Susin del gruppo Fotosensibili.

    Ore 19.00 “CERCHI NELL’ACQUA”, Lettura-Musicata a cura di Gian Pietro BARBIERI, Francesco ZANOLLA, Teresa MION e del sottoscritto.

    Per tutta la durata della festa saranno presenti varie esperienze locali di difesa e salvaguardia dei beni comuni, con banchetti e punti informativi.

    Dalle 20.00 musiche e danze di “La Ghenga fuoriposto” e a seguire concerto di “Sir Oliver Skardy meets Fahrenheit 451”.

    Per raggiungere Forte Marghera:
    da Venezia, linea 12;
    da Piazzale Roma, prima fermata di Viale San Marco.

    VI ASPETTIAMO!!!!!!

    Questa fiornata d’incontro pubblico è promossa da:
    Provincia di Venezia, Provincia Etica e Assessorato alla Pace e Cooperazione Internazionale, Comune di Venezia, Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Pace, Marco Polo System.

  105. hùùùùùùùùhhhhhùù la mia amica lamagaclara che anche lei fosse cui con noi, hùù gesuggiuseppo che piacere che ci sarebbe che cuesta la nostramica cara povera non ce la farebbe vedere a nichelino, la foto col busto che mi credo che solo lamagaclara puo fargliela che povera gli ela farebbe guardare da sotto il conpute almeno che si vedesse come e fatta sullo scherno. grazzie lamagaclara che mi porta le cipolle che ha Sperandio ci piacessero assai e anche a Salvatrice che cuella mangia anche tanto, a glio che se io le dicessi che a un affetto ernia froditico che io lo provato che poi telo senti, tutto. ma che cara che e lei lamagaclara che si scuserebbe ma se io mi permetto di ciamarla che e una mia amica che lè voglio tanto bene che bel nome che cia lei ma anche nichelino e cara povera che bellissimi che siete molto grazzie tanti tutti cuanti

  106. Tamaro dice: ho un amore
    con una donna – lo dice convinta.
    Chissà se pensa:
    è un amore
    come il mio essere scrittore ?
    (Cioè solo per finta).

  107. @tash: Se hai presente i prodotti delle botteghe del commercio equo e solidale, prendili e immagina un buffet preparato con quelli: ecco, così. Invece se vuoi vedere e assaggiare com’è, fa’ 1 salto a Mestre sabato.
    Notte.

  108. @temperanza
    noto che molti amici operano selezioni feroci su cosa leggere, cosa vedere, chi frequentaree come formarsi. inorridita dallo snobismo, finisco per abbracciare qualsiasi cosa e chiunque si aggiri tra i paraggi, finendo per trovarmi circondata e contaminata da cio’ che non mi appartiene.
    questo pero’ impedisce di sclerotizzare posizioni che se veicolati in ambienti omologhi, isomorfici, finiscono per inaridirsi.
    sinceramente sono non so’ cosa sia meglio, se manteneresi nel maremagnum dell’indeterminatezza possibilista o se operare tagli radicali, selettivi, con quanto sia utile alla raffinazione neuronale ed emotiva.
    del resto i tutti cosa danno se non l’illusione conpensatoria di essere nazionalpopolari quando invece si è intimamente elitari e autenticamente stronzi? :-)
    sarà il caso che mi decida a mantermi fedele.

  109. cara @Magda

    A volte lo snobismo non c’entra. C’entra magari il desiderio di respirare un po’:–)
    Si sclerotizza chi è portato a sclerotizzarsi, e lo fa anche nel magma delle contaminazioni potenziali.
    Del resto è impossibile operare selezioni feroci, è utopistico, grazie a dio, ma a volte di fronte a queste ondate di idiozia collettiva resti a guardare con un certo sconcerto.
    Sarà magari come una malattia infettiva e passerà.
    Fino a quel momento, quarantena:–)

  110. Alla maga, o a chi vuole il destino coraggioso. Daprincipio è parola magica. Quindi parola daprincipio. Lei ha inteso perchè è del ramo, e me ne vergogno, ma è una forma per poterla corteggiare e per intenderci nelle probabili e totalizzanti mercanzie, così da subito le dico che non frappongo nulla, tra me e la sua amabile amica, figlioccia o figlia. Bevo pozioni, miscugli, e a volte financo l’acqua comunale. Ma la mia onestà che è tutto un programma (televisivo e non) mi induce a dirle che ormai ho mancamenti vari, (come ben lei sa) e non mi resta che allungare solo quella parte di poco e inutile cervello che riesco a tirar fuori, modesto senza modestia, e privo di virilità utile. Il mio potrà essere solo amore cortese, e quindi un bel pò noioso (come vede e legge) la saluto e le auguro un buon lavoro.

  111. Sarà allora che ho la vertigine verso il basso….ma da ora in avanti, ottimizzero’ il mio tempo……pochi ma buoni…giusto’?

  112. A mgd spero che nei pochi buoni, ci sia una eccezione, la mia. Seguo per quel che rimane di me, le sue ascendenze planetarie e non, i suoi incontri e scontri, influssi tra dei Veneri millantatori e dei Marte armati di quella disfatta (che conoscono solo gli uomini) annunciata che è la noia. Rimango in attesa, militarmente saluto. (quel “militarmente saluto” fa molto Fassbinder)

  113. A Mgd Che è sempre forma di interesse, microscopica e per questo assai più lusinghiera. Prevedo attese lunghe per gli infiniti offesi, se avessi l’oppurtunità di chiedere scusa a qualche finito nostrano, sono pronto ad argomentare… non scrivendo naturalmente. Però avverto non faccio parte della schiera d’uomini masochisti, amo le donne per il loro cervello e non mi interesso di sesso, ne di affini. (qui) Trovo comunque un vuoto nella mia memoria (a parte il totale vuoto di dotazione) che mi induce a pensare, che manco di qualche informazione diretta, che nella indifferenza fa differenza. Un vero cordiale saluto. P. S. Se ci fossero le eventualità, che tutto nasce da lacrime accreditate, questo è “amore”, quello strano e oscuro oggetto del desiderio. Ancora con molto interesse, saluto.(scambiamoci un poco le parti, tocca a me fare il gattaccio, mi son stancato di fare il topo)

  114. Caro Michele, la dott.sa Magda mi ha tolto le parole di bocca… Perché non viene a trovarmi nel mio studio? Possiamo parlarne, se vuole. Così, senza nessun impegno, poi sarà lei a decidere se restare. Ma si affidi, e si fidi, la prego, credo di avere la cura adatta al suo caso.

  115. A mgd, ho poco tempo, la mia proposta era seria. Se hai intenzione di accettare bene, altrimenti va bene lo stesso. Mic. P.s. Non ho capito da dove nasce la tua forma di autodifesa.

  116. mi sorge dal fatto che penso che tu sia uno psichiatra :-). siccome da tempo mi seguono e con inganni si relazionano con me, temo che tu a natale voglia regalarmi qualche diabolica strumentazione con tomografia a positroni travestita da cappello di lana, berretto, casco, papalina per la notte.

  117. No, non lo sono e neppure in forma schizzofrenica. E’ non ho alcun interesse a migliorare o peggiorare la specie umana lavorandoci da dentro. Le mie “condizioni” erano opposte alla tua, peraltro giusta obiezione. Non credo a mago merlino o chi si professa tale, e non mi importa un fico secco di come sei o di come dovresti essere. Sono interessato alle idee, volgarmente chiamate di “spirito artistico” e volevo lavorare su piani separati e non comunicanti. Ho dichiarato la mia onestà intellettuale, e pure la mia “idiozia intellettuale”. Anche se al 90 % do per fallito questo mio intento, sono testardo. E come sai i testardi hanno dalla loro, che sono stupidi, qualità questa è non difetto. Interessati e al contempo disinteressati saluti. (mi sembra un discorsetto un pò infantile ma spero che renda l’idea)

  118. alla cortese attenzione del dott. feliz peyote,

    stimatissimo collega, non metto in dubbio che tu abbia una tua soluzione per la cura del commentatore michele che, lo dico con franchezza, senza giri di parole nè di valzer, mi preoccupa non poco. il giovane ha bisogno di un ciclo terapeutico presso uno psichiatra non solo di chiara fama e di comprovata esperienza, ma anche di sottili qualità umane. non nego che tu, carissimio felix sia uomo di estrema correttezza; altresì, mi è gradito ricordarti che i rimedi diciamo così farmacologici da te impiegati non sempre raggiungono l’obiettivo sperato, arrivando a volte a sortire, persino, l’effetto rebound. questo non intacca di un millimetro la stima che nutro nei tuoi confronti, caro collega, ma consentimi: michele ha bisogno di ben altro!
    vale dire, da subito:
    250 mg di sferablon forte, 250 mg di krematon, 175 mg di alprazolam forte, 350 mg di carbolithium, 300 mg di cadaverinolo malmostato al dia.
    ti saluto caramente, sperando di trovarti al prossimo congresso mondiale di psicologia cognitivo-comportamentale che avrà luogo a huellseinwattenburen (cantone uri, svizzera) dal 17 al 27 novembre 2006, con la presenza del grande psichiatra svizzero prof. emmenberger.

  119. Aggiungo l’introduzione alla lettura, con riferimento al mio precedente post:

    ness1 Says:
    September 27th, 2006 at 17:53

    I N V I T O

    “C E R C H I N E L L ‘ A C Q U A”
    L e t t u r a M u s i c a t a
    Sabato 30 Settembre 2006 – ore 19.00
    Forte Marghera (Mestre-VE)

    *

    Centinaia han vissuto senz’amore,
    ma nessuno senz’acqua…
    W. H. Auden.

    Quest’incontro s’intitola “Cerchi nell’acqua” perché di qualcosa abbiamo necessario bisogno e dunque siamo in cerca, dentro di lei: perché qualcosa di buono ancora l’acqua custodisce, e ci regala. Si continua ancor oggi a dire “risalire, tornare alle fonti”: ma chi, oggi, non dico l’abbia mai vista ma anche solo conosce più il nome di una fonte?
    “Nel tempo in cui ogni luogo era un altare” (come scriveva S. Penna) anche l’acqua era, e continua tuttora ad essere, un luogo. Ma lo è in un modo del tutto particolare: è un luogo invisibile, sincero, strisciante, sotterraneo; un luogo trasparente, e continuamente in movimento… Ma soprattutto è un luogo che, più d’ogni altro, parla. Parla nelle erbe, nei cigolii dei mulini, nei filari di salici lungo le rive; parla nei corsivi dei fiumi, nell’impeto della Piave, nei silenzi delle lagune, nella necrosi dei liquami, negli aculei degli acidi, nel torbido degli scóli. L’acqua ci dice qualcosa di essenziale: l’acqua ci parla (come fa la poesia…).

    Chissà perché… Forse una risposta ce la può suggerire RENZO FRANZIN, il compianto direttore del “Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua”, dove nell’introduzione ai suoi racconti raccolti ne “Il respiro delle acque” dice:
    “… la parola scritta mi aiuta a evocare un segno tanto incerto quanto incancellabile, quello dell’acqua che ci ha accompagnato lungo la vita, fin da quando, imperfetti e indifesi, vi abbiamo trovato ospitalità. Ogni esistenza deve l’intonazione della propria voce alla presenza o al miraggio delle acque che l’hanno attraversata.”
    “… E com’era questo Dio?
    Luccica e non si lascia catturare. Dietro il suo primo viso ce ne sono molti altri, confusi e diversi. È caldo e morbido come l’acqua tiepida, dentro di lui si sta bene perché sembra d’essere al riparo da qualsiasi pericolo”.

    Buon ascolto.

  120. Se è riferito a me “Ricucci esistenziale” è vero. Se è riferito a me “arrampicatore vitale” in parte è vero. Si è quello che si è.
    Comunque mi sarebbe piaciuto sentire un si o un no. Al collega Carotenuto dico, come per altro ben sai, che conosco gli uomini, li osservo da anni attraverso il mirino del mio fucile automatico. Noi cecchini cerchiamo di esporci il meno possibile, rendiamo alla società un servizio di indubbia umanità ma non siamo compresi; puliamo, mettiamo ordine, diamo al caos un indirizzo: un giusto e amabile democratico coesistere. Al congresso mondiale di psichiatria, (che si conclude oggi in Cina-Pechino) davano partite interessanti di nuove pallottole con nuova e dignitosa blindatura.
    Il mondo sta cambiando collega, ormai le vecchie pozioni (i nostri rimedi casalinghi) pur passando direttamente attraverso le condutture comunali, (nessuno beve più l’acqua dai rubinetti, collega) non bastano più. Bisogna intervenire anche in forma privata, anche al costo di esporsi, come faccio io, sempre in nome dell’umanità e della democrazia. Condivido
    il suo giudizio sulla gravità della mia posizione, ma stavo lavorando collega, lavoravo per l’umanità. Se la signora è interessata a iniziare la terapia è pregata di rispondere, possibilmente con toni affermativi o negativi, in attesa delle nuove forniture cinesi, la saluto cordialmente.

  121. Ho già esposto il tipo di rapporto che instauro con i profeti dell’anima.
    Non inizio nessuna terapia, proprio perchè non intendo offrire materiale a sperimentazioni, inoltre non intendo curare con la mia disponibilità e caproespiatorietà, il malsano altruismo celato dietro evidente scotomizzazione. tutto insiste in questi dialoghi, tranne l’unica cosa che consenta una qualche forma di relazione empatica: la spontaneità.

  122. Mag, scusa, ho mollato il discorso su Nuovomondo a metà… ma l’influenza mi colpì. :-)
    ps
    ti lascio la mia mail sul tuo blog.

  123. Ognuno è libero, e anche un poco prigioniero, dell’idea che si è fatto-a.
    Ma andare a caccia citacchiando, si finisce con il capire che prima o poi si deve dimenticare. Primo, quale altruismo è quello buono? Nell’ordine, e quale ordine? e con quanta facilità giudizzi come patatine fritte. Mistificare se stessi è mistificare gli altri e con una sicurezza che è quella meraviglia che è la cantilena infantile, giro giro tondo. Ci vuole coraggio e forza nel mettersi in discussione, non la vanesia e retorica vanità. Ma si gioca appunto, giro giro.. una cosa, restituisci quello che ti ho spedito, quelle farneticazioni, quel giochetto a scatole cinesi appunto. Grazie e comunque sempre disponibile a dialogare in tutta sicurezza.

  124. perdonate se mi intrometto. è solo per provare.
    è la prima volta che visito questo sito e sembra piacermi.
    mi chiedevo se ci fosse qualcuno più navigato che gentilmente volesse spiegarmi se sia possibile diventare collaboratori magari per poter pubblicare i propri scritti.
    grazie

  125. mgd, di-parti?
    e se non di-parti, sei prenotata per qualche realllllity?
    uhm.
    qui covano misteriosissime cose.

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