Lettera Aperta al Presidente Giorgio Napolitano
Il 19 giugno 1901 nasceva Piero Gobetti. L’anno scorso, i fatti.
Piero Gobetti, morto a Parigi a soli 25 anni, è sepolto al cimitero del Père Lachaise. Fino a poco tempo fa, c’era una piccola lapide messa provvisoriamente dalla famiglia, con il nome e le date di nascita e morte. Da qualche mese, c’è una nuova targa, messa dal governo Berlusconi: dal testo proposto dalla famiglia (e sottoposto al presidente Ciampi) è stato tolto ogni riferimento all’impegno politico di Gobetti e alle cause della morte. La parola “antifascista” non compare. Anche se la proposta del Centro Gobetti, approvata da Ciampi, era di mettere una frase di Norberto Bobbio – “credeva in coloro che hanno sempre torto perché hanno ragione, nei vinti anche se non saranno mai vincitori, negli eretici, che soccombono di fronte agli ottusi amministratori dell’ortodossia, nei ribelli, che perdono sempre le loro battaglie contro i potenti del giorno” – accanto a una dello stesso Gobetti – “mon langage n’était pas celui d’un esclave”. La lapide avrebbe dovuto concludersi con: “In ricordo di Piero Gobetti (Torino 1901 – Parigi 1926), oppositore del fascismo, morto in esilio”. Ma ogni riferimento all’antifascismo e alle circostanze della morte è scomparso.
Anna Maria Merlo, corrispondente de “il manifesto”
Monsieur le President,
Lei abitava Monte di Dio a Napoli e conobbe personalmente i Prunas della Nunziatella. Poco prima di morire l’editore venticinquenne Piero Gobetti scriveva a Oliviero Prunas, suo autore e ispiratore della grande rivista Sud, diretta dal figlio Pasquale, la seguente lettera:
Caro Prunas, La ringrazio della Sua lettera affettuosa. Non le posso scrivere a lungo. Mi affretto soltanto a darle questa dolce notizia: sono completamente soppresso. Ho avuto una nota prefettizia per cui “In considerazione dell’attività nettamente antinazionale del Dott. P.Gobetti lo si diffida a cessare da qualsiasi attività editoriale”. Lei può immaginare le conseguenze di questo nuovo arbitrio! Per ora accolga i miei più affettuosi saluti.
Suo Piero Gobetti
Signor Presidente, La prego, si armi di penna e di inchiostro e ponga riparo a quel torto.
Cordiali saluti
Francesco Forlani
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Doveroso
sottoscrivo. mi unisco a Francesco. firmo e rifirmo
Marco Giovenale
C’è in Italia un’atavica (oltre che recente, per il mix becero e violento di revisionismo e berlusconismo) paura dell’antifascismo, di quello della prima ora, che non cedette e non fece salti mortali (Gobetti, Matteotti, Rosselli, Gramsci, e tanti nomi minori dimenticati), a differenza di personaggi postdannnunziani alla Malaparte. Il prossimo anno (giugno 1937) ricorre il settantesimo anniversario della assassinio dei fratelli Rosselli. Scommettiamo che passerà sotto silenzio, a livello istituzionale?
..se non ricordo male qualcuno tempo fa disse che il fascismo aveva mandato in “vacanza” i dissidenti politici.. ci furono molte risatine..
Grazie Forlani per la lettera, che sottoscrivo.
Sottoscrivo in pieno. Sperando serva a qualcosa
Massimo Villivà
Sì li aveva mandati in vacanza al … confino – d’altronde è lo stesso che voleva andare a salutare il papà dei fratelli Cervi…
P.S.: ho letto di recente un illuminante libriccino di Angelo Tasca – Nascita del fascismo, edito da Bollati Boringhieri (estratto del più ampio studio Nascita ed avvento del fascismo): Tasca, già comunista antistalinista, approdato ad un socialismo cristiano e riformista consonante con Silone, vi ritrae in modo splendido e immediato la natura di classe del fascismo-movimento, confermata poi dal fascismo-regime. Insomma ci rappresenta il fascismo per quello che fu: la rivoluzione di chi ha contro chi non ha.
Figuriamoci se nel clima di “pacificazione nazionale” (ossia: caliamoci le brache di fronte alle prepotenze similfasciste delle destre che sennò l’Italia si spacca in due) inaugurato anni fa da D’Alema e Violante (e proseguito da Ciampi con il riconoscimento dei repubblichini), uno come Napolitano avrà mai il coraggio di sfidare le destre proprio sul tema dell’antifascismo…
beh, io non dispero che possa farlo, continuiamo a premere comunque. Grazie effeffe, non sapevo alcunché di questo. Se pensi di mandare materialmente questa lettera a Napolitano, la firmo immediatamente. Non bisogna affidarsi al “clima”, il clima siamo anche noi. Antonello
però.
davvero però, mettersi a correggere lapidi dove forse potrebbe starci solo un’iscrizione tipo piero gobetti e le due date.
tipo jim morrison, capisci, tipo carlo marx.
provare a dire a napolitano o alla famiglia o a chissà chi di scriverci solo piero gobetti, 1901 – 1926, sarebbe meglio.
evitare cioè, lo scontro di opposte retoriche: perché le epigrafi, le cose scritte su marmo sono per definizione retorica.
non se ne sente tutto questo bisogno.
d’altra parte l’indifferenza con la quale sono state accolte negli ultimi anni leggi, atti politisci, affermazioni di puro stampo fascista & razzista, che un tempo, cioè solo vent’anni fa avrebbero riempito le piazze di giovani fervorosi, la dice lunga sullo stao di salute dell’antifascismo cosiddetto militante.
inutile cercare risarcimenti a questo vuoto politico correggendo lapidi a pariggi.
Cazzo, Tash, ma non te ne va mai bene una! ;-))))
A volte anche correggere una lapide può dare la misura esatta della propria ferma volontà di non stare al gioco.
Il ripristino della lapide a Giuseppe Pinelli, in Piazza Fontana a Milano, ad esempio, non era, e non è stato, un atto retorico.
Francesco, io sono con te: a volte una voce fuori dal coro dell’assuefazione e dell’indifferenza può essere il segnale, piccolo ma importante, che quel “vuoto politico” può essere colmato, o almeno si può tentare di farlo. Contemplarlo, o prenderne soltanto atto, può essere ancora più retorico e soporifero che spendersi in un qualsivoglia inizio, anche velleitario, anche fine a se stesso.
è vero gianni.
chiedo scusa per questo.
anch’io sono un po’ proccupato.
la lettera la spedisco fisicamente oggi. Ho contattato ieri la segreteria del Presidente per farmi dire come fare e a che indirizzo scrivere. Dopo aver ingoiato bocconi amari in questi ultimi anni possiamo immaginare che un cambio di governo rimetta mano a delle vicende dolorose? Per me quella lo è stata.
Venceremos
effeffe
mio nonno fu ucciso a bastonate dai fasciti perché antifascita, Piero Gobetti era antifascita, io sono antifascista, la Costituzione italiana è antifascita, il Signor Presidente Giorgio Napolitano è antifascista, l’Italia DOVREBBE essere antifascista, l’Europa DOVREBBE essere antifascista, il mondo DOVREBBE essere antifascista… Marina Pizzi
Sottoscrivo anche io, Francesco. Dobbiamo pur sperare che ora le cose cambino.
dal centro studi Gobetti, http://www.regione.piemonte.it/cultura/istituti/gobetti/
mi comunicano quanto segue. Ovvero l’apposizione di una nuova lapide, a cura questa volta del centro Gobetti e non del ministero degli affari esteri, in cui è scritto:
“Torino 1901-Parigi 1926. A Piero Gobetti, esule in Francia, nel ricordo della sua solitaria sfida al fascismo e della sua lezione di intransigenza etica e politica.”
Questa non sostituisce l’altra per cui allo stato attuale ci sono due lapidi. Se i dovesse immaginare un quadro rappreentativo della censura è quello contenuto in questa immagine. la plaque del ministero non è leggibile non perchè la foto sia di cattiva qualità ma perchè illeggibile tout court.
effeffe
http://www.erasmo.it/centrogobetti/stampa/articoli/0604.01.htm
il fatto che ci siano DUE lapidi un po’ è comico e un po’ no.
la parte non comica prevale sull’altra.
Napolitano va preso di petto. deve fare quest’azione.
penso che quell’individuo (mi fa molto arrabbiare!) non si sta presentando molto bene, ma potrebbe cominciare a rifarsi da questo atto.
il post di tashego mi sembra proprio una grandissima cavolata, con rispetto per gli ortaggi. Altri suoi commenti invece li condivido, alcuni comunque
b!
Nunzio Festa
intendevo il primo commento, ovviamente…
sempre
b!
Nunzio Festa
condivido quello che scrive Marina Pizzi. anche nella mia famiglia mio nonno paterno ebbe a che fare con ricino e galera, mio zio con i campi di concentramento. tanto ho sentito raccontare da loro che tanta con gli anni l’idea antifascista si è radicata in me fino ai piedi.
mi piace l’iniziativa di Francesco perchè sento che priva di retorica.
speruma bin.
paola
speruma?
bin?
(che lingua è?)
@ Tashego
:)
è un’espressione del piemontese occidentale, ma in versione frettolosa
speruma ‘n bin—>questa dovrebbe essere la versione corretta.
un saluto
paola
Quel che si scrive su di una lapide afferma sempre e comunque un punto di vista su chi vi è sepolto e sulla sua storia.
Credo proprio che Piero Gobetti e tutti gli antifascisti europei abbiamo il sacrosanto diritto di leggere su quella lapide la propria partigiana verità e non quella di un revisionismo becero à la Berlusconi.
Nessuno si è mai sognato di modificare l’epitaffio scolpito a Londra sulla tomba di karl Marx, anche se tratto dal manifesto per partito comunista.
In Italia invece si riscrive allegramente la storia: quella di Gobetti come quella della strage di piazza Fontana.
Sarà il neo presidente ex comunista Giorgio napolitano a porvi rimedio ?
Lo spero…con qualche dubbio.
grz paola.
@roberto
“In Italia invece si riscrive allegramente la storia…”
non so se la formulazione è pertinente col problema della lapide di gobetti.
però, benché capisca a cosa ti riferisci, non credo che la storia si possa considerare scritta una volta per tutte.
sarà scritta e riscritta fino alla fine dei tempi: per molti motivi, più o meno scientifici e/o contingenti, la storia è modificabile all’infinito.
direi che il passato è “inventabile” all’infinito.
tuttavia il grado di modificazione (di modificabilità?) diminuisce con l’aumentare della distanza temporale dei fatti narrati.
scusami per l’ovvietà della precisazion.
Scusa Tashtego ma non sono d’accordo. Che la valutazione di un fatto cambi come le parole del resto col tempo, va bene, però che si modifichino i fatti, adattandoli al proprio tempo, questo è gravissimo. Per essere più precisi, la storia per quanto complessa è una, i racconti della storia, variano e cambiano col tempo.
Gobetti è morto a causa del suo antifascismo. Che non è lo stesso antifascismo di Bertinotti, per intenderci. E’ questa ovvietà del passato, del resto che fa dire a Winston Smith, in 1984: a cosa brindare? Al passato!Nella speranza che almeno quello resista all’eterno presente delle antiche come delle moderne dittature.
effeffe
ps
Giusto per aggiornarvi sulla situazione . In settimana sarò alla fondazione Gobetti per tentare un’azione comune su quel fronte. Ogn idea è più che benvenuta.