Bacheca di maggio 2006

Se vuoi, puoi usare i commenti qui sotto come spazio per segnalazioni e discussioni a tema libero durante il mese.

Print Friendly, PDF & Email

41 Commenti

  1. Precauzioni per l’uso: l’autore consiglia la lettura del seguente brano solo per coloro non sofferenti di stati depressivi da eterna ricerca di un posto di lavoro, che siano ottimisti per vocazione e possibilmente immuni da attacchi di precarite acuta.

    C’erano una volta…

    Ragazzi volete cominciare con il piede giusto? Cercate lavoro nelle agenzie interinali. Una volta che le frequenterete, le amerete e ne rimarrete eternamente riconoscenti.
    Il punto di forza delle agenzie interinali si fonda soprattutto nella professionalità, sincerità, profondità, serietà, preparazione e nella straordinaria capacità di ascolto attivo del suo personale, costantemente vicino alle vostre esigenze.
    Se per caso avete la felice idea di presentarvi presso le agenzie per un’offerta, non commettete l’errore di porgere precipitosamente il curriculum nelle mani della selezionatrice per farlo esaminare. Tanto sarà la selezionatrice che vedendovi in faccia, in cinque minuti, dirà se il vostro profilo e adatto o meno alle ricerche in corso. Infatti, le sue capacità analitiche sono davvero strabilianti. Anzi, domandiamoci come la natura possa aver concepito tale “angelica” creatura dai poteri sopranaturali.
    Se raramente doveste aspettare mesi per firmare un contratto. La vostra pazienza non sarà vana. La selezionatrice di una agenzia, un pomeriggio, intorno alle tre vi chiamerà, e alle tre e cinque firmerete un contratto per un lavoro di dieci, venti o trenta giorni.
    Mi raccomando non riempite di domande la selezionatrice, firmate e non pensate. Cavolacci! Un lavoro lo volete o no! e ora che la fortuna ha bussato alla vostra porta fate le persone difficili?
    Vedrete che la precarietà sarà un fantasma del passato, e quando uscirete dall’agenzia, ammirerete il cielo e facendo un profondo sospiro di sollievo direte: “Grazie che esistette”.

  2. 7 Maggio 2006, Giornata Nazionale delle Scritture di Strada
    Le scritture, si sa, hanno urgenze.
    Le scritture chiedono strada.
    Hanno mete, destinazioni, ritorni e insofferenze.
    Le scritture sono incontenibili, esondano dalle pagine di carta per inondare vie e piazze e cortili e noi.
    E allora, questo sia l’intento: offrire a persone e scritture parti opportunità.
    Domenica 7 Maggio a Torino (dove l’iniziativa sarà ospite della Fiera del Libro) e in venti città italiane (e in tre estere, in Brasile, Spagna e Svizzera) andremo nelle vie e nelle piazze, nelle perifierie o nei centri distratti, fermeremo la gente per strada e daremo consapevolezza a chi forse diversamente non l’avrebbe, o l’ha smarrita e barattata, di avere cose da dire e da scrivere, e della necessità di farlo subito, con urgenza perfetta, proprio in quel luogo tra asfalto e cielo.
    Perché “non esistono aspiranti scrittori” ma solo scrittori inconsapevoli.
    Perché siamo tutti pessimi, fallibili, irriducibili poeti di una vita qualunque.
    Scuoteremo le coscienze di chi cammina torpido e distratto e non si accorge che ogni passo è già cadenza e ritmo.
    Scriveremo le parole su lenzuola, specchi rotti, vecchie tegole, assi grezze e altro materiale di strada, perché ” ogni superficie ospita le parole in modo diverso”.
    Solo così, sciogliendole da legami e luoghi, dal vincolo e dall’autorità, le scritture arriveranno a chi ne ha bisogno.
    Le parole hanno voce in capitolo, e chiedono strada.
    Liberiamo le scritture; le scritture, forse, libereranno noi.

  3. Sabato 13 maggio alle ore 18 alla Biblioteca Lame di Bologna, in Via Marco Polo 51, in occasione della Festa del Libro, Pierfrancesco Pacoda presenterà il libro di Mauro Baldrati “Il Buio si avvicina”. Indiani bolognesi sono i benvenuti.

  4. 1) db segnala una quattro giorni di eventi d’arte a Milano, attorno a una casa di ringhiera di periferia: http://www.sitart.org/CONTACT/ilCairo.htm . Mi sembra molto interessante e lo segnalo in home page all’inizio della settimana prossima.
    2) Mi piacerebbe costruire un calendario di eventi accessibile da Nazione Indiana, con la possibilità di fare segnalazioni, fare ricerche per per località o tema, seguire il tutto via web o via feed. Posto che trovi una soluzione adatta e sostenibile, il servizio ti interessa, o lettore indiano?

  5. Livia Candiani, Io con vestito leggero
    Presentazione Mercoledì 10 maggio a Milano

    Mercoledì 10 maggio alle ore 18.00, alla libreria Feltrinelli di via Manzoni 12 a Milano, presentazione del libro di Livia Candiani, Io con vestito leggero, Campanotto 2005. Presenta Ugo Ronfani, letture di Livia Candiani, musica di Gianni Mimmo (sax soprano).

    Livia Candiani è nata nel 1952 a Milano, dove vive. Ha pubblicato anche: Fiabe vegetali (Aelia Laelia 1984), Sogni del fiume (Vivarium 2001), La nave di nebbia. Ninnananne per il mondo (Vivarium 2005).

    “E’ da sgridare questa schiva, grande poetessa” dice Vivian Lamarque nella Introduzione al volume, “che si è decisa a cinquant’anni passati (ne dimostra cinquanta di meno, non sembra del tutto nata) a cominciare a pubblicare almeno una parte delle sue poesie… Grazie, Campanotto, che hai iniziato quest’operazione… Il nome di Livia Candiani non è però nuovo. Antonio Porta la incluse nella sua Antologia degli anni Settanta, e nel 2001 ha vinto il Premio Montale per l’inedito. Io la sentii leggere a una rassegna organizzata dal Comune di Milano… Leggeva con una voce strana, quasi straniera, che colpiva. Una voce infantile ma seria, debole ma forte. Peccato non partecipi quasi mai a letture pubbliche, fa parte di quei poeti che vanno almeno una volta ascoltati, i loro versi vanno letti avendo quell’eco nelle orecchie”.

    Ed ecco come la presenta Franco Loi nell’inserto domenicale del “Sole 24 ore”: “La sua è una poesia semplice, intensa, ricca di significati. Di fronte a tanta poesia scritta con la testa o con tanta malizia letteraria, questa della Candiani è naturale, suscita pensieri ed emozioni, rivela un autentico rapporto con le cose. Si sente che questo libro nasce dall’esperienza di una vita, che ha del resto pochi precedenti pubblici”.

  6. lettore indiano?
    a me eviteresti delle ricerche assurde su vivimilano che spesso sono, nzomma, piuttosto generaliste e frammentarie.

  7. Precauzioni per l’uso: l’autore consiglia la lettura del seguente brano solo per coloro non sofferenti di stati depressivi da eterna ricerca di un posto di lavoro, che siano ottimisti per vocazione e possibilmente immuni da attacchi di precarite acuta.

    Titolo: volevo essere Dan Brown ma diventai un guardiano notturno.

    Quando eri piccolo sognavi di fare lo scienziato o di diventare uno scrittore affermato come Dan Brown e di scrivere un romanzo di successo tipo “Il Codice Da Vinci”. Ma una volta laureato ti sei domandato: “Forse sarebbe meglio fare un passo alla volta.”
    Per i primi tempi ti saresti accontentato di uno stage non retribuito. Una piccola esperienza avrebbe reso più facile il tuo inserimento lavorativo. Doveva essere un gioco da ragazzi, con tutti questi stage proposti da piccole, medie, grandi società, e da enti pubblici e privati in giro non sarà un problema trovarne uno.
    Ma la ricerca di uno stage fu la prova più difficile della tua vita, i colloqui terminavano con la solita e nauseante frase: ”cerchiamo persone che abbiano maturato esperienze analoghe nel ruolo, le faremo sapere qualcosa.”
    Hai scoperto sulla tua pelle che le parole, le frasi, la preparazione e la tua passione nel fare le cose, a differenza dei tempi universitari, sono la parte più superflua di te. Dato di fatto e che nessuno vuole farti fare questo dannato stage. .
    Ovviamente il tempo passava, lo stomaco brontolava, i tuoi amici brontolavano perché di sera non uscivi più con loro, tua madre brontolava perché stavi più tempo a casa con lei.
    Una mattina, La signorina di un’agenzia interinale ti telefona, ti propone di fare il guardiano notturno su a Bardonecchia. Accetti senza pensarci. Ti sentivi un miracolato, e contento come un bambino che gli è stata appena data una caramella, finalmente avresti fatto quella significativa esperienza “sul campo” che tanto attendevi.”

  8. Dedicato a Eleonora Duse

    Domenica 14 maggio, alle ore 15.30,
    in programma presso Palazzo Roncalli – Vigevano, un particolare omaggio
    alla indimenticata “Divina” che a Vigevano è nata

    10 maggio 2006 – Suoni, parole, profumi: sono questi gli elementi dai quali prende vita lo speciale omaggio dedicato a Eleonora Duse che si terrà domenica 14 maggio a Vigevano, città che ha dato i natali alla “Divina”, presso il Palazzo Roncalli, via del Popolo, 17, dalle ore 15.30.

    Nell’antica Sala “800” si terrà il suggestivo recital, ideato e organizzato da Stefano Astolfi, su arie da camera composte da Francesco Paolo Tosti, eseguite dal soprano Marta Calcaterra accompagnata da Sara Tambutrini, intervallate da poesie di Gabriele D’Annunzio recitate da Matteo Barbè.

    Tra le poesie che verranno recitate, A mezzodì, La sabbia del tempo, Lungo l’Africo nella sera di Giugno dopo la pioggia.

    Tra le arie, Sogno, Aprile, Oblio, Malià, L’alba separa dalla luce l’ombra.

    Suoni e parole saranno immersi nel profumo che avvolgerà la rappresentazione, la fragranza che Laura Tonatto, anch’essa ospite dell’evento, ha dedicato a questa donna rimasta impressa nella memoria di generazioni. E.Duse, una interpretazione olfattiva della personalità artistica e umana della grande attrice. A partire da quelle violette simbolo della storia d’amore tra Eleonora e Gabriele D’Annunzio.

  9. In occasione della sua nascita, la casa editrice I sognatori presenterà a Bari (nel pub Storie del vecchio sud, in via Buccari 120, alle ore 20.00) il suo programma d’intenti e la sua prima pubblicazione ufficiale, “L’orologio di cenere” di Aldo Moscatelli. Raccoglierà in loco, inoltre, lavori inediti di tutti coloro che, ignorati dalla cultura italiana ufficiale, ricercano una casa editrice non allineata al solito modus operandi dell’editoria nostrana. In questo modo, verrà risparmiato agli scrittori convenuti l’invio del materiale, e le relative spese di spedizione.
    Per ulteriori informazioni sulle iniziative della casa editrice I sognatori, potete visitare il sito http://www.casadeisognatori.com, o chiamare in redazione al numero 0832/228482

  10. omaggio al Vulcanico Presidente:
    lInguaggio ieratico, fiero, rigoroso, eclettico, polisemico, vasto, trasversale, Superpartes, fermo, in una parola, grande
    Giorgio Napolitano è un presidente regale, maestoso.

  11. “Può sembrare temerario parlare di lavoro nell’epoca della fine del lavoro e del precariato: è il tema più rimosso di questi anni.”
    A. Ferracuti

    L’Associazione culturale di Modena “L’Asino che Vola” ha scelto di parlarne utilizzando le modalità che più le sono congeniali: la presentazione di libri, le letture, gli incontri con gli autori che hanno messo al centro dei loro testi la questione del lavoro.
    L’iniziativa si svolgerà venerdì 19-26 maggio a Modena, alle ore 19, a “La Tenda”, Viale Molza (angolo Monte Kosica) secondo il seguente calendario:
    19 maggio: presentazione dei libri:”Cordiali saluti” e “M’impiego ma non mi spezzo” (Einaudi, Torino) di Andrea Bajani; “La Quinta S” (Aipsa, Cagliari) di Enrico Pili.
    26 maggio: presentazione del libro “Ferita di guerra” (Gaffi, Roma) di Giulia Fazzi.
    Chi fosse interessato all’iniziativa o semplicemente desiderasse ulteriori informazioni, può scrivere a lasinochevola@libero.it

  12. Precauzioni per l’uso: l’autore consiglia la lettura del seguente brano solo per coloro non sofferenti di stati depressivi da eterna ricerca di un posto di lavoro, che siano ottimisti per vocazione e possibilmente immuni da attacchi di precarite acuta.

    Titolo:Grazie! ma non mangio e non bevo. Preferisco i residui tossici.

    Non ho ancora capito quali prospettive lavorative la mia città (Torino) dia ai suoi giovani. Giovani che contano qualcosa soltanto in occasione di determinati eventi, si pensi il periodo olimpico, sotto le elezioni politiche e le attuali elezioni comunali. I più “fortunati” diventano soggetti provvisori che operano attivamente. I meno fortunati sono oggetti amati e prediletti dai sondaggi e dalle propagande elettorali.
    Per i restanti giorni dell’anno, i giovani sono residui tossici in movimento tra un’agenzia interinale ad un altra. Oppure residui confinati ed esiliati nei punti internet, nelle biblioteche civiche etc . Luoghi di fondamentale importanza per coloro che spediscono montagne di curriculum e hanno la necessità di essere aggiornati costantemente sulla scarse e ripetitive offerte del mercato torinese. Ma anche luoghi di perdizione, Infatti, la vita dei giovani diventa un eterno, monotono e inutile replay o un equilibrio precario tra delusioni e speranze senza la concretezza di un futuro.
    I professionisti della diplomazia forse non si rendono conto della portata e gravità dei problemi della disoccupazione e della precarietà lavorativa giovanile oppure continuano a perdersi in un labirinto di parole, di slogan e pochi fatti. Puntano intenzionalmente su manifestazioni, feste e su cose esterne riguardanti “l’arredo” urbano per dare un volto gioioso, festoso e positivo alla città. Ma non sarà la strada che risolverà i veri problemi. Torino non diventerà mai internazionale se contiamo a farci del male e a distruggere giovani vite atrofizzando chissà quante menti brillanti. Torino diventerà un paesino di provincia o meglio una sorta di “Rapa Nui” nel cuore dell’oceano. Ma un oceano che non sarà di acqua ma di residui tossici.

  13. Martedì 16 maggio 2006

    alcuni funzionari della Polizia municipale di Milano insieme a funzionari del demanio,polizia e digos,alle ore 08.00 sono entrati all’interno dello stabile”Acqua Potabile” sito a Milano in Piazza Carbonari 30.

    Hanno forzato la porta e hanno proceduto al sequestro di tutti gli oggeti presenti al’interno,tra i quali,impianto audio,dischi,materiale cartaceo e altro.

    L’associazione culturale Accadueò (ex CIDEP), che da ormai due anni gestisce lo spazio di proprietà demaniale, consegnatole dal CIDEP centro di iniziativa democratica e popolare, previa segnalazione al Demanio, cooperativa liquidatasi nel dicembre 2004, è una costola del suddetto CIDEP, ed è in regola con i pagamenti del canone al comune di milano,coi bollettini dell’azienda municipalizzata energia elettrica.

    NON è intestataria di un contratto di locazione,in quanto scaduto da 6 anni, visto anche che, nonostante le sollecitazione rivolte al comune di Milano per effettuare migliorie allo spazio seminterrato, mai ha ottenuto risposta, ma solo bolletini di affitto per una non meglio specificata”occupazione senza titolo”, che tra l’altro ha sempre provveduto a pagare.

    lLassoc.cult. Accadueò si rifuta di accettare questa logica del ricatto pendente sulla testa di chi riqualifica aree comunali e/o demaniali dismesse, a proprie spese, a cui non viene stipulato un contratto in maniera da non concedere spazio alla progettualità, a chi vi produce all’interno attività di aggregazione giovanile, territoriale, socio culturale, riconosciuta anche da numerosi media nazionali (vedi numerosi articoli pag culturali IL MANIFESTO,LA REPUBBLICA,TUTTO MILANO,CORRIERE DELLA SERA,LA STAMPA,RADIO POPOLARE, ECCC.), ma non vede riconosciuto per motivi prettamente politici, dalle istituzioni, il valore dell’attività sociale, culturale e di solidarietà svolta nell’arco di questi anni.

    Questa operazione odora molto di Campagna elettorale per le elezioni comunali di Milano.

    Ci sembra un’enorme ingiustizia colpire ancora una volta i giovani che si sottraggono alle logiche di profitto della cosidetta”Milano da bere”.

    Quindi,indiciamo un presidio di protesta venerdì sera alle ore 21.00

    in PIAZZA CARBONARI 30, milano

  14. Una poesia. Alessandro Canzian – Pordenone
    http://xoomer.virgilio.it/alessandrocanzian

    Di vuoto ubriaco al tuo segreto sorriso
    amaro, non ricordo nulla.
    Non ricordo la pacata morte del vivere.
    Il caffè nero ti smemora, e dilegua, nera
    angustia d’altri voli.

    Ma tu non sai quei voli.
    Tu non sai la farfalla ch’era entrata
    soffocata, corvo oramai smorto.
    Tu non sai il rombo d’ali che ci scava
    -tutto, tutto si ripete nel tempo-
    cupo, nel cupo segnale del tempo
    -e nel rombo s’ingolfa, stasi-.

    Perché non è amare, né vivere,
    il leucemico gatto assetato
    d’assonanti dolcezze, oblique ferocie.

    Alessandro Canzian – Pordenone

  15. Terzo Festival di poesia a Montiglio

    Il 24 e 25 giugno prossimi si terrà al Castello di Montiglio (Asti) la terza edizione di Castello in Poesia, Festival di poesia italiana promosso dalla casa editrice LietoColle in collaborazione con il Comune di Montiglio Monferrato. Tema della manifestazione di quest’anno è il linguaggio poetico, affrontato in un percorso che, a partire dall’uso del dialetto, attraverserà la contemporaneità della lingua italiana per giungere alla diffusione della poesia attraverso la traduzione.
    Gli ospiti relatori sono Franco Loi, Achille Serrao, Franco Buffoni, Guido Oldani, Gianni Turchetta, Amedeo Anelli, Francesco Smerlati e Martha Canfield. Testimoni poetiche, con propri testi in lingua dialettale, Anna Maria Farabbi e Assunta Finiguerra.
    Una particolare attenzione al contributo poetico femminile vedrà la presentazione del volume L’Ulisse di LietoColle, realizzato con gli interventi critici e letterari apparsi su un numero della rivista on line dedicato ai mondi creativi femminili, e l’esposizione di lavori di Nevia Gregorovich (opere visive), Barbara Viscito (fotografia), Susanna Snellman (scultura).
    Agli interventi dei relatori seguirà la formazione di due gruppi di lavoro che svilupperanno diversi argomenti legati al tema del convegno. Numerosi, inoltre, i momenti dedicati alla lettura di testi nell’ambito degli eventi “Mappe del verso” e “Poesia e paesaggio”.

    Info: http://www.lietocolle.it

    Luisa Pianzola

  16. Precauzioni per l’uso: l’autore consiglia la lettura del seguente brano solo per coloro non sofferenti di stati depressivi da eterna ricerca di un posto di lavoro, che siano ottimisti per vocazione e possibilmente immuni da attacchi di precarite acuta.

    Lo chiamavano futuro…

    “I giovani non pensano al futuro”. Opinione diffusa tra i politici e gli intellettuali. .
    Tuttavia mi sembra che, in realtà, siano gli “adulti” e questi politici “saggi” e“pieni di idee”che stanno facendo di tutto e del loro meglio per creare una generazione di giovani senza esperienze, e quindi senza futuro.La formazione diventa eterna ed è “un mezzo di distrazione di massa”, e la pratica sul “campo” è rimandata ad un domani che non si sa quando e se arriverà, oppure quando giungerà l’occasione della tua vita sarai troppo vecchio per la selezionatrice Che fregatura! L’ultimo giorno di formazione eri il più giovane, il giorno seguente scopri di essere improvvisamente “centenario”. Pensavi che la miopia dei tuoi occhi fosse stata il legittimo sacrificio per un futuro di soddisfazioni, ma dimenticavi che era il tuo sedere la parte del corpo più ambita da sacrificare. Soprattutto in un paese antico e provinciale come il nostro.
    Chissà quante idee stanno morendo in quest’istante.Le idee non nascono dal nulla ma prendono forma e vita dall’esperienza dell’individuo, dal costante esercizio di un’attività. Quanti aspiranti politici o aspiranti giornalisti ecc mai sapranno di essere bravi o cattivi politici o giornalisti perché non hanno la possibilità di crescere, confrontarsi e misurare le loro capacità nella professione per cui si sentono predestinati.
    I giovani pensano al futuro con un sorriso cinico e malinconico, lo guardano con quell’ottimismo forzato che è obbligatorio per sopravvivere in un paese carnevalesco dove la logica delle cose non ha senso di esistere, dove si può essere cretini e intelligenti allo stesso tempo o meglio far molta e molta carierà più cretini si è.

  17. Appello a tutti i lettori di NI. Cerco persone che abbiano avuto modo di entrare in contatto con Cesare Pavese durante il suo confino a Brancaleone (1935-1936). Si tratterebbe di persone molto anziane, ovviamente, e mi piacerebbe entrare in contatto con loro.
    effeffe

  18. La funzione del “Pota” nella nostra società

    Pota. Il “Pota”, termine dello stupefacente dialetto bergamasco, semplifica con una sorprendente emissione di suono un significato profondo ed una difficilmente esplicabile condizione umana. Cercando una possibile traduzione mi viene in mente l’espressione italiana “d’altronde”, che trasmette il significato, certamente. Ma in questo modo viene a decadere tutta la forza del “Pota”. Accanto al momento fonetico non dobbiamo dimenticare la componente gestuale e interpretativa della parola. La forza contenuta nel suo suono e nell’unità che rappresenta.
    Quando diciamo “Pota” è perché pensiamo ad una ben determinata cosa; un analogo come “d’altronde” potrebbe esprimere la stessa sensazione, ma ci priverebbe di molto significato. Anche e soprattutto in questo caso vale la massima italiana – Traduttore, traditore -.
    Se pure mi aiuto con il vocabolario Bergamasco-Italiano (che potrete trovare in molte biblioteche della bergamasca) non riesco a trovare una traduzione soddisfacente. Sul sito http://www.etimo.it riesco finalmente a trovare, sotto la voce “pòtta”, una traduzione che però mi da il significato originario, etimologico appunto. Si tratta, come molti di voi sapranno, dell’organo riproduttivo femminile. Il termine, derivato dal latino, incontra nella sua storia voci di origine germanica e celtica; riunisce infine i due significati di vaso e vulva.
    Ma quello che mi interessa ora è esaminare l’uso. La funzione del termine “pota” nella nostra società.
    Il Pota ci permette di comunicare la nostra impossibilità di fronte ad un quesito della vita o ad una situazione problematica. E’ il momento in cui esplichiamo quella che gli antichi chiamavano epoché (ovvero la sospensione del giudizio di fronte a ciò che non è comprensibile, come per lo stoico Zenone, o di fronte a rappresentazioni e opinioni opposte, come nell’etica scettica), il momento in cui fissiamo stabili il percorso degli eventi.
    In molti altri casi il nostro dialetto coniuga perfettamente una grande comunicabilità concettuale con un’estrema concisione lessicale, basti pensare a termini come “a fussura”.
    In questi tempi poi, tempi difficili e amari, l’uso del “Pota” dilaga. Funge da sintesi dello sconforto sociale. Sempre più giovani ricadono nell’uso del dialetto per la comunicazione tra gli amici. Ad esempio un giovane, che chiameremo genericamente X, attorniato da un gruppo di amici, chiamati altrettanto genericamente Y, Z e K, si sente dire dal primo: “Ehi! Guarda qua cosa sta scritto sul giornale! : – Non si danno case ai bingo bongo!* -“. Poi interviene Z e dice: “Senti invece cosa sta scritto qua: – Harry Potter anticristiano. Per un cardinale cattolico la famosa saga di romanzi è una sottile seduzione che corrompe i giovani. Il cardinale si dice d’accordo con una critica letteraria tedesca sul fatto che i libri di Harry Potter contengono subdole seduzioni, che agiscono inconsciamente distorcendo profondamente la cristianità nell’anima, prima che possa crescere propriamente dal magistero della chiesa** – Infine K invita l’amico X a guardare un manifesto appiccicato al muro, che ritrae dei soldati nazisti, con tanto di svastica alla spalla. Sotto sta scritto: “Anche loro avrebbero votato”***.
    Dopo l’ascolto dei tre innocenti interventi degli amici, l’amico X alza lo sguardo, tra lo sbigottito e lo sconfortato, e dice: Pota!
    A questo punto gli altri tre fanno cenno di sì con la testa. Concordano nello sconforto. Dicono “Pota” e con questo manifestano proprio quella sospensione del giudizio di fronte a ciò che non puoi capire. Purtroppo questa è una situazione tipica di parte del mondo giovanile, atteggiamento che invade ancor più le frange maggiormente mature, fino a dilagare tra i più anziani.
    Nient’altro che una presa di coscienza di questi tempi, che sembrano la primavera dei paradossi. Si vedono in televisione e citati su quotidiani, personaggi che normalmente ci si aspetterebbe di vedere sui porti delle nostre città costiere a scaricare il pesce dopo una dura giornata in mare. Invece ricoprono cariche importanti e passano il tempo ad inneggiare all’irrazionalità, alla xenofobia o forse semplicemente a godere nel far fluire verso la cittadinanza proprie perle di puro cabaret.
    Le cose vanno così, e la reazione più semplice, ma anche la più spontanea, è quella di rispondere a tutto questo con un Pota. Questa magica parolina che comunica perfettamente la rassegnazione e la mancanza di fiducia nelle istituzioni, l’assenza di speranza. Ma nasconde pure un non so ché di goliardico, tipico della nostra popolazione. Qualcosa come: “Lo so, sembra che tutto vada a scatafascio, ma arriveranno tempi migliori. Nel frattempo soffriamo insieme, insomma: com-patiamo:”

    * dal quotidiano il Corriere della Sera, 5 dicembre 2003
    ** dal quotidiano La Repubblica, 15 luglio 2005
    *** Manifesto dell’UDC contro la raccolta di firme per il referendum sulla fecondazione assistita

  19. Ahem, qualche gentile amministratore potrebbe cancellare il commento precedente che cita il mio blog per motivi a me del tutto ignoti? E’ piuttosto imbarazzante trovarsi pubblicizzata da non si sa chi per chissà qual motivo. Grazie :)

  20. Dal 20 maggio hanno preso il via i lavori del “laboratorio di scritture che cambiano” ideato e coordinato dal gruppo :duepunti (www.duepunti.org), in collaborazione con Dilce, Dipartmento di Letterature e Culture europee (Unipa) e Lo specchio di carta, osservatorio sul romanzo italiano contemporaneo. Tra indagine semiseria, critica e accumulazioni BlogLAB invita ad una più attenta riflessione tra i rapporti che legano scrittura e lettura, media e contenuti, bisogni e aspirazioni della nuova generazione di “scriventi” (i blogger), capaci di farsi interpreti dei più stridenti paradossi di un paese in cui si scrive/digita più di quanto si legge, e si scrivono racconti ma vengono pubblicati quasi esclusivamente romanzi.

  21. Arianna: il primo sportello giovane che aiuta i giovani.
    Sei giovane, abiti a Torino e hai difficoltà ad interfacciarti con il complicato mondo della pubblica amministrazione? Lo sportello Arianna può aiutarti trovando per te notizie su bandi, borse di studio, finanziamento di progetti di volontariato, associazionismo, supporto all’imprenditorialità, adesione ad albi, servizio civile volontario nazionale, stage di studio, stage formativi, crediti formativi, agevolazioni e altro. Arianna saprà indirizzarti negli appositi uffici per poter soddisfare le tue richieste, e ti assisterà gratuitamente in tutte le fasi delle pratiche sottoposte. Contattaci: http://www.sportelloarianna.it -info@sportelloarianna.it o allo 011/8138718 (segreteria 011/8138711). Altrimenti prendi un appuntamento e vieni a trovarci, dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14 alle 18. Abbiamo sede presso il Centro Servizi per il Volontariato della Provincia di Torino “VSSP” in Via Giolitti 21/B Torino.

  22. Giovane scrittore all’asta
    di TIZIANO MARCIANI LANCIANO — Come un dadaista, Francesco Consiglio, lancianese di adozione ma siciliano di nascita, irrompe nella scena culturale nazionale e locale con una provocazione bella e buona. Sul sito di aste on line e-Bay, Consiglio ha pubblicato qualche settimana fa un’inserzione particolare. L’annuncio messo in rete suona più o meno così: «Adottate uno scrittore: con 5 euro gli è possibile stare per un’ora davanti al computer a scrivere romanzi, poesie, canzoni». In cambio il suo “mecenate” sarà ben ricompensato quando lo scrittore diverrà famoso. Una cosa del genere non poteva certamente passare inosservata così su Francesco si sono riversate le attenzioni delle pagine culturali di importanti quotidiani nazionali, quantomeno incuriositi da una sortita tanto plateale. «Il mio è stato un colpo d’ariete contro una sorta di mondo chiuso ed impenetrabile quale è quello dell’editoria. — dice senza peli sulla lingua Francesco Consiglio — Per uno scrittore esordiente è praticamente impossibile riuscire a entrare ed avere la possibilità di far leggere i propri lavori o comunque riuscire ad ottenere almeno una risposta quando si propone un’opera. Così, ho pensato che era arrivato il momento di dare una scossa a questa situazione — continua ancora Francesco Consiglio — e, a quanto pare, qualche effetto sono riuscito ad ottenerlo». Francesco è autore teatrale con un musical dal titolo “Licantropia” che è in cerca di produttore e con “Delitto all’Università” opera in prosa che è stata presentata in anteprima a Milano dalla compagnia di Roberto Brivio. «Mi piace provocare — rivela ancora il giovane autore — cercare di smuovere un mondo statico come quello culturale». E quella lanciata su internet non è certo la sua prima provocazione. In passato ha lavorato da “infiltrato” in un mondo tutto particolare, quello dell’astrologia e della cartomanzia. Facendosi passare da astrologo e senza avere la minima cognizione della materia, ma padroneggiandosi bene con la lingua, il nostro ha ottenuto subito credibilità e spazio su riviste e giornali. «Poi — racconta Francesco Consiglio — quando sono riuscito a dimostrare che la costruzione di quell’ambiente era assolutamente fragile ho raccontato la mia esperienza al Cicap, Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale che promuove un’indagine scientifica e critica nei confronti del paranormale. Uno dei fondatori del Cicap, per intenderci, è Piero Angela». Uno scrittore per vivere si deve adattare così Francesco scrive biografie di grandi famiglie frentane: «Ho iniziato con i Botolini ma spero di poter continuare» ed è paroliere: «Scrivo canzoni per diversi cantanti e devo dire che questa è l’attività che mi piace di più».

  23. Copio qui un commento lasciato da Marco Palasciano nel posto sbagliato:

    O napoletani e limitrofi, non perdete la mirifica occasione di vedere in azione il Palasciano questo mercoledì alla Fondazione Vico! ingresso gratis! non si tratta stavolta di PROVE TECNICHE DI ROMANZO STORICO, bensì della novissima operina poetico-teatrale-filosofica, nonché musicologica, DIALOGHETTO TRA UN PRINCIPE E UN FILOSOFO. Le informazioni qui:

    http://www.forumcommunity.net/?t=3228617

    e qui:

    http://www.forumcommunity.net/?t=3104678

    :)

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

“STAFFETTA PARTIGIANA” concorso letterario

Nazione Indiana promuove un concorso per racconti e scritture brevi inedite sulla Resistenza e la Liberazione. Il concorso è rivolto agli under 35 perché pensiamo sia importante un passaggio del testimone, che quindi una nuova generazione di italiane e italiani assuma il compito di ricordare e raccontare la Resistenza.

FRAGiLiCiTY festa per il ventennale di Nazione Indiana

Nazione Indiana ha compiuto vent’anni nel 2023! Siccome non tutti i compleanni sono uguali, Nazione Indiana ha deciso di festeggiare il suo ventennale con due iniziative: nel marzo scorso a Parigi e adesso a Milano, città in cui è nata.

Vent’anni di Nazione Indiana. Si comincia a Parigi

I festeggiamenti iniziano il 23 e 24 marzo 2023 con una due-giorni tra Maison de la Poésie, Université Paris Nanterre e Librairie Tour de Babel. Ecco i dettagli del programma

ATLANTI INDIANI #03 Ora e sempre Resistenza

   Abbiamo raccolto in questo Atlante alcuni dei numerosi scritti pubblicati sul tema del 25 aprile e della Resistenza, con...

ATLANTI INDIANI #02 Terrae Motus [Aquila 2009-2019]

A dieci anni dal terremoto dell'Aquila abbiamo raccolto in questo Atlante gli articoli pubblicati da Nazione Indiana sul tema....
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: