questa è la vita
di Christian Raimo
questa volta mi sono seduta sul letto, mi hai detto,
eri stanca persino di uscire, vieni a farti un giretto?,
e andare dove?, mi hai chiesto, son rientrata adesso,
sono le nove e devo ancora farmi una doccia e cenare.
ho insistito, esci ti aspetto, ci prendiamo una cosa, parliamo.
ma parlare di cosa, mi hai detto, un’altra serata a parlare di affitto?
con tu che mi dici che il prossimo mese ti fanno un contratto
e ti danno quattrocento euro al mese escluse le spese di pranzo e benzina,
o a lamentarsi in gruppetto dell’impossibilità condivisa di fare un progetto
che duri due giorni, di accendere un mutuo, a fare la gara a chi più insicuro,
a chi ha meno idea di cosa fare in futuro, ma anche tu non sei stufo?
scusami ho sonno e devo andare in cantina, mi riprendo la rete
che avevo buttato, quest’altra che ho messo è peggio dell’altra,
ci dormo malissimo e da due settimane mi sveglio con la schiena attrappita.
ci sentiamo domani, magari per pranzo, se ti sta bene, questa è la vita.
Dio mio, e cosa sarebbe questa?
Brutta situazione. E’ anche vero che il lavoro fisso, sempre nello stesso posto, sempre con lo stesso stronzo che ti controlla e ti rompe i coglioni, magari per anni, puo’ anche essere peggio.
Bisognerebbe essere flessibili in un posto fisso. Vale a dire, bisognerebbe fare il lavoro che si è scelto.
Alcuni ci riescono, in Italia.
Alcuni di questi (quanti?) tramite una bella raccomandazione…
mi riprendo la rete che avevo buttato, quest’altra che ho messo è peggio dell’altra
Simone gli rispose: «Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le *reti*».
già, “flessibili in un posto fisso”… d’Altan l’intuizione primigenia (v. ur-strip, la vignetta del tizio che si volta: “che fa?”, e l’altro con l’ombrello, che gli predica la flessibilità, con la palpebra pesante, l’occhio da maiale).
a me sembra una sciocchezza!
Con la rete mi hai ricordato il letto della mia infanzia.
Con tutto il resto la mia adultità…
e mi sto ancora domandando francamente cosa sia peggio :-)
bisogna rivedere anche i motti:
rogito ergo sum
raimo non scrive molto bene, tutt’altro…
grande raimo! veramente non ne possiamo più di questa colata melmosa di romanzi, romanzetti, racconti, saggetti, interviste, reportage su precari e compagnia! baaaaaaaaaaaaaaaaaaaaasta!!! è ormai un vero e proprio sottegenere totalmente codificato buono soltanto a dar lavoro a quelli che ne scrivono.
perchè, poi, diciamolo: posto che letterariamente hanno poco o nulla da dire, a quale effettualità “politica” o “sociale” puntano? cosa si cerca nella spastica ripetizione dello stesso motivo? soltanto che ne siamo sempre più anestetizzati, annoiati, prevenuti. e amen.
“con tu che mi dici che il prossimo mese ti fanno un contratto
e ti danno quattrocento euro al mese escluse le spese di pranzo e benzina,
o a lamentarsi in gruppetto dell’impossibilità condivisa di fare un progetto
che duri due giorni, di accendere un mutuo, a fare la gara a chi più insicuro, a chi ha meno idea di cosa fare in futuro, ma anche tu non sei stufo?” Sì, sono stufo. Se continuano così torno a leggere il signore degli anelli…
Bella descrizione del malessere serale, quando anche le velleità di sopravvivere al giorno dopo sono seppellite sotto la stanchezza e il chiedersi se sarà così per tutta la vita. Comunque usare il futon è il primo passo per uscirne. andare a vedere il mare e non parlare sempre di affitti anche. un buon bicchiere di vino o di pernod, pure. insomma al precariato e alla mancanza di progetti si risponde solo con una posizione zen dell’animo: l’oggi per l’oggi.
… terribile vita… se questa è la vita (mi pare di capire che si tratti di un inedito) o sbaglio? Mapi
Metricamente coinvolgente. Il ritmo che s/c-ostituisce il contenuto? Vaghe influenze gemmagaetaniane, forse… Molto interessante comunque l’esercizio di stile.
Delle poesie con troppo contenuto
Meglio: come questa
Con un contenuto così prevalente
Oggettivo, fattuale
Non-sublimato del tutto
Non del tutto fatto-verso
Penso che sono troppo una via-di-mezzo
E sospendo ogni adesione
Che pure vorrei dare alla ragazza
Che passa la sua vita
Sulla soglia sorvegliata
Dal Guardiano della Legge.
Ancora Raimo con queste sciocchezze?
elogio non elogo
pavese, carver, bukowsky…e cristian raimo
piaciuta!!!
bella bella :)
Sì, concordo pienamente con Aldo Biscardi e Killer….
Io al Signore degli Anelli ci sono tornato da tempo:
Non tutto l’oro luccica
né i viandanti sono perduti
il vecchio che è forte non s’aggrinza
le radici profonde non gelano
dalle ceneri rinascerà un fuoco
nuova sarà la lama ora rotta
e Re quei che è senza corona
Il guaio è che scrivere di precariato fa molto trendly: anche quando si scrivono cagate… “l’audience” è assicurato.
chiarisco: il mio non era un commento contro il pezzo di raimo, sarcastico o ironico. Era un dargli ragione: io ho letto questo intervento come una presa di posizione poetica vs. il mainstream sociologiese e antiletterario di questi tempi. Poi magari ho preso una cantonata io, eh!
Io Raimo lo manderei a lavorare, ma lavorare davvero, in un grande magazzino, come commesso tuttofare. Si stancherebbe e scriverebbe meno vaccate!
Il Biscardi e il Nobili non sono mica dei precari, no, hanno il lavoro fisso loro, si scocciano se qualcuno parla di precariato, ma sì, che ognuno si guardi al proprio orticello privato e mandi al diavolo il prossimo. Massì, chiudetevi in casa col vostro signore degli anelli che è meglio, e onorateci con un po’ di silenzio!
Button
precario lo sei dentro, non fuori.
Poi io non ho il lavoro fisso per la cronaca…
button, il precariato e mazzi vari è un problema, non temere che non lo sappia. se amassi indulgere nell’iperbole ti direi che è un genocidio (simbolico) generazionale. ma non stiamo parlando di questo! perchè resta da vedere se la *letteratura* debba umiliare se stessa andando dietro a un sindacalismo, tra l’altro all’acqua di rose, o non debba fare altro: chè magari sarebbe forse ben più scomoda di questo prevedibile e previsto piagnisteo generalizzato.
ho detto che torno a leggere il sda per paradosso, perchè a forza di imitare i giornali o le inchieste sociologiche la letteratura consuma se stessa.
vedila in altri termini: per sapere che il precariato è una tragedia umana, esistenziale, oltre che economica e politica, non ho bisogno di leggerlo su un libro da parte di uno scrittore che si improvvisa giornalista d’inchiesta, basta guardarmi in giro. dalla letteratura ho il diritto ad aspettarmi qualcosa di più, no?
@aldobisca
il sindacalismo all’acqua di rose, la letteratura che umilia se stessa, il piagnisteo generalizzato, la letteratura che consuma se stessa, dalla letteratura di aspettarmi di più ho il diritto.
la parola “letteratura” usata più volte.
in senso alto s’intende, che mica è sindacalismo, mica è piagnisteo: è altro, anzi: ALTRO.
Raimo va capito, ha un suo stile contrariamente a molti altri. Il precariato è una triste realtà acui non riusciamo ad opporci.