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Il voto degli italiani all’estero

di Lorenzo Ansaloni

Il risultato principale che emerge dalle ultime elezioni politiche è la sostanziale parità dei due schieramenti. In controtendenza, come è stato fatto notare, l’esito delle votazioni degli italiani residenti all’estero che ha decretato una netta vittoria del centro sinistra a discapito della Casa delle Libertà.
Se ci dovessimo chiedere quali potrebbero essere le ragioni dietro un risultato così anomalo (se paragonato a quello nazionale) probabilmente dovremmo prendere in considerazione una serie di fattori che non potrebbero prescindere dalla storia individuale di ciascun paese ospite, dai flussi immigratori recenti o passati e da considerazioni di carattere sociologico proprie di ciascuna comunità italiana all’estero: un lavoro decisamente impegnativo.
Nell’immediato mi sembra di poter individuare tra i fattori che contribuiscono a spiegare il diverso esito elettorale, il grado di libertà d’informazione del paese ospitante. Passando in rassegna i dati (praticamente definitivi) forniti dal Ministero degli Interni sembra infatti potersi stabilire una correlazione tra il grado di libertà di espressione (fa riferimento il rapporto 2005 di Reporter Sans Frontieres) dello stato estero ospitante e le preferenze di voto emerse.
Pur con le dovute eccezioni si nota una generale tendenza che porta gli italiani residenti in paesi con un elevato grado di libertà d’informazione a orientare la loro preferenza verso lo schieramento di sinistra piuttosto che verso la destra. La tendenza sembra gradualmente invertirsi allo scemare del grado di libertà d’informazione del paese ospite.

EUROPA (totale voti 525.730)

In Europa l’Unione ha ottenuto il 52,871% a cui si deve aggiungere il 5,213% dell’Italia dei Valori e il 0,723% dell’UDEUR per un totale di 58,807%. I votanti risultano frammentati tra diversi paesi europei anche se, nell’ordine, Svizzera, Germania, Francia, Belgio, Regno Unito, Spagna ne raccolgono il maggior numero. Da notare che in alcuni paesi si sono avuti un numero di voti nell’ordine della decina o di poche centinaia, pertanto non li prenderò in considerazione sia per il limitato peso nell’assegnazione finale dei seggi sia per l’esiguità del campione che non consente di trarre conclusioni convincenti. Il limite (arbitrario) sarà fissato ad almeno 1000 voti.
Tenendo presente che l’Italia si colloca al 42esimo posto della classifica di Reporter Sans Frontieres ultima tra i paesi dell’ Europa Occidentale vediamo di passare in rassegna gli esiti delle votazioni partendo dai paesi in cima alla classifica:

Posizione nella Classifica RSF Paese Votanti Risultato Centro Sinistra
1 Danimarca 1.160 67,586%
1 Irlanda 1.258 64,943%
1 Paesi Bassi 7.333 63,179%
1 Svizzera 163.379 62,227%

Tutti questi paesi sono a pari merito in cima alla classifica con il massimo grado di libertà d’informazione. Non ho preso in considerazione Norvegia che però sfiora i mille voti (967 voti) in cui il centro sinistra esce vincitore ma con pochi punti di vantaggio rispetto allo schieramento di destra. L’Islanda è stata esclusa per lo scarso numero di votanti (21 appena) e delle Finlandia non sono pervenuti i risultati.
Scendendo nella classifica troviamo nell’ordine i seguenti stati appartenenti alla circoscrizione Europa:

Posizione nella Classifica RSF Paese Votanti Risultato Centro Sinistra
9 Slovenia 1.032 71,994%
12 Svezia 1.899 69,14%
16 Austria 4.222 68,663%
18 Belgio 51.472 69,063%
18 Germania 135.443 50,198%
18 Grecia 3.785 65,15%
18 Regno Unito 38.585 48,263%
30 Francia 76.249 67,003%
40 Spagna 11.742 58.234%

Due sono forse i risultati anomali o fuori dal coro: Germania e Regno Unito. In entrambi lo schieramento di sinistra esce vincitore data la presenza di liste indipendenti che sottraggono voti ad entrambe le due grandi coalizioni. In Germania in centro destra totalizza il 44.599% mentre nel Regno Unito si assesta al 45,211%. Nonostante la sconfitta i margini sono sensibilmente ridotti rispetto alla tendenza generale e in particolare il Regno Unito rappresenta un eccezione. Riguardo alla Spagna che si trova al quarantesimo posto della classifica (2005) e precede di sole due posizioni l’Italia, va fatto notare come tale posto (visti recenti sviluppi) non sia probabilmente aderente alla realtà e non penso di sbagliarmi anticipando il miglioramento di qualche posizione nel rapporto 2006.
Per quanto riguarda stati con indice di libertà di espressione inferiore a quello italiano, ne possiamo trovare svariati nella sezione Europa ma solo tre, se non vado errato, superano i 1000 votanti. Nell’ordine Croazia, Serbia e Montenegro, Turchia. Ecco i risultati per questi paesi:

Posizione nella Classifica RSF Paese Votanti Risultato Centro Sinistra
56 Croazia 4.130 47,481%
65 Serbia e Montenegro 2.337 24,56%
98 Turchia 1.127 29,841%

Se in Croazia, considerando le liste indipendenti non assimilabili a nessuno dei due schieramenti, la destra si afferma con un 47.698% che mantiene il risultato elettorale su un piano di sostanziale equilibrio non altrettanto si può dire quando si scende ulteriormente nella scala della libertà d’informazione. In Serbia e Montenegro Forza Italia da sola ha raccolto il 56,268% delle preferenze. Notevole risultato anche in Turchia dove Forza Italia arriva al 54,835%. Nonostante il buon risultato della destra in Croazia, il vero exploit non è tanto rappresentato da Forza Italia quanto dalla lista Tremaglia che raggiunge un ragguardevole 26,319%.
Pur con la dovuta cautela va detto che in molti paesi il cui grado di libertà di informazione è inferiore a quello italiano, la destra sembra raccogliere il maggior numero di preferenze ma il numero di voti è inferiore al migliaio e il campione risulta troppo ristretto per estrapolarne analisi, in generale, convincenti. Tra questi paesi ricordo: Bulgaria (152 voti – 48 posto), Polonia (681 voti – 53 posto), Albania (352 voti – 62 posto), Romania (783 voti – 70 posto).

AMERICA SETTENTRIONALE E CENTRALE (totale voti 87.291)

Il centro sinistra raccoglie il 38,897% delle preferenze e l’analisi del voto risulta molto più semplice data la ridotta frammentazione dei voti: i votanti negli Stati Uniti e nel Canada sono complessivamente 81.482: praticamente la quasi totalità. Solo un altro paese supera di poco il migliaio: la Repubblica Domenicana.

Posizione nella Classifica RSF Paese Votanti Risultato Centro Sinistra
21 Canada 35.576 48,122%
44 Stati Uniti 45.906 32,843%
51 Repubblica Domenicana 1.270 24,251%


In Canada si registra una sconfitta di misura della sinistra e una situazione di equilibrio: 48,122% per la sinistra contro un 48,962% per la destra. Scendendo nella classifica, il centro destra si afferma chiaramente negli Stati Uniti e nella Repubblica Domenicana. Anche in questo caso si nota come al diminuire del grado di libertà d’informazione aumentino le preferenze per la destra.

AMERICA MERIDIONALE (voti 306.562)

L’america meridionale presenta un quadro abbastanza anomalo rispetto alle precedenti sezioni. L’Associazione Italiani Sud America ha ottenuto il 33,526% delle preferenze risultando la prima coalizione del Sud America. Questo ovviamente rende più difficile l’interpretazione dei risultati spezzando il sostanziale bipolarismo presente nelle altre sezioni. A questo si aggiungano alcune considerazioni peculiari inerenti l’America Latina: gli italiani presenti nella zona sono in prevalenza il risultato di flussi immigratori di un passato non più molto recente e in quest’ottica il successo della lista indipendente dell’Associazione Italiani Sud America potrebbe anche essere visto come il desiderio di maggior considerazione da parte di un’Italia a volte troppo assente e latitante, in particolare durante il periodo delle dittature che tra gli anni ’70 e ’80 hanno insanguinato il paese. Il centro sinistra ottiene complessivamente un 29,273% delle preferenze contro un 32,539% del centro destra. Vediamo la ripartizione dei voti:

Posizione nella Classifica RSF Paese Votanti Risultato Centro Sinistra Risultato Centro Destra
46 Uruguay 29.129 27,141% 26.226%
50 Cile 5.260 24,908% 48,99%
59 Argentina 167.307 29,974% 32,028%
63 Brasile 62.599 30,383% 26.643%
69 Paraguay 1.300 12.922% 39,383%
87 Equador 1.500 42,266% 26.732%
90 Venezuela 24.903 30.818% 42.073%
116 Perù 7.271 11,978% 53.884%
128 Colombia 2.804 22.61% 35.892%

L’interpretazione dei risultati lascia ancora intravedere un crescente grado di apprezzamento nei confronti del centro destra allo scemare della libertà dei media ma la tendenza non è così netta e inequivocabile come nelle precedenti sezioni. L’unico minimo comune denominatore sembra essere l’ottimo risultato della lista Associazione Italiani Sud America. La Casa delle Libertà chiude con un buon risultato complessivo ma risente di un certo squilibrio tra le preferenze accordate ai partiti che la compongono. In Perù, pur risultando vincente, la lista Tremaglia raccoglie il 35,414% contro circa la metà di Forza Italia. In molti altri paesi (Argentina, Cile, Uruguay, ecc.) l’UDC di casini raccoglie consensi abbondantemente sopra il 10% (il 16,064% in Cile) mentre in altri si aggira attorno al 2-3%. In Argentina la destra esce vincitrice con un paio di punti di vantaggio ma Forza Italia raccoglie un misero (e decisamente sotto la media) 4,531%. Va considerato il fatto che in Argentina la percentuale d’italiani è massiccia (con i suoi 167.307 voti supera la metà del numero totali di votanti del Sud America) e integrata nel territorio da lungo tempo. Durante gli anni della dittatura militare dei generali, anche molti nostri connazionali furono vittime delle epurazioni e il fatto che la loggia massonica P2 (di cui Berlusconi fece parte) appoggiasse il regime argentino può forse spiegare questo risultato in controtendenza.

ASIA-AFRICA-OCEANIA-ANTARTIDE (voti 55.401)

Il voto è frammentato tra i diversi paesi che compongono la sezione ma solo quattro superano il migliaio di voti a l’Australia da sola raccoglie più della metà dei voti totali. Il centro destra raccoglie il 52,474% delle preverenze e supera di circa 5 punti il centro sinistra con il 47,526% dei voti totali.

Posizione nella Classifica RSF Paese Votanti Risultato Centro Sinistra
31 Australia 30.918 56,035%
31 Sud Africa 6.366 19,195 %
47 Israele 1.388 30,907%
125 Afghanistan 1.546 16,235 %
157 Iraq 2.490 18,313%
159 Repubblica Popolare Cinese 1.148 58,188%

Nonostante il numero di voti rientri nei limiti fissati, eliminerei per diverse ragioni l’Afghanistan, l’Iraq e la Cina. Per quel che riguarda i primi due non mi risultano significativi insediamenti italiani in questi due paesi e presumo che la maggior parte dei voti in questione sia quella dei nostri militari presenti sul territorio che verosimilmente non palano le linque locali. La loro preferenza di voto ci da un’idea della tendenza elettorale delle nostre truppe all’estero ma non risulta il frutto dell’immagine del nostro paese così come viene restituita dai media iracheni o afgani. Le nostre truppe non seguono i notiziari o la stampa di questi due paesi e non dovrebbero perciò esserne stati influenzati nel loro voto.
Gli italiani in Cina, invece, non sono il frutto di immigrazioni passate e la loro è una presenza recente sul territorio, collegata all’altrettanto recente sviluppo economico. Anche in questo caso il dato non mi sembra particolarmente significativo: è verosimile che gli italiani in Cina abbiano conservato un forte cordone ombelicale con l’Italia e in ogni caso mi pare improbabile che possano essere influenzati, nel loro orientamento politico, dalle informazioni inerenti il nostro paese filtrate dai media locali (complice anche il linguaggio).
Rimangono tre stati: L’Australia, Sud Africa e Israele. Il Sud Africa in apparente controtendenza rispetto alla regolarità fin qui notata: stesso grado di libertà dell’Australia ma netta preferenza allo schieramento di destra. L’Australia è caratterizzata da una massiccia e storica presenza di italiani sul territorio (il numero dei votanti parla chiaro) e questo si potrebbe facilmente tradurre in una maggiore attenzione mediatica riservata all’Italia. Il punto di vista degli italiani in Australia potrebbe quindi essere stato in parte formato dai media locali più di quanto il punto di vista degli italiani in Sud Africa sia stato modellato dai rispettivi media. Ciononostante non mi sembra si possa trarre nessuna conclusione significativa data l’esiguità dei dati disponibili. In particolare risulta arduo capire se il Sud Africa possa costituire l’eccezione che conferma la regola o un controesempio significativo alla medesima, almeno circoscritto a questa sezione.

Note:

Tutti i dati sono stati raccolti dal sito del Ministero degli Interni (così come pubblicati il 12/04/2006).
La classifica in base al grado di libertà d’informazione a cui si fa riferimento è quella di Reporter Sans Frontieres pubblicata sul loro sito (www.rsf.org).
I dati presi in considerazione sono relativi alla sola elezione per la camera dei deputati. In generale non ho trovato significative differenze con gli analoghi risultati per il senato.

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5 Commenti

  1. Non credo ci sia una correlazione tanto forte tra la posizione dei paesi in cima alla classifica di Reporters Sans Frontiers e la percentuale di voti presi dalla Sinistra all’estero.

    In fondo la Sinistra ha vinto praticamente ovunque all’estero, e poi la dipendenza dell’una variabile dall’altra è tutta da dimostrare. Mancano anche tutte una serie di altre informazioni che sarebbero utili, come l’orientamento politico dei governi in carica nei paesi che prendi in considerazione per esempio.

    E’ una bella ipotesi la tua, ma non sono propenso a crederci. Sia perchè tollero poco quella classifica di Reporters Sans Frontieres (anche se l’Italia è 41esima per via della condanna a Lino Jannuzzi), sia perchè sono convinto che negli altri paesi si privilegi sempre la regola dell’alternanza, soprattutto nelle democrazie più collaudate (e che sono in cima alla famosa classifica).

    Massimiliano

  2. Ciao Massimiliano,

    concordo sul fatto che un’analisi esaustiva dovrebbe tener conto di molti altri fattori (come specificato nella premessa).
    Onestamente, sostenere che l’esito del voto degli italiani all’estero e’ una funzione del grado di liberta’ di stampa del paese ospitante e’ una tesi che non voglio far mia ne’ mi sembra si possa asserire per le ragioni che anche tu hai ricordato.
    La tesi e’ piu’ blanda, e cioe’ che il rapporto con il grado di liberta’ di stampa e’ un fattore che dovrebbe trovare un suo spazio in un’analisi completa del risultato elettorale dei nostri connazionali all’estero. Ovviamente non l’unico.

    Non mi sembra che la sinistra abbia vinto dovunque e ritengo che una certa regolarita’ (pur con le dovute eccezioni) emerga dalle percentuali riportate.
    La dipendenza di una variabile dall’altra non e’ dimostrata e non era nei miei intenti come dicevo. Si tratta semmai di un indizio statistico.

    Su Reporters Sans Frontieres ovviamente ciascuno puo’ avere le sue riserve ma la posizione dell’Italia non e’ certo determinata dalla condanna di un singolo giornalista.
    L’Italia non ha mai brillato anche nei precedenti rapporti e le critiche che le si muovono comprendono anche l’iniziale assetto della Rai e alcune misure legislative della prima repubblica.
    Puoi trovare un quadro piu’ completo a questo indirizzo:

    https://www.nazioneindiana.com/2006/03/04/liberta-dinformazione-in-italia/

    Lorenzo.

  3. so pochissimo degli italiiani all’estero, e quindi potrei fare domande scontate:
    1- quanti hanno votato in percentuale nei rispettivi Paesi ospiti?
    2. quanti dei votanti e no hanno la doppia cittadinanza?

    grazie a jan per il lavoro fatto.

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