Articolo precedente
Articolo successivo

Ora basta fare i coglioni!

di Gianni Biondillo

Scrivendo di getto (ché sto andando a prendere mia figlia all’asilo nido):

Se dal punto di vista istituzionale, e dei gretti numeri, è indiscutibile la vittoria dell’Unione, non riesco, politicamente (esattamente come dice il portavoce di Forza Italia), a credere questa tornata elettorale vinta dal centro sinistra. Scusate, non gioisco. Domenica ero a pranzo da mio cugino, l’unico a cui racconto le mie paure più profonde. E una che ci sussurravamo era: stanno vivendo di rendita. Vivono della rendita antiberlusconiana. Non si fa politica così, non si fa niente così.

Poi ci dicevamo anche: dobbiamo ringraziare le sparate di Berlusconi, diciamocelo. Dobbiamo ringraziare le sue esternazioni non programmate, il suo darci dei “coglioni”. Queste elezioni non le vince Berlusconi, le perdiamo noi. Le perde questa grigia politica, fatta di grigi dirigenti. Non si può fare una campagna elettorale così e uscirne impunemente. Vi rendete conto, per fare un esempio, delle cose dette da Prodi, delle gaffe, sulle tasse di successione? Poi ha parlato di “errore di comunicazione”. Un politico NON può avere errori di comunicazione, se, tra l’altro, dall’altra parte ha “il comunicatore” per eccellenza.

Fino a due settimane dal voto la CDL non aveva nulla su cui attaccarsi. Poi Prodi ha regalato loro la crepa dove infilare il cuneo e loro, ammettiamolo, lo hanno fatto davvero bene. Mi tolgo il cappello. Diciamocelo: non c’è stata campagna elettorale, c’è stato un arrancare agli attacchi degli esponenti del governo, quasi fossero loro all’opposizione. Dov’era il nerbo? Dov’era l’autorevolezza? Persino una politica di “lacrime e sangue” può essere compresa e vincente se si riesce a spiegarla davvero.

Questa classe dirigente, per come la vedo io, ha perso. Non si può vivere 5 anni sotto un governo Berlusconi e poi batterlo con una manciata di voti. Il popolo si è espresso. Il popolo ha votato. Questa Italia divisa in due, per come la vedo io, non è responsabilità di un uomo che della vita civile, in fondo, se ne sbatte, ma è colpa di una classe dirigente, quella del centro sinistra, talmente terrorizzata di perdere voti che alla fine li ha persi davvero. Incapace, dopo 10 anni, di cambiare facce, inno, strategie, capo di coalizione. Incapace di formulare scenari forti, incapace di muovere speranze, sogni. Incapace.

La compagine governativa che nascerà non avrà il mio acritico plauso. Reputo questo governo commissariato. Sotto osservazione attenta. Non dell’opposizione, ma mia, nostra, che li abbiamo votati. Insomma: ora basta fare i coglioni.

Print Friendly, PDF & Email

53 Commenti

  1. “La compagine governativa che nascerà non avrà il mio acritico plauso”.
    Ma Gianni, e se avessero vinto con uno scarto maggiore lo avrebbero allora avuto? Che significa?
    Dal mio punto di vista, non cambia nulla. Il plauso acritico non ci sarebbe stato comunque. In Francia, vedono chiare le cose. Cosi commentavano su “France info”, radio istituzionale, di governo. “Strana situazione, quella italiana… A destra ci sta un populista, che non è appaggiato dalla grande impresa, ma da quella miriade di piccoli imprenditori che caratterizzano l’economia italiana. A sinistra, un signore con un programma liberale, appoggiato anche dalla grande industria.”
    Cosi stanno le cose.
    Un liberalismo moderato contro un populismo estremista.

    Detto questo, c’è una cosa che non sopporto proprio in questa sinistra. Vince, di poco, ma vince. Basta. Fine piagnistei, fine tentennamenti, fine inchini, ecc. Che non osino fare le facce dei cani bastonati. Vadano a governare. E nel modo più deciso possibile.

  2. Cazzo, ha ragione argh: berlusconi vince anche quando perde.
    Smettiamola subito, quindi. E via le truppe dall’Irak, per incominciare.

  3. Auspicabile agenda delle priorità per il nuovo governo Prodi:

    1) Cancellazione della legge Biagi;
    2) Cancellazione della riforma Moratti;
    3) Ritiro immediato delle truppe dall’Iraq.

    Poi il resto si vede.

  4. Io auspico anche una VERA legge sul conflitto di interessi, ma con numeri così bassi bastano 5 persone senza attributi per bloccarla… Se non lo risolvono stavolta sto conflitto alle prossime elezioni siamo agli stessi passi.

  5. Berlusconi vince anche quando perde – è indiscutibile la sua rimonta negli ultimi giorni di campagna elettorale – e l’Ulivo perde anche quando vince. C’è poco da gioire, mi sembra: con questi numeri risulta quasi impossibile governare.

    E poi ci sono le reciproche accuse di brogli: ieri sera da parte dell’Ulivo, oggi da parte di Berlusconi (sembra che chiederà di ricontrollare le schede della camera).

  6. Gianni, indubbiamente sono stati commessi errori anche gravi (primo fra tutti quello di non avere proposto “L’ulivo” anche al Senato, laddove c’era un riferimento all’ulivo e all’unione gli elettori hanno votato parecchio), ma credo che, qualunque fosse stata la posizione del centro sinistra sulle tasse e le riforme, sarebbero stati attaccati con virulenza. O vi siete dimenticati la sproporzione esistente nell’informazione, in barba alla “par condicio”? Prodi intervistato con un audio bassissimo, o ripreso dalle telecamere di rete quattro con una tecnica da video amatoriale. Le dichiarazioni dei leader del centro sinistra insaccate come una fetta di prosciutto tra un sandwich fatto dalle dichiarazioni di Berlusconì e dalle repliche dei suoi alleati.
    Solo nella giornata di sabato è partito qualche milione di sms con propaganda per Forza Italia.

    Certo, molte delle tue critiche sono condivisibili (poco ricambio del “personale politico”, scarsa autorevolezza del candidato premier), ma la conclusione più amara è un’altra: alzare i toni dello scontro al limite della guerra civile, contrapporre “noi” e “loro” e insieme promettere sgravi di tasse come riedizione del voto di scambio, in Italia paga ancora.

    Non garantisce la vittoria, ma (complice anche una legge elettorale vergognosa), riduce molto la sconfitta.

  7. E chi gioisce?
    L’Italia non è rotta perchè spaccata, ma spaccata perchè rotta. This is the way/step inside…

  8. Andrea: significa che io avrei accettato l’idea che mi sbagliavo, che la campagna fatta era quella giusta e che io ero il criticone che la trovava assurda. Avrei voluto eccome sbagliarmi, non mi interessa affatto avere ragione in questi casi.
    Comunque sia: vigiliamo. E’ proprio così: Berlusconi non ha perso. Bisogna, ora farlo perdere nei fatti, con unità, con intraprendenza, facendo, non inciuciando. Nel senso: mostrando una vera differenza operativa.
    Voglio vedere applicato il programma. Voglio andare via dall’Irak, voglio una legge sul conflitto d’interessi, voglio una lotta all’evazione vera, etc. etc. Voglio un governo che sappia far entrare in sintonia le sue azioni con il suo elettorato. Non voglio vedere alle prossime elezioni né Prodi, né Berlusconi.

  9. Forse sarebbe ora che si ritornasse a fare politica sul serio (parlo per chi come me ne era distante nei fatti e forse anche nelle parole).Un fare di sinistra, per esempio. Poi in futuro mettere su un vero partito (per il nome lo chiamerei Fronte Popolare). Un vero impegno. Con azioni di prossimità, nei quartieri con la gente. Condivisione dei beni e delle competenze. Una sorta di Linux applicata al sociale. Mense popolari, agenzie interinali, okay, ma gestite dai lavoratori stessi, con fondi di solidarietà per ovviare ai periodi di non lavoro. Nursery e asili gestiti dai genitori insieme agli insegnanti. E una bella vacanza al mare. per tutti…
    Qualcuno mi può indicare a chi mi posso rivolgere?
    effeffe

  10. @ gianni

    “Non voglio vedere alle prossime elezioni né Prodi, né Berlusconi. ”

    Ecco questo è già l’inizio di un buon programma.

  11. Il problema principale, concordo con Gianni, è che non c’è stato ricambio nella classe dirigente. I due contendenti hanno tra i 65 e i 70 anni, la classe dirigente del centrosinistra è la stessa (LA STESSA) che aveva clamorosamente perso le elezioni del 2001. L’unico risultato importante in questa tornata elettorale l’ha ottenuto Rifondazione al senato, segno – a mio avviso – non tanto dell’aderenza alle posizioni di Bertinotti (quanti non l’hanno votato per via del precedente della caduta del governo Prodi? Qualcuno si ricorda i motivi di quel voto contrario? Qualcuno che chiedeva a gran voce i voti contrari dell’UDC in questa legislatura quando si trattava di leggi ad personam o altre schifezze si rende conto che è una richiesta di soerenza che quando è avvenuta nel campo del centro sinistra è stata tacciata come tradimento?) quanto del desiderio di una bella fetta di elettorato di sinistra di smarcarsi dalle posizioni filoruiniane di Rutelli e della Margherita.
    Il vero salto di qualità sarebbe stato non perdere l’energia dei movimenti, dei girotondi, di quelli che fecero i capannelli sotto la RAi ai tempi della approvazione della legge gasparri. E invece il palazzo (a dx o sx poco importa) ha rigettato come corpo estraneo la società civile.
    Chiediamoci perché su NI e altre decine di blog c’è un fermento (sociale, culturale etc.) che nella politica non vediamo. E’ solo colpa delle tre (+tre) televisioni in mano a Berlusconi? Io temo di no…

    E adesso periamo che si rimbocchino le maniche, portino via le truppe dall’Iraq (che sarebbe un primo segno di cambiamento) e magari mettano qualche donna in più nei ministeri.

  12. @ gianni la mia solidarietà e il mio plauso per l’analisi lucida del dopovoto .
    Gianni se hai tempo spiega a prodan che se Prodi comincia con quei punti lì non arriva a fine settimana .
    Caro ff per fare delle cose serie come quelle che proponi tu , anche se sanno di muffa e da repubblica popolare , il miglior interlocutore era S.B., come dite voi il vero populista.
    Comunque coraggio…domani è un altro giorno !

  13. @silviob
    Fai poco il furbino, FI ha perso. Punto.

    @Francesco Forlani
    L’idea è bella, ma col clima e la situazione che c’è oggi basta poco a rovinarla. Queste cose funzionano finchè le amicizie sono solide, ma basta che cominci a girare un po’ di denaro e si fa tutti contro tutti…

    @Gianni
    A mio parere, qualunque errore abbia fatto la sinistra (e lo sappiamo che come “essere convincente” è negata) non giustifica il fatto che metà degli italiani voti destra.
    Trovo decisamente più agghiaccianti i modi di fare demagogici e illiberali del Berlusca (dal conflitto d’interessi allo sprezzo delle regole, dall’irriverenza nei confronti dei colleghi stranieri alla demonizzazione sistematica di chiunque non voti per lui, compreso l’annichilimento dei suoi alleati) che la mancanza di idee della sinistra. In parole più semplici, preferisco una sinistra senza programmi ad altri 5 anni di leggi ad personam e impoverimento del popolo.
    Mi sorprende come gli elettori vicini all’ideologia di destra, o che si dichiarino moderati o liberisti, non si siano resi conto che per risanare il nostro paese bisogna costituire una destra degna di tale nome, e il primo passo per farlo è allontanare il Berlusca dall’agone politico.

  14. @gazzo
    Il Berlusca condividere i beni e le competenze? Creare agenzie interinali gestite dai lavoratori stessi? Fondi di solidarietà? Nursery e asili gestiti dai genitori insieme agli insegnanti? E perchè mai? E soprattutto, con quali soldi? Come concilierebbe queste proposte coll’eliminazione dell’ICI sulla prima casa e della TARSU?

  15. il problema dell’Italia e’ che per almeno il 50% e’ formata da Italiani, e questo Silvio lo sa…eccome se lo sa. Il degrado e’ assolutamente culturale, prima ancora che politico. Cambiare la mentalita’ radicata in Italia e’ impresa ardua. In bocca al lupo, Onorevole Brooodi!

  16. Gianni, dissento su una cosa; quando dici che il centro-sinistra è “incapace di muovere speranze, sogni”. No, è capace di muovere soltanto quelli (ormai). Ne avremo la conferma, in molto meno di cinque anni.
    Mi agghiaccia anche la dichiarazione di Omar, “preferisco una sinistra senza programmi ad altri 5 anni di leggi ad personam e impoverimento del popolo”. I programmi di una sinistra VERA aspettano da decenni o secoli e hanno aspettato anche durante ogni governo passato di centro-sinistra di essere attuati.
    Spero di sbagliarmi, ma non credo. Purtroppo.

  17. … e soprattutto riappropriarsi dei sogni. Un sano entusiasmo rivoluzionario. Perchè nulla è più rivoluzionario oggi che cambiare la propria “aptitude” rispetto al mondo. Partecipare a un tutto. E per partecipare al tutto varrebbe la pena mettere un po’ d’energia da parte, magari quella che si spende dallo psicanalista, per chi ne ha, da spendere, o in improbabili ambizioni. Cominciamo con un parlamento degli scrittori- chissà che non sia più “produttivo” della Nazionale degli scrittori , assolutamente necessaria per carità ma forse da considerare come complementare- che organizzi interventi nelle scuole a rischio, riordini le biblioteche di quartiere procurando libri a gratis, però classici, innanzitutto, iliade, odissea, dante, Dumas, Melville, Dickens,, e libri nei piccoli commerci. Scuole per adulti non alfabetizzati, aiuto alle strutture formative, forum degli insegnanti. Insomma cose cosi’ però col sorriso di chi ci crede e non con la faccia sconfitta di tanti assistenti sociali che sbarcano in inferno con la faccia lunga. Quando poi, come mi disse un’infrmiera che lavorava in un ospedale per bambini malati di cancro: quelli che vengono qui devono portare la gioia. Di tristezza non ne abbiamo bisogno.
    Ecco uno slogan da adottare per la sinistra, come bread and roses. Pane sì, però vogliamo anche le rose.
    effeffe

  18. @Gemma
    Sono anch’io in attesa della sinistra vera. E non ho fatto la stessa dichiarazione 5 anni fa, come non voglio doverla fare mai più.
    Però in questo momento credo che la priorità sia, o perlomeno avrebbe dovuto essere, togliere potere alla persona che lo ha usato nel modo peggiore, a mio avviso, che l’Italia degli ultimi 60 anni ricordi.
    C’è anche da dire che i programmi della sinistra vera potranno essere attuati solo il giorno in cui le persone impareranno per davvero la tolleranza verso il prossimo, la compassione per chi ha maggiori disagi, la difesa del diritto di opinione di chiunque.
    Vorrei che tutti facessero proprie le parole di Voltaire (se non erro, e perdonatemi se la citazione non è alla lettera): “Non condivido le tue idee ma combatterò fino alla morte per difendere il tuo diritto ad esprimerle”.

  19. “Non voglio vedere alle prossime elezioni né Prodi, né Berlusconi. ”
    Magari!
    Ma ci potevamo levare berlusconi in cinque anni forse meno lasciandolo finire di finirsi.
    Ce lo avremo tra le palle per i prossimi dieci forse venti.
    Questo campa cent’anni!
    Bisognava vincere bene. Così non va .
    Bisognava vincere bene , cazzo

  20. Io non penso che la Colpa sia morettianamente attribuibile solo alla classe dirigente del centrosinistra. In questi mesi a ridosso delle elezioni mi sono impegnato a confrontarmi con molte persone del centrodestra e ho notato con preoccupazione una frequentissima mancanza di disponibilità ad un confronto misurato, dialettico, fatto di ragioni e ragionamenti. E mi sono accorto che forse ho iniziato troppo tardi questo sforzo, difficilissimo, con un interlocutore che mi ha tenuto testa in rari casi, con argomentazioni banali, specchio della demagogia imposta dal berlusconismo. Sto dicendo che ogni qualvolta il mio interlocutore si sia sentito messo all’angolo dai miei argomenti, si è sempre portato su un piano dialettico assurdo, fugace, accusandomi di fare quello di sinistra che pensa che la cultura stia solo da una parte, quello che “sa solo odiare”, quello che “preferisce il comunismo al fascismo ma vaglielo a dire a quelli dell’Istria”…

    E allora, a prescindere dalla classe dirigente mi chiedo: come è possibile che il 50% degli italiani votino una coalizione a capo della quale c’è quel Berlusconi che ha fatto leggi inique come quelle sul falso in bilancio, sul legittimo sospetto, sulle rogatorie internazionali (per citare quelle che non rientrano su un piano ideologico) e che accettino a livello empatico le aree radicali fasciste, inorridendo al pensiero di votare quei comunisti che hanno contribuito però a scacciare dall’Italia il totalitarismo e a scrivere la nostra Costituzione???
    Non mi ritengo una persona colta, non sono bravo a scrivere e mi viene tanta rabbia quando chattando cito ad esempio il reinserimento del tossicodipendente attraverso strutture alternative al carcere (cito liberamente il programma dell’Unione) e uno di destra mi risponde “Matteo, il comunismo è un’utopia”… e non cito altri esempi, sarebbero troppo e mi dilungherei…

    E allora mi rispondo che forse, noi di sinistra, invece che prendercela con gli errori di comunicazione, dovremmo comunicare in prima persona, per la strada, con gli amici, sul web, dovremmo accorgerci che questo paese ha bisogno di qualcuno che, sempre morettianamente parlando, dica qualcosa di sinistra, e che non si limiti solo a dire ma provi anche a ragionare, a spiegare, a insistere, senza incazzarsi davanti ad un interlocutore che non è abituato e che ti dice, cito dalla mia collezione, “per te sono importanti le elezioni, per me è importante il golf: ti rompo i coglioni in merito a come si affronta un green?”.
    Dobbiamo tornare a partecipare, dobbiamo imporci di farlo.

    Ciao Gianni! Viva l’Unione!

  21. Dire che la coalizione che è andata al governo sia di sinistra è un po’ azzardato, direi.
    Però non-essere-Berlusconi è già un valore in sé.
    La prima cosa che farei, ma che loro non faranno, è fare leggi ad personam contro Berlusconi.
    Non ci si facciano soverchie illusioni, non si chieda alla politica ciò che oggi la politica non può dare, per ora ci si accontenti di questo primo passo.
    Poi si vedrà.
    Non so se avete capito: siamo arrivati ad un soffio da un altro quinquennio berlusconiano.
    Questo è grasso che cola.

  22. Caro Gianni te l’ho detto al telefono ma lo dico anche pubblicamente; perché si, non possiamo dirci vincitori; ma abbiamo vinto lo stesso. E soprattutto, basta con l’autocriticarci dopo venti secondi dall’aver toccato per primi, anche se in fotofinish, il filo di lana.
    Una cosa, una sola, che la sinistra deve imparare dalla destra è l’ottimismo della volontà, la pervicacia di andare avanti (se necessario) negando anche l’evidenza; in buona sostanza, il cinismo.
    Cominciare a fasciarsi la testa fin da subito non mi sembra una buona mossa nè, per quel che puo’ valere da noi, un buon esempio.
    Dobbiamo crederci noi per primi, dobbiamo “accettare”, insomma, di poter essere vincenti sempre.

  23. Quello di cui abbiamo urgente bisogno è il risanamento morale, culturale, civile. Senza questo ogni tentativo di risolvere problemi economici sarà destinato al fallimento: anche perchè i problemi legati al portafoglio sono ormai globalizzati e nessun paese potrà più essere in grado di risolverli da solo. Se vogliamo cambiare l’economia -questa economia- dobbiamo cambiare lo sguardo sulle cose. Poiché l’immobilità delle cose intorno a noi è spesso data (per dirla con Proust) dall’immobilità del nostro pensiero nei loro confronti. È giusto combattere il popolo del portafoglio -che sia a destra o a sinistra! qui vedo l’hic rhodus hic salta attuale. Se non si sfonda qui… altro che “addà passà a nuttata” -conviene andare a fare l’eremita…

  24. @Matteo Esposito
    Meno male che non sai scrivere, hai espresso i miei pensieri meglio di come avrei potuto scriverli io!
    C’è da dire una cosa. Parecchie volte ho argomentato con sostenitori della destra, sia favorevoli sia contrari al Berlusca. Tutte le volte ne sono uscito col sorriso sulla faccia e il sapor di fiele in bocca. Perchè le uniche argomentazioni che mi sono state contrapposte sono le più stupide che si possano immaginare: voi comunisti avete ridotto l’Italia così dopo 50 anni di governo (!!!), voi comunisti volete tassare tutto (!!!), voi comunisti volete riempire l’Italia di immigrati e farli votare (no comment!), voi comunisti proponete Prodi nonostante tutti i danni che ha fatto all’IRI (come se si potessero paragonare a quelli che ha fatto il Berlusca al nostro paese), il Mortazza non è telegenico (ho rischiato il parossismo di risate). Come fa uno a non incazzarsi?
    Detto per inciso, l’unica cosa su cui invece la sinistra è davvero carente è la gestione della percezione di sicurezza. Ovvero, l’impressione che dà la destra è quella di poter dare davvero sicurezza fisica ai cittadini, perchè tiene lontani gli immigrati e non apre il commercio ai cinesi (come se questi fossero gli unici problemi). Invece, la sinistra, non usando il pugno di ferro, dà l’impressione di “condonare” la minaccia islamica ed extracomunitaria. Questo è ciò su cui dovrebbe lavorare la sinistra, fornire agli italiani una percezione giusta e valida della sicurezza.

    Per chi non lo avesse fatto, consiglio la visione del film “V for Vendetta”. Poi domandatevi quanto siamo vicini a quello che racconta il film, e quanto poco basterebbe, da parte di ognuno di noi, per cambiare la situazione.

  25. Non mi sto fasciando la testa. Chiedo solo di vigilare. Il mio impegno non deve finire col voto, insomma.

  26. Mortadella ha bisogno che gli anarchici gli dicano bene cosa deve fare, e anche i sognatori e gli idealisti, poi bisogna prendere i figli dei berloscoiones e inserirli in un programma pedagogico di socialità.
    la priorità è che silvio abbia i dovuti provvedimenti giuridici.
    Clementina!!!!!!

  27. @Krauspenhaar
    Sono d’accordo, ma non esageriamo col cinismo, altrimenti diventiamo uguali a quello che abbiamo “combattuto”.

    @tashtego
    Perchè leggi ad personam contro Berlusconi? Per passare dalla parte del torto? Meglio di no, facciamo leggi che restituiscano governabilità e trasparenza politica al nostro paese. Se poi queste sono scomode per il Berlusca, peggio per lui. Ma che siano corrette.

    @maline
    Cosa intendi per “combattere il popolo del portafoglio”?

  28. @Franz
    No dai, il cinismo no… e poi sei sicuro che l’ottimismo non sia solo una beata ignoranza? Quando un tema non ti pesa, quando non rappresenta per te una vera minaccia, è facile essere ottimismo. Mi riferisco agli elettori, non alla classe dirigente, il cui ottimismo è una tattica a tavolino.
    Io sono pessimista, perché ho paura delle conseguenze di una cattiva politica (in particolare di quella del centrodestra).

    @Omar
    Ma a prescindere dal tema che è più importante, che fa più presa sull’elettorato, possibile che noi, cittadini di sinistra/centrosinistra, noi che diciamo o pensiamo di avere il famoso e retorico “senso dello Stato” non si riesca a convincere chi ci sta accanto di temi macroscopicamente demagogici come quelli proposti dal catechismo di Forza Italia??? Se ne convincessimo uno a testa, avremmo il 100%!!!

    PS

    Se qualcuno fosse interessato ad approfondire, si faccia un giro qui: http://www.ragionpolitica.com/

  29. Il risultato del voto è immensamente importante, e tanto più importante quanto meno sono i voti di differenza. Si cavalca spesso il topos pasoliniano della mutazione antropologica, e magari non consideriamo quelle più recenti. Pensiamo ad es. quando sono comparse le facce fisiognomiche di un Previti, di un Bossi, dei forzitalioti… quando si è modificato il galateo anche televisivo con un Funari, uno Sgarbi…
    Bene, il primo risultato è che Ferrara e c. (nel c. c’è anche Berardinelli) li vedremo meno. Respireremo. Della sinistra quello che preoccupa è il non-ricambio generazionale: ma se ci si guarda dentro, vedremo che la colpa non è solo dei vertici.
    Tutti gli errori passati dell’Ulivo dovrebbero ora fare da vaccino. Una prima cosa da evitare è la vendetta: soprattutto sui meccanismi costituzionali, che in un paese normale devono essere condivisi il più possibile (altrimenti alla prossima, ci sarà l’ennesima ripicca).
    Contemporaneamente, nessuna intransigenza sulla cultura, che è il centro dei centri: televisione, scuola ecc. Bonificare, impegnarsi tutti, aprire…
    Poi tenere rapporti non episodici con Zapatero sui rapporti stato/chiesa ecc.
    La Rossanda sul Manifesto ha fatto un po’ la cassandra sul 50% di italiani collusi col fascismo. Ma quel 50% è sempre quello, il ventre democristiano con la tv al posto o insieme al prete. La giornalaia di Aguzzano (giunta di centro-sinistra) mi diceva che da quando il Corriere si è schierato per l’Unione, vendeva metà copie, e che la gente aveva paura delle tasse. Meno cultura diffusa c’è, più prevale la panza, soprattutto se cala. ecc. ecc. ecc.

  30. Errata corrige

    @Omar
    Correggo la frase del mio post precendente… intendevo dire: “possibile che noi cittadini di sinistra/centrosinistra, che diciamo o pensiamo di avere “senso dello Stato”, non riusciamo a convincere chi ci sta accanto della domagogia dei temi proposti dal catechismo di Forza Italia?”

  31. @db
    E’ vero quello che dici. Rimane il problema di come diffondere questa cultura, visto che, per cosa vedo io, molta gente fa della propria ignoranza una bandiera.

    @Matteo Esposito
    Si vede che non sono un bravo argomentatore, ma con molti non ce la faccio proprio a discutere. Ci sono persone che mi sembrano preda di un lavaggio del cervello ad opera della tv, o del prete, o di chissacosa/chissachì.

    P.S. ‘tacci tua! Quando ho aperto quel link, mi son partiti l’antivirus, l’antispam e l’antipulci, il portatile si è chiuso e si è nascosto nella borsa!

  32. ovviamente penso più alle giovani generazioni. faccio un esempio marginale, ma di ragazzi al margine. i centri sociali sono fondamentali per la crescita culturale nelle grandi città: ad es. vedere ragazzi che s’impegnano a suonare, comporre le loro musiche ecc. è una gran cosa (certo, Berlinguer ministro dell’educazione non doveva dimenticarsi della musica obbligatoria nelle scuole inferiori: ecco, se si comincia a fare piccole cose giuste – per dire, Bassanini non se lo ricorda più nessuno, ma aveva cominciato qualcosina – non fregare l’altro quando si fa la coda alle poste ad es. sarebbe un risultato colossale nel costume degli italiani…)

  33. purtroppo non credo più a nulla, vedo attorno a me un’umanità non redimibile, né con la cultura né con nient’altro.
    allora l’unica cosa che mi sembra importante, l’unica che a questo punto conta, sono le regole: è vendetta cambiare le regole che fanno comodo a berlusconi?
    è vendetta fare in modo che almeno si arrivi ad un sistema di regole di garanzia democratica?
    vietare tipo che una persona possa avere tre televisioni, eccetera e fare il presidente del consiglio?
    è passare dalla parte del torto?
    il paese in cui vivo è una poltiglia lurida di centro destra ed egoismo: che in futuro governino pure, ma pretendo le mie garanzie.
    al resto non ci credo più.

  34. invece di prodi e berlusconi avremmo rutelli e casini.
    per quanto mi riguarda hanno perso tutti.
    Hanno parlato di ricette anzichè degli uomini.
    Il punto è che di questo parliamo noi, di questo parlate voi.

  35. Berlusconi grida alla Grande Coalizione!
    La verita’ e’ che se la classe dirigente non e’ cambiata non lo sono neanche gli elettori, e che se ci fosse ancora la DC avrebbe vinto quella.
    D’altra parte Berlusconi e’ riuscito a tenere in piedi per 5 anni un governo contro le spinte centrifughe di partiti diversi. Come? E chi lo sa! La verita’ e’ che l’unico collante che potrebbe funzionare per tenere unita l’Unione (l’unico collante in generale dell’Unione) e’ il fronte anti-Berlusconi. Idee comuni non ce ne sono.
    Spero solo che l’interesse per governare e la necessita’ di non andare a elezioni anticipate (che Berlusconi vincerebbe senza appello) tenga unita la sinistra in modo da dare stabilita’ al paese che, come chiosava un giornalista di Reubblica, “Dio solo sa quanto ne ha bisogno”.

  36. L’ideale per me sarebbe stato vivere nella realtà romanzata da Saramago: il 95% degli elettori si recano alle urne e votano.
    Scheda bianca. 5% astenuti.
    Questa sarebbe la risposta non di un popolo intelligente, ma di un popolo.

    Gian Paolo Serino___________.

  37. @tashtego
    Penso che la vendetta implichi più delle mere azioni che si fanno, che entri nel merito dei motivi e dei sentimenti.
    Perchè bisogna cambiare le leggi che fanno comodo al Berlusca? Perchè è giusto, non perchè fanno comodo al Berlusca. E’ questo che sostengo io: una persona non può possedere tre televisioni e contemporaneamente essere PdC. A prescindere da che si chiami Berlusconi, Prodi, D’Alema o Murdoch. Questa è giustizia.
    Vendetta è impedire a priori a Berlusconi di fare politica. Se il conflitto d’interessi viene risolto in maniera soddisfacente (e spero vivamente che il nuovo governo si muova in tal senso) e Berlusconi sceglie la politica, che ben venga. Se sceglie le televisioni, ovviamente, non potrà fare politica. E questo deve valere per chiunque.
    Il problema dell’egoismo, poi, non ha colore politico, ma è insito nell’animo umano. Non sarà certo un partito o una coalizione politica a risolvere qualcosa che dovremmo risolvere noi ogni volta che ci guardiamo allo specchio.

  38. Grande Coalizione? Non esiste

    L’Unione ha vinto le elezioni e il riconteggio delle schede contestate non cambierà la situazione. Certamente è stata una vittoria più risicata del previsto ma l’Unione è del tutto legittimata a governare da sola.
    Grazie alla legge elettorale scritta dalla destra, basta vincere anche con un solo voto di scarto alla Camera per avere il premio di maggioranza con circa 60 deputati in più e per quanto riguarda il Senato per un perverso sistema di premi di maggioranza regionali anche se si prendono meno voti si possono ottenere più seggi. E l’Unione ha più seggi sia alla Camera che al Senato.

    Quindi il ragionamento che, poiché l’Unione ha solo 25.000 voti in più alla Camera e ne ha presi di meno al Senato, bisognerebbe dare alla CDL la Presidenza di uno dei due rami del Parlamento e fare un governo sul modello tedesco, non ha alcun fondamento e non va assolutamente preso in considerazione perché del tutto strumentale, fuorviante e opportunista.

    Ovviamente rimane il dato di fatto che il voto ha consegnato un Paese diviso in due, ma questo significa avere certamente rispetto per gli elettori del centrodestra e quindi cercare di avviare un dialogo con la CDL con l’obbiettivo di migliorare quei toni aspri e quei rapporti pessimi degli ultimi anni tra le due coalizioni, che sono comunque da addebitare alla maggioranza e al governo uscenti che hanno guidato il Paese con un’arroganza senza precedenti e senza tenere nella minima considerazione l’opposizione.

    Quindi certamente rispetto per chi ha votato per la CDL ma rispetto anche per chi ha votato per l’Unione e di conseguenza, data la legge elettorale in vigore – creazione della CDL ripeto – non esiste alcuna possibilità di governare insieme alla destra e nemmeno di regalarle una carica istituzionale.

    Per fortuna le prime dichiarazioni di Prodi sulla questione hanno eliminato ogni dubbio e il richiamo della sirena messo in atto da Berlusconi e dai giornalisti vicini alla CDL sono stati rispediti al mittente con fermezza.

    Mi chiedo poi con che faccia e credibilità persone che fino a 3 giorni fa ne hanno dette di ogni contro l’Unione e i suoi elettori possano all’improvviso proporre di governare insieme, ammettendo implicitamente la sconfitta, ma contemporaneamente non riconoscono la propria sconfitta facendo melina con questa storia del riconteggio delle schede contestate.

    Ed è proprio quest’ultimo tentativo disperato di aggrapparsi alle poltrone e di rientrare in gioco, non riconoscendo i risultati del voto, e prendendo tempo con l’obbiettivo di dettare come sempre l’agenda e di gettare discredito e fango sulla vittoria dell’Unione, che dimostra che con queste persone non c’è alcuna possibilità di governare insieme.

    Si spera solo che il riconteggio delle schede contestate sia una questione di pochissimi giorni, spazzando quindi questa spada di Damocle inventata dalla CDL per tenere sulle spine l’Unione e ricattarla psicologicamente, e che subito dopo la CDL riconosca ufficialmente la vittoria dell’Unione senza inventarsi qualcos’altro per restare al potere.
    Perché questo “qualcos’altro” potrà solo essere un’escalation verso l’inimmaginabile con conseguenze disastrose per la democrazia di questo Paese.

    L’Unione perciò deve governare in tutta tranquillità e seriamente, mantenendo gli impegni presi con il proprio elettorato e presenti nel programma e dimostrando unità e coesione assolute soprattutto al Senato. Non sarà facile, ma è suo diritto e dovere cominciare a farlo. E al più presto.

    Enrico Sabatino

  39. dai con un affluenza così alta per noi andare oltre il 50% è impossibile lo sai bene…. in italia è così da sempre. cambia solo a volte per le amministrative, se no si ricade nei soliti abissi ideologici.
    se avessimo vinto 51-49 non eravamo spaccati?

I commenti a questo post sono chiusi

articoli correlati

Non chiamatela Banlieue

di Gianni Biondillo
Innanzitutto: non è una banlieue. Smettiamola di usare parole a sproposito, non aiuta a capire di cosa stiamo parlando. E, a ben vedere, non è neppure più una periferia. Dal Corvetto a Duomo ci vuole un quarto d'ora di metropolitana, siamo ormai nel cuore della metropoli lombarda.

Il venditore di via Broletto

di Romano A. Fiocchi
Sono trascorsi molti anni ma mi ricorderò sempre di quel giorno gelido di fine gennaio in cui lo incontrai. Lavoravo come fotoreporter da circa tre mesi, mi aveva assunto in prova l’agenzia Immaginazione.

Il cuore del mondo

di Luca Alerci
Vincenzo Consolo lo incontrai, viandante, nei miei paesi sui contrafforti dell’Appennino siciliano. Andava alla ricerca della Sicilia fredda, austera e progressista del Gran Lombardo, sulle tracce di quel mito rivoluzionario del Vittorini di "Conversazione in Sicilia".

Apnea

di Alessandro Gorza
Era stata una giornata particolarmente faticosa, il tribunale di Pavia l’aveva chiamata per una consulenza su un brutto caso. Non aveva più voglia di quegli incontri la dottoressa Statuto, psicologa infantile: la bambina abusata coi suoi giochi, i disegni, gli assistenti sociali e il PM, tutti assieme ad aspettare che lei confermasse quello che già si sapeva.

Spatriati

Gianni Biondillo intervista Mario Desiati
Leggevo "Spatriati" e pensavo al dittico di Boccioni: "Quelli che vanno", "Quelli che restano". Il tuo è un romanzo di stati d'animo?

La fuga di Anna

Gianni Biondillo intervista Mattia Corrente
Mi affascinava la vecchiaia, per antonomasia considerata il tramonto della vita, un tempo governato da reminiscenze, nostalgie e rimorsi. E se invece diventasse un momento di riscatto?
gianni biondillo
gianni biondillo
GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.