Deandreide
Oggi sono sette anni dalla morte di Fabrizio De André. Venerdì 13 gennaio, dopodomani, Radio Tre Suite dedicherà a Fabrizio De André un’intera serata, a partire dalle 20,20 circa e fino alle 22,45 (sempre circa). Andrea Bajani, Marosia Castaldi, Mauro Covacich, Diego De Silva, Nicola Lagioia, Giordano Meacci, Paolo Nori, Laura Pariani, Antonio Pascale, Christian Raimo, Dario Voltolini, che insieme anche a Evelina Santangelo, Antonio Franchini e Davide Longo hanno scritto ognuno un racconto che prende spunto dalle storie e dai personaggi di De André e che va a comporre il volume Deandreide (www.deandreide.it), leggerranno dei brani dai loro lavori. Gli Andhira si occuperanno della parte musicale.
Per chi vorrà regalarci un po’ di ascolto, noi siamo là.
Ciao a tutti,
g.
Sarò tuned.
Se la puntata non è registrata o non è stata ancora registrata, se ti capita, distribuisci un salutone da parte mia a Dario e a Paolo Nori.
caro andrea, la serata sarà in diretta.
provvederò ai saluti.
ciao,
g.
Dénghiu
ma Andhira è quel meraviglioso gruppo sardo che sto inseguendo da mesi per avere alcuni dei loro brani cantati stupendamente?
non ci credo.
I sardi sono spesso schivi, e si narra che un tempo saltassero di dirupo in dirupo fottendo la legge di gravità. Inseguili, ma sappi che difficilmente riuscirai a prenderli.
uhhhh
suona quasi come una minaccia…uhhh
la solita simpatia della signora lisini…
uhhhh
uhhhh
uhhhh
una notte li ho sentiti cantare e io cantavo insieme a loro non so’ bene il senso arcano delle parole…pero’ nel coro facevo massa pure io, dalla mia macchina ferma ad un semaforo di Bergamo.
Ciert fiemmn maje iern sart o vinvn da sartgn p’fiest: ierenn fiemmn fuort i chienn d’curaigg. Ne vole nu curaigg chiù apiert a lescire chiss cuent di chiss scrittaur sop a Fabrais.
Trad. Alcune donne da me possedute sono state sarde o avevano una predilezione per la sardegna durante i periodi di vacanza: si trattava di donne forti e coraggiose. Ma ben maggiore coraggio occorrere per leggere i racconti di costoro su De André.
C’è qualcosa che invidio nella sarditudine (se si dice così), penso anche a Igort.
Ovviamente fiori a chi è già morto…
Vogliamo scrittori di talento! Non questi liceali con la cartella a spasso per la città, diretti verso gli uffici della letteratura. Scrittori audaci nel dire, non solo nell’apparente temerarietà prosastica. Brrr…che paura!
Sto ascoltando. Giorgio Vasta ha fatto davvero un bel lavoro, e tutti quelli che hanno contribuito.
E bellissima la cosa che ha detto Nori intervistato, che la faccia di De André lui ha avuto successo e la faccia non l’ha mai persa.
Paolo Nori, senti: ” Io quando ero bambina, amavo sentir le favole. Ma quanto volevo ( bada: volevo, mica un ‘avrei voluto’…banale, artificioso, non in linea con questa decadente uniforme letteraria) poterle sentire da uno come te, con quella voce intossicante d’emicranie, da doppiaggio sui cartoni della domenica…!!!”.
Ti giuro, sentir la voce tua riecheggiar fra stanze indorate di vera letteratura, mi dava addosso un’insofferenza e una libidine. L’insofferenza per la vana provvisorietà della scrittura che tenti di comporre e la libidine del ricordo, il ricordo dei giorni d’infanzia, seduta sugli scalini del soggiorno, irradiata dal prisma cromatico dei cartoni alla tivvù.
dai raccogliete l’invito dei sardi, e non siate sordi alle parole come armi.
avete volti e mani troppo pulite per entrare nella vita vostra e altrui ferendo con parole….
mi riferisco ai giovani dalla faccia pulita.
ff te sei -sporco- non c’entri……:-)