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Busi, l’infanzia rubata (e la censura)

di Aldo Busi

23.12.2005 Montichiari
Aldo Busi per l’Unità, s,v,p,: articolo a titolo gratuito; si può pubblicare solo se integralmente e solo se oggi su domani e, ovviamente, senza proditorie prese di distanza a cappello dell’articolo medesimo; se sì, un grazie preventivo per ogni refuso risparmiatomi – ore 17: telefonata con il direttore Padellaro, dal linguaggio curial-bizantino, però, ma, se, mi dispiace, e io “Ma è il racconto di Natale per eccellenza!”: articolo respinto.

Cito da un articolo apparso ieri su un quotidiano nazionale il titolo, “Bimbo di cinque anni violentato – arrestato un giovane a Messina”, e la conclusione, “Si tratta del secondo caso di violenza contro un minore nella stessa zona. Meno di un mese fa una sedicenne di Rometta aveva denunciato di essere stata vittima…” eccetera: come è ancora possibile definire un mero minore una persona di cinque anni e assimilarla, umanamente, sessualmente e giuridicamente, a una di sedici?
Se è vero che tutti i bambini sono minori, non è per niente vero che tutti i minori sono bambini. Una persona di cinque anni è un bambino a tutti gli effetti, in questo caso una vittima totale, non è solo un minore, che, se pure è vittima, non può esserlo che parzialmente, fermo restando che la violenza, sessuale e no, resta tale sia nei confronti di un neonato sia di un ottantenne; l’efferatezza di un crimine sessuale nei confronti di un bambino di cinque anni è irreversibile, incalcolabile, grida vendetta alle viscere della stessa Terra che ci ha fatto scaturire, è violenza sempre e comunque, anche di più se è melliflua e in apparenza non tale, e la pena cui va condannato chi si macchia di un simile delitto deve essere irreversibile, incalcolabile come il danno che ha causato, deve essere una morte da vivo incarcerato fino alla fine dei suoi giorni; certo, si dovrà stabilire di caso in caso chi è bambino e chi bambino non lo è più malgrado la giovanissima età (io stesso sono di frequente testimone, piuttosto impressionato, di racconti in prima persona di fidanzamenti addirittura in casa, specie al Sud, tra ragazze tredicenni e ultraventenni, ragazze semi analafabeta ovviamente del popolino la cui unica prospettiva di sopravvivenza sta nel matrimonio come unico mestiere e specialità cui rassegnarsi il più alla svelta che si può), ma mi sembra che almeno fino ai tredici anni si possa in tutta tranquillità parlare di bambini, il che da un punto di vista di prassi legislativa circa l’approccio sessuale dell’adulto dovrebbe essere un’aggravante del concetto di minore, anche perché il bambino non è in grado di difendersi o di denunciare o di raccogliere credibilità in famiglia e in società e nei tribunali (per questo i pedofili, alla prova dei fatti, la fanno franca purtroppo spesso, specie se ricchi e borghesi, e tali sono riconosciuti solo allorché sono anche assassini conclamati delle vittime delle loro attenzioni).
Ribadisco: assimilare la molestia sessuale verso una persona di cinque anni a quella verso una persona di quindici anni è un obbrobrio sociale e culturale e giuridico, è davvero fare di tutte le erbe un fascio ai danni di quanti bambini, e vittime totali da tutelare totalmente possibilmente prima che lo siano diventate, lo sono davvero (e secondo me “bambino” lo può essere anche una persona diciottenne o trentenne con particolari problemi di regressione all’infanzia, sicché è un pedofilo anche chi approfittasse di costoro, come si legge spesso capiti in cliniche psichiatriche o comunità o sette religiose ecc.). Sono del parere che si dovrebbe equiparare la molestia sessuale verso il bambino all’abuso verso il minore non consenziente (ma la mancanza di consenso sessuale è, ripeto, violenza sempre e comunque e penalmente perseguibile indipendentemente dall’età anagrafica della persona abusata), senza però arrivare alla cattiva fede dei sessuofobi maniacali, cioè sessisti tout court, di considerare molestia sessuale anche la carezza sul capo o il solletico sotto un piedino (che piaccia o no, chi ha scambio sessuale con una persona dai quattordici anni in su consenziente non è pedofilo, non è niente, a parte qualcuno privo di buon gusto, visto che le possibilità che ha di plagiare non sono meno di quelle che ha, specialmente al giorno d’oggi, di essere plagiato). Credo che i minori vadano protetti non dal sesso ma dalla droga e dall’alcol e dal fanatismo satanico/religioso e dal blog imperversante e dai luoghi comuni del linguaggio giornalistico e televisivo in generale, sono felice per loro se fanno sesso tra di loro e con chi gli pare, fosse pure una o un centenario, basta che gli si dia tutte le informazione sulla profilassi dermatologica (fate all’amore come ricci, era già la mia lezione quando facevo il supplente alle superiori trent’anni fa, ma non portate a casa malattie veneree o poco interessanti stati interessanti). Purtroppo, dato un residuo di malafede preventiva nei miei confronti di acerrimo nemico della morale sessuale cattolica (un’ipocrita e scervellata immoralità bella e buona al fine di moltiplicare i peccati – tanto fittizi quanto interessati – e quindi le mediazioni dei preti per esserne mondati), mi sento costretto a mettere le mani in avanti e a sottolineare che la mia indignazione per questo mischiare capre e cavoli non ha lo scopo di portare alcuna acqua ad alcun mio segreto mulino (aprirmi un varco sessuale verso i minori): è risaputa la mia indifferenza sessuale verso persone non coetanee o addirittura se non più anziane di me, sicché, come butta lì sant’Agostino, non c’è neppure alcun merito nel resistere a una tentazione che non si prova (quelle pur rarissime volte che ho scopato dopo i vent’anni con un ventenne e, una sola volta, con un diciassettenne, oh, secoli e secoli fa, si è trattato di fare un fioretto mimando un minuetto del cazzo con una sola preoccupazione in testa: che il supplizio montessoriano finisse al più presto).
È ovvio e scontato e positivo segnale di vitalità che un bambino sia una creatura sessuale e che faccia le sue esperienze per così dire sessuali con i suoi coetanei e che rivolga la sua sensualità all’avanscoperta verso il mondo tutto, adulti compresi, non c’è niente di scandaloso in questo: scandaloso e illegittimo e criminale (cannibalico è la parola giusta) è l’adulto che risponda sessualmente alle legittime richieste-inchieste sessuali del bambino. Il bambino può avere tutte le richieste sessuali che vuole nei confronti di chiunque, l’adulto può dargli solo risposte affettive, meglio se spiritose e che innanzitutto non lo terrorizzino e allo stesso tempo lo facciano sentire compreso e protetto e ben accolto e strenuamente difeso – anche da se stesso, ma questo non ci sarebbe bisogno di dirlo se dietro la facciata di perbenismo di tanti pii e sclerotici ometti tutti d’un pezzo pronti a puntare l’indice per distogliere l’attenzione dalle loro magagne innominabili non si celasse il vampiro pronto ad azzannare e a dissanguare il mondo di ogni fanciullesca, laica, vera speranza.

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159 Commenti

  1. Bravo Padellaro a non pubblicare ‘sta sbrodolata. Di recente, Busi pensa di potere o dover scrivere come parla in tivù. Peccato, da giovane prometteva bene.

  2. No, Busi non è il numero Uno, nemmeno di se’ stesso, per il semplice motivo che permette a valenze isteriche-pulsionali di governare la sua potenziale eccellente intelligenza.
    Logiche compensatorie di cui nessuno puo’ dirsi indenne.

  3. giovanni mi ha appena convinto ad acquistare la nuova stesura della Vita standard di un venditore provvisorio di collant.

  4. conosco poco Busi.

    però una parte delle cose scritte da lui sono fondamentali, invece Padellaro non è affatto fondamentale.

    e non mi piace per niente che sia lui a dirigere l’Unità, se è lui a farlo. realmente.

    una sua ultima intervista, m’ha schifato.

    b!

    a tutte/i

    Nunzio Festa

  5. Sarebbe interessante sapere perché il pezzo è stato rifiutato, dato che contiene così tanto pensiero illuminato e libero, illuminato. E libero. Altro che sbrodolata. Se è un’istanza isterico-pulsionale-privata che gliel’ha fatto scrivere, a me non importa.

  6. io lo metto subito sul mio blog perché se Busi non è il numero uno (de gustibus) è sicuramente nei primi numeri cinque, e perché chi come me è nato negli anni settanta, ricorderà le sue comparizioni televisive (augias e dintorni), dove raccontava la sua infanzia, adolescenza, e maturità, e chi lo ha letto/lo legge, sa che sta avendo ciò che merita, cioè il successo e il consenso, poi a me non importa se il periodo più nero della sua gioventù non sia stato vissuto sotto i riflettori della narrazione, una cosa è certa, quando apre bocca trapela la sua statura morale, poi venga qualcuno a dire che sono frottole e tutto il resto, anche se sono frottole quanto meno c’è uno come Busi che prende posizione, tanto per dirne una, sull’eccellenza dell’educazione e della cultura sull’estrazione sociale….ma….una cosa….sbaglio o questo periodo trans-vacanziero facilita il dialogo pacato?

  7. Un quotidiano non è la New York Review of Books né il Conciliatore. Questo pezzo di Busi è di una lunghezza spropositata rispetto al mezzo che lo ospita. Padellaro fa discretamente il direttore e, nel caso di specie, ha scelto bene rifiutando la lungagnata.

  8. Il pezzo è rifiutato perché è il prodotto di un’intelligenza pratica, che resta su casi concreti, che spazza i pensieri consolatori, che è piena di eleganza e amore per la vita. Se Busi avesse un’intelligenza astratta che produce belle cose mentali che rimangono nel loro universo, gli riconoscerebbero un’intelligenza eccellente e gli commissionerebbero tante pagine centrali di grandi quotidiani.
    E poi Busi è un combattente da una vita e già questo farebbe di lui il numero uno.

  9. allora mettiamola così:

    Italo Calvino spedisce una lungagnata a Paolo Mieli, che non la pubblica
    Dino Buzzati spedisce una lungagnata a Vittorio Feltri, che non la pubblica
    Umberto Eco spedisce una lungagnata a Giulio Anselmi, che non la pubblica
    Alberto Arbasino invia una poesia lungagna ad un quotidiano, che non la pubblica

    diciamo che il tema è scottante e che in Italia, sotto il cielo (e la sottana) dei papi, è difficile parlare di certe cose, anche se si è Aldo Busi.
    E’ ipocrita, perchè tutto il 2005 è stato vissuto all’insegna delle spropositate celebrazioni per la morte di Pasolini, Wu Ming 1 scrisse che non andava edulcorato, ecco, questo è un esempio bello e buono di EDU(L)C(OR)AZIONE in vita di un autore, nella fattispecie Aldo Busi

    e allora, blogger che siete d’accordo, Gemma e altri, mettetelo sul vostro blog!

  10. E’ noioso sentire chiunque, fosse Calvino o Busi o Martin Lutero, ripetere da anni la stessa solfa, oltretutto in maniera così estesa. Il pezzo di Busi non avrebbe perso di efficacia se ridotto a 40 righe. Ma è dalla lunghezza dei sermoni che uno valuta e apprezza la formazione cattolica di uno scrittore.

  11. A parte il fatto che ritengo Busi scrittore d’eccellenza, capace di pagine di altissima letteratura, a parte che è uno dei pochi istrioni che non mi irrita, questo pezzo è di una lucidità sconcertante e, dice bene la Gaetani, rappresenta il pensiero libero. E’ ridicolo pensare sia stato rifiutato per la lunghezza!

  12. Sarà ridicolo, non è impossibile. Dopo di che, Busi scrive pagine di altissima letteratura. Infatti, purtroppo.

  13. Non mi interessa, nel breve/medio periodo almeno, indagare le qualità letterarie di Busi scrittore (sono fermo al Seminario adelphiano, che, comunque, concordo con la Fuschini, parecchie pagine di alta letteratura le annovera). Detto questo, l’articolo in questione è uno scritto con gli attributi e i controfiocchi, davvero: come se ne leggono sempre meno, purtroppo, e non solo sull’argomento specifico.

  14. ma dai siamo seri….Busi la massima espressione di letteretura italiana?
    ma che vi siete fumati?Lorenzo e piantala de daie la roba a sti qui.
    io lo leggo volentieri, pero’ mi accorgo che a metà dell’opera, e questa è una sua costante, diventa pesante, acido, morboso, ripetitivo, insomma checca isterica.
    Questo non mi piace perchè appunto offusca la sua parte migliore, ovvero la sensibilità.
    Bella infatti la sua visione delle donne e come insegna a queste la femminilità.
    Pero’ da qui a mitizzarlo, significa che il quadro italiano è scarso veramente.

  15. Accidenti, Mag, “checca isterica”… Ci andiamo giù pesantini! Luogo comunissimo poi quello della checca che è isterica. Mah. Io ho seguito il consiglio di Giorgio Tesen, l’ho messo anche sul mio blog, volevo dire questo, in realtà.

  16. Oh accidempoli Mag, non me frega niente se Busi assomiglia a tuo padre o tuo fatello o il nonno in carriola con le mutande viola… la smettiamo con questi stereotipi e pregiudizi sulle checche isteriche? L’isteria vaga dal fenninile al maschile(ultimo studi freudiani)ed è una patologia, perché bisogna usare gli insulti del più becero machismo sempre e comunque? Porca miseria, qui Busi parla di cose serissime come l’abuso sui minori e l’abuso di parole per dare informazione… bisogna sempre finire a tarullucci e vino? Scusa, sono veemente perché l’argomento è importante e non ci sono altri motivi.

  17. “è una sua costante, diventa pesante, acido, morboso, ripetitivo, insomma checca isterica”

    Ma bene, brava mag vedo che sei dotata di categorie critiche inoppugnabili!!!!! sarà certo merito di spinoza e leibniz

  18. La lunghezza è una straballa: ma lo vedete cosa c’è sui giornali in questo periodo?
    La cosa triste è che l’articolo non è stato pubblicato perché siamo sotto elezioni (più che sotto natale).

    Attenti che se le cose funzionano così, anche nella migliore delle ipotesi del dopo 9 aprile, continueremo ad andarcene in giro con la margherita all’occhiello e nel culo il solito ombrello.

  19. eh caro mamutone, abbiam perso gli occhi, la visione del tutto… ‘ché la censura ormai ce l’han fatta digerire… e come dice il buon Montesano: Magic people! qualcuno pensa che l’ombrello infilato nel culo sia la coda…

  20. io caro maligno non ho alcuna speranza di alcun genere soprattutto da quando so che un 25% per cento sarà voto elettronico, vista la moltiplicazione dei voti fatti negli usa credo che qui avremo addirittura sorprese bulgare (sopratutto nel 25%) ;-).
    Certo i miracoli possono anche succedere ma sono anni che io so che i kattivi come te si alleano sempre e vincono spesso;-) poi, col tempo, prendono le mazzate solenni ma quando succede quelli come me non hanno più la forza di sorridere
    Ad ogni modo dal linguaggio di mag mi sembra che siamo già in piena cultura di destra (fascio-leghista) senza neppure bisogno del voto elettronico;-). Tu devi sentirti perfettamente a tuo agio in questi anni così frizzanti vero?
    A proposito a me busi non piace, ma questo non è un motivo per silenziarlo, offenderlo o per criticarlo con pregiudizi e kategorie para-fasciste che con la letteratura e la convivenza civile non hanno nulla a che vedere, semmai, al massimo, mi posso limitare a non leggerlo, come mio diritto.
    vedo che finite il 2005 in bellezza ;-)

  21. Non voglio intervenire in alcun modo alla fiera dell’insulto o della lode. Solo qualche precisazione. L’Unità, a quanto mi risulta, non ha mai censurato nulla di Busi, al quale è stato permesso sin di insultare vacuamente Gramsci sulle pagine del giornale di Gramsci. A me personalmente, invece, è stato chiesto con insistenza da Liberazione, tre anni fa, di soprassedere alla pubblicazione di un articolo che lo attacava, perché a un collaboratore come Busi….

    Mi pare un po’ azzardato sparare su Padellaro ascoltando solo la campana di Busi che nientemeno chiedeva a un quotidiano nazionale (ma chi sarà? D’Annunzio?) di pubblicare da oggi a domani un articolo di 6500 cartteri, oltrettutto pretendendo che non ci fosse alcun contraddittorio. Chiunque lavori in un quotidiano sa che la richiesta non è facile da soddisfare e per quello che riguarda l’assenza di contraddittorio, piuttosto imbarazzante. In Italia c’è libertà di parola e chiedere a un quotidiano che ti accoglie di non poter eventualmente prendere le distanze mi pare un capriccio imbarazzante.

    Per altro verso in Italia permette ai Minori di avere rapporti anche con 14enni e dai sedici in poi si scopa con chi si vuole e allora il problema qual è?

    Lello Voce

  22. Corrige:

    Per altro verso in Italia la legge permette ai minori di avere rapporti anche con 14enni e dai sedici in poi si scopa con chi si vuole e allora il problema qual è?

  23. De Andrè direbbe”le cagnette a cui aveva sottratto l’osso.”è bello vedere che chi apre la bocca per oralità varie lo fa anche dandogli fiato inutilmente.

    L’articolo è buono, il tema pure, il perchè non sia stato pubblicato non è ben chiaro, non credo si tratti del contenuto, della forma o della lunghezza.
    Il discorso di Busi è piu’ che accettabile e non mostra scabrosità di sorta, semmai puo’ essere occasione di riflettere sulla condizione degli anelli deboli della catena sociale, donne, vecchi e bambini.
    Essendo le prime due ormai politicizzate da tempo, il vero anello debole è l’infanzia.
    Abbiamo paura dei bambini, dell’innocenza e del loro vedere il mondo con meraviglia, che non abbiamo piu’, che ci giunge superflua, vana, patetica.
    In questa ottica cannibale etnicamente autolesiva noi, Conti Ugolini, proviamo insano piacere nel ferire, disperati, la speranza della nostra continuità, la fiducia nel futuro che ogni evoluzione ontogenetica testimonia.
    Infanticidi all’ordine del giorno, coperti da insanità momentanee che, ahimè si rivelano invece una costante fragilità psico-sociale.
    In questo scenario la pedofilia non è che un pezzo del puzzle che s’incastra perfettamente nella risposta pulsionale che Freud ricondurrebbe “aldila’ del principio del piacere” ovvero al mantenimento della dimensione inorganica, statica, immobilistica, ripetitiva, mortale, piu’ forte del principio di piacere.
    Tanathos puo’ piu’ di Eros, e in questo momento transitorio, si fondono in risultati tanto inquietanti.
    L’uccisione del nostro futuro, dell’infanzia, ha simbologia fortissima hic et nunc, e vista da lontano, obiettivamente, dovrebbe avere una qualche funzione nell’economia degli equilibri sociali e storici.
    Ma afflitti da tanta abberrante sarcofagia, non possiamo intraverne, a lungo termine, le finalità.
    Un pedofilo disse interrogato che per lui la pedofilia è ridare bellezza alla propria infanzia. come dargli torto dal suo punto di vista?
    Dobbiamo essere pazzi anche noi per capire cosa passa nella testa di un malato, entrare in simbiosi empatica per penetrare l’origine vera del disagio, e capito, non giustificarlo, ma ricollocarlo nel declino collettivo della nostra cultura.

  24. PS: prima che a qualcuno venga in mente di fare la scoperta: io collaboro all’Unità da ormai 7 anni. A scanso di equivoci e per chiarezza!

  25. finalmente uno che parla normalmente senza insulti e senza lodi (mi riferisco a lello voce), e mi sembra anche giusto sottolineare che nessun direttore di giornale sia obbligato a pubblicare tutto.
    Sì in italia si può scopare dai 14 anni ma tra coetanei (o quasi) consenzienti, se interviene violenza è violenza su un minore (soprattutto se il violentatore è maggiorenne), ma spero che nessuno di voi abbia nulla da ridire anche su questo?

  26. GEorgia chi ti insulta? io ti volevo solo dire che di querce in culo ne ho prese tante. si chiamano cpt, cococo, mazzate a napoli (il buon bianco)…….e poi quest’abitudine molto vetero e stalinista di dare sempre del fascista a chi non la pensa come te. come fece la gaetani con montanari. suvvia! e dico anche al buon lello che l’unità è peggiorata da quando se ne è andato colombo ed è arrivato padellaio, che è troppo fedele alla linea, un po’ georgiano, se vogliamo. e sopratutto che nessuno ha capito il motivo di questo tafazziano avvicendamento, se non quello che i ds fanno cagare nella gestione di ogni cosa (pubblica e privata) e che sono, anche loro ,per molti versi, degli stalinisti veri vestiti non troppo alla moda e mascherati da furbetti riformisti. Di busi non me ne fotte un cazzo, lo odio da sempre, mi fa cagare.

  27. L’articolo è assai bello e chiaro, lungo perchè particolareggia giustamente, per me, sia il pensiero che i casi per non lasciare adito a false intepretazioni per chi su Busi si butta a capofitto per farne ogni sorta di linciaggi morali.
    E Busi è uno dei grandi scrittori italiani, direi anche io, uno di quelli che stanno sulle dita di una sola mano.
    MarioB.

  28. Lello, ciò che dici è condivisibile e sono d’accordo con te sul fatto che si possa rifiutare un pezzo. Per il resto mi sembrava che il problema posto da Busi fosse quello di non assimilare la molestia sessuale verso un bambino/a con quella rivolta a un ragazzo/a di quindici anni e che poi il suo discorso prendesse una deriva diciamo pedagogica. Ora come madre che ha avuto il figlio di dieci anni molestato potre dirti che avrei spaccato la faccia al pedofilo in questione, se lo avessi trovato, ma le leggi e gli scritti pubblici devono tenere una certa distanza dalla pancia e dall’emotività, se no ogni giorno ci sarebbe da linciare qualcuno e “forse” in un paese civile sarebbe il caso di discutere con calma anche degli argomenti più scottanti, come mi disse qualcuno nella ahimé triste discussione sul pezzo di Mozzi tempo fa.
    Un caro saluto.

  29. Come conciliare questo articolo con la data odierna e l’imminenza del nuovo anno?
    La speranza che l’embrionale anno tra poco nascerà ad un infanzia migliore?
    certo che se è come il 2005, che è passato dalla neonatalità direttamente alla decomposizione ……….

  30. ei maligno ma il buon bianco era della quercia?
    Ad ogni modo parte della polizia da un po’ di tempo sembra essere più sotto l’influenza diretta di fini (indagare sulle forniture dei manganelli tonfa)che del titolare di turno del ministero.
    Colombo era, ed è, bravissimo e padellaro è sempre stato il suo vice e fra loro non ci sono mai stati, che io sappia, problemi anzi.
    Da quando padellaro sarebbe uno stalinista?
    E poi maligno io non do di fascista a tutti, ma in questo caso a maligno, Se tu ti firmassi con il nome con cui di solito intervieni forse avrei avuto elementi in più per capire che non lo sei, da quel messaggio lo appari anzi no, ti dirò sembri molto più leghista che fascista, ma per me fa poca differenza, anzi alla fin fine preferisco qualche fascista al ministro castelli, a borghezio, a maroni, e calderoli e pure a bossi:-).
    E pure da fascisti *deformare* volontariamente un nome

  31. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle.
    Amen.

  32. Maligno, vorrei stancamente precisare che non diedi del fascista a Montanari perché non la pensava come me (anche perché se lui si dichiarava comunista e io pure, avremmo dovuto pensarla allo stesso modo, no?), ma perché scelse una *forma* che non lo differenziava, nella sostanza, dalla violenza fascista che rimproverava a Di Canio.

    Torno a pregare.

    Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle.
    Amen.

  33. E, Maligno, perché non si riapra il discorso, per me non era un’invettiva quella, dal punto di vista letterario.

    Scusate, ma devo proprio tornare a pregare.

    Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a…

  34. lello scrivi un microracconto come quello geniale che scrivesti sulla gobba. solo così sapremo veramente come stanno le cose.

  35. Lello, non è la prima volta che un ottimo articolo di Busi viene rifiutato dall’Unità, qualche mese fa ne aveva pubblicato un altro Mozzi su Vibrisse. Visto che tu sei dentro, oltre a difendere qui Padellaro, potresti portare le nostre istanze al direttore, fargli presente che sappiamo e che seguiamo i suoi passi, che non siamo lettori depotenziati, che ci aspettiamo molto di più dall’Unità, in modo che l’Unità diventi quello che dovrebbe essere: il numero uno, come dice il nome.

  36. Ops, ho scordato di porre una domanda a Mag.
    De Andrè direbbe”le cagnette a cui aveva sottratto l’osso.”è bello vedere che chi apre la bocca per oralità varie lo fa anche dandogli fiato inutilmente.

    La domanda è: fammi capire, se le cagnette siamo noi(Georgia et moi), l’osso sarebbe Busi? oddio, è un bell’uomo, un po’ stagionato, ma sempre un bell’uomo… cmq è notorio in NI che io sia innamorata di Johnny Depp e poi di Voltolini, quindi niente cagnare inutili, tranquilla! Ricordo che quando il Voltolini mise la mia foto per il nr 100 de Le Scimmie, qualcuno mi diede della pompinara…eh, me la presi un sacco…sai che ti dico? Quasi mi sento omorata dopo aver letto L’etica del pompino del Forlani e la bella poesia della Gaetani. Ah sì, proprio un grande onore. Mi ritiro a pregare pure io
    Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a testate come quelle. Nessuno sta santificando Busi in quanto censurato da Padellaro. Sappiamo bene che la censura non appartiene a… (mi perdonerà la Gaetani se le copio la preghiera)

  37. E’ bello vedere che non si parla di contenuti ma di reazioni sensibili a parole sensibili (checca, pompino, di canio, pedofilia, )…tutta una centrifuga pulsionale trasversale.
    si sta su’ una parola per giorni, su un insulto per settimane, relazione mai, confronto mai.
    Manuel degli Aferhours direbbe che indossiamo il vuoto con classe.

  38. Guarda Mag, che la domanda è seria perché io non avevo ancora letto il tuo commento e non l’ho proprio capito. Osso quale? Se non volessi confrontarmi non avrei posto la domanda.

  39. Il vekkio Busi è un grande, grandissimo personaggio; quando va dalla De Filippi è insuperabile come maestro di letteratura. Parla bene il vekkio Busi, io mi incanto quando lo ascolto, quando s’incazza poi, mi esalto e sono con lui. E come scrittore? Baudelaire diceva: buon parlatore mediocre scrittore! Ma è vero riferito a Old Busi Lee???
    Detto questo ho letto due volte l’articolo e giuro che non sono riuscito a trovare un solo motivo che giustifichi il rifiuto. Paura? Imbarazzo? Ma di che? Di chi? Lunghezza? Macché. Paraculite? Padellaro cagone? Lettori pudici? Divieto di contraddittorio? Ma Old Busi dice solo “a cappello”. No, non ci arrivo, scusate.

  40. Dare della pompinara ad una donna che fa pompini con amore è abuso di potere, sottrazione di onore e dignità, vuol dire in qualche modo sminuirla dargli della serva, cretina, pattumiera, svuotacoglioni, Italspurghi, e roba del genere.
    Ad una pasionaria non la si appella in nessun modo: la si cerca disperatamente, sudando, ansimando e tremando ad ogni suo conosciuto sospettato gesto, ignoto ai piu’.
    se significa lo stile di BOCCADIROSE invece è un complimento.

  41. ma Gabri vai oltre, che ti frega dei preamboli.
    L’osso sottratto è l’animosità con cui ci si fissa sul dettaglio per posizioni magari varie senza collocare gli argomenti su larga scala.
    pregiudizio 1: la censura a Busi
    pregiudizio 2: argomento scottante
    pregiudizio 3:
    etc
    etc
    etc
    poi dopo 3000 inteventi che ho fatto, dovreste ormai conoscere quando sparo nel mucchio a cazzo senza leggere, quando scherzo o quando parlo seriamente.
    o no?

  42. Magda, a volte sei pesante come un macigno… Poi ti contraddici… Poi fai l’ipermoralista: “dare della pompinara a una donna che fa pompini con amore”, ma che vuol dire? Sembra una presa in giro. E poi il seguito: “vuol dire darle della serva, svuotacoglioni”… E che cazzo! (Scusate, ma ci sta tutto!).
    A volte la capacità riflessiva umilia le questioni, invece di approfondirle o nobilitarle.
    Senza astio, ma è ciò che penso.

    Gabriella, certo che puoi copiare tutto, pregare con me anche. :0)

  43. Sinceramente, si fa un po’ fatica. Non so, a volte è utile rileggere prima di postare, così per evitare insulti gratuiti, magari. Detto questo, l’articolo in questione è una lucida analisi del tema trattato.

  44. Old Busi Lee????

    Signore dacci oggi il nostro italiano quotidiano. Signore fa’ che non leggano Lello Voce e FF che dopo si sentono male. Signore dacci oggi il nostro italiano quotidiano. Signore fa’ che non leggano Lello Voce e FF che dopo si sentono male. Signore dacci oggi il nostro italiano quotidiano. Signore fa’ che non leggano Lello Voce e FF che dopo si sentono male. Signore dacci oggi il nostro italiano quotidiano. Signore fa’ che non leggano Lello Voce e FF che dopo si sentono…

  45. pesante nei toni? va beh…li correggero’.
    cmq è la vigilia di capodanno e se conoscete una ragione valida di menarsela con questi discorsi….l’ascolto, diversamente Vi auguro quanto di meglio possiate desiderare.

    Gemma prova a chiedere cosa pensa un uomo quando usa quell’appellativo a modi insulto verso una donna…poi vedrai se è distante da cio’ che ho detto.

  46. @mal:
    tranquillo, un po’ dura tra donne. Cmq buone allucinazioni, ti seguo di post in post, mangiato funghi stasera?

  47. @gabriella: fumato marijuana, come sempre. e basta. sto una pasqua. anch’io ti seguo.

    Ps elvetica (l’erba), e un po’ d’afghano, per farmi la bocca.

  48. Ho riletto il pezzo di Busi, e vado a dormire.
    Saluti a tutti, sperando che vengano postati più pezzi di questo tenore, perché leggendo altri recenti post (come quello del “maestro ff”), si ha l’impressione che Nazione Indiana 2.0 sia una scuola occupata, senza più i professori. Buffo che siano proprio coloro che accusino altri di non saper scrivere a non autocensurare alcune sedicenti scritture critiche mal scritte. O forse no, più che logico. (“Chi parla male pensa male”, diceva Nanni Moretti.)

  49. E chi può dirlo, Governi? si è redento oppure perduto nelle sue fantasie masturbatorie? starà a fuma’ l’elvetica con mal… :-)

  50. Mi dissocio da axl roses. non lo sopporto. io fumo con bob marley ogni tanto (era svizzero anche lui, se non mi sbaglio)

  51. trovo bellissimo e molto giusto questo pezzo di Busi e spero di avere il tempo di tradurlo e metterlo in inglese sul mio blog. Tra l’altro la notizia da lui riportata mi ricorda un articolo uscito poco tempo fa sul corriere di milano, che titolava, testualmente: ‘bambini in vendita in Piazza trento’.
    Il fatto era, ed è, che in Piazza Trento a Milano da tempo ci sono aitanti marchettari che si offrono a file di automobilisti ronzanti attorno ai loro corpaccioni. Sono ragazzi, brasiliani e di altre nazionalità, per lo più intorno ai vent’anni. Fra di essi, però, ne scappa qualcuno che ha forse diciassette anni e magari sedici anni. Il che non gli impedisce, probabilmente, di metterlo nel didietro ai suoi clienti piuttosto che viceversa.
    In ogni modo, la minore età di alcuni dei marchettari di Piazza Trento è stato elemento sufficiente all’articolista per titolare “bambini in vendita”, il che è davvero una idiozia, un terrorismo approssimativo che non rende giustizia alla reale e folle violenza sui bambini, e d’altro canto fa di tutte le note erbe un noto fascio, onde rendere la prostituzione maschile ‘aberrante’ quanto la pedofilia. Il che, oltre che vero e potente oscurantismo, è soprattutto l’ennesimo esperimento di rimozione della realtà, quella realtà che smuove moltitudini di borghesi sposati maschi milanesi molto perbene alla ricerca di aitanti maschioni da, mi si perdoni, spompinare nelle notti grige e arancioni di questa città.

  52. @ mal
    meglio marley, concordo, anche se fumare coi morti è un po’ deprimente. Lascia perdere la mia opera imperfetta e in via di rifacimento… ora ascolto Ghezzi che legge Agamben, ‘notte.

  53. secondo me fino a quando il grande lello voce non farà chiarezza con un racconto tipo quello della gobba non riusciremo mai a capire proprio come stanno le cose, cioè potremo fare solo ipotesi.

  54. quel racconto era così misterioso che ancora mi domando: chi era il gobbo? cosa voleva dire lello con quel microraccontino?

  55. secondo me per capire bene quel racconto dovranno passare molti anni anche perchè molte cose che quel racconto voleva dire ancora non possono essere rivelate o capite

  56. oh ma siete un tormentone con ‘sta storia del gobbo e del microracconto, la state menando da quel dì… guardatevi Lost in la mancha a fuori orario, va’.
    ps
    bob è vivo, sì.

  57. no guarda a quest’ora io vedo solo i sexy love o al limite un proibito sulle private. però veramente da quel giorno del racconto non risesco a non pensarci e più passa il tempo più capisco molte cose sull’italia.

  58. vuoi il telefono di un’amica psicologa che ti può aiutare a risolvere questo terribile problema? o forse basta il pusher di mal… non so, sono molto preoccupata per te rotowash, non vorrei ti s’inceppasse il meccanismo e non riuscissi più a lavare la moquette…

  59. qualcuno poteva entrare nel merito dell’articolo di busi.
    macché.
    voglio dire, qualcuno ci ha pure provato, ma è stato ignorato.
    eppure di materia ce n’è.

  60. Evidentemente, soltanto Busi detiene le capacità letterarie e la storia personale atte ad argomentare “rettamente” su tali spinose questioni. Ma cosa dice, in buona sostanza? Che molestare sessualmente un bambino di cinque anni è cosa ben più grave che molestare sessualmente un ragazzo di sedici. Ci si poteva arrivare anche da soli, se non incalzati da retoriche tendenziose – ma a che pro rimarcarlo con tanto dispiego di stile e storia personale? Forse a rendere l’opinione pubblica più “flessibile” e riflessiva di fronte alla seconda delle eventualità? Boh. Ma c’è dell’altro: ci viene anche insegnato come difenderci, con buona grazia, dalle “legittime richieste-inchieste sessuali del bambino” – un pericolo certo incombente nella vita di ognuno di noi. Va da sé che la malafede moralistica dell’ “uomo comune” non aspetta altro che di scagliarsi ignobilmente sulle sublimi pratiche dell’esteta-scrittore. Pare dunque che la Nazione sia rimasta orfana di un altissimo insegnamento. Per fortuna ci ha pensato quella Indiana. Buon 2006.

  61. Ha parlato LUI: ragazzi, contritevi. Ipse dixit.
    Biondillo, cancella tutti i post di questi stupidotti che fanno finta di discutere ma in effetti non capiscono un buso.

  62. busi è il migliore scrittore italiano, credo anch’io. non dovrebbe essere censurato e stop. ma sulla pedofilia ho esitazione. qualche anno fa una sua lettera dello stesso tenore campeggiava sul sito dell’associazione dei pedofili danesi. l’associazione pedofili danesi è leggermente più tollerante di quello che dice busi in questo pezzo. dice, mettiamo, i bambini che hanno esperienze sessuali con adulti quasi sempre sono consenzienti. la discriminante non è quasi più l’età, ma la violenza/non violenza. il punto è che è vero occorre togliere l’oggettivismo di una morale da Stato Etico la possibilità di liquidare la pedofilia come un problema criminale e basta. ma se diamo retta da voltairriani convinti agli altri soggetti messi in gioco, che idea che ci facciamo? tra cinque e sedici anni c’è una differenza comprensibile. tra uno stupro e una carezza sulla testa anche.
    ma se un ragazzino di tredici anni mi dice a me piace fare sesso con un adulto di trenta, io che dico? e se me lo dice un bambino di undici? e uno di otto, di sette?

    mi sono letto molto approfonditamente le testimonianze dell’associazione pedofila danese, che sono qui. http://www.danped.fpc.net/italiano/

    che ne dite di questo punto di vista pedofilo, di questa tabella discriminante?

    Abuso sessuale infantile
    1. Violenze, minacce, inganni, ricatti (psicologici), stupro.
    2. Impossibilità da parte del bambino di mettere fine all’attività sessuale. Il bambino desidera che tale attività cessi, ma l’adulto lo impedisce. Abuso di potere ed altre intimidazioni rendono possibile l’abuso a lungo termine
    3. Il desiderio sessuale dell’adulto è l’unico criterio. Le necessità del bambino, comprese quelle sessuali, vengono ignorate. Il bambino è un oggetto sessuale passivo.
    4. Obbligo di segretezza. Sfruttamento dei sensi di colpa del bambino. Se viene scoperta l’attività sessuale, il bambino prova sensi di colpa anche se non desiderava per nulla tale attività.
    5. L’atmosfera è opprimente: nessuna sensazione di sicurezza ed intimità.
    6. La relazione non è equa. Si fa uso di oppressione, autorità e manipolazione.
    7. L’adulto non è interessato al bambino come persona, ma soltanto come oggetto sessuale saltuario.
    8. Solo un minimo di base comune. Il bambino è isolato dai coetanei e da altri. L’adulto pretende di possedere il bambino.
    9. Mancanza di comunicazione aperta; oppressione di tutte le forme di espressione emotiva.
    10. Negli spazi di vita quotidiana del bambino mancano amore ed attenzione: rischio di fissazione del bambino sulla parte sessuale.
    11. Il bambino mostra ansia ed avversione. Si vede che il bambino cerca aiuto.

    Pedofilia, eventualmente con esperienze sessuali

    1. Spontaneità ed amicizia che si godono assieme.
    2. Il bambino può tirarsi indietro quando vuole. L’adulto rispetta il desiderio del bambino e non lo/la rimprovera per questo.
    3. Interazione a livello personale ed (eventualmente) sessuale. L’attività viene adattata al livello psicosessuale del bambino: l’adulto partecipa alla sessualità del bambino.
    4. Si prova ad essere aperti nella misura in cui la morale e l’ambiente circostante lo permettono. Il benessere di entrambe le parti viene comunicato in maniera verbale e non verbale nel corso dell’amicizia.
    5. L’obiettivo è l’ottenimento del massimo senso di sicurezza.
    6. L’obiettivo è quello di creare una relazione equa, che eventualmente continua e si sviluppa diventando amicizia.
    7. L’adulto esprime interesse per il mondo del bambino. Si provano interessi comuni, anche in occasione di un unico incontro.
    8. C’è posto per la cultura infantile/giovanile e per il contatto con altri. Gli interessi vengono accomunati.
    9. C’è posto per esprimere i sentimenti. Il potere nella relazione è equilibrato: il bambino e l’adulto accomunano il potere.
    10. L’adulto prova un reale interesse per i sentimenti del bambino – anche sessuali – desiderando un’interazione al livello del bambino stesso. L’amicizia è un valido supplemento agli ulteriori aspetti della vita del bambino.
    11. Il sentimento dominante nel bambino è la gioia, anche se di tanto in tanto può sentirsi insicuro per via della morale della società. Ciononostante, il bambino prova ad esprimere sentimenti positivi nei confronti dell’ambiente circostante.

    Ma a questo mondo nulla è completamente bianco o nero: dobbiamo pertanto presupporre l’esistenza di un’ ampia “zona grigia” tra le due opposte situazioni descritte negli 11 punti qui sopra.

  63. Una censura reale sarà applicata -secondo quanto previsto dall’ultima Finanziaria- a partire da domattina 1 gennaio 2006 ai siti esteri di scommesse sportive, notevolmente migliori di quelli italiani e dunque preferiti dai nostri giocatori. Il motivo è che, registrati fuori Italia, quei siti non si assoggettano alla legislazione nostrana in materia di erario e massimali di vincita. Cioè: non pagano concessioni statali e garantiscono tetti di vincita molto più elevati dei corrispettivi italiani. Questo atto protezionistico va contro numerose direttive europee in materia di libera concorrenza e conduce a situazioni di fatto simili a quelle di paesi illiberali: viene impedito a circa un milione di giocatori d’azzardo italiani di cercarsi le migliori condizioni di mercato. In questo settore, come in molti altri, rimaniamo vincolati da lacci e lacciuoli di burocrazia e interessi particolari; incapaci di competere sullo stesso piano, proviamo dunque a chiuderci nella casetta di cartone, mentre fuori -e dentro- fa bufera.

  64. qui, mi sembra che nessuno abbia intenzione di Sparare contro nessuno, penso che si citino persone degne di essere citate e che hanno la forza di rispondere da sole (se si sentono di farlo). dunque, la mia opinione sul Padellaro non è cambiata. e, per di più, non stiamo parlando (occorre ricordare) d’un direttore qualsiasi; ma del direttore dell’Unità. per chi se lo fosse scordato. paragonare l’Unità a Liberazione, anche solamente su piccole questioni, mi sembra ancora fuori luogo. in questo discorso, specialmente.

    b!

  65. Non vorrei esulare dal discorso principale, ma c’è un libro, Molestie morali, che spiega come spesso la molestia non sia soltanto fisica.
    E’ vero sì che un sedicenne non è un bambino, e questa per Busi – per niente tendenziosamente – è soltanto la premessa per considerare, tra mille altre sfaccettature della questione ‘violenza su minore’, che ci sono soggetti ben più adulti considerabili ‘bambini’ per l’incapacità o l’impossibilità di discernere e gestirsi come soggetti adulti di fronte ad un adulto molesto. Mi vengono in mente le somale violentate dai soldati italiani, per dire. Le prostitute, adulte, sì, ma costrette con la molestia morale alla riduzione ad oggetto sessuale su cui altri speculano.
    Il campo delle questioni che questo articolo introduce è vastissimo, e quelle che affronta sono indagate in modo più che lucido.
    Per questo che L’Unità l’abbia rifiutato, a parte le rassicurazioni di Lello Voce, è abbastanza incredibile e che si dia a Busi della checca isterica, per poi ribaltare tutto (al solito) affermando che siamo sensibili alle parole sensibili, è abbastanza paradossale. Personalmente comunque queste premesse o conseguenze paradossali del pezzo in questione non mi interessano, l’ho letto qui, dunque l’ho letto, e questo solo conta.

  66. Andrea Barbieri, non farmi perdere tempo a spiegarti che la tua equazione

    Gemma Gaetani = Fioruccistor

    dato che

    Gemma Gaetani vs. Francesco Forlani

    dato che

    Francesco Forlani e Lello Voce e Andrea Barbieri eccetera = pensiero impegnato

    è una meccanica, pavloviana, formal-contenutistica, considerazione.

    Il pezzo di FF è scritto male. Basato su congetture nemmeno ben analizzate ed esposte. Autocompiacente. Sintomo di una caduta di livello che spesso, e nella sostanza, sta affliggendo NI.

    Ridateci i professori, anche se sono checche isteriche e parlano di pompini. Ridateceli. Quelli che ce li aprano i cervelli, che ce li mettano in crisi, che ci profilino anche mondi diversi dai nostri ma descrivendoli con la precisione teorica e linguistica che ci insegna comunque qualcosa, non i re-censori che vorrebbero indottrinarci, e anche malamente e i loro valletti. All’inizio NI non era così.

  67. Certo, anche Svevo scriveva male, e la teoria della relatività è fatta di congetture.
    E come ricorda oggi Igort, ci fu un tempo in cui El Greco fu portato negli scantinati perché dipingeva caricature. Ci fosse stato Fiorucci mentre lo staccavano, avrebbe almeno fatto una foto per decorare il pacco, nei suoi slippini rossi natalizi.

  68. Barbieri, ma che cazzo dici, veramente? Ma che cazzo di risposta è? Se Montanari fosse stato Céline e Forlani Svevo, avrei stampato i pezzi che avevano scritto, sottolineato le parti salienti, cercato sul dizionario i termini utilizzati che non conoscevo. Io come molti.
    Almeno io le cose che non mi piacciono, le leggo prima di dire che non mi piacciono, le capisco eppure non mi piacciono lo stesso, non vado a parlare a vanvera.
    Guarda, occupati di incensare i tuoi miti, ci guadagni di più, questo è certo.
    E se Forlani ti appare Svevo, sei poco colto, evidentemente. Altro che Fioruccistor.

  69. @il mio “devoto genuflesso”
    la tua ironia non è certo priva di fondamento, ma che vuoi farci? Perseguo come posso alcuni temi di mio (si direbbe esclusivo) interesse. Se ciò, in questo strano gioco di rappresentazioni, va ad addensare sul mio “spettro” delle connotazioni ridicole, non lo trovo un gran problema.

  70. Dal pezzo del “maestro effeffe”:

    Si è in altri termini sacrificato il libro in nome di una teologia del marketing, ovvero dell’identificazione del lettore allo scrittore esattamente come attraverso il medium della marca il consumatore si è sostituito alla merce – i manager editoriali pretendono che il lettore non dica più ” ecco qualcuno che ha trovato le parole per dirlo” ma intimano agli scrittori di fare in modo che gli acquirenti esclamino ” che bello questo l’ho già detto ‘io ”

    Insomma, realtà letterarie – no signor giudice i nomi non li faro’ e poi a che pro?- personaggi che popolano le deserte lande dei nostri paesaggi e soprattutto storie che non sono facili da ingoiare. E men che mai da digerire.

    1) si dice ‘dell’identificazione del lettore CON lo scrittore’;
    2) cosa vuol dire, in italiano, ‘attraverso il medium della marca il consumatore si è sostituito alla merce’ e non in goffo anacolutesco ideologichese?
    3) prima delle virgolette che aprono un discorso diretto, ci vogliono i due punti e la maiuscola a inizio frase (i manager editoriali pretendono che il lettore non dica più: “Ecco qualcuno che ha trovato le parole per dirlo”)
    4) i ‘manager editoriali’ dove esistono, se non nella vostra testa (per parlare dell’apparato teorico su cui si basa questo scritto)? credete davvero che la narrativa italiana sia come il cinema ad hollywood?
    5) tutte le virgole che erano necessarie, dove sono finite? nella bocca di chi eseguiva la fellatio al maestro effeffe?

    Nemmeno alle superiori si scrivono testi così pieni di soli *abbozzi* di concetti, grammatica, regole ortografiche, lingua italiana, paradigmi critici.

  71. «E’ vero sì che un sedicenne non è un bambino, e questa per Busi – per niente tendenziosamente – è soltanto la premessa per considerare, tra mille altre sfaccettature della questione ‘violenza su minore’, CHE ci sono soggetti ben più adulti considerabili ‘bambini’ per l’incapacità o l’impossibilità di discernere e gestirsi come soggetti adulti di fronte ad un adulto molesto.»

    Almeno io le cose che non mi piacciono, le leggo prima di dire che non mi piacciono, le capisco eppure non mi piacciono lo stesso, non VADO A PARLARE a vanvera.»

    Due esempi di ottima prosa italina. Meno male che l’ultimo dell’anno non ci fa mancare la solita razione della maestrina dalla penna ROSA

    ?

  72. bha, chiunque tu sia, una bella penna rosa, togliendo prima il tappo, ponitela nel culo.

    nei commenti scrivo con l’enfasi che mi caratterizza quando parlo, e approfondisco quanto leggo.

    meritate berlusconi perché siete tendenziosi, superficiali, parziali e infami, come berlusconi. non ve ne lamentate.

  73. Cara Gemma, è passato appena un anno dalla tua partenza e già si avverte il vuoto insostenibile della tua mancanza. Torna presto.
    I miei migliori auguri. :-)

  74. Cara Gemma, compera un paio di occhiali di Fiorucci così riuscirai a mettere a fuoco le parole: io non ho detto in nessun luogo che Forlani è Svevo, quello che tentavo di farti capire è che alla base della tua critica c’è qualcosa che non può essere preso come base sensata per una critica: scrivere male e fare congetture non è in nessun modo equivalente a scrivere cose che non sono interessanti e verosimili o addirittura vere.
    Inoltre, penso che il giudizio “scrive male” sia rischiosissimo, perché è facile scambiare un proprio errore di prospettiva per un errore di colui che disegna – scrivendo – un oggetto.
    E ancora, a me il pezzo di Forlani è piaciuto per motivi che ora non ho voglia di scrivere.
    Dopo tutto l’impegno che ho speso per te, per cercare di travasare qualche idea da me a te, ti trovo a darmi dell’incensatore, del servo sciocco. Così va la vita.

  75. E’ stato uno stupendo party di capodanno al nostro store. C’erano Gemma, Lapo e tanti altri amici. Buon anno a tutti

  76. Ma va? un party allo store? Barbieri, ci siamo persi l’evento dell’anno! ;-)
    Buon anno a tutti e un buon anno con besos a p. e mal.

  77. Da quando ho pensato di setacciare N.Y. in 4 giorni, non potevo che avere la brillante idea di percorrere tutta Roma in una notte, questa notte.
    Bella piazza della Repubblica a modi tecnoparty psichedelic-rock e anche la vivacità della gente estesa in maniera cosi vistosa.(150.000 cantanti e festanti sono sicuramente uno spettacolo)
    Mi è pure sembrato di vedere un somigliante a Lello Voce sull’ intercity Mi-Roma….. visioni prebotti forse.

  78. Gabry ci abbiamo bisogno di lezioni di mondanità, io poi sono un vero campagnolo, mi sento una specie di Al Bano che non canta, figurati se a me mi vogliono a Milano al fioruccistor…

  79. Andrea figurati me, che da qualche anno varco la soglia dell’anno nuovo menando botte sul tatami… buon anno!

  80. I migliori auguri e besos anche a te, Gabriella. Magno cum gaudio.

    Mag, centocinquantamila cantanti in Piazza della Repubblica è uno sgùb che manco peldicarota fischiardi…Ma Lello in intercity (?) Milano-Roma è almeno un triple sgùb!!! Cos’era, in pellegrinaggio? Si fa prima ad andare da Milano a Santiago de Compostela a piedi. E se fosse vero? Qui gatta ci cova: non saranno per caso “prove tecniche di conversione”?

  81. No, è che ho la fissazione dei blitz, in tutti i sensi, anche geografici, poi tenendo pure famiglia, devo rubare il tempo a mia figlia.
    Fa’ pure rima.
    Sarà che da grande voglio fare il viandantes penitentes? cammino come Frankenstein: mi sono fatta Termini, Trastevere, Navona, Campo dei fiori, piazza della Repubblica, Piazza San Pietro e Termini, tutta una festa a tappe.
    Ma i taxxxisti romani sono dei personaggi troppo trash: stanotte alle 4 per andare da Termini a Trastevere volevano 60 euro, questo perchè mi hanno scambiato per una straniera, quando hanno capito che sono italiana, mi hanno detto che c’era tutto bloccato e non potevano accompagnarmi.
    Ho fatto fatica a capire il senso che credo sia questo: “non freghiamo i nostri concittadini, ma non perdiamo tempo con loro, perchè stanotte dobbiamo guadagnare con il turista”
    se i quotidiani vogliono e mi pagano scrivo il pezzo su Roma capodanno.
    titolo:
    NESSUN DORMA.
    ah, ma sai che alle 4 di mattina c’erano milioni di automobili che sembrava d’essere in piazza san Bambila alle 8?
    poi fa caldo, clima incredible.
    per i piu’ ferventi, tutta notte veglia della pace in Vaticano.
    Fermo una signora:
    “cos’è questo?
    “Ma che non lo conosce è il ministero degli….ndo stanno tutti i poliziotti!”
    “ah dove c’è Pisanu?”
    “si proprio quello er Viminale”
    “ma tanto lui non comanna, nemmeno er papa commanna, qui commanda soro berlusconi”
    “ma insomma noi su’ non lo vogliamo, qui non lo volete, e dove dobbiamo mandarlo?”
    “ma che annasse a mori’ ammazzato… li mortacci….adesso me devi scusa’ figlia mia che me so ‘mbriacata e parlo sboccata”
    “e chi ci mettiamo al governo allora?”
    ” ma io ce metterei mi fratello, che quello c’è stava già ai tempi de Berlinguer”.
    ” ah uno giovane…..”
    e via di questo passo……

  82. vi prego se vedete lello voce ditegli di scrivere un microracconto come quello della gobba, non ce la faccio più a non leggerlo.

  83. buon anno rotowash!
    ps
    perché ti ostini a non ascoltare i miei consigli? e perché non vai sul sito di Lello a far gentile richiesta?

  84. Gabriella, se tu seguissi con più attenzione la carriera del Rotowash in questo nobile palazzo delle professioni, ti accorgeresti che: a) il Roto non pulisce più la moquette, ma già da tempo è passato con un certo successo ad altri arredi; b) qualunque sia il contenuto delle sostanze smerciate dal pusher di Mal, ebbene gli fanno un baffo: il Roto fuma esclusivamente se stesso, ad ogni intervento: ogni parola, ogni virgola è un trip (con annesse componenti erotiche) dal quale emerge sempre più a stento.

  85. p.
    perbacco, hai ragione: la pedagogista che è in me crede nella possibilità del recupero anche a lungo termine e questo bilancia il desiderio irrefrenabile di trascinarlo sul tatami e sbattacchiarlo fino al raggiungimento del vuoto mentale, meta agognata dai cultori di pratiche marziali…ora dato che non posso scegliere la seconda opzione(siamo nel virtuale ahimé o per fortuna), mi ostino sulla prima via. Mi stanco in fretta, però. :-)

  86. cazzo gabriella, cintura nera di karate come la sidney rome amata da christian le bartz o come la yoshimi cantata dai flaming lips… mi-ti-ca!

  87. grazie in ogni caso del complimento. Non so se sono mitica, sicuramente cattiva. Sul tatami.

  88. Ragazzi per favore basta con la pubblicità. Nel mio mestiere la riservatezza è un aspetto fondamentale.

    @ rotowash: smettila con gli psicofarmaci. Fanno male, più delle sigarette. Chiama un collega o vai ad amsterdam in gita.

  89. Mossa sbagliata, pusher di mal. Grazie alla localizzazione del tuo IP, tra poco potrai essere acciuffato.

  90. Le sirene della Ele Vox (agente segreto donna) Car, dirette alla velocità della luce, insieme al resto della Ele Vox Car, a casa del pusher di Mal, pocanzi localizzata!

    uà-uàà

    uà-uàà

    uà-uàà

    uà-uàà

  91. “Il pusher di Mal non è mai esistito, è questa l’assoluta verità. Tornate tutti alle vostre faccende”…

  92. Prendetevi tutto, ma non il mio pusher. Io fumo e basta. A me non piacciono le pillole che vendono in farmacia, quelle colorate che hanno reso rotowash schiavo delle sue stesse ossessioni.

  93. Liberi tutti! Liberi tutti!
    Free Mandela e tutti quanti!
    (il pusher di Mal e il cugino di Elio)

  94. Quando arrestano il pusher di Mal (così com’è finito il pusher di Mal)
    senza una ragione né un motivo, senza niente
    ti senti un nodo nella gola,
    ti senti un buco nello stomaco
    ti senti un vuoto nella testa e non capisci niente
    e non ti basta più un amico e non ti basta più distrarti
    e non ti basta bere da ubriacarti
    e non ti basta ormai più niente
    e in fondo pensi, ci sarà un motivo
    e cerchi a tutti i costi una ragione
    eppure non c’è mai una ragione
    perché il pusher di Mal debba finire in galeraaaaaaaaa
    e vorresti cambiare faccia, e vorresti cambiare nome
    e vorresti cambiare aria, e vorresti cambiare vita
    e vorresti cambiare il mondo
    ma sai perfettamente
    che non ti servirebbe a niente
    perché c’è lui, perché c’è lui
    perché c’è lui, perché c’è lui
    perché c’è lui nelle tue ossa
    perché c’è lui nella tua mente
    perché c’è lui nella tua vita
    e non potresti più mandarlo via,
    nemmeno se cambiassi faccia
    nemmeno se cambiassi nome
    nemmeno se cambiassi aria
    nemmeno se cambiassi vita
    nemmeno se cambiasse il mondo
    però, se potessi ragionarci sopra
    saprei perfettamente che domani sarà diverso
    il pusher di Mal non sarà più il pusher di Mal
    io non sarò lo stesso uomo
    magari l’avrò già dimenticato
    magari se potessi ragionarci sopra
    e se potessi ragionarci sopra
    ma non posso, perché…

    QUANDO ARREEEEEEEEEEEEEEEEEESTANO IL PUSHER DI MAL…

  95. Mal is waiting for his man
    twentysix EUROS in his hands…

  96. My god, o il pusher di mal è ancora in circolazione oppure il virus del 2006 sta attaccando matrix: pillola rossa o pillola blu?

  97. che magnifica ironia. mi sento un cretino a non scompisciarmi dalle risate.
    e Busi dice che siamo invasi dai blog, tra l’altro.
    e parla di libero arbitrio e di differenze che vengono invece appianate dalla morale sudata dei preti e dei fedeli di ogni fede.
    e questo imbarazzo a commentare qui, che una volta somigliava al pudore e adesso solo al timore di essere tacciato come moralista.
    che il pompino, ma anche la lingua sulla passera, ci accompagni in questo 2006

  98. Quello che mi pare particolarmente giusto e intelligente dell’articolo di Busi è il terzo punto: un adulto deve prendersi la ‘responsabilità’ di dire no. Un adulto davanti a delle probabili richieste dell’infanzia deve decidere. Un adulto non può e non deve pensare di essere pari al bambino. Il bambino può essere trascinato dal suo entusiasmo. L’adulto deve sapere frenare l’entusiasmo. Se no, che cacchio è adulto a fare?

    In quanto al rifiuto di Padellaro: trovo che le provocazioni di Busi siano sempre intelligenti. Trovo che Busi usi la provocazione per dire sempre cose molto sensate. Mi dispiace che Padellaro (intelligente, ma forse un po’ stanco? esaurito?) si faccia spaventare.

    Per me Busi è un po’ l’antipasolini. Ha una vita integerrima nonostante la non pretosità (da prete) del linguaggio. Non ha clan (non lo dico in senso offensivo per Pasolini. Busi non ha le Laurebetti, nè i Fabimauri). E’ molto spesso spiritoso. Non fa mai cattiva letteratura della sua vita. Mi piace molto quando balla.

    Non la mette mai giù troppo dura, non è mai apocalittico. Ma questo fa sì che non venga mai preso sul serio. Non so se consigliargli di ridere di meno o di fregarsene di più.

  99. @c.p.d.: Del 69 non si era ancora parlato. Meglio tardi che mai, grazie davvero per aver aggiunto l’ennesimo spunto a questo felice, stimolante nonchè sorprendente dibattito.

  100. Vorrei conciliare i miei precedenti interventi in un commento che li raccordi.
    Nel dettaglio dell’articolo, nulla da obiettare, sia per il tema trattato che la modalità nell’affrontarlo.
    Non è un piu’ argomento tabu’, dato anzi che i media quotidianamente ci propinano immagini nefaste che alzano la nostra tollerenza all’orrore.
    Quindi va riconosciuta a Busi la sensibilità e l’attenzione che qui come altrove usa nel relazionarsi con i suoi lettori.
    Mi sembra pero’ eccessivo posizionarlo oltre questa soglia, collocandolo tra i migliori intellettuali italiani o posizioni simili.
    La diffoltà sul web, anche mia, è spesso quella di mantenere equilibri gradevoli a tutti, e non lasciarsi prendere dalle dinamiche di emotività che l’interattività non filtrata apporta.

    ps.Se esistono presenze e commentatori non graditi alla redazione, basta esprimerlo magari argomentandolo, piuttosto che lanciare insulti anonimi e renderli visibili poi attraverso competenze informatiche.
    le uniche forse di chi utilizza questa estrema ratio.

    Magda

  101. Preciso inoltre che essendo stata violata in maniera vigliacca ed evidente nei confronti della sottoscritta la netiquette di N.I. https://www.nazioneindiana.com/netiquette/ in un commento insultante che ho posto all’attenzione del webmaster, chiedo se è il caso che si spenda tempo ed energie psicofisiche nel contribuire, limitatamente alle proprie competenze e attitudini, ai dibattiti in corso, data l’ostilità riservata ai nuovi arrivati.

  102. Niente, di uno stronzo, che ha preso un Thread di mesi fa’ e l’ha commentato insultandomi pesantemente con un nick anonimo ovviamente.
    Mi sono accorta solo oggi cercando nei miei interventi un riferimento.
    Sarà contento il deficente di avermi demotivato.

    Ciao

    Magda

  103. Ma lascia perdere, soprattutto se è un thread di mesi fa…quando ero dentro NI passavo le serate a ripulire dagli spamm e dai commenti idioti, sai quanti insulti ho cancellato? chiedevo le finestre dei commenti a post vecchi di mesi. Che ti frega? la vita è qui ed ora. :-)
    ciao

  104. @ Magda

    Da Nota legale:
    Nazione Indiana non ha una redazione. Per comunicazioni ai singoli autori scrivere al’email nazioneindiana@gmail.com inserendo nel campo Oggetto il nome e cognome dell’autore dell’articolo a cui ci si riferisce. L’autore dell’articolo è indicato subito sotto il titolo, al termine della riga “Posted in … on … by …”

    Magda, non puoi pretendere che tutti leggano tutto! Scrivi una mail, spiega il problema e a quale post ti riferisci, mica si può scorrere tutto l’archivio per trovare l’insulto no?
    Mi prendo la briga di dirti ‘sta cosa ché mi sembri l’attrice svagata che uscendo nuda sul palcoscenico si stupisce se le urlano : a bella gnocca! Non ti arrabbiare con me adesso, mi dispiace sul serio che tu sia in ambasce!
    ciao

  105. si ho scritto a Jan, ma dev’essere preso o in vacanza.
    cmq ti ringrazio, anche perchè, prima mi offendo e me la prendo, poi diffondo, ma alla fine m’incazzo parecchio e faccio polveroni generali.
    quindi meglio contenere subito.

    Ciao

    Magda

  106. Mag, Jan è fuori Milano. Torna fra qualche giorno. Se potessi ti aiuterei io, ma non so di cosa stai parlando, esattamente.

  107. […] Diciamo che questa mia riflessione sta ai margini della questione da cui è scaturito il dibattito. Oddio, non è poi così vero: lei nella sua risposta sul Foglio ha speso circa metà del suo articolo per polemizzare con Georgia (che, ad onor del vero, voglio ricordarle che è sì una blogger, ma non è della redazione di Nazione Indiana. Era qui da noi come commentatrice). Quindi, forse, non è così vero che questa mia stia poi così ai margini della questione, come ho premesso. Ho trovato di grande interesse, al di là di quello che ha effettivamente scritto nel suo articolo, proprio il fatto che abbia deciso di trovare il tempo di rispondere alla lettera a lei indirizzata da Inglese e Raos. E, per farle capire con un altro esempio, ho trovato altrettanto interessante che proprio qualche settimana addietro un altro quotidiano abbia messo in evidenza sulle sue pagine culturali, la nascita di un nuovo blog letterario. Tutto ciò è significativo. Sono un paio di anni fa la “critica” neppure si sarebbe sporcata le mani, neppure avrebbe acceso un computer, neppure si sarebbe collegata in rete. E meno che mai avrebbe deciso di accettare il dibattito con quella categoria confusa, urlante, maleducata, disorganica, dei frequentatori dei lit-blog. Due anni fa. Ma due anni, oggi, nella cultura italiana sembrano sempre più decenni. (Se penso all’entusiasmo di Fortini di fronte ai primi computer. Chissà, oggi forse navigherebbe in rete..). Questa, per me è una buona notizia. E lo dimostra il fatto di come ci sia un travaso nei due sensi, e non più una cesura o una contrapposizione, fra il mondo della cultura “su carta” e quella che si veicola “in rete”. Molti degli autori di Nazione Indiana (e non solo noi, ovviamente) collaborano fattivamente a riviste del settore, quotidiani, periodici. Ad esempio nel numero di Nuovi Argomenti (il 32) che è il seme da cui è partita questa (fruttuosa) discussione hanno scritto, oltre a Raos e Inglese, Helena Janeczek, Roberto Saviano, ma anche Davide Bregola e Leonardo Colombati, entrambi gestori di blog personali. E, più che mai esemplare, Babsi Jones, che “su carta” non aveva mai pubblicato nulla, ma si era fatta conoscere, per qualità di scrittura e per entusiasmo vero, proprio in rete. Quindi, al di là di una certa plebea propensione all’insulto gratuito che purtroppo regna in un mezzo ancora giovane e spavaldo (soprattutto nei commenti), mi sembra evidente che la rete si stia dimostrando, ogni giorno di più, una ricchezza aggiuntiva del dibattito culturale, in Italia. Detto ciò. Una parte del suo articolo mi ha fatto lungamente meditare. Lei che vive dei 2.000 euro che mensilmente riceve dal Foglio chiede (perché, dice, gli intellettuali devono giustificarsi), a chi la attacca, la loro patente di verginità intellettuale. Comprendo la provocazione. Allora, per capirci: io non ho “un lavoro di sinistra” (ce ne sono? Fare l’architetto lo è?), l’elenco dei miei consumi è di una mediocrità spaventosa, mi vesto in un modo orribile, non posseggo barche, non sono proprietario non solo di ville ma neppure di un miserabile appartamento cittadino, vivo insieme a mia moglie e alle mie due bambine in affitto in due miserabili stanzette (senza balcone!), non posseggo né un’automobile né una motocicletta, non ho neppure la patente, non guadagno abbastanza (purtroppo!) da comprare merci superflue, non insegno in nessunissima università, non lavoro in alcun ente pubblico (inutile o dannoso che sia), sto in mezzo ad operai, muratori, elettricisti, medici dell’ASL, tecnici comunali, artigiani, cantieri, freddo alle mani, nevralgie e sciatalgie. Come se non bastasse non pubblico nemmeno per Mondadori, “il nemico pubblico numero uno”. Dunque io potrei scagliarle la prima pietra. Ma non lo faccio. Perché, ovviamente, la sua provocazione, come ogni provocazione, è volutamente viziata. Ed è viziata pure l’immagine, per quanto veritiera, di me che le ho appena fornito. Siamo nel mondo, lo so da solo. La purezza ideologica di alcuni censori che pontificano dalle loro cattedre universitarie, o stroncano dalle loro rubriche su periodici nazionali, la loro radicalità che non ammette cedimento alcuno, mi spaventa. Non entro nell’annosa questione del pubblicare un romanzo per Mondadori. I Wu Ming, ormai 3 anni fa, hanno risposto più che efficacemente a tutta l’inutile, faziosa, e, tra l’altro tipica di una certa sinistra fighetta, autodistruttiva discussione. Rimando a quelle pagine virtuali. Per me il problema non è mai stato se Berlusconi pubblichi Evangelisti o Marx. Ma lo diverrebbe se decidesse, scientemente, di non pubblicarli. Dunque dovrei discutere il suo scrivere sul Foglio? Mi chiedo: è, pedissequamente, la stessa cosa? Nazione Indiana non è (fortunatamente) una realtà rigida, al nostro interno, in questi giorni, stanno girando email spesso contrastanti. Alcuni dicono, chiaramente: una cosa è un libro che, quando viene pubblicato diventa, anche, merce e quindi sottostà ad una strategia di mercato (e perciò persino indifferente dal gruppo editoriale che lo pubblica), altra cosa è scrivere per un quotidiano (di destra, di sinistra) che esprime, inevitabilmente, una prospettiva ideologica ben determinata. Pubblicarci significa in qualche modo accettare questa ideologia. Per dirla in maniera dozzinale: pubblichi per Il Giornale? Pubblichi per Berlusconi! (a latere: nessuno dice mai, mi è stato fatto notare, pubblichi per l’Espresso? Pubblichi per De Benedetti!) Condividi il suo programma ideologico! Ma la cultura è cosa diversa, mi viene detto da altri. Quello che conta è cosa dici, non dove lo dici. Il Giornale (è sempre questo l’esempio che mi viene prodotto) non è davvero interessato alle sue pagine culturali, questo permette paradossalmente alla redazione una grande libertà di movimento. In effetti, lo dico per esperienza personale, ho sempre trovato le pagine culturali del Giornale (quotidiano, politicamente, da me lontanissimo) molto più libere e variegate, di molte indottrinate pagine di alcuni quotidiani di sinistra che spesso, a leggerle, si ha la sensazione di un circolo chiuso, fatto dai soliti autori che si leggono e si recensiscono a vicenda. Però è anche vero che così si ammette un depotenziamento totale di quelle pagine. Se quello che ci scrivo dentro non ha una vera importanza politica, se, cioè la cultura non ha nessun valore politico (e quindi della polis) che ci scrivo a fare? Ecco, l’obiezione forte che viene posta è: se decidi di scrivere per un periodico o un quotidiano che è lungi dalla tua posizione politica devi farlo esprimendo un ruolo, come dire, di “guastatore”, di “ospite ingrato”. Di chi, da dentro quella realtà, esprima un dissenso. Mi vengono in mente Pasolini o Fortini che scrissero per il Corriere della Sera quando l’ortodossia di sinistra lo reputava un giornale parafascista. Scrivere sull’Unità, diceva Pasolini, non mi interessa perché tanto so già che “siamo d’accordo”. Quello che gli importava era raggiungere un pubblico diverso, borghese, ed assaltarlo come un corsaro con la forza delle sue posizioni eretiche. Ma, anche, mi chiedo: quanto è più semplice, comodo quasi, scrivere per un giornale del quale condivido l’impianto ideologico, al caldo quasi, senza credermi in contraddizione alcuna (magari, per dirla con le sue parole, scrivendo dalla mia villa o dalla mia barca, col mio portatile di ultima generazione) in pace con me stesso, acclaratamente accolto nell’alveo della cultura, che, si sa, in Italia o è di sinistra o non è? Io, lo ha capito, non ho una risposta. L’ho detto da subito: questa lettera è colma di dubbi e vuota di certezze assolute. Forse, mi viene da pensare, la sua vera libertà di espressione e la sua vera capacità di urticare, dentro al Foglio, la comprenderemo solo quando, per assurdo, verrà censurato (e così Fofi col Sole 24ore, o come è accaduto a Busi, in un suo pezzo qui pubblicato, con l’Unità, o buona parte degli scrittori “di sinistra” con il Manifesto). Forse perché l’intellettuale deve, per costituzione, saper esprimere dissenso di fronte a qualunque conformismo culturale. Quello che so è che, nel tempo, sto cambiando idea. Mi fa piacere, lo ammetto. Non sono un intellettuale granitico (per sfottere dico di essere un intellettuale “di peso”, ma questo ha a che vedere, purtroppo, solo con la mia stazza). Ho cambiato idea, dicevo. Da ragazzo il dove era importante. Non avrei mai letto un quotidiano nel quale non mi sarei riconosciuto (per scoprire, nel tempo, di non riconoscermi, davvero, in nessuno di quelli in circolazione). Poi, negli anni, ho creduto sempre più che quello che davvero contasse fosse il cosa si dice, rispetto al dove lo si dice. Ma anche questo, oggi, non mi è bastante. Credo che il nostro agire debba essere esemplare (e qui torno alle sue parole). E cerco dagli altri esemplarità. Oggi, quello che cerco non è il dove né il cosa (per la precisione: se prima erano condizioni necessarie di certo oggi non sono più sufficienti). Oggi per me quello che davvero conta è chi lo dice. Anche se non condivido quello che dice, se il suo tragitto umano è stato esemplare è, per me, un interlocutore a cui dare la mia massima attenzione. (Questo è un esempio che faccio spesso: nel carteggio fra Bruno Zevi e Giovanni Michelucci, il critico romano scrisse all’architetto toscano, cito a braccio: “non sono d’accordo con te. Ma preferisco essere in disaccordo con un amico che d’accordo con un nemico.” Dove l’amicizia aveva a che fare con una tensione morale, ovviamente, e non con una logica clientelare o nepotista). Tutto questo non ha nulla a che vedere col principio di autorità: al mio interlocutore non chiedo un curriculum vitae – non sono interessato ai titoli, alle onorificenze – ma chiedo, caso per caso, una condivisione, spesso sofferta, ad un agire etico. In questi giorni di furibonde polemiche a riguardo delle vignette irrispettose nei confronti del profeta Maometto, io, ateo convinto e convinto difensore della libertà di stampa, ritrovarmi al fianco di vocianti paladini del diritto di satira – gli stessi che non l’hanno permessa in questi anni a Luttazzi (per fare un esempio) – mi spaventa. Se non riesco a fare il giusto distinguo, se non riesco ad attuare chirurgicamente una selezione mi ritroverò di certo involontariamente (o forse colpevolmente) complice. Messa in questi termini, lei comprende, molti di quelli che, per cosa dicono o per dove lo dicono, dovrebbero essere miei interlocutori naturali, proprio perché so chi sono, per me, insisto, compagni di viaggio non lo saranno mai davvero. (Lo ha capito: tutto ciò ha a che vedere, in pratica, con il rapporto che si ha nei confronti delle parole, delle cose, delle persone, del mondo e soprattutto con il rapporto che si ha nei confronti del potere). Questa conclusione, lo so da solo, non chiude proprio un bel niente. Spero che però apra ad un percorso che io per primo devo saper intraprendere. Mi farebbe piacere credere, perciò, che tutto quello che le ho appena scritto sia solo l’inizio di un dialogo. Con ossequi, Gianni Biondillo  […]

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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