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Elogio di Sancio Panza

Di Gianni Biondillo

Picasso

Tanto per dirla tutta: a me Don Chisciotte è sempre stato antipatico. Questa cosa del nobile intellettuale affascinato dall’azione, preso dalle sue manie d’avventura, dalla sua demenza idealistica…. io stavo con Sancio, il popolano, attento, dopo ogni follia del padrone, a dare la biada all’asina, intento ogni sera a trovare un riparo e qualcosa da mettere sotto i denti. Che poi, avventura o non avventura, Chisciotte pure lui doveva mangiare, come ogni comune mortale: e chi glielo procurava il cibo se non il suo fido scudiero?
Se non fosse per Sancio quanto sarebbe noioso e ingessato il capolavoro di Cervantes! Don Chisciotte, lui, dopo pochi capitoli l’hai già del tutto inquadrato, non ha più nulla da dirti. Il regalo che Cervantes si fa, e ci fa, è proprio l’arrivo, inaspettato, del suo scudiero.
Sancio è uno di quei tipici personaggi che sfuggono al loro stesso autore. Talmente vivi che spesso mettono in ombra i protagonisti titolari dell’opera. Chisciotte è un personaggio a tema, Sancio Panza è più libero di muoversi, svilupparsi, sorprenderci.
Per questo amo Sancio: amo i suoi difetti umanissimi, la sua grettezza, la sua brama di cibo, di denaro. Ma anche i suoi entusiasmi, le sue ingenuità, la pietà nei confronti del matto che accudisce.
Non sopporto i primi della classe: il mito wasp incarnato in Topolino mi deprime. Io sto con Paperino, starnazzante e nevrotico; sto con Calimero, con Fantozzi.
Sto con chi vive la vita vera, che ti sovrasta, ti umilia, ti offende. Questo, per me, è il vero eroismo. Sto con i secondi, gli sfigati, quelli presi in giro da tutti, per il loro peso, per i brufoli, per il modo inelegante di vestire. Sto con chi lotta, con chi si guadagna, col sudore della fronte, ogni metro del proprio cammino. Sto con chi, dopo anni, rivede il bello della classe e lo ritrova bolso e calvo.
Sarà meschino, lo so. Ma come mi fa godere questa umanissima meschinità.

Pubblicato sul Corriere della Sera Magazine del 13.11.2005

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54 Commenti

  1. Bene fino a: “Sto con chi, dopo anni, rivede il bello della classe e lo ritrova bolso e calvo.”

    Fiona rimane orchessa.

  2. no, biondillo, non è meschino, è piccolo-borghese, come si diceva una volta. tu stai con la mediocrità piccolo-borghese, che oggi è anche degli operai e dei miserabili, e di tanti intellettuali, etc etc… mentre a stare con donchisciotte, oggi più che mai, ce ne vuole di fantasia, e di coraggio, e di sana visionarietà…

  3. Vi ricordo solo che alla fine del romanzo Don Chisciotte, democristianamente, si pente di tutte le sue follie. Diciamo che cambia “polo” di riferimento.
    Chi è il vero mediocre?

  4. La lettura di Moresco è opposta. Don Chisciotte (difficile distinguerlo da Sancio: sembrano due parti) è avvicinato a San Francesco; l’esistenza individuale viene pensata come una macchina (l’immagine della macchina viene da Volponi e Anders); la follia di Chisciotte, di Francesco (ma aggiungo la follia di tutti i grandi artisti che hanno prodotto immagini sbalorditive) porta l’inquadratura in dettaglio sulla piccola esistenza a una panoramica su un’enorme macchina che contiene la prima. La grande macchina è 2001 odissea nello spazio quando improvvisamente lo scena è occupata dalla rotazione dei pianeti. Ma è anche una grande macchina spirituale, fatta di sogni, di commozione davanti a una lontanissima supernova, o un’affascinate macroglossa in volo, o un patacca in motocicletta che va e viene da un tunnel in fiamme per salvare la gente finché non ci rimane. Dio qui non è autoritario, è il dio spettacolo che persuade, che muove usando le immagini, la bellezza.
    Se tu ami qualcosa, e te la trovi di fronte quando sei nella merda, ti aiuta. Magari ami i girasoli perché sono bellissimi e li hai dipinti per una vita. Te li trovi davanti improvvisamente mentre ti riportano a casa dal day hospital, e non hai rimasto molto da campare, cosa che immagini. Ti aiutano, ti fanno scordare tutto, ti sbalordiscono ancora una volta. Ti hanno portato nel grande meccanismo.

  5. “a stare con donchisciotte, oggi più che mai, ce ne vuole di fantasia, e di coraggio, e di sana visionarietà… ”

    ma i sanci panza ti preparano il cibo e ti stirano la camicia, giusto? del resto, loro sono mediocri, checcevoifà.

  6. va beh ma … perchè bisogna scegliere?
    Miguel de Cervantes è sia don chisciotte che sancio pansa, non credo che sia possibile scegliere.
    Ma ho le traveggole o oggi siamo addirittura arrivati a dire che don chisciotte è di destra e pancio di sinistra (o viceversa)?
    Magari qualche integralista radicale si farà una sua edizioncina dove censura tutto don chisciotte e lascia sancio pansa (o viceversa),
    però scusa biondillo ma ridurre l’opera di Cervantes a questo livello è un po’ come dire che Dante era un gran pettegolo e finirla lì, giusto per andare a fare un po’ gossip e solo per sentirsi dante.
    Ad ogni modo il tuo pezzo è gustoso e credo che dietro si nasconda di più di quello che possa sembrare a una prima lettura, ma per capirlo forse devo prima finire il tuo lbro e capire quanto ci sia di sancio pansa nel tuo Ferraro;-)
    georgia

  7. a me ‘sto Don Chisciotte mi ha fatto sempre pena e concordo sul fatto che senza pancio sarebbe morto di fame, lui e la sua asina; sono comunque due facce dello stesso personaggio, due esseri che convivono dentro l’uomo, dentro di noi, sono il sogno e il reale. Insieme sono perfetti e l’uno non può vivere, non può esistere, senza l’altro. saluti a.

  8. ma il problema non è chi sia “veramente” sancio o chisciotte, biondillo, quindi non c’è bisogno che ci ricordi come vanno a finire le storie, benché non sempre nella fine delle storie sia la loro verità, il problema è come lo leggi tu, quel romanzo, lo leggi cioè da piccolo-borghese, e credo che ormai anche i piccoli-borghesi abbiano imparato che non è la “verità” del romanzo che esiste, ma solo le letture che ciascuno di noi, legittimissimamente, come te o me o altri, ne fa, per cui per te sancio è il piccolo-borghese apprezzabile dell’odiernità, per me chisciotte è il folle di sempre che nega la società, la civiltà – l’urbanità, come direbbe paolino conte – al solo fine di non fargli dare troppe arie, infine, allo scudierino, di ricordargli la sua miseria e meortalità, giacché se non glielo ricorda lui, il vero padrone, al suo servitore sciocco, che anch’egli un giorno morirà, sai come va a finire, biondillo? che il servo si monta la testa e si crede che il mondo sia fatto per lui solo, se ne va a conquistarlo per metterlo ai suoi piedi, ecco, tutto qui, più o meno

  9. Spesso mi accorgo che di certe opere se ne conosce più la vulgata che il testo originale. Ma va bene lo stesso, intendiamoci, certe immagini hanno vinto pure sull’autore stesso (tipo quella dei mulini a vento, risolta da Cervantes in mezza paginetta, e neppure delle più belle).
    Ad essere minimamente filologici bisognerebbe ricordare che quello che vuole andare a conquistare il mondo per metterlo ai suoi piedi, per l’onore e la gloria – in nome di un amore tutto inventato perché neppure corrisposto – è proprio Chisciotte. Fosse stato per il miserabile Sancio, chi cazzo lo muoveva dal suo campo coltivato…
    In ogni caso vorrei capire una cosa: ma perché la meschinità è esclusiva della piccola borghesia? Perché non esite un’alta borghesia meschina? O un sottoproletariato meschino? No? O è caratteristica dell’umano (una delle tante, ovviamentene, non la sola).

    E poi, sant’iddio, come siamo seri. Questo non è mica un trattato di critica letteraria. E’ poco più di un gioco. Chisciotte di destra, Sancio di sinistra… lo so pure io che sono “inseparabili”.
    Ragazzi, come direbbe Effeffe: danziamo, danziamo… ;-)

  10. sul mediocre e il meschino citerei una maschera nazionale incommiabile nell’aderenza dei caratteri rappresentati: Albertone nazionale…
    lui ha dato dignità alla meschinità—–

  11. Biondi, guarda che se vai avanti cosi ti metto a fianco di Santa Oriana eh….
    è meglio un torto condiviso che una ragione individuale….direbbe Sancio e anche Don Abbondio.
    Struzzi!

  12. biondillo, ti prego, non scadere nel banale o imbecillesco, perché poi quasi quasi qui pensiamo che neanche tu lo hai letto tanto il quijote – voglio dire che ritenere donchisciotte uno che va “veramente” (e non “parodicamente”) alla conquista del mondo, mi sembra…, ecco, ci siamo capiti – il punto è infatti che chisciotte va alla conquista di un mondo che non troverà più o sparito, rubato, mentre oggi i sanci panza cercano cose concrete, non so se mi spiego, che trovano, eccome se le trovano, appunto grazie alla loro meschinità, miserevolezza piccolo-borghese, etc

  13. Oddio, Mag, mai sia! ;-) Condividiamo, condividiamo…

    Lucio, leggo solo ora il tuo ficcante commento. Ma lo sai che ne ero certo che l’avresti scritto? Ti voglio così bene che so pure cosa scriverai di me, pensa un po’. ;-)
    (mica sto dicendo che sei un tipo prevedibile, noooo, non mi permetterei mai) ;-)

    Un ciao anche ad Antonella.

  14. GIORGIO, basta capirsi. Stiamo prendendo la piega sbagliata (colpa di questo mezzo bello ma pericoloso). Ho capito quello che vuoi dire e lo condivido.
    Sotto la maschera di Sancio ognuno, in fondo, ci trova la persona (e la personalità) che vuole.

    Peace and Love, G.

  15. ok danziamo, che fa bene alla panza.
    ma tu dici …
    “Chisciotte di destra, Sancio di sinistra… lo so pure io che sono “inseparabili””
    Beh, ma se lo sai … allora perchè hai scritto e pubblicato quell’articolo?
    e soprattutto perchè lo hai scritto che sembra serio?
    Lo potevi intitolare : “Giro di tango con Sancio” e tutti capivamo;-), ma addirittura intitolarlo “Elogio” ci ha un po’ depistato
    Io adoro i depistamenti, c’è sempre sotto qualcosa …

  16. è che biondi è un po para—-come Silvio, prima dice le cose e poi se si rivelano impopolari, le corregge…
    anche perchè è quasi impossibile che cio’ che è gradito al corriere lo sia anche a NI.
    o no?

  17. Ah ah, credo che il post che ho lasciato sopra sia la cosa più incomprensibile che abbia mai affisso in rete :-)
    Ogni tanto mi viene da parlare nella lingua delle origini: un idioletto :-)

  18. Barbieri, sai perché il maialetto è un nottambulo?
    Perché non va mai-a-letto.

    Però adesso tu vacci. Magari nell’idio-letto:-/

    P.S. Biondilluccio, avevi previsto anche questo?

  19. No, Lucio, questo non l’avevo previsto. ;-)

    Mag, perdonami, cosa avrei corretto? (per la Brianza è saltato tutto. Un impegno inderogabile mi porta martedì lontano da questi lidi)

  20. Gianni permettimi di prendermi e prenderti un po’ in giro bonariamente….
    volevo dire che qualsiasi argomentazione non lapidaria puo’ essere aggiustata attraverso l’appello all’interpretazione.
    direi che l’umanità da te dipinta è reale e l’accarezzarla non puo’ che suscitare consensi tra gli stessi che in essa si rispecchiano, cioè la maggioranza, e siamo di nuovo alla doxocrazia.

  21. credo che non sia rimasta traccia del mio precedente commento. riprovo.
    @ Roberto,
    dicevo: davvero non pensavo, gentilissimo. Il tuo pezzo merita tantissima riflessione e trasporto emotivo, vivendo sulla propria pelle certe esperienze ci si accorge che non tanto le manifestazioni di certe faccende (il potere) è utile descrivere ma il bozzolo dove il potere figlia.
    questa è la mia mail, vincenzocorraro@email.it

  22. Se riluce del guerriero la cotta
    o l’elmo,
    che sia d’un prodeanselmo o un donchisciotte,
    c’è sempre l’ombra-balia di scudiero,
    l’istessa che ignoriamo
    bassa e scura
    entrando nella stanza e ingoia
    la nostra e altrui lordura:
    destino che fa d’un Panza
    uno zerbino…

  23. Biondillo, per tutte le ragioni che hai esposto, anche nei commenti, dalla parte di Sancio siamo almeno due…

  24. Non ho mai letto il Don Chisciotte per intero, ma solo qualche brano nel corso del tempo.
    Immagino che Sancho incarni il principio di realtà a fronte dei più diversi imperativi, da quello dell’immaginario agli imperativi morali, alla volontà di potenza e trasformazione del mondo, alla follia e al deragliamento, alla progettualità di ogni tipo, eccetera.
    Credo che un mondo di soli Sanchi Panza sarebbe un incubo, esattamente come lo sarebbe un mondo di soli Quixotes.
    (mi piace la parola “Quixote”)

  25. ecco la lipperini partitica, con un commento partitico dico, solo partitico e perciò noiosissimo se non fosse che ci aiuta a capire che i piccolo-borghesi adesso sono due – solo due… (… magari fossero solo due…)

  26. Secondo me non sono nemmeno in due dato che la Lipperini di panza non ne ha. Biondillo un pochetto sì, però bisognerebbe che lui ci spiegasse qui e ora, senza indugiare, con un trattato esauriente e con foto, planimentrie, note a margine, come è possibile essere così dichiaratamente panziani (nella sua accezione) e poi rimanere abbagliati di stupore davanti a una certa architettura di Gehry a Bilbao… mh mh mh mh :-)

  27. Eppure sono secondo anch’io, oggi. E alle cene li sento, li vedo, che appena arrivano subito tutti pronti a bisbigliarsi soddisfazioni. Oppure, ancor peggio, la ragazza del banco davanti che sinceramente delusa mi guarda con tenera solidarietà. E il partito, intanto, non fa un cazzo per me…

  28. chiedo scusa ;-)

    tanto ormai mi sono fatta la nomea di kattiva e quindi posso ormai dire quello che voglio ovunque :-)
    Che gianni e loredana siano dalla parte di sancio non c’è nulla di scandaloso tanto sono tutti e due usciti dalla grandissima penna di Cervantes. Anzi il fatto che ne apprezzino almeno un personaggio è già un passo avanti nella soffocante ideologia presentista, e io non trovo la cosa affatto piccolo borghese, ma anzi solo una cosa meritoria.

    Però mi piace scherzare e fare della fanta cronaca e così ….

    Siamo all’inizio del 1600, anche allora c’erano delle specie di lit-blog (non ricordo se a bit o a stampa) che circolavano veloci, uno di questi era tenuto da una certa Lippa Donna Rete della e-Manciuria, era una donna molto interessata al presente e detestava che esistesse un passato da ricordare.
    Reagiva con disprezzo se qualcuno le girava intorno nominando grandi del passato o criticandole la corte dei presenti.
    Del resto allora erano tempi d’oro in Europa per chi amava il presente.
    L’opera che allora andava per la maggiore era (insieme a quella dell’anglosassone Shakespeare che aveva appena pubblicato il romanzetto di genere Amleto), un vero best seller, che tale sarebbe stato per i secoli a venire (un long seller) era “El ingegnoso Hidalgo Don Quijote de la Mancha”. Ne era uscita solo la prima parte, con grande successo di pubblico e Lippa non aveva potuto ancora parlarne nel suo blog perchè era uscita prima che lei lo aprisse, e la regola, ferrea fin dall’inizio era stata che si doveva parlare solo del pomeriggio (al massimo del stamattina) ma mai di ieri.
    Quindi potete immaginarvi con che entusiasmo aspettasse la seconda parte.
    Fu in effetti la prima ad afferrarla sotto il sole caliente di Tarragona (dove si trovava per un convegno sui videogiochi cavallereschi) e subito la lanciò postandone il riassunto del riassunto dell’introduzione con alcuni riferimenti linkati a piccoli saggi incomprensibili dei suoi blog satelliti e una foto di shakespeare in stile Manga.
    Fu un successone: milioni di naviganti si riversarono nel suo blog anche quelli che non vi si recavano mai perchè il suo blog non faceva quasi mai nessun accenno a guerre, carestie, epidemie, feroci espulsioni di moriscos, tragedie (anche perchè era cosa del tutto inutile avvenivano proprio lì, sotto casa e tutti lo sapevano).
    Ma il romanzone popolare di Cervantes era così atteso che anche quelli stavolta arrivarono come le rondini a prendere informazioni per portarsele in viaggio.

    Fu un’opera veramente meritevole e tutti l’applaudirono tra l’altro il libro stava soprattutto vendendo veramente bene ecc.

    Ma poi purtroppo esistono i troll che rovinano tutto: uno venne e disse: ma è un falso!
    fu subito aggredito e gli fu detto di leggere, di imparare e di curarsi il fegato.

    Si trattava in effetti della seconda parte apocrifa apparsa nel 1614, scritta da uno (o da dieci, non si è mai saputo) che si era preso come nick di battaglia AFA (Alonso Fernandez de Avellaneda), aveva guadagnato molto bene. Non essendoci allora ombra di copyright, nè copyleft, si scopiazzava alla grande con il sistema del “‘ndo cojo, cojo” (un po’ come si sarebbe poi fatto 400 anni dopo).
    Un po dispiacque a tutti, ne blog ma fu solo un attimo… in fondo ‘sto AFA mica era da buttar via e poi ‘sti grandi scrittori (ma chi lo ha detto che sono grandi?) narcisisti, ma che cavolo vogliono, mica sono degli intoccabili. Siamo tutti uguali (anche se io sono sempre più uguale degli altri) abbiamo tutti lo stesso talento, quindi …se vendono bene vuol dire che valgano, e sono furbi, se non vendono allora meglio un plagio, uno scopiazziamento, un taglia cuci, mangia e bevi, meglio un video gioco che l’originale :-). e AFA vendeva bene.
    E poi uno scrive la prima parte e … l’altro continua, dove starebbe il dolo?
    Naturalmente era la stessa cosa che Cervantes avrebbe fatto sostenere al suo alter ego sancio se gliene fosse venuto solo il ghiribizzo.
    Beh, Cervantes non si offese mica, anzi ne fu un po’ lusingato, solo che dispiacque un po’ a Sancio che non disprezzava affatto i soldi.
    Neppure Cervantes del resto disprezzava i soldi e forse neppure l’ingegnoso Hidalgo), ambedue (anzi tutti e tre) però non sapevano farli perchè come scriveva Elsa morante dei Felici Pochi: ce ne sono di “poveri e di ricchi (però, se nascono poveri, loro, in generale, tali rimangono, e se nascono ricchi, presto si fanno poveri)”..
    Ogni riferimento a persone luoghi, blog o libri realmente esistenti è puramente casuale.

  29. A me era piaciuto molto Lost in la Mancha di Terry Gilliam, The man who killed Don Quixote. Tra l’altro le riprese dei giganti e quelle di repertorio del tentato filnm di orson Welles, sono dei puri capolavori.

    (http://www.blackmailmag.com/Lost_in_la_Mancha.htm)

    Mi hanno da allora ossessionato e continuano a “lavorarmi” le due domande che il narratore lancia quasi distrattamente lungo tutto il film.
    E se a raccontare la storia sia stato proprio Sancho Pancha?
    – per l’occasione interpretato da Johnny Depp che scusateseppoco, Biondì-
    e dall’altra : com’è possibile che Cervantes partecipa alla più grande battaglia di tutti i tempi, quella di Lepanto, e si mette a scrivere il don Chisciotte?
    effeffe

  30. E brava Georgia! :-)

    …..

    Il “potere” è l’immondizia della storia degli umani
    e, anche se siamo soltanto due romantici rottami
    sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte
    siamo i “Grandi della Mancha”,
    Sancho Panza… e Don Chisciotte!

    Francesco Guccini ( Don Chisciotte)

  31. Solo ora leggo Georgia (sacrificando volentieri qualche minuto alla lettura del bel libro di Rossana Rossanda: “La ragazza del secolo scorso”). Ma perchè prendersi tanta pena… Proprio non ho capito chi sia sta dannata Lippa Donna Rete della malora. Esisterà davvero? Un abbaglio collettivo? Un incubo per pochi? Basta svegliarsi e il gioco è fatto: L.D.R. è sparita…

  32. Sentimental
    questa notte infinita
    questo cielo autunnal questa rosa appassita tutto parla d’amore
    al mio cuore che spera ed attende stasera la gioia di un’ora
    di un’ora con te
    sentimental
    come un bacio perduto
    sentimental
    come un sogno incompiuto
    come questo saluto
    che al cuore fa mal
    sentimental

    [mais où sont les dames d’antan? Oh, je le sçais, je le sçais fort bien)

  33. Giorgio di Costanzo, non credo che esista nessun abbaglio collettivo nel senso che nessuno ha visto un miraggio fluttuante nell’aria. Ci sono invece alcune cose concrete. Nel mio caso ho avuto uno scazzo recente sulla questione “videogiochi necessari per scrivere” e lì ho aggiunto “necessari ad alcuni, ad altri no e con ottimi risultati”.
    Georgia ha avuto uno scazzo diverso con alcune persone stimate dalla Lippa che – ma forse anche per colpa del mezzo – si erano rivolte a lei in modo supponente. Siccome Loredana le ha risposto che da loro doveva imparare, a Georgia giustamente sono cascate le orecchie (chiamiamole orecchie :-). Diciamo che in privato magari Lipperini potrebbe rivedere un po’ i suoi giudizi, perché litigare con Georgia non mi pare abbia molto senso.
    Rimane il problema del pensiero abbastanza granitico del blog Lipperatura. Per quello si potrà far poco, però a dire la verità penso che Loredana creda davvero nelle cose che scrive. Ora parla di Mozart e tra poco dirà che sta per ripubblicare un libro su Mozart: strategia di marketing? Non credo, cioè sì, è anche quello, ma non sopratutto quello. Credo che lei veda la battaglia mozart=videogiochi – che è in sintesi grossolana, ma da lei stessa espressa, la sua visione – come qualcosa di fondamentale. E’ la sua utopia. Per ora è espressa male: abborracciata e poco convincente: manca sempre non dico una “spiegazione” ma almeno il “mostrare” quello che sostiene. E poi ci sono le differenze: non si può dire che tutto è uguale. Si può però aggredire una scala gerarchica della cultura e raderla al suolo. Costruire sullo spiazzo liberato un luogo in cui le cose vengono presentate sullo stesso piano, ma senza schiacciarle una sull’altra, evidenziando piuttosto le peculiarità di ognuna. Questa specie di polifonia credo la vorremmo tutti, o almeno io la vorrei. Certo, se su Lipperatura prevale il pensiero granitico per cui poche cose mangiano tutte le altre, allora preferirei di no.

  34. giorgio ha avuto uno scazzo molto più grave con loredana quindi capisce .
    Ad ogni modo io non ho scritto la storia del falso don chisciotte per via dello scazzo (per carità) anzi.
    Se fosse stato per “vendetta” (anche se allegra) non lo avrei mai postato qui, lo avrei postato in lipperatura.
    Io non ho litigato con nessuno (o forse l’ho fatto con il mondo intero).
    Ho scritto quel commento perchè mi aveva divertito che loredana che qui non interviene quasi mai se non per sottolineare una polemica, avesse sentito il bisogno di dare la sua adesione, non tanto a biondillo quanto a sancio, e allora mi sono ricordata dell’edizione apocrifa del libro, edizione che certo avrebbe avuto un successo strepitoso nei lit-blog e ai relativi convegni e … mi son fatta prendere dal gioco come spesso mi capita (e poi mi tocca pure scusarmi)
    Nulla di più, a me loredana lipperini sta simpatica e il suo blog non mi dispiace, solo che lei gioca sempre al ribasso e ama tutto quello che io non amo, e mantrugia e accartoccia tutto quello che io amo (non è l’unica anzi è in ottima compagnia nell’atmosfera culturale italiana), forse proprio per questo il suo blog mi attira come i mostri attirano i bambini paurosi;-).
    georgia

  35. Cari amici: ad agosto vi fu una sceneggiata volgare e pacchiana della tizia in questione, con relativa foto. Vorrei citare il compagno Palmiro Togliatti: Non è necessario cercare la leggittimazione da chi si squalifica da se. Le controfigure della letteratura non fanno per me. Ho cancellato dal pc quella specie di blog, isterico e frou-frou. Il guaio è che sono stato abituato (male, molto male) a frequentare MAESTRI. Oggi in giro scorgo solo gregari (con al seguito una pittoresca compagnia di giro) e mezzeseghe che lottano per la pagnotta. All’orizzonte nessuna Grazia Cherchi…

  36. Certo che difendere Piero Buscaroli, il simpatico musicologo che sostenne (se sbaglio correggetemi): «Sconsiglierei il termine gay. La destra dovrebbe chiamarli correttamente froci e checche. E andrebbero spediti in campo di concentramento», non aiuta a voler bene a Lipperatura.
    Sia chiaro uno può avere idee mostruose ed essere un grande scrittore, come Celine. Però quando si scrivono saggi e non romanzi (Celine lo dimostra) è facile un travaso di quelle idee mostruose nella descrizione del proprio oggetto.

  37. buscaroli NON è un grande scrittore e non ha neppure un piglio corsaro, tuttalpiù ha un piglio-piglia piratesco con teschio e ossa cariate e con la scritta IO NON SO.
    geo

  38. Mi ricordo una sua pagina allucinante su un Beethoven ur-leghista. Però non ho mai letto un suo libro da cima a fondo. Diciamo che dato il personaggino e qualche pesante indizio che lascia qua e là, posso immaginare come sia una sua ricca monografia.

  39. “Sto con chi, dopo anni, rivede il bello della classe e lo ritrova bolso e calvo” ma in questo caso non dovresti stare col bello della classe ora bolso e calvo e quindi sfigato come te, oh biondillo. se tu fossi sincero biondillo. ma tu biondillo sei solo uno dei tanti che per far soldi si mettono sotto braccio un povero. il compagno togliatti ha ben forgiato l’italica inteligentzia. anche se per te parlare d’intelligentzia è esagerato.

  40. E se fosse applicabile alla coppia Chisciotte-Panza la frase di Marchesi su Franco e Ciccio : “Uno è poco, due son già troppi?”
    Retoricamente, pedantemente, mi ricordo che un certo Kafka, scrive un breve “apologo”sulla coppia più celebre della letteratura, dove inverte completamente le parti: è Sancio l’idealista, sfortunato e nobile, mentre Chisciotte è il tronfio, volgare, interessato, sempre attento alla borsa e al nutrimento.
    Un lapis mentale: Stanlio ed Ollio, splendidi guasconi nella Spagna mandolinesca del Nuovo Messico o nelle propagini meridionali dell’impero americano.

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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