Catena di Sanlibero 310
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riccardo orioles
La Catena di San Libero
14 novembre 2005 n. 310
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Sgombero di senza-casa in una citta’ italiana. Due lettere in
redazione.
Prima lettera. < La Segreteria Regionale di Forza Nuova esprime
soddisfazione per l'operazione di sgombero degli immigrati
clandestini accampati nella baraccopoli abusiva al centro di
Catania, effettuata con una operazione dalle Forze dell'Ordine in
data odierna. Forza Nuova, insieme ad associazioni di Connazionali
abitanti nella zona, da diversi mesi si era mobilitata con continui
presidi e raccolte firme e finalmente ha raggiunto il risultato di
restituire alla legalita' il quartiere della zona. Certo nel centro
di Catania persistono altre situazioni di illegalita', alcune
gestite dalla malavita locale e altre legate alla prostituzione,
alla droga ed alla immigrazione di extracomunitari che sempre piu'
spadroneggiano ed intimidiscono i pochi Catanesi che resistono nella
zona.
E' auspicabile che le Istituzioni e le Forze dell'Ordine
intensifichino la loro presenza nel quartiere per evitare che quello
che era una volta il "salotto buono" della Citta' diventi preda di
scorribande di tribu' in lotta per il predominio degli affari loschi
da controllare. Forza Nuova rimane accanto ai Connazionali nella
difesa della propria Identita' e della propria Incolumita'.
Distinti saluti. Giuseppe Bonanno Conti, Segreteria Regionale Forza
Nuova, Via Sturzo 235, Catania >
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Seconda lettera. < "Le ruspe entrano in azione all'alba - ci informano i mezzi di comunicazione - il blitz sequestra cento persone, uomini, donne e bambini, il terreno e' spianato, tutto pulito, decente, decoroso!". Non si sa dove le hanno portate. I volontari non hanno notizie: famiglie smembrate, tragedie terribili che noi persone perbene, civili e benestanti, non riusciamo neppure ad immaginare. Ed ora ascoltate la ricostruzione del sindaco Scapagnini: "Il comune ha saputo dare una grande prova di rispetto delle persone e di sostegno nei confronti dei piu' deboli per dare un sostegno umanitario e di prima accoglienza a questa gente". Tutto bello! Tutto perfetto! Tutto risolto! Il medico supera il paziente! Nemmeno Berlusconi sarebbe riuscito cosi' bene a capovolgere la verita'. Grazie sindaco! A nome dei baraccati anonimi di Corso dei Martiri! Sac. Salvatore Resca, Via Siena 1, Catania GIOVEDI' 17 A PARTIRE DALLE 22,30, A CORSO DEI MARTIRI, VEGLIA DI PROTESTA E DI PREGHIERA >
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Nassirya. L’Alleato che un tempo – a nostra insaputa – bombardava i
quartieri di Londra e rastrellava gli ebrei, adesso – sempre a
nostra insaputa – tortura selvaggiamente i prigionieri e getta bombe
incendiarie sulle case d’abitazione. La Washington Post parla di
“posti neri”, black sites, in cui i prigionieri dell’Alleato vengono
“interrogati” e questi posti, sputtanati Abu Ghraib e Guantanamo,
ora sono gli ex-gulag staliniani degli ex (adesso democratici)
satelliti est-europei. Il giudice Garzon ha incriminato per omicidio
alcuni militari Alleati che avevano assassinato un giornalista
spagnolo; l’Alleato, fra le altre cose, non ama i giornalisti – che
infatti misteriosamente spariscono – e neanche i funzionari italiani
che cercano di proteggerli e di portarli al sicuro. Noialtri –
“italiani brava gente” – non ne sappiamo niente, come non ne
sapevamo niente anche prima.
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“Con indomato coraggio, nel segno indefettibile della fedelta’
all’Alleato e ai Valori Cristiani…”. Sventolano le bandiere al
vento del deserto e gli uomini della prima fila sono irrigiditi
sull’attenti. “La Patriaaaa!”. Livido di sudore, cercando di fare la
faccia marziale, il gerarca venuto da Roma si aggiusta furtivamente
il cinturone. “Venuti a portare la civilta’…”. E finalmente le
trombe squillano, il vescovo fa un passo avanti e recita qualcosa ai
morti. Molti sono commossi, qualcuno – fra quelli che resteranno qui
anche dopo – lo e’ davvero. Nastasi, Alfano, Orioles, Ruvolo,
Vitagliano, Scuderi… Chi in piedi qua, in mezzo al plotone
schierato, e chi con le scarpe al sole per sempre, in questro pezzo
di Libia in cui “abbiamo portato la civilta’” per ordine del re e di
Mussolini.
All’uscita del campo, dopo il rompete-le-righe, mentre gli SM-79
imbarcano i gerarchi per riportarli a Roma, qualcuno sorregge una
donna – lisa di lacrime, una che ha perso il suo uomo – che, non
essendo sposata in chiesa, davanti alle truppe schierate non l’hanno
lasciata entrare. “Tre uomini di pattuglia alla pista sud!”.
“Comandi!”. Ed un’altra giornata ricomincia, coll’aereo dei gerarchi
ormai lontano nel cielo e i fanti, qua sulla sabbia, che in silenzio
ora lavorano ma un giorno ricorderanno.
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Falluja. I crimini di guerra commessi dall’esercito statunitense a
Falluja sono stati rimossi dalle cronache a poche ore di distanza
dallo scoop che li ha svelati. Sigfrido Ranucci, inviato da Rainews
24, ha scoperchiato un vaso di Pandora che in teoria varrebbe una
incriminazione davanti alla Corte Penale Internazionale. In pratica
e’ diventato una meteora scomparsa rapidamente dall’agenda dei
media.
Tuttavia questa rubrica e’ ben consapevole del suo ruolo di servizio
pubblico, e per questa ragione proviamo a recuperare le informazioni
salienti di questo non-scoop, una versione evoluta delle non-notizie
che molti vorrebbero conoscere ma pochi hanno voglia di raccontare.
Ingredienti: un direttore che preferisce fare il cane da guardia del
potere anziche’ il cane da salotto, un giornalista che preferisce
consumare le scarpe anziche’ la lingua, una fonte diretta
(l’ex-militare statutitense Jeff Englehart) che conserva ancora quel
briciolo di coscienza necessaria a denunciare gli orrori a cui ha
assistito. Informazioni raccolte: l’esercito Usa ha sganciato armi
chimiche su Falluja, tra cui il “fosforo bianco” proibito dall’Onu,
che ha sciolto i corpi di civili e bambini inermi sorpresi nel
sonno.
“E’ stato un genocidio – ha dichiarato Englehart – Non e’ stata una
guerra, ma un omicidio di massa. Il fosforo bianco quando esplode si
disperde come una nuvola, se colpisce un essere umano lo consuma
fino all’osso. Sono stati uccisi donne e bambini. Anche animali”.
Le conseguenze di queste rivelazioni? Prossime allo zero. Con buona
pace di Falluja, prima cancellata dalla carta geografica, e ora
anche dalle nostre coscienze sonnambule, disperse sulle isole dei
famosi e solleticate solo dalle bufale. [carlo gubitosa]
Bookmark: http://tinyurl.com/e3hlz
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Geografia. L’Uccidente e l’Uriente.
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Pari opportunita’. Di solito se ne parla a proposito degli
onorevoli: meno maschi piu’ donne in parlamento. In Scandinavia
pero’ – sapendo dove sta di casa il potere reale – una ministra,
Bekkemellem della Norvegia, ha avvertito le grandi aziende:
sbrigatevi a mettere almeno il quaranta per cento di donne nei
vostri consigli d’amministrazione. Vogliamo piu’ donne manager. Se
no, vi chiudiamo d’autorita’”.
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Ponte. Dopo i supereurocity (i vecchi eurocity ma con un altro nome)
i manager delle ferrovie hanno istituito il Supplemento No-bug,
pagando il quale si ha diritto a viaggiare in treni senza pulci e
senza cimici.
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Banlieu. Un HML non e’ un quartiere e’ un agglomerato di tane. Un
gruppo di palazzoni di cemento di fine gusto anni ’70 che hanno
cementificato le campagne suburbane della Francia. Accessibili ad
ogni tasca. Ci si muove in branco, ci si annusa, ci si accapiglia,
si campa. Ci si parla in un francese diverso, periferico, si dice
“cat” per dire quattro, “meuf” per dire donna, cose che per certi
versi esistono anche altrove, ma che solo in questi quartieri
acquistano quella complessita’ sociale che impedisce l’osmosi col
resto della societa’. Non puoi cercare lavoro come telefonista se
dici “cat”, non puoi cercare lavoro se pensi “meuf”. Campare vuol
dire delimitarsi un territorio di competenza, bisogna essere eroici,
non politici, ribelli: quanto guadagni tu che mi disprezzi? 10.000
franchi? Io guadagno il doppio, tu che fai? L’insegnante? Io vendo
oppio. E ora facciamo i conti: quante macchine sai incendiare?
Quanti poliziotti (flic), quanti scarafaggi (cafard), quanti
bastardi sai fottere (niquer)? Io sono l’eroe, tu sei labirinto, io
ora vinco, tu quando andrai in pensione, ma ora e’ il mio momento e
nel mio momento incendio macchine, tiro pietre e chiavi inglesi. E
se arriva un angelo, uno di quelli buoni, belli e saggissimi prima
l’inculo e poi lo finisco a sprangate. C’e’ tempo per perdere e io
perdero’ per tanto tempo, ma ora vinco e finche’ vinco gioco io. Non
e’ passato questo e manco futuro. [tito gandini]
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Paname. “On va bruler Paname!”. Come i pirati dei Caraibi,
commentano i giornali. Ma i Caraibi non c’entrano: e’ semplicemente
argot, il dialetto parigino che risale almeno al primo Ottocento e
che e’ documentato da Hugo ad Hemingway. E in argot “Paname” ha
sempre significato semplicemente Parigi. Da cui due dati oggettivi:
1) i giornalisti, almeno italiani, non hanno idea che sia mai
esistito un dialetto (popolare, borgataro, ecc.) a Parigi; 2) gli
“chasseurs” saranno magrebini quanto volete, ma parlano lo stesso
dialetto dei loro omologhi del 1848, 1871, 1936 ecc. che pure non
erano magrebini. Chi e’ l’indigeno, allora, e chi e’ lo straniero?
(Ma “bruler” e’ un buon sistema? No, per niente. Ma questo e’ un
altro discorso).
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Socing. Bocciata ai Comuni la legge “antiterrorismo” di Blair
(carcere senza processo per i sospetti, ecc.). Nei sondaggi erano
approvate solo da venti cittadini su cento. Gl’inglesi
s’interstardiscono a voler rimanere inglesi.
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Sicilia. La stampa internazionale (Newsweek, Liberation, ecc.) ha
alcune cose precise da dire sulla Sicilia:
1. Mafia. “Il fatturato delle mafie italiane rappresenta oggi cento
miliardi di euro annui, il 7,5 per cento del Pil. Secondo la
direzione investigativa antimafia il capitale immobilizzato dalla
mafia e’ di circa mille miliardi di euri. Condiziona la politica,
altera l’economia e in certe zone abolisce le liberta’ civili”.
2. Disinformazione. “Durante Mani pulite tutte le udienze erano
seguite dai media. A Palermo, il processo di uno dei piu’ stretti
collaboratori del premier, Dell’Utri, e’ stato seguito solo per
qualche giorno e solo al momento della sentenza”.
3. Poverta’. “I giovani hanno ripreso a emigrare. L’abbandono
scolastico e’ il doppio del resto d’Europa. La mortalita’ infantile
e’ il quadruplo del nord”.
4. Inquinamento. “A Gela, vicino al petrolchimico, un neonato su
venti presenta malformazioni”.
5. Lager. “Mentre proseguono gli sbarchi dei clandestini, i centri
di detenzione continuano a essere quasi invisibili per tv e stampa”.
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Si parla di Margherita, di Udeur, di Ulivo, di autonomisti e di
moderati. Ma, in realta’, si parla – quando si parla onestamente, e
cioe’ di rado – di queste cinque cose precise e tutto il resto e’
poesia. Quando in Sicilia un candidato “strano” (Orlando allora, la
Borsellino adesso) suscita “improvvisamente” l’entusiasmo popolare
e’ perche’ i siciliani, a differenza della loro classe politica,
vivono sulla propria pelle questi cinque problemi. E periodicamente
tentano di scrollarseli di dosso.
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Pirati. In un CD musicale della Sony (“Get right with the man” dei
Van Zant) e’ stato inserito, a scopo di “protezione”, un software
assai simile a un virus che crea files nascosti rimuovendo i quali
si manda in tilt il computer. La scoperta fatta dall’informatico
Mark Russinovich di F-Secure da’ adito il sospetto che altri
analoghi – illegali – sistemi di “protezione – possano essere
presenti in altri prodotti Sony. Quest’ultima, dopo lo scandalo, ha
annunciato una patch per visualizzare i files in questione, la cui
rimozione resta comunque impossibile senza istruzioni. Per riceverle
sara’ necessario contattare direttamente la Sony.
Bookmark: http://www.punto-informatico.it
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Buone notizie per la Calabria. Il Sottosegretario alle Attivita’
Produttive Pino Galati, calabrese, al termine di una laboriosa
trasferta a Miami (Florida), ha annunciato orgogliosamente il pieno
successo dell’operazione di trapianto dei capelli cui s’era
sottoposto nelle ultime settimane sull’esempio di altri politici del
suo governo. Nel corso di un meeting (“Il sogno possibile”) sono
state distribuite immagini di Galati prima e dopo la cura e sono
state altresi’ diffuse le dichiarazioni (“Le ingiuste accuse dei
miei avversari politici”, “La voglia incomprimibile di cambiare il
mio stile di vita”) dello statista calabrese.
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Cassazione. Liberato per “decorrenza di termini” (ma esattamente tre
settimane prima della sentenza) un altro fedelissimo di Provenzano,
il “reggente” di Bagheria don Pietro Lo Iacono, amico del
supermanager (mafioso) della sanita’ regionale Michele Aiello.
Festeggiamenti di parenti e amici. Lo Iacono, che in passato era
stato indagato anche dal capitano Ultimo (tuttora a piede libero
nonostante questa grave provocazione contro un rispettabile
cittadino), intende adesso dedicarsi a una operosa attivita’ di
imprenditore nel rispetto dei valori cristiani e della civile
convivenza.
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Kitsch. Su istanza dei giovani della Padanjugend, il governatore
Formigoni ha annunciato l’istituzione di un regolare inno lombardo,
con tanto di bandiera. In Sicilia, sotto Cuffaro, siamo arrivati
prima: da due anni esiste un “inno siciliano” che si chiama
Madreterra, sta fra la sigla di Beautiful e la marcia dei pompieri,
e’ costato un sacco di soldi e non parla ne’ di mafia ne’
d’antimafia.
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Casa. Dal mese prossimo il mio nuovo indirizzo e’: R.O.,
via………… numero…… codice postale…… . Le parti in
bianco verranno direttamente riempite dall’amico Silvio B., che s’e’
personalmente impegnato a trovare una casa a me e a venticinque
milioni di altri italiani. Meno male che ci ha pensato lui, perche’
cominciavamo ad avere qualche problema.
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Spot. E’ pronto il dossier “Mafia e politica 2005” curato dalla
redazione di Antimafia Duemila.
Bookmark: http://www.antimafiaduemila.com
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Franco wrote:
< Ma Diego dove vive? Se una donna non ha latte, dara' al suo
bambino il latte della centrale allungato con un po' d'acqua e
addolcito col miele. Cosi' come fanno le donne non imbottite della
pubblicita' della Nestle'. Almeno in Occidente. In Africa e'
un'altra cosa, ma non e' un buon motivo per giustificare i prezzi
delle aziende >
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Nota. Gli ultimi due numeri della Catena non sono arrivati a molti
abbonati per nostri problemi organizzativi. Richiedeteli o copiateli
direttamente da: www.censurati.it, www.peacelink.it o uno degli
altri siti che riprendono la Catena.
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umberto
< Distribuivi garofani rossi alle mani levate nel pugno e il gesto restituiva valori dimenticati come bandiere colorate di primavere che dovevano ancora nascere. Gli occhi nutrivano silenzi grandi come orizzonti e le parole sgorgavano dalle labbra lievi di tenerezza fermentate d'ironia taglienti di sarcasmo come quelle di tuo figlio... >
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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche
semplicemente per liberarsene, basta scrivere a
riccardoorioles@sanlibero.it — Fa’ girare.
“A che serve vivere, se non c’e’ il coraggio di lottare?” (Giuseppe
Fava)
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