Se Cristo si è fermato a Eboli
di Giancarlo Tramutoli
Se Cristo si è fermato a Eboli
dove si fermeranno i più deboli?
Sdraiati nel giardino di Boboli?
Travolti da mandrie di bufali?
Abbracciati a bambole gonfiabili
o attaccati alla bombola del gas?
A giocare a Natale con la tombola?
A bollire nella pentola dei cannibali?
O ballando a Bali l’hula-hoop soli soli?
Cantando Vola, colomba bianca vola
davanti a uno spago alla Stanlio & Ollio?
Ma dove si fermeranno i più deboli?
Tra tempeste ormonali
pensando in un lampo:
siamo uomini o temporali?
Restando immobili e solitari
ma con improvvisi scatti umorali?
Dove si fermeranno allora i più deboli?
All’ultimo stadio a fare la Ola.
O nel letto tra lenzuola viola
frignando: Mamma,
non voglio andare a scuola!
Davanti alla porta dei venditori di spazzole
nella tristezza concava delle pantofole
restando attoniti nelle nuvole senza parole
o nel limbo buio del cuore che duole.
Ma se Cristo
non si fosse fermato a Eboli
poteva magari passeggiare
tra il dire e il fare
in alto mare.
Sarebbe stato molto più facile
anche per me
facendo il morto
riuscire a galleggiare.
(5.10.05)
son deboli, rosei ed inermi/ i vermi di forte dei marmi/ che in coro mi cantano “dormi”./ cullato dal canto dei vermi/ se dormo non posso sognarmi/ che un mare di vermi che mormori.
di toti scialoja, chissà perchè mi è rivenuta in mente (magari ci sarà qualche imperfezione) leggendo l’incipit. complimenti sig. tramutoli.
Grazie Dario.
ill grande Scialoja. Bellissima questa dei vermi deboli di Forte dei marmi. Non la ricordavo. Mi convinco sempre di più che questo è l’unico modo serio di usare le parole in versi. Per es. giocando giocando si posson dire cose serissime come questa mia inedita:
Anelo ad annullare
l’anello all’anulare.
Ciao.