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Dell’Amicizia/Anna Maria Ortese

Tra qualche giorno esce il numero sei di Sud, nuova edizione. Un numero speciale visto che il 12 novembre del 45 nacque il primo Sud. Pubblichiamo insieme ad altri materiali alcuni “passages” della corrispondenza tra Pasquale Prunas e Anna Maria Ortese. Si tratta di materiali ancora inediti. In anteprima su NI e con l’ accordo di Renata Prunas che si è aggiunta ai nostri sostenitori lettori, ve ne propongo un breve estratto. In queste poche frasi si respira amicizia. Come dovrebbe essere per ogni comunità letteraria. Come lo è per molti di noi indiani. Essere amici significa anche incazzarsi, mandarsi a quel paese ma poi riprendereil dialogo , magari facendo passare un pò di tempo, liddove si era interrotto. Buona lettura.

16/19/20 Agosto 1948, Milano
Caro Pasquale,
ieri mattina provai una delle più belle ore che conosco da quando sono a Milano. In portineria c’era una grossa lettera, tutta piena di disegni e di firme, una lettera dei miei amici di Monte di Dio, una lettera che stavo aspettando come nel deserto, come nel deserto si aspettano i soccorsi per non morire.
(…) Che debbo dirti! Niente riesce a farmi dimenticare quella piccola isola di Monte di Dio , nella steppa della città: le nostre conversazioni, la lampada sulla macchina da scrivere, l’arrivo di Gianni, i suoi “uffa”, l’arrivo di Pasquale, di Chica, di Ennio, le conversazioni col Pontefice (digli che mi perdoni se insisto in questo ricordo).
(…) Caro, molto caro Pasquale. Mille volte durante il giorno, desidero violentemente vedere, vedere qualcuno dei miei amici-fratelli. Non li nomino più. Tu li sai. (…)
Anna Maria Ortese

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18 Commenti

  1. So bene l’affetto (grandissimo) di Anna per Prunas, Scognamiglio (alcune sue lettere violentissime nei confronti di Anna, dopo la pubblicazione del “Mare…” sono state presentate di recente su una rivistina) e gli altri. Ne abbiamo parlato (a Rapallo e a Milano mille volte). Resterebbe da indagare, ora che è nata una leva di critici liberi e indipendenti, sull’odio, l’ostracismo, il livore di una città intera (intera!) nei confronti di Anna. Caro Francesco, fammi sapere…

  2. 3 – tl

    (di una vita non rimane quasi niente
    e quello che rimane, spesso, non è vero)
    (prendi a misura, adesso, com’è il rumore,
    fuori, della notte)

    (di più falso non c’è nulla
    che il voler dire il vero)
    (è vero questo approssimarsi.
    è vero che a qualcosa, sempre,
    noi ci approssimiamo
    – anzi: ci avviciniamo,
    che suona meglio,
    ed è meglio di niente)

    (da g. mesa, “quattro quaderni”, 2000)

  3. Tu sai che nel 1986, Maria (76 anni) e Anna (72 anni) sfrattate a Rapallo, hanno ricevuto l’inatteso, gentile e non richiesto “dono” di una topaia, senza finestre e ascensore in quel di Napoli? Ancor prima dell’assegnazione del sussidio… Il sindaco “socialista” dell’epoca avrebbe osato fare l’identica offerta a LaCapriaReaCompagnonePriscoecompagniabella?

  4. E’ strano per me leggere questa lettera proprio in momenti in cui l’immagine del deserto è potentemente evocativa. E anche per il fatto che ho scoperto tardi la Ortese e mai lettura fu così importante come quella de Il mare non bagna Napoli, si parlava tempo fa della possibilità che un libro ti cambi la vita, non credo, ma sicuramente ci sono libri che entrano silenziosi e arricchiscono il pensiero del lettore come per esempio la bellissima poesia di Mesa postata da Zangrando. Piccole alchimie quotidiane.

  5. “Prunas è stato una specie di luce nella mia vita. Per me era una guida, una regìa. Aveva un’energia mentale enorme. Lo animava una costanza feroce, era un pezzo di ferro pieno di gentilezza e di grazia. Non è facile incontrare persone così. Di una tempra simile era Elio Vittorini. Capitani, gente nata per reggere il timone, personalità trascinanti. Ora dove sono più?”. Anna Maria Ortese intervistata da Nello Ajello (“Repubblica”, 15 maggio 1994)

  6. “Resterebbe da indagare, ora che è nata una leva di critici liberi e indipendenti, sull’odio, l’ostracismo, il livore di una città intera (intera!) nei confronti di Anna”.

    Caro, Giorgio, a quel tempo – parlo dei 50/60 – abitavo a Napoli. Il ricordo di Anna Maria Ortese è indissolubilmente legato a uno di tipo personale. Trattasi di mio padre. Un giorno estrasse ‘Il mare non bagna Napoli’ dalla sua libreria e a me ragazzo rivelò: “Leggilo, questo è il libro di una brava scrittrice innamorata di Napoli”.
    Ti prego perciò di togliermi dall’interezza che a giusta ragione lamenti, in quanto in famiglia non si è mai parlato della Ortese con astio, anzi. Vero è che stiamo parlando del giudizio e della testimonianza di un uomo qualsiasi (qual era mio padre allora e io adesso) ma la letteratura a chi è destinata? alla comunità dei critici – indispensabili, ci mancherebbe – o a quella dei poveri cristi?
    Non so – ritornando all’ostracismo verso la Ortese – forse a quel tempo vivevo straniero in casa mia, condizione direi naturale per una certa razza di napoletani.

  7. Naturalmente, caro Carlo, intendevo la Napoli salottiera, con casa in Via Petrarca, etc. Napoli “intellettuale”, “colta”, “civile”….. Quella che all’anteprima di “Salò” di Pasolini (gennaio ? 1976) in una sala “elegante”, malediceva il poeta assassinato, aggiungendo merda a merda…. Dovetti tapparmi le orecchie e guadagnare l’uscita per lo schifo… E’ più forte di me: io odio Napoli. E’ la città in cui è nato papà mio (all’Ospedale della Pace) nel 1917. Dove ha lavorato (duramente) per una vita. La città la conosco attraverso le sue descrizioni e i suoi (di papà) patimenti. Poi, nella mia vita ho avuto la fortuna (immeritata) di conoscere (e frequentare) Anna Maria… Non sono mai riuscito a capire il perchè di tanto odio nei suoi confronti. Ancora nel 1994, in occasione della nuova edizione (Adelphi) de “Il mare non bagna Napoli”, un giornalista napoletano, tale De Luca Erri (ex lottatore continuista), sul “Corsera”, a pag. 30, sabato 21 maggio, fece letteralmente “a pezzi” Anna Maria… 41 anni dopo l’odio e il disprezzo erano ancora vivissimi… E l’invidia espressa in pubblico da uno scrittore napoletano il giorno in cui stava per essere premiato allo “Strega”, nell’anno del “Cardillo addolorato”? Non sarebbe opportuno aprire una riflessione sul rapporto “tumultuoso” Napoli-Anna Maria?

  8. Scusate l’ardire, ma gli è che proprio a Napoli ho dedicato la mia attenzione in queste settimane su vibrisse, riportando alcune mie letture di romanzi che ne parlano, tra cui quello della Ortese. Da Ieri è presente la lettura de Nel corpo di Napoli di Monetsano. A chi interessasse ecco i link:

    http://www.vibrissebollettino.net/archives/2005/10/anna_maria_orte.html

    http://www.vibrissebollettino.net/archives/2005/10/renato_fucini_n.html

    http://www.vibrissebollettino.net/archives/2005/10/matilde_serao_i.html

    http://www.vibrissebollettino.net/archives/2005/11/giuseppe_montes.html

    Bart

  9. si è vero francesco “Essere amici significa anche incazzarsi, mandarsi a quel paese ma poi riprendere il dialogo , magari facendo passare un pò di tempo, liddove si era interrotto”.

    Però magari è mportante anche non far passare troppo tempo, perchè il tempo crea fossati poi insormontabili, anche se il tempo non è uguale per tutti. Per alcuni una settimana è troppo, per altri molti anni è un soffio.
    Credo che chi scrive abbi un tempo rallentato, ma è tutto da dimostrare :-).
    Mi fa piacere che si parli anche qui di anna maria ortese una scrittrice autentica e, non sottovalutata (perchè questo non è vero, sarebbe impossibile) ma certo trascurata.
    Non c’è da farne un dramma perchè capita a tutti, anche dante per secoli è stato trascurato, i tempi della scrittura non sono certo i nostri, però mi fa piacere che se ne parli.
    A proposito franceso ho visto, in rete, in sud numero 0 pagina 7 una bella foto con la ortese
    http://www.dantedescartes.it/sud-img/07.pdf
    è in pdf e non so come si faccia a prelevarla per poi postarla
    Non è che potreste postarla in NI e poi noi naviganti ce la rubiamo?
    Jan sono sicura che è capace di questo e altro, è un “mercenario” (sorriso :-) veramente prezioso ;-)
    georgia

  10. Poche cose hanno il potere di rigenerarmi; tra queste: le pagine della Ortese, la compagnia di Francesco Forlani e l’entusiasmo che traspirano i commenti di Gabriella Fuschini.

  11. WOW che bello, potersi confrontare con amanti della Ortese! Sto facendo una tesi di laurea su di lei. Concordo sull’importanza di una riflessione sul rapporto Napoli-Ortese. è avvilente constatare quanta sofferenza sia capace di procurare il risentimento e non solo quello. A presto e grazie per le notizie che ho avuto la possibilità di leggere.

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Sono musicista, quando si studia un brano si considera che anche il silenzio, la pausa sia musica. Compositori come Beethoven ne hanno fatto uso per sorprendere, catturare, ritardare le emozioni del pubblico, il silenzio parte della bellezza. Il silenzio qui però non è la bellezza. Il silenzio che c’è qui, da più di dieci mesi, è anti musicale, è solo vuoto.
francesco forlani
francesco forlani
Vivo e lavoro a Parigi. Fondatore delle riviste internazionali Paso Doble e Sud, collaboratore dell’Atelier du Roman . Attualmente direttore artistico della rivista italo-francese Focus-in. Spettacoli teatrali: Do you remember revolution, Patrioska, Cave canem, Zazà et tuti l’ati sturiellet, Miss Take. È redattore del blog letterario Nazione Indiana e gioca nella nazionale di calcio scrittori Osvaldo Soriano Football Club, Era l’anno dei mondiali e Racconti in bottiglia (Rizzoli/Corriere della Sera). Métromorphoses, Autoreverse, Blu di Prussia, Manifesto del Comunista Dandy, Le Chat Noir, Manhattan Experiment, 1997 Fuga da New York, edizioni La Camera Verde, Chiunque cerca chiunque, Il peso del Ciao, Parigi, senza passare dal via, Il manifesto del comunista dandy, Peli, Penultimi, Par-delà la forêt. , L'estate corsa   Traduttore dal francese, L'insegnamento dell'ignoranza di Jean-Claude Michéa, Immediatamente di Dominique De Roux
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