da “Prossimamente”
di Giancarlo Majorino
è bello avere parecchio da fare pitturate bene le labbra
è bello non dover resistere fuori al gelo senza poter prendere un taxi
è bello tirarsi su la mattina per un soave appuntamento
fantasie favorevoli in testa e far vacanza come gira
contribuire a far rimanere in vita una persona molto anziana cui si vuol [bene
e decidere operosità o requie per altri avendo un posto di comando
scegliere con cura come vestirsi in un guardaroba ripieno
sopratutto, come insinuato sù in alto, far confluire più piaceri
anzi, sentirsi posta in una situazione dove confluiscano naturalmente
più piaceri e rifluiscano naturalmente rari dispiaceri, seccature amare, i [limoni viventi
della gola che si stringe troppo per niente così stando
alla mercé della merce nelle ventose metropoli dove il denaro è tutto
dove il profitto e le sue piovre, già, il profitto
e la sua maggioranza con un occhio solo ammicca di continuo
dunque gli angoli, caldini, dunque le reciproche cure, dunque la [reciproca stima
l’insieme normale di chi respira nella lama alta, a metà circa
della forbice, democratico magari, queste cose ci sono, per esse
i borgh i cetom i garantiti sono pronti a morire
per esse sono coatti a morire difatti muoiono strapelate stuoie umane
dall’Africa, dall’Asia, nella lama bassa della forbice
nel mare del letargo, tra gli uncinetti per chi non aderisca
e produttivi produttivi sempre, là rubando il mangiare ai porci
qua oscillando tra la fiducia nelle armi e nell’aldilà
però
è bello non dover resistere fuori al gelo senza poter prendere un taxi
è bello tirarsi su la mattina per un soave appuntamento
fantasie favorevoli in testa e far vacanza come gira
(immagine di Satoshi Hirose)
Ecco, qui non c’è fraintendimento.
Il sarcasmo mantiene costantemente ampia la distanza dal mito e dall’ideologia.
La distanza (anzi il rifiuto) è anche in quell’assenza di “io”, in quei verbi all’infinito, in quell’esserci e mai esserci.