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Sono questi i fiori

1
caldo di mani e freddo di capa
potresti fare un taglia-taglia
di fili snicchi e pupazzi snacchi
se ci mettessi un po’ di penna
in questa storia di scrittura
ma camminando-camminando
te la vai toccando
e non sai più qual è l’occhio che ride

2
e di te diranno
è morto e va cantando

3
il forno roventa
la pizza s’avvampa
la pizia non c’è più
ricacciata dai forconi
e allora sgrisola sega sbrega
e poi dimmi chi si storce e dà gomitate

4
e trovala tu un’altra combinatoria come me
ladra e intrallazzara
che non ha denti e mozzica amara

sono questi i fiori

5
il caldo t’è entrato nel costato
io qua te metto
qua te lasso
e me ne vago a spasso
e come finisce finisce

non mi aggrada vederti confortato
con uno spicchio d’aglio

6
ma almeno getta un grido e non andare
a metterti sotto le anche di livide calliopi
che slebbrano e slabbrano
incapaci di tracciare recinti intorno al vuoto

7
io sottoscritta poesia
nasco per sorte mia
da parenti di primo o più lontano grado

pidocchi fanno pidocchi
le lire lirette
quattro e quattro non fanno sempre due
e forse c’entrerà la genotipia

(continua)

Jolanda Insana, da Fendenti fonici (1979-1980), Società di Poesia coop. r.l.

I fendenti fonici vengono dopo sciarra amara, e mi pare si veda; spero non vi annoino le mazzate dell’Insana in questo scorcio d’agosto Comunque non classificherei banalmente il suo lavoro come poesia dialettale: la sua lingua utilizza, e solo per certi effetti, imprestiti da varie parlate.
a.s.

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12 Commenti

  1. Com’è che non mi appassiona? (E dico così solo per generale “stima” verso la Insana)
    Rispetto il percorso, ma non mi appassiona la poesia. E’ vero che un mio amico dice tutto compunto della Bachmann, la rispetto, ma non mi piace.

  2. Leggo e rileggo, ma continuo a rimanere perplesso, pur se questa pare essere transitata per più d’un cassetto prima di finire stampata.
    Sicuramente originale, ma l’originalità è di per sé sufficiente?

    Buona serata. Trespolo.

    PS: ma son testone e continuerò a leggere e magari mi comprerò anche qualcosa da meditare con calma; che, per dio, a volte si cambia anche idea.

  3. a chi dovesse capitare, vivamente consiglio di sentire jolanda insana leggere le proprie poesie, ha una voce straordinaria, un po’ roca, musicalissima.

  4. Vendo intera collezione dvd hard: ciocciolina, moana, jessica anal, margaret swom… vendo registrazioni di articoli NI su richiesta.

  5. Io comprerei lei signor supermerd,
    indi farei riversamento,
    a norma di legge,
    nella limitrofa discarica pubblica
    per liquidi esausti tipo olio pesante o sozzi solventi .

  6. È proprio necessario parlare di “attacchi proustiani”?
    È proprio necessario tirare in ballo Proust?
    È proprio necessario citare Leopardi, o la storia – un po’ stucchevole – di ginestra + ulivo?

  7. Io comprerei lei signor supermerd,
    indi farei riversamento,
    a norma di legge,
    nella limitrofa discarica pubblica
    per liquidi esausti tipo olio pesante o sozzi solventi .

  8. Amo la poesia, la lettura della poesia della Insana mi lascia perplessa ed indifferente. Non la sento, non riesco a catturarne i versi, non ne sento la musicalità, percepisco solo vuoto.
    Oggi come oggi è lecito scrivere di tutto, a prescindere.
    Ed è un male.

  9. A me pare molto bella. Non mi piace tanto solo la parte delle livide calliopi incapaci di tracciare. Lì c’è qualcosa di troppo enfatico.

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antonio sparzani
antonio sparzani
Antonio Sparzani, vicentino di nascita, nato durante la guerra, dopo un ottimo liceo classico, una laurea in fisica a Pavia e successivo diploma di perfezionamento in fisica teorica, ha insegnato fisica per decenni all’Università di Milano. Negli ultimi anni il suo corso si chiamava Fondamenti della fisica e gli piaceva molto propinarlo agli studenti. Convintosi definitivamente che i saperi dell’uomo non vadano divisi, cerca da anni di riunire alcuni dei numerosi pezzetti nei quali tali saperi sono stati negli ultimi secoli orribilmente divisi. Soprattutto fisica e letteratura. Con questo fine in testa ha scritto Relatività, quante storie – un percorso scientifico-letterario tra relativo e assoluto (Bollati Boringhieri 2003) e ha poi curato, raggiunta l’età della pensione, con Giuliano Boccali, il volume Le virtù dell’inerzia (Bollati Boringhieri 2006). Ha curato due volumi del fisico Wolfgang Pauli, sempre per Bollati Boringhieri e ha poi tradotto e curato un saggio di Paul K. Feyerabend, Contro l’autonomia (Mimesis 2012). Ha quindi curato il voluminoso carteggio tra Wolfgang Pauli e Carl Gustav Jung (Moretti & Vitali 2016). È anche redattore del blog La poesia e lo spirito. Scrive poesie e raccontini quando non ne può fare a meno.
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