Ritratto di Cassandra
di Ivan Roquentin
Si può dunque nascere da un mezzo dio e da una mezza cagna, per poi sentir raccontare strane favole su quel giorno in cui un re e una ninfa si davano alle nozze, sicuri del loro destino da favola e del mio da puttana. Qui la cagnara finisce in leggenda e allo stesso punto inizia a parlare Cassandra, ma non si può fare a meno di notare che quei cento e passa figli di Priamo una donna o un altro animale infelice deve averli partoriti; a loro volta infelici e solenni, così come ci si aspettava dal goffo bordello riproduttivo escogitato da Priamo, dalla maestà stemperata e sbilenca della madre e dall’unanime tripudio di un circondario di becchi. Che un certo malcostume, unito ad un certo strepitare, fossero all’inizio della candida fanciullezza di Cassandra e delle sue fiere cavalcate a dorso dei Troiani, è un segno sicuro della barbarie che la doveva portare a spasso per le stanze da letto di innumerevoli divinità, coltivate come un passatempo e trattate come altrettanti scendiletto.
Giacché ognuno tende a farsi un’opinione di tutte le cose per cui non sia espressamente richiesta alcuna opinione, e giacché in quel tempo l’intera Troia si serviva del tempio dell’oracolo come dell’anticamera del dio e della logorrea come di un’epidemia divinatoria, non v’era in giro un solo saggio o un solo maestro del sudest che non vedesse in ciò anche l’accenno della futura rovina di Troia, nelle mani di una cortigiana un po’ sgualdrina. Priamo, a quel tempo, era già un vecchio re grottesco e sfaccendato; che giurava di essere meschino e manteneva le promesse; che puntava direttamente all’immortalità piantando per la città le carcasse dei figli, dei sudditi, degli schiavi, e aspettando che crescessero; e quando invece diminuivano troppo in fretta c’era Ecuba, che stava lì per questo, nella sua bella camera d’accoppiamento, sfamata e dissetata come una regina, oppure come un verro nella stalla dei porci.
La rovina doveva arrivare, ma non per la facile strada che si immaginava.
Può dunque accadere di osservare per caso questa cortigiana, che si è fatta all’ombra Apollo e del suo gineceo, mentre esce dalla santa e ripugnante dimora del dio, tra una funzione e quel qualcosa di più basso e riservato che ogni tanto Apollo pretendeva. Così la incontrò Enea e vide bene che quel gineceo era un lupanare; ma poiché tutto questo è amore, non badò molto alla ghirlanda di sterco che lo circondava. Sputare, bestemmiare e scrivere entrambe le cose. Finalmente scriviamo qualcosa.
Cassandra a trent’anni era già più vecchia di me, il padre di Enea, come amavano chiamarmi, e a trent’anni una vecchia profetessa aveva già indovinato quelle due o tre cose fondamentali che l’avrebbero incoraggiata a prendere le sue decisioni, che non le erano richieste e che l’avrebbero portata a conquistarsi rapidamente il disgusto di tutti coloro che, fino ai suoi vent’anni, l’avrebbero voluta come moglie.
E che una tale moglie potesse trasformarsi in una vacca di tutto punto, da ripudiare e mettere a tacere, sembrò da principio un altro segno. Ogni cosa nelle mani di questa consorteria di minchioni era un segno di qualcos’altro e a nessuno importava che da Cassandra non bisognasse più trarre indicazioni che andassero al di là delle sue sporche intenzioni. Il tempo in cui i suoi oscuri ammonimenti erano al servizio di un padre incapace stava scadendo, e stava cominciando il bel giorno delle inutili cantilene. Proprio a questo punto Cassandra mi ha confidato di essersi accorta del suo dovere di donna. Un modo per dire che le sue intenzioni, che non piacevano a nessuno, erano legittimi desideri che piacevano a lei; che riguardavano mio figlio, me in qualche modo, qualche donna su cui non si soffermò e generalmente tutti quei troiani che sarebbero finiti male; cosa inaudita, riguardavano pure i Greci, attaccati come mignatte alle nostre mura di cinta. Gli uni e gli altri avrebbero preferito che tacesse. Perché si deve dire che c’era a quel tempo, in quel luogo, una sgradevole simmetria tra il matrimonio e il silenzio, tra i riti e la morte, tra il cielo e la terra: in definitiva, tra specie diverse d’inganno che i costumi di questi poveri becchi, questi troiani smaniosi di vergini, avevano disciplinato e concertato, permettendo l’adulterio agli dèi e alle puttane, e riservando a tutti gli altri una noia assoluta. Tutte queste prescrizioni con il nome della purezza e il marchio dell’idiozia, che a quel tempo era la più alta carica dello stato, hanno permesso a questo popolo di arrivare fin qui completamente a digiuno di puttane e di numi protettori. Invece, in guerra, servono gli uni e le altre. Si dice che, quando viene il momento di lottare, allora lo spirito di un popolo si riaffaccia e quel popolo avrà tante più speranze quanto più giusti sono stati i suoi costumi. In questo caso i troiani, che hanno disseminato la storia di spocchia e di seducenti parabole, non avranno altra speranza che l’inganno. E così pure i Greci.
Bisogna scrivere sempre, non c’è altro da fare. Muoversi e bestemmiare di nuovo. Ci torna la voce, la mano si muove; si parla, più basso, si bestemmia, più piano, si scrive, peggio. Si vive così.
(Nella foto: “Cassandra” di Giorgio Ciommei)
Straordinario stile, spero che la storia continui. Complimenti ammirati…
Capolavoro assoluto. La cosa più bella che ho letto negli ultimi 15 anni. Scritto divinamente bene. Da far impallidire Virgilio e Dante. Vivissimi complimenti. Aspetto con ansia il seguito. Grazie di esistere.
lucia spero tu sia la fidanzata di roquetin o per lo meno la sorella, se poi sei la mamma … allora è tutto chiaro :-)
Altrimenti rimane l’alternativa che tu non abbia mai neppure sfogliato dante e virgilio.
sembri quasi il mozzi quando parla del colombati :-)))))))).
Questo e-ntusiasmo-critico è una forma elettronica di vero e prorpio “accanimento terapeutico”… ok ok ok lo so cheè scherzoso ma … non sempre è così :-)
Io naturalmente ho evitato di leggere il pezzo prima di esprimere questa critica che è rivolta solo nei confronti di un e-ccesso di e-ntusiasmo.
ra mi leggerò il dante-roquentin … e lo farò cn piacere perchè io sono una vera fanaticadi dante
Letto il roquetin e non faccio commenti, non è ilio genere … ad ogni modo non sembra essere malaccio
L’unica cosa che voglio dire è che ….COSA INCREDIBILE sono stata messa in moderazione.
Forse ragazzi è meglio se cambiate nome al vostro blog … continuare a chiamarlo nazione indiana è una offesa agli indiani in generale e in particolare a quelli che dettero il nome al blog..
Ma se mettete in moderazione me è chiaro che in questo blog nessuno può dire nulla se non in linea perfetta.
O forse a qualcuno (individualmente) sono saltati i nervi?
In rete capita spesso ;-)
a noi, adesso, ci sono rimaste in questo stato soltanto le troie.
Grazie Mary e Lucia. Continua, ma altrove (a dire il vero è una storia scritta da tempo).
Ragà Laconte ha ragione. Ormai è tutto pieno di troie! L’altra sera sono andato in quei locali un pò particolari per un addio al celibato, e in pratica bisognava sempre cambiare soldi per mettere i dollari nelle mutande delle ragazze. Cioè il cliente viene sfruttato al massimo.
Con vergogna per la banalità: complimenti vivissimi.
Ti compatisco, Rupert, davvero, magari non nel senso in cui potresti credere: è una compassione disgustata, ma penso che vada bene lo stesso. Era da un po’ di tempo che non leggevo una tale densità di cialtronerie in così poche righe.
Se è per questo, allora, nel ciclo troiano Laocoonte che si sbatte sua moglie davanti alla statua di Apollo Timbreo, attirandosi le ire dello stesso, e poi gli stessi troiani che invece danno la colpa a Poseidone della fatidica stretta mortale dei serpenti provenienti da Tenedo e dalle isole Calidnie. Fosse solo Cassandra la zoccola. Agamennone che si appropria della schiava di Achille, Briseide, ma ancor prima di questo l’acheo infoiato trattiene Criseide la sacerdotessa di Apollo. Diciamo che Elena innesca il pathos di preteso climax ascendente per poi scadere e dissiparsi in tante affievolite sottotramette di borgo pseudo erotico. Ognuno vuole intingere la propria oplitica lancia no0n si sa dove.
Sinceramente mi meraviglio molto che degli indiani possino essere così non equi e solidali con un indiano dok come il grande Rupert Toy Party che ha spiegato solo una sua semplice esperienza. Devo ammettere che anche io qualche volta sono andato in questi locali un pò particolari e mi sono divertito bene solo una volta. Poi se no si fottono solo i soldi ve lo assicuro. Comunque ragazzi non ci lemiamo fra di noi. Stey unite!
Aldo Primo (parente di Nove?), io mi meraviglio solo della tua cecità di fronte alla premurosa accozzaglia di pregiudizi che (tra parentesi abbastanza OT) sono stati “offerti” con la doverosa maschera di spassionata opinione, equanime narrazione di esperienza esistenziale. Io non so se tu sia consapevole o meno di quei pregiudizi, e amerei molto che si pronunciasse qualche donna, in merito, perché subire il pregiudizio non è esattamente come essere indulgenti nei “suoi” confronti. E poi, alla fine, frasi come è “tutto pieno di troie” sono, tout court, insignificanti idiozie (se qualcuno la pensa diversamente, lo invito pure a fornire una spiegazione: ma che sia una spiegazione, e non un postulato ontologico sul disastroso rapporto tra pensiero maschile e agognata figa)
Le Amazzoni fanno parte di una dimensione diversa del cotesto femminile in cui si dipana il filo diegetico dell’opera. Pentesilea si innamora di Achille, ma lei viene uccisa pur lui non volendo… se no che ira è questa, che ritrova le sue radici nel Cleos? Secondo voi, l’eroe si è fatta tanta strada – avendo per di più vaticinata la morte dal sua cavallo Xanto, dotato di poteri profetici -, per estinguere il fuoco della fiamma imperitura in una semplice fiammella amorosa? Per esempio Omero non s’attarda troppo nella descrizione della bellezza di Elena, come ben fa notare Lessing nel trattato estetico “Laocoonte”. Elena è solo un propulsore diegetico. I principi sono sottesi alle zioni dei porpri protagonisti e nel rilevamento di quelli che erano gli ideali greci del tempo: Cleos, Areté. Anche lo stesso rapporto di amor greco tra Achille e Patroclo innesca processi molto più profondi del nostro semplice intendimento di omosessualità. Rileggere per favore Simposio di Platone.
vien un poco tristezza a muovere dalle righe forti, rotonde di Ivan, verso i commenti inoltrati. si avverte, come dire, un abisso. non entrerò minimamente nei termini di alcuni “spunti di discussione”, non lo farò perché in “genere” esco al femminile, e soprattutto perché di uomini imploranti vagine schiuse ne ho piene le tasche.
ritorno al testo di Ivan, piuttosto, che mi pare sia stato “quanto meno” frainteso. ma d’altra parte ognuno s’arrangia come crede. o come può.
buona giornata.
RupertTP/AldoP: per favore rispetta chi scrive e legge questo blog. Grazie.
la storia del propulsore diegetico è vera. Vera anche ora, dico. Che è tempo di crisi energetica, di personagge che si muovono per i cazzi loro:), che non vogliono niente in cambio, nemmeno un posto letto, nemmeno con vista siderale, che non fanno più il loro “onesto lavoro” archetipo nemmeno se le paghi, che non ti fanno divertire a meno che non sbattano contro un palo come nei cartoni perchè l’esodo è alla cieca, che spernacchiano gli inseguitori, i ritrattisti speculari, i fotografi in primo piano, gli intenditori di sé, i tromboni del solidialogo bellissimo: raccontami pure, caro, se riesci a prendermi che se mi prendi son morta lì, nera su bianco (ivan, perdonami se profetizzo ovvietà cioè voltata indietro, ma è tutto ciò che riesco a dire in corsa e tempo reale schivando pali che non vedo e sghignazzando (ma non per il tuo pezzo;)).
A parte volteggi verbali e dissacrazioni in altri commenti, Il pezzo di Ivan è comunque un bel pezzo, una reinvenzione di un topos ormai consolidato, direi quasi più fedele di quella contestabile versione che ha tentato Baricco, una forma di mitomodernismo che è morta nel suo pieno tentativo di nascita. Il mito è pieno di casi di endogamie, per cui che le fusioni avvengano all’interno dello stesso seppur di speculare natura tipologica.
Non tendo a fare commenti, se li faccio è perché mi ha colpito, specie se si riferisce alla mitologia greca. Bravo Ivan.
Laooconte, un mito può venire ricostruito decine di volte, e così, all’ennesima volta (questa), non mi sto attenendo solo alla tradizione che citi, ma anche a Cassandra di C.Wolf. Non essendo mai, alcuni personaggi, presumibilmente esistiti, fare ermeneutica in un contesto quantomeno vago porta a sostenere assurdità. Il personaggio di Cassandra non è UN personaggio, così come il personaggio di Pentesilesa (difatti, la “mia” Pentesilea, ad esempio, è del tutto diversa dalla Pentesilea di V.Kleist: dove, tra l’altro, Pentesilea non fa la stessa fine). Resta il fatto che alcune affermazioni maschiliste (piuttosto ridicole) “sopra espresse” sono fuori da qualunque contesto, e la paternità non è di Omero, che si prende a zimbello per giustificare la pochezza contemporanea, ma delle teste che le hanno prodotte, qui, nei commenti:
“a noi, adesso, ci sono rimaste in questo stato soltanto le troie. ”
“Ragà Laconte ha ragione. Ormai è tutto pieno di troie! ”
Hanno più il tono da crocevia di due bettole che di osservazioni sensate. In ogni caso, non erano riferite al mito, ma al tempo presente (mi pare inequivocabile). Secondo me fareste bene a scusarvi, ma non con me (non si discuteva di quanto avessi scritto, infatti).
Più che ermeneutica, la chiamerei Astrazione. Comunque , dai, ho compreso il discorso. Ciao caro Ivan.
Ragazzi mi discpiace che ve la siete presa ma l’articolo l’avevo capito così. Comunque volevo solo raccontare un altra esperienza della mia vita che forse poteva interessare a qualche indiano come me. Scusate.
Permettete che manifesti un piccolo stupore? Agli esordi della nuova versione di NI il webmaster cancellò alcuni commenti con una dichiarazione d’intenti alquanto granitica contro eventuali portatori di discorsi poco seri. Aggiungo che la cosa non mi piacque molto. Però, se si fa fede a quanto detto, mi chiedo come mai gli indiani lascino tranquillamente passare commenti a base di troie come quello di Rupert vattelapesca…
Ma perchè non riusciamo ad andare daccordo? Io non credo che chiudere gli occhi può servire a qualcuno. Certe esperienze esistono ed è inutile negarlo. Se no poi si fa come quelle persone che mettono la testa sotto la sabbia. E vale per tutti la polemica tra Voce e Jovanotti che alla fine non ha capito più niente nessuno. Comunque se ho offeso qualcuno chiedo scusa.
Ciao Lipperini, RTP alias AP è stato infatti avvertito e messo in moderazione per un certo tempo, insiema ad altri commentatori che in qualche modo non hanno capito.
La moderazione dei commenti è cosa delicata ed è sempre un equilibrio di elementi tecnici e sociali. Il mio obiettivo al servizio di NI è avere commentatori pertinenti, mentre i mezzi utilizzati sono disparati, dalle reprimende degli altri frequentatori ai filtri per parametri.
Non vi è nulla di personale, anzi di rado entro nel merito di un commento, non ne ho il tempo e non giudico le idee altrui nemmeno quando parlano di prostitute. Do un segnale: rispetta gli altri e sarai accettato (come il messaggio di scuse di RTP), vai fuori dal seminato e sarai messo sotto osservazione (una misura che viene revocata se la persona ha il buon senso di tornare a commentare in modo intelligente).
Infine: ogni autore di NI ha facoltà di moderare i commenti ai propri articoli come meglio ritiene.
per lipparini
perche gli indiani attuali (o per lo meo ivan) considerano discorsi “poco seri” solo le critiche a loro dirette, ma … era una involuzione prevedibile
:-)
(questo mess come altri penso non apparirà in chiaro, ma a me basta che lo legga l’interessato che mi ha cassato già due messaggi, e la cosa, ad essere sincera, mi ha divertito molto:-)))))))),
Ottimo Jan, “ogni ‘autore’ di NI”? Chi scrive su NI è un autore? Collaboratore pareva poco? Redattore una banalità? Pare che sì. NI è dunque posto per autori, con tutto il peso che la qualifica comporta.
Sono stupito, ma nemmeno tanto.
In quanto al pezzo molto commentato dell’autore Roquentin, trovo più oltranzista e oltraggiosa la scrittura di Tondelli buonanima in “Altri libertini” – ed è tutto dire.
Autore, artista, intellettuale … perché stare a contendersi delle etichette dal valore puramente immaginario? Tanto “pasti gratis” non se ne danno, nemmeno in questo campo.
@ Jan: “Infine: ogni autore di NI ha facoltà di moderare i commenti ai propri articoli come meglio ritiene.”
Questa è un’affermazione in certo modo elusiva, nei confronti di Loredana: sia chiaro che io non avevo la facoltà di moderare alcunché.
@ Giovanni: hai una vaga idea di cosa significhi “autore”? Chi provoca qualcosa è un autore; oppure chi ha scritto un testo. Non qualifica nulla! Ma scherziamo? Da anni, chi “posta” un pezzo in un portal system di chiama “author”: Jan resta persino all’interno di una tradizione che lo dovrebbe salvare da ogni equivoco (e invece no).
Postilla, sempre per Giovanni: non si capisce ciò che dici, prova a esprimerti meglio. Qui, per essere precisi:
“n quanto al pezzo molto commentato dell’autore Roquentin, trovo più oltranzista e oltraggiosa la scrittura di Tondelli buonanima in “Altri libertini” – ed è tutto dire.”
Oltraggiosa nei confronti di chi? Oltranzista di che massimalismo, o estremismo? Un indizio per i lettori: “oltraggioso” e “oltranzista”, se non erro, sono due termini quasi consecutivi sul vocabolario, in mezzo dovrebbe esserci solo “oltramontano”. Non è che hai scritto una frase a caso? In ogni caso, ti posso dire di essere oltramontano.
“Ed è tutto dire”
No, hai detto esattamente “nulla”, e in maniera inelegante. Non entro nelle questioni di gusto: non si capisce davvero…
Jan, scrivi: “vai fuori dal seminato e sarai messo sotto osservazione (una misura che viene revocata se la persona ha il buon senso di tornare a commentare in modo intelligente)”.
Non sono affari miei, e questo non è il mio blog, quindi mi scuso per l’intrusione: ma questa mi sembra una concezione della Rete alquanto discutibile. Auguri, comunque.
Avendo assistito alla degenerazione di diversi spazi di discussione, l’idea di una azione di “pulizia” dell’evidentemente superfluo (meglio a posteriori, però) non mi pare del tutto sbagliata. Soltanto che si tratta di un compito difficile. Io per esempio avevo rilevato più “canzonamento” nel commento di Lucia che in quello di Rupert. Speriamo bene.
Orpola Jan, potresti dirmi i motivi per cui mi hai messo “sotto osservazione”? Ho offeso qualcuno?
loredana, dici che questa concezione della rete ti sembra alquanto discutibile. potrei chiederti perché? ed è una vera domanda, sia chiaro, niente affatto ironica.
Abbiate pazienza. Abbiamo rimesso “in chiaro” i commenti precedentemente messi in moderazione. Per “autore” Jan intendeva il redattore di NI (in questo caso io) che ha postato il pezzo.
Ciao ciao carissimo Franz. Complimenti per lo sviluppo dei tuoi lavori. Ottimo connubio con Iannozzi.
Guarda, guarda … sono riapparsi i messaggi censurati, come mai?
Eppure io mi sono guardata bene dall’aver avuto il il buon senso di capire . Capire cosa poi, visto che non ero stata avvisata di nulla?
E dove avrei avuto, di grazia, un atteggiamento da moderare?
Si certo avevo ironizzato (come ho fatto anche in altri blog meno suscettibili) sull’eccesso di entusiasmo per alcuni scritti fatti passare per capolavori.
Posso aver torto, ma questo è un altro discorso, da contestare anche duramente (gli strumenti mentali per farlo li avete tutti), ma non da moderare.
Poi se uno è per la presenza del settore “commenti”, secondo me, deve anche aspettarsi ogni tipo di critica (se non sono volgari e offensive) Altrimenti, se uno è così sensibile, leva il settore “commenti” e… :-))))))) già …. ma se uno leva i commenti si libera sì delle critiche, ma si priva anche dei complimenti in chiaro, quindi PER UN E-NARCISISTA E’ SEMPRE MEGLIO LA SCELTA DI MODERARE.
Però obbiettivamente questo è un sistema che non mi sembra si adatti nè alla concezione della rete, che molti di noi ancora hanno, nè allo spirito iniziale di NI.
Ad ogni modo il luogo è vostro e sono affari SOLO vostri e ora che mi avete aperto i cancelli del vostro e-cpt, vi lascio con un perplesso arrivederci.
g.
ah ah ah ah ah
sono ancora in moderazione :-)))) quindi sono costretta a tornare per vedere come procede ….
Complimenti.
Vi faccio paura vedo …
bravo franz, meglio tenere sotto controllo preventivo i sospetti sovversivi, ‘un si sa mai che cosa possano dire ;-)
Ma … io non sono una sovversiva :-((((((((!
Ma per gli autoritari, alla fin fine, siamo TUTTI SOVVERSIVI;-)
Eh, signora mia ‘un ci son più i sovversivi di una volta,
ma del resto ‘un ci son più neppure i duri di una volta
P.S
Da quello che ho capito (che ha detto jan) dovrei poter commentare in altri post dove forse ci sono redattori più democratici che non mi hanno messo in moderazione, ma in fondo detesto le polemche inutili (quelle utili mi piacciono molto) in rete e questa, svilupparla qui, penso, sarebbe del tutto inutile
Ragazzi i nostri litigi interpersonali non servono a nulla essendo inutili. Io spero soltanto che al più presto ricominciamo (come diceva il grande Pappalardo) a rioccuparci di cultura. Per esempio spero che un personaggio come Laconte non sarà mai censurato potendo continuare a diffondere il suo enblematico pensiero attraverso la cultura antica. Grazie a lui per esempio adesso stò studiando la guerra di “troia” che non conoscevo. Certe volte mi faccio un sacco di risate per gli avvenimenti che succedono e mi vengono in mente certi commenti che non si possono dire altrimenti vi arrabbiate un altra volta. Grazie e scusate di nuovo.
Proporrei di abolire le “moderazioni”. Se qualcuno scrive assurdità, offese o volgarità, basta non rispondergli. Se qualcuno scrivesse cose da codice penale lo farebbe a suo rischio e pericolo.
Andrea, la risposta è semplice: perchè l’idea di “mettere qualcuno sotto osservazione” non mi sembra compatibile con il fatto di utilizzare un mezzo che vive, dalla sua nascita, su una filosofia opposta. Per come la vedo io, scrivere sul web significa anche imparare a convivere, e a discutere, con i troll, con quelli che sono perennemente OT, persino con gli insultatori professionisti. Sempre per la mia modestissima e breve esperienza, ho la sensazione che proprio questa possa essere una ragione di crescita, anche professionale oltre che umana. So di non essere particolarmente originale e di rischiare il politicamente corretto: ma io ho sempre trovato in questo punto la differenza più importante e interessante tra web e carta stampata.
Poi, magari, mi sbaglio. E sicuramente lungi da me l’idea di estendere una mia concezione al resto di Internet.
Cara Loredana, siamo in fase sperimentale. Ovvero, tra le altre cose, stiamo impratichendoci con l’opzione, presente in WordPress, di moderare i commenti. Mi preme dire che questa opzione è largamente diffusa, quindi noi non stiamo operando una rivoluzione nel costume del web. Ovviamente, questa opzione va usata con molta parsimonia. Io personalmente non credo in una buona convivenza con gli insultatori di professione. In più di due anni di lettura dei commenti di Nazione Indiana ho capito che questo dei provocatori era un problema da risolvere. Tra l’altro – nonostante vari “indiani” si fossero espressi per tentare di risolvere il problema- il toro non era mai stato preso per le corna, anche perchè ( e non è un dettaglio, questo) la precedente piattaforma (Movable Type) non prevedeva l’opzione di moderazione dei commenti. Per concludere: NI nel passato ci sono state troppe risse immotivate, troppe parole inutili. Il nostro tentativo (ribadisco che è un tentativo, fatto in una fase di passaggio e sperimentazione) è quello di aumentare la qualità del servizio.
ATTENZIONE
[per qualche motivo questo messaggio era rimasto in coda, eccovi pubblicati, ciao – jan]
ATTENZIONE scusate per la precedente scappataci di mano con un tasto improvviso ma volevamo inserirci in questo tema scottante e inaudito che riguarda evidentemente la modificazione inaudita della specie nelle sue capacità di controllo di se stessa e degli altri come profetizzato da ANTONIO MORESCO nei CANTI DEL CAOS 20. con certe considerazioni a latere dell’uso dei computer e dei videogiochi nella vita di tutti i giorni che possono interessare. Soprattutto se a dirlo siamo noi, due, messi costantemente come ribadito in AWAY MODERATION UNDER ogni volta che commentiamo, talora con cancellazione ma ha ragione Andrea Rao, perchè? E’ una cosa non solo di Nazione Indiana 20. disegnata da Jan Reister ma di tutta la rete che spesso ha visto abbassarsi le diottrie vedendo crollare veri e propri progetti monumentali come la tecnologia push o Mantellini per via dell’affollamento dei commenti o l’uso della censura preventiva con veri e propri attacchi batteriologici alla baionetta, concetto riassunto dalla ragazza CARLA BENEDETTI (la definizione è di Brullo) nel concetto del mediatore culturale e dei morti viventi nei suoi saggi sempre sul pezzo ma non frammentati anche se si parla di pezzo, perchè guarda la totalità ed è quello che invitiamo a fare Krauspenhaar Raos Reister Chukadarian e gli altri, se Nazione Indiana 20. è TOTOALMENTE NEL COMPLESSO una cosa buona per cui sopportare commenti che vanno scemando distorsivi da soli (vedi da noi gli omofobi che stanno smettendo l’attacco piano piano, i lividi poi passano) oppure se INFICIANO la discussione effettiva generale sul pezzo come di Roquentin che abbiamo visto attaccare in maniera inaudita la ragazza CARLA BENEDETTI sul suo blog molto bianco ma non pulitissimo in HTML, avanti così.
Grazie, anche se ci mettete in censura accettiamo e aspettiamo di venire definitivamente moderati
VINCENZO e BASILE
Gentile Ivan, autore è colui al quale si oppone il convenuto in giudizio, per esempio. Questo ho appreso, ai tempi della scòlettta. Ammetto di aver ignorato fino a oggi che, in un portal system (intraducibile in italiano), autore sia colui il quale fa le cose che tu descrivi. Chiedo venia.
Ho usato l’aggettivo oltranzista in una delle accezioni in cui lo intende il Gra.D.It., mio attuale dizionario di riferimento. Oltranzista sta per radicale. Riconosco che l’oltraggioso mi è un po’ scappato di mano, ma il senso è: mi è sembrato che il tuo pezzo volesse épater non so chi e, in questo senso, non mi pare riuscito, allo stesso modo che, riletto ora, continua a non piacermi il Tondelli di “Altri libertini”. Tot capita tot sententiae, no?
Ciao Loredana, sono curioso di sapere come risolvi la questione dei commenti sullo spazio che hai da Kataweb. Hai la possibilità di utilizzare degli strumenti (filtri, code, liste) di gestione? Li usi personalmente, o non ne hai (o usi) nessuno? Te lo chiedo per sincera curiosità nei confronti delle tue scelte e della piattaformaKW, di cui so ben poco.
Uno degli obiettivi di NI è rendere disponibile alla lettura e alla discussione i suoi contenuti. Quanto influiscono sulla leggibilità di una discussione i commenti autopromozionali, omnipresenti, fuori dalle righe, presenti pure nel blog LL? Io sono convinto che allontanino chi legge, credo che i loro autori possano fare di meglio (e lo fanno!) e intendo che a loro, se necessario, questo messagio arrivi chiaramente.
In questa discussione ci sono 5 commenti indesiderabili (tutti visibili ora), 6-7 risposte a questi, una dozzina di domande e risposte interessanti sul tema della moderazione, e il resto è più o meno attinente al Ritratto di Cassandra. 41 commenti in totale sono lunghi da leggere, chi sarà arrivato in fondo oltre ai commentatori abituali?
Questa discussione è comunque un passo avanti: sulla fiducia applico regole più larghe alle discussioni.
Trovo sacrosanto censurare disturbatori e provocatori di professione come VMO e Georgia. Ben venga la “moderazione” quindi!
chi si oppone al convenuto in giudizio è “attore”.
Santa la polenta, Riccardo, hai ragione. Che gaffe terribile.
Me ne torno nell’ombra, né mai più toccherò ‘ste sacre sponde.
Grazie Riccardo, mi hai anticipato di qualche ora. Giovanni, il mio pezzo è uno “stralcio” da un romanzo.
@ Wowoka: Francamente il giudizio di Lucia non contiene alcun palese canzonamento, ma una notevole esagerazione (per canzonare non basta, da sola, un’eventuale iperbole, ammesso che lo fosse). E poi, sono qui anche per essere canzonato, non vedo il problema
Quanto alla questione moderazione e commenti riapparsi e scomparsi, non ne sapevo nulla. La mia opinione è che sarebbe utile fare notare quando si stia andando OT: ma ho sperimentato che non è affatto facile. Detto in breve chi si comporta come me (sono spesso eccessivamente rigido su roquentin.net nei confronti degli OT) certamente riduce di molto le corbellerie, ma stabilisce in modo unilaterale i “patti del discorso” (e, spesso, si dichiara implicitamente disinteressato all’altrui opinione). Andare OT può anche essere utile, e l’ambito del discorso non è mai così definito da poter essere ritagliato con un teorema: farlo, equivale a fare pesare un’autorità e a rinunciare per principio alle “divagazioni”: ricordando che sulle divagazione si è costruita la storia di molta letteratura e si basa buona parte della comunicazione umana (spero sia utile esprimere la mia opinione come autocritica).
Quanto agli insulti, io li cancellerei sistematicamente (ma è abbastanza facile stabilire quando un post è, dall’inizio alla fine, una sequela di insulti)
Ragazzi i filtri sono buoni solo per le canne. Smoke free, stey unite! NO ALLA CENSURA! W LA LIBERTA’!
ivan, ma a questo punto son quasi ot:), mi interesserebbe sapere, se ti va, la tua opinione sulla cassandra di Wolf, e anche com’è la tua pentesilea.
Prolungo l’OT rispondendo a Ian: io non uso filtri. Credo di aver eliminato commenti pochissime volte: la prima, quando ci fu uno spam sistematico da parte degli ora dipartiti Blogdiscount su Alessandro Piperno. E nei casi, fortunatamente abbastanza rari, in cui si insultavano pesantemente altri commentatori.
(poi ci sono i casi in cui l’attuale piattaforma di Kw, in via di estinzione definitiva, si mangia i commenti da sola, ahinoi)
Quanto agli OT, appunto: dipende . A volte possono anche infastidire il lettore (il quale può però saltarli: un blog non è un libro, e non credo che nemmeno la lunghezza dei commenti sia un difetto). In altri casi, da apparenti OT nascono discussioni interessanti anche se vanno in altre direzioni.
Nel caso: da un lato facciamo torto all’ottimo post di Ivan (e me ne scuso) parlando d’altro. Ma questo “altro” non è affatto secondario, in effetti.
Infatti Gina, e non ci trovo nulla di male, se non si è capito. Stabilire dei limiti troppo netti a un discorso è una forma mascherata di argomento di autorità (di cui, occasionalmente, rimprovero l’abuso anche a me: ma non è la mia attività principale).
La risposta alla prima domanda non troverebbe spazio nei commenti, perciò ti invito ad abusare della mia mail (ivan.roquentin@gmail.com).
La risposta alla seconda domanda è già scritta, al massimo posso inviartela in allegato, se sei curiosa
Loredana, leggo ora il tuo commento: no, non fai nessun torto a me: al contrario, siamo pienamente d’accordo. Trovo che “saltare di palo in frasca” sia una necessità di ogni uomo sano di mente (che poi, a me, alcune “frasche” non piacciano, è una questione irrilevante per il resto del mondo)
prima di andarmene cercherò di chiarire alcune cose
Da marco C. vorrei sapere in base a che cosa pensa che io sia una provocatrice professionista.
In realtà non lo sono!
Magari ho un modo eccessivamente sarcastico di affrontare i problemi, e di esprimere le mie idee e posizioni (in cui credo veramente) e questo ai più suscettibili appare sempre come provacatorio.
E se anche lo fosse non credo sia un motivo per mettere qualcuno in moderazione e neppure il mio congenito diVAGARE (la cosa che sembra aver fatto incazzare il moderatore alle prime armi) credo sia una cosa da moderare :-)))))
La cosa buffa è che sono in rete da tre anni, ho fatto incazzare molte persone (altre no, anzi) MA MAI NESSUNO MI AVEVA MESSO IN MODERAZIONE a parte una certa loredana morandi che aveva fatto un vero golpe in una lista di discussione dove erano in 4 a moderare (e LEI li ha fatti tutti fuori) io l’ho criticata e lei paf mi ha messo in moderazione :-), ma la loryè diventata (o forse già lo era) famosa in rete, ha poi infatti denunciato mezza rete per pornografia (e altro) alla polizia postale (fra i quali anche macchianera e lia di haramlik), per cose del tutto inventate e che l’hanno resa famosa in rete
Penso che certe tentazioni autoritarie prima o poi facciano impazzire chi le mette in atto, proprio perchè essere autoritari in rete è una cosa quasi contro natura.
Bisogna imparare ad avere nervi saldi, saltare le cose che non piacciono e finchè uno non offende o non manda troppi messaggi (per intasare) evitare di dimostrare il proprio potere, altrimenti non si è forti ma infantili.
Ma veniamo a noi, io sinceramente credo di non aver offeso nessuno, nè in questo blog nè in altri (si forse mi è scappato un “Ma che stai a dì”, “ma ci sei o ci fai” forse anche un “grullotto” o l’accusa di aver scritto una pippionata), posso aver detto che un autore è spravvalutato (l’ho detto) o che un altro è sottovalutato (l’ho detto), ma … credo che questo sia mio pieno diritto se frequento un blog con commenti, altrimenti che ci verrei a fare?
Per favore postatemi il mio messaggio che ha scatenato l’arresto senza avviso di garanzia, sono veramente curiosa ;-)
Avrei fatto bene a non utilizzare l’espressione “forma mascherata di argomento di autorità” senza ulteriori spiegazioni…
Loredana, grazie della risposta. Ho sentito dire anche io dei problemi della piattaforma KW. Quanto agli stimoli che vengono dagli off-topic sono d’accordo e aggiungo che sono spesso il segno di una certa intimità tra frequentatori. Perché siano stimoli interessanti credo però che ci voglia un consenso su alcune convenzioni formali, pena una lettura difficoltosa.
In questo dissento da te, trovo che il testo stampato sia più agevole da maneggiare e permetta maggiore libertà a chi scrive. Il tempo dell’occhio su una pagina web invece è più breve, così che è cruciale usare bene lo spazio e l’occasione dati da un blog.
Georgia, nessuna offesa per me: ma tu non prenderti così sul serio! Hai spalmato qualche commento di troppo senza avere molto da dire, e te l’ho fatto notare. Per me è una cosa semplice, non riguarda le tue opinioni, stop.
ok caro jan sei perdonato, ma ti lascio alla tua caccia veramente poco interessante alle spalmature.
Del resto capisco che se si ha il bastone del comando per la prima volta …bisogna pur esercitarlo ;-)
buon divertimento!
georgia
P.S
Ti ringrazio perchè mi hai fatto provare l’emozione della moderazione
Delizioso l’implicito paragone tra Nazione Indiana e Loredana Morandi! E’ l’ombrello che sul tavolo operatorio incontra la macchina per cucire. Gli accostamenti incongrui portano sempre un po’ di illuminazione.
cara loredana, grazie della spiegazione.
non sono d’accordo – tanto più che, se non ho capito male, ti dici in sostanza che “in rete è cosi'”, e quindi bisogna accettare (più o meno) tutto. mah, accettare l’esistente non è mai stata la mia specialità. se almeno in NI si riuscissero a creare modalità per quanto possibile diverse dal chiacchiericcio universale, sarei contento (qui ci sarebbe da fare una lunga precisazione sulla “serietà” – magari un’altra volta).
naturalmente si tratta anche di sensibilità e percezioni personali. so che segui da molto NI; potrai quindi capire, o immaginare, che molti di noi abbiano sviluppato un’ipersensibilità al problema degli imbecilli telematici.
*
a tal punto che talvolta si creano malintesi, come con quella grullettoncina di georgia :-)
georgia, ovvia, è chiaro che si è trattato di un equivoco. non giudicare jan da cosi’ poco. lo conosco da secoli e credimi, dietro le sue arie da burbero filibustiere nasconde un cuore d’oro! sappilo scoprire!
@ Andrea Raos: “cara loredana, grazie della spiegazione.
non sono d’accordo – tanto più che, se non ho capito male, ti dici in sostanza che “in rete è cosi’”, e quindi bisogna accettare (più o meno) tutto.”
Una teoria della conservazione dello stato di cose “a base di” fallacia naturalistica. Non ho capito dove tu l’abbia letta (ma non importa, eh…)
Letto, mi è piaciuto. Letti anche i commenti, ma non metto lingua, è una situazione talmente viscida e sfaccettata che impazzirebbe persino un tagliatore di diamanti, dovesse mai provare a dargli una forma.
Solo una nota per Ivan. In un passaggio “…e quando invece diminuivano troppo in fretta c’era Ecuba, che stava lì per questo, nella sua bella camera d’accoppiamento, sfamata e dissetata come una regina, oppure come un verro nella stalla dei porci…” chiudi con la frase “… come un verro nella stalla dei porci.”
Beh, difficile che in tale situazione Ecuba riuscisse a fare figli, verro e porci sono entrambi maschi e non si mette mai (trascorsi contadini) un verro da riproduzione in mezzo ad un recinto di porci (spesso castrati): se lo mangerebbero ;-)
Osservazione banale, ma mi è partita…
Buona giornata. Trespolo.
per ivan.
“fallacia naturalistica”?
non capisco (e che io capisca o no importa pochissimo, ci mancherebbe).
Trespolo, era palesemente una chiusura di frase assurda! (anche io ho esperienze contadine). Grazie per la nota, in ogni caso…vuol dire che non mi sono fatto capire per nulla (magari, se non hai nulla in contrario, approfitterò della tua attenzione in “fase di lettura”)
@ Andrea: intendo dire che la posizione di Loredana non mi sembra affatto quella di una persona che sostiene: “dato che le cose stanno in un certo modo, e il modo è “dato”, allora non ci resta che prenderne atto e seguire le regole”
Ho utilizzato “fallacia naturalistica” nel senso delal tradizione analitica: indebita derivazione del “dover essere dall’essere”; in breve, impossibilità di dedurre il migliore (o più giusto) criterio per l’azione basandosi sull’osservazione dello “stato di cose”.
@Ivan, andata, approfitta pure; fin che si rimane nell’ambito della lettura nessun problema :-)
Buona serata. Trespolo.
a ivan.
cosi’ va meglio, grazie.
[…] La scelta di gestire i commenti in Nazione Indiana ha suscitato una discussione accesa, sia nei commenti stessi ai post Ritratto di Cassandra e La crisi, che sul blog di Loredana Lipperini. […]
Ciao Ivan,
ci ho ripensato e l’ho messo, il commentino, che arriva da distanza non solo geografica. La discussione sui commenti moderati è intercambiabile ma ovviamente da fare, peccato che abbia deviato l’attenzione. Per dirla con Char, René:
(non la so tradurre il italiano, sorry)
La cassandra l’ho letta, ho letto anche il corriere del 16. luglio, rimanendo esterrefatta dalla totale perdita di senso, della cecitá sia dell’autrice che del giornale che la pubblica, senza nemmeno l’interruzione visiva di una pubblicitą, senza nessun commento, un mattone che cade in un deserto. Strano mondo l’italia.
É un testo molto bello, il tuo, bello come un Arcimboldo, necessario oltremodo, tristissimo anche per la futilitá che il pathos, come mezzo retorico, si porta sempre dietro, una coda di topo che fa sfumare le traccie lasciate.
Ringrazio Nazione Ind per aver pubblicato questo breve testo, è scritto benissimo, non credo ci sia dubbio. Mi piacerebbe moltissimo leggere il seguito…è possibile?
Testo davvero interessante.
Grazie Doro, ti scriverò in privato, non appena sarò in grado di aprire la casella postale con animo “sereno”.
Emi: non so se sia possibile leggere il seguito, non sarà certamente possibile leggerlo qui, e questo posso assicurartelo. La mia mail: ivan.roquentin@gmail.com (utilizzala, se vuoi).
Fabrizio: grazie della concisa opinione.
Ciao caro Ivan, meglio concisa e sincera che lunga e tendente allo sproloquio. Spero ci sia un seguito. Ciao ciao
“Ciao caro Ivan, meglio concisa e sincera che lunga e tendente allo sproloquio”.
Appunto. C’è un seguito e c’è già una fine, ma non si leggeranno qui (intendevo dire).
Grazie, Fabrizio
allora fammi sapere dove sarà possibile leggere il seguito. Ciao Ivan.
Fabrizio, quando hai tempo lasciami due righe in mail: ivan.roquentin@gmail.com
Ciao e grazie, Ivan
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Buon luogo piacevole senza qualsiasi cosa dispari, ben progettata!