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POEMI IMPROVVISATI su temi siciliani o creduti tali (estratti)

di Laurent Grisel

Versione italiana di Beatrice Monroy

Il futuro non è mai completamente chiuso

In questo libro sparito, forse nascosto, forse mai esistito è contenuta tutta la storia a venire della famiglia, i suoi segreti, gli scheletri nell’armadio, le schifezze e i piccoli orrori di cui ciascuno è fatto.
Insomma un libro che conosce le identità di chi ancora non c’è.

Il mondo è completo.
Il mio
mondo
è
finito :
concluso. Sono concluso.
Sono nella storia, sono un punto
in una stirpe.

Non sono più.
Fermo tutto.
Ascolto in me stesso e non sono più
cosa voi dite
che io sono.

Li si descrive così questi uomini : fanno silenzio
perché ascoltano.
Hanno la forza di fermare il tempo. Di considerare
tutto il nuovo come una replica
ed essi, no, non si replicano, non sono la replica di niente
né di alcuno
perché ascoltano e considerano tutto ciò che arriva
come nuovo : avrebbe potuto essere sennò.

Considerano nello stesso tempo,
come due piani visti insieme, ogni evento
e la sua contropartita, ciascun fatto
e il suo contrario, ciascun carattere
e la sua smentita.

Non capite ? Immaginate ! Immaginate !
Guardate l’uomo cadere. E nello stesso tempo, sull’altro piano,
guardatelo continuare la sua via.

Ecco come va.

Non essere il figlio di suo padre

Si dice : ebbe una giovinezza indipendente ;
partì.
Ciò che fece, non si sa veramente :
non loquace.
Si dice che andò a lavorare, lui,
l’intellettuale
(in Sicilia, lo sono tutti)
tra monaci dalle mani sporche
per sapere tirar fuori un carretto
dal pantano
con quelli che tirano
e quelli che spingono
e quelli che tengono una tavola
sotto le ruote.

Quando ritornò tra noi fu distante
non irrispettoso
come lo era nella sua giovinezza
ma distante
e attento
– con sua madre, suo padre,
i suoi zii, le sue zie, i suoi cugini.

Può darsi avesse appreso ad ascoltare, a non
forzare. Ad ascoltare, in una storia,
le sette o otto storie che questa contiene.

Una volta solamente ci parlò dal fondo del cuore.
Avevamo seppellito suo padre.Ci disse
che vedendo scendere la bara nel fosso
lui s’era chiesto d’improvviso perché
gli rassomigliasse tanto. Questo padre a cui
non aveva mai parlato.

Noi, aggiungemmo : questo padre
di cui ha messo a coltura i prati che lui trascurava
di cui ha reso incolti i campi che lui coltivava.

La vittima non è colpevole

Un dubbio s’insinua : sarà lui, Nicola, il responsabile della misteriosa scomparsa della moglie ?

Nicola perse la moglie : lei disparve.
Non si sa come né perché né con chi : la morte ?
un amante ? La scomparsa è la scomparsa
e con questa disparvero la forma, il motivo
la scomparsa stessa.
Non restava che una persona :
lui. Può darsi fosse lui, il colpevole, poiché
non aveva fatto nulla.
Questo nulla s’accordava all’altro
nulla.
E donava questa dolcezza : lui pensava
a lei ancora, sparita.

Subire un crimine, accusarsi : senza tristezza.
Solamente questo : nello spazio lasciato libero dalla
scomparsa, tu eri nello stesso stato d’animo
di un criminale, o in quest’altro,
secondo un’altra ispirazione,
o ancora in quello d’un altro, per un’altra ragione.
Così, di stanza in stanza girando,
di strada in strada andando, tu trovi il te stesso
che potrebbe essere, allo sguardo d’un altro,
il comune
o il criminale.

E tu, lettore, la tua mente mobile
consideri Nicola
e ciò che lui, Nicola, si rappresenta
e ciò che io stesso,
lo scrittore che s’ispira ad altri scrittori
immagina.
Gorgo ben regolato
senza disordine.

Lacerare il silenzio, porre delle domande dure, fare cadere
dell’altro nel gorgo.
Ascoltare le urla
che risvegliano i sopravvissuti in sudore, in piena notte
e di cui né gli urlatori, né gli urlati
parlano.

La vittima non è colpevole.
Ci sono molti criminali.

Scappare alla ripetizione indefinita dello stesso

Smetti di lavorare, smetti di occuparti.
Non leggere più neppure. Non giocare più. Non dormire più.

Non mangiare più, lascia la fame scavarti.
Non bere più, guarda bene l’ombra, guardala ancora.

Sbarazzati dell’eternità. Sbarazzati
della ripetizioni dello stesso.

____________________________________________

Da qualche anno, alcuni scrittori siciliani riuniti attorno a Beatrice Monroy organizzano “La notte dei mille racconti“, ai primi di luglio. E’ l’occasione per degli esercizi collettivi.

Palermo, 18 marzo 2005

Caro Laurent,

la storia che ti proponiamo è questa :
Un giornalista o uno studioso, quello che tu vuoi, viene a sapere che in Sicilia da molti secoli si snoda una strana leggenda. La leggenda del Kitab dei Kutub della famiglia Carabillò.
La storia incuriosisce il tuo personaggio che decide di cominciare una ricerca.

La leggenda vuole che gli antenati dei Carabillò fossero degli intelletuali arabi sbarcati ai tempi della Conquista. Così i Carabillò sognano un antenato vestito alla moda degli arabi, un alchimista giunto in Sicilia per cercare certi metalli che gli avrebbero permesso di scrivere il libro dei libri: Il kitab dei kutub. In questo libro sparito, forse nascosto, forse mai esistito è contenuta tutta la storia a venire della famiglia, i suoi segreti, gli scheletri nell’armadio, le schifezze e i piccoli orrori di cui ciascuno è fatto. Insomma un libro che conosce le identità di chi ancora non c’è.

Il kitab dei kutub è l’ossessione dei Carabillò perché da questo libro si sentono osservati,controllati, giudicati.. Tutti i maschi andranno alla sua ricerca.
La storia si svolge tra le montagne sopra Palermo che si chiamano Madonie.

(…)

Ti pregherei di non scrivere più di dieci pagine e non meno di sette e la consegna entro il 10 maggio,

Beatrice Monroy.

Laurent Grisel ha identificato in questa storia una quindicina di temi, sui quali ha scritto delle variazioni, delle poesie, che sono altrettanti tentativi di contro-stereotipi. Peraltro, questa sequenza di poesie si conclude con un piccolo saggio intitolato “Fabbrica di stereotipi e contro-stereotipi”.
Vengono qui pubblicate quattro di queste poesie. Alcune di esse portano come epigrafe una citazione dalla sceneggiatura che ha servito da trama per la scrittura collettiva.
Parallelamente a Nazione Indiana, remue.net pubblica il testo originale francese di queste stesse poesie. Lo trovi qui

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16 Commenti

  1. E’ molto interessante quello che hai postato, veramente molto.
    Volevo ringraziarti di averlo postato ma non avevo ancora fatto perchè volevo prima vedere se qualcuno fra i frequentatori di questo blog LETTERARIO avrebbero aperto il tuo post (anche in assenza di altri commenti) letto e lasciato un commento.
    Vedo che nessuno lo ha fatto, come immaginavo, e questo la dice lunga sui frequentatori “commentanti” di NI :-(

  2. grazie georgia – ma grazie anche ai lettori silenziosi, che credo (spero!) esistano -. vi consiglio di andare a dare un’occhiata al testo originale su remue.net , perché li’ c’è l’impaginazione esatta delle poesie di grisel – i poveri mezzi di NI non permettevano di fare di più…
    peraltro, segnalo che remue è un sito “cugino” di NI, nel senso che è fondato più o meno sulla stessa idea : gruppo di scrittori, ciascuno postante in piena autonomia.

  3. non dubitavo sulla presenza dei lettori silenziosi per principio;-)
    Quelli ci sono sempre e sono spesso i migliori
    volevo solo ironizzare su quelli che hanno sempre qualcosa da ridire per principio e spesso (ma non sempre) quegli stessi tacciono quando c’è qualcosa di buon livello:-)))))
    Beh ragazzi non arrabbiatevi è chiaro che sto scherzando (ma non del tutto) e volevo solo provocarvi un pochetto.
    g.

  4. No, no, Giorgia, figurarsi, non mi sono sentita provocata :) ho alzato solo la mano come alle elementari :))) ciao e buona giornata a tutti

  5. non c’entra nulla con quello di cui discutete ma voglio segnalarvi lo stesso una bellisima citazione all’interno di una discussione aperta su vibrisse sul fatto se la letteratura italiana oggi sia o meno in crisi.
    L’ho messa sul mio blg ed è di cesare garboli la potete leggere qui
    http://georgiamada.splinder.com/
    E ora speriamo non salti fuori il solito fesso di turno (come è successo in altro blog) a dire che lo faccio per pubblicizzare il mio blog, PRIMO perchè NON è vero, a me non interessa pubblicizzare nulla e SECONDO perchè anche fosse vero non ci sarebbe nulla di male.

  6. E perchè mai, mio caro fermo-jan?
    io di-VAGO sempre … e allora?
    Se non di-VAGASSI, se non avessi incominciato a di-VAGARE non sarei mai neppure arrivata in NI;-)

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