Tracce : di vita
di Gherardo Bortolotti
4. dissonanza cognitiva
svagato, nella texture del reale, nell’intreccio dei sensi, delle cose, una specie di pagina marmorizzata del giorno, il suo emblema, la sua ricostruzione – con l’idea della mappa trasformata in canone dell’ornato, del drappeggio, della decorazione
sediamo, beviamo qualcosa, contrattiamo alcuni valori di senso sulle nostre due vite
i continui accadimenti minimi della mia giornata, prelevare il caffè dalla macchinetta, incrociare lo sguardo di una collega, evitare un passante, generano depositi di conoscenze di basso livello, tecnologie filiformi, manufatti logici destinati a settori specializzati della mia filiera di produzione di senso, ad un qualche livello intermedio tra la mia brillante battuta, le risate degli altri ed il mondo sotterraneo del senso di colpa, le risacche senza peccato sulle spiagge del ricordo prenatale
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7. mangia i ricchi – e sputa le ossa
238. sottoposto alla pena del salario, la cui elargizione, nella successione delle sue date, segna la curva di un destino ineludibile, una figura generale della vita, su cui porsi il problema dello scioglierla, del quadrarla, scontrandosi con le equazioni irrazionali della sua soluzione, le inerzie del plusvalore, della specializzazione del lavoro, del modo di produzione, dei tempi del capitale
239. ricostruire il senso di una scena, ricorrendo alle figure della produzione in serie
240. la catastrofe nel territorio della percezione
241. riducendomi ad una quantià di energia, ad un investimento calorico differenziato, in tessuti, forza-lavoro, cicli metabolici, il cui rendimento può essere indotto, con poche frasi, coi pregiudizi, con il valore del lavoro e del salario
242. nel mondo disabitato dei miei modelli di vita, del mio super-io, delle regole che non riesco a seguire
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12. lettura lineare
nonostante tutto continuo ad operare sugli eventi dei miei giorni con tecnologie di scarto, indietro di una o due generazioni sull’avanguardia del software ideologico e cognitivo, come se le mie soste al caffé, o l’uscita dall’ufficio, si situassero in pianure abbandonate da migrazioni antiche, da transumanze oltre le catene dei monti della storia, avendo già misurato che il mio cammino, la portata del mio futuro71 non raggiunge neppure le pendici dei giorni tragici che mi trovo a vivere, non sfiora l’epoca nodale che, grazie ad una nuova articolazione del capitalismo, ed alla lotta per l’egemonia su risorse energetiche deperibili, questo scorcio di secolo rappresenta
71) proprio sulla contrattazione di un sistema di generi a cui affidare il senso delle mie azioni, mi trovo in disaccordo con gli altri, e con i fatti della vita, come se fosse ormai chiaro che il reale, e l’editore delle sue collane, facesse appello a tradizioni narrative differenti
72) minorenni a guantanamo
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27. l’orizzonte disarticolato dei documenti
18/04/2023
nelle stanze della mia vita da impiegato arriva un rivolo di sangue, uscito da una porta che, per contratto, non posso guardare
13: diario di oltre confine
multinazionali che si spostano verso l’astratto, le cui proprietà costituiscono massonerie esoteriche di consigli di amministrazione e sindacati segreti, ed i cui centri di produzione si allontanano oltre i confini, lasciando le merci, come tracce di un disegno, apparentemente innocenti
21/04/2023
ci rendiamo conto, a questo punto, che alla gioie del mercato c’è un limite e che, nonostante la quantità di violenza, o l’egida dell’onu, ad ogni azione corrisponde sempre una reazione uguale e contraria
04/07/2023
imprigionato in una rete di relazioni umane in atto, di rapporti di produzione, di strategie militari che prevedono l’invasione dell’iran, della siria
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Gherardo Bortolotti, nato nel 1972, lavora come catalogatore a Brescia. Ha pubblicato brevi testi in rete (www.cepollaro.splinder.com) e sulla riviste “Qui, appunti dal presente” e “Il segnale“. I suoi lavori esplorano l’area di confine tra prosa e poesia.
(immagine di charles sandinson)
interessante, ma per i miei gusti un po’ astratto, con molte frasi piene di parole colte o espressioni specialistiche che non comunicano pensiero. forse è un mio limite, ma questo tipo di scrittura, pur onesta, la trovo a tratti inerte. comunque interessante, l’ho letto volentieri
Andrea è tutto bellissimo, testo e immagine. Ma come hai fatto a trovare Charles Sandison (a proposito c’è una “n” in più), se usi il web mi consigli qualche sito di artisti contemporanei?
Sarà una suggestione facile, ma Sandison mi fa venire in mente la musica di Morton Feldman.
qui ho trovato un’altra bella immagine
http://www.kolumbus.fi/sandison/people.jpg
sul “banale” sito di repubblica, grazie per l’errata corrige (correggero’) e per l’immagine
trovo assai belli questi testi, sulfurei e esatti, analitici e vaghi. mi interessa soprattutto come lavorano sulla percezione. spewro di leggerne altri