La via lattea 5
di Franco Arminio
Se c’è un solo motivo per odiarti
ti odieranno.
Se c’è un solo motivo per amarti
altri te ne chiederanno.
*
Dicono che vogliono servirci.
Sono fantasmi più che camerieri.
Portano il fumo nei bicchieri.
*
Il poeta è un cuoco morto.
Per cucinare
gli serve la carne
del suo corpo.
*
Le parole sono capre
sui sentieri
e loro stanno in un recinto
curando i loro averi.
*
Certe volte vorrei squarciarmi
la gola
la faccia,
scendere con una mano
a prendere il cuore
e chiedergli che vuole.
*
Non ti serve una donna
e questo è il guaio.
A te serve
l’ago nel pagliaio.
*
L’universo non è una pattumiera.
Ognuno dei potenti andrebbe chiuso
in una busta nera.
(Fine)
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I miei complimenti all’autore.Questi sono dei carezzevoli elettrochoc.
Ha una grande dote. Sa provocare uno squarcio e uno sconcerto nella visione offerta al lettore.
queste piccole occasioni sono intense vigilie. mettono voglia d’altro, d’oltre… capisco sempre di più che la terra di arminio è la stessa sostanza delle sue poesie: orizzonte, pale eoliche, visione di se stesso in frantumi di cose inconsuete e solite. a presto
Io invece queste poesie le trovo piuttosto deboli. La prima mi ha fatto venire subito in mente la canzone di Antoine, e prima di Bob Dylan, “Se sei bello, ti tirano le pietre… se sei brutto, ti tirano le pietre”…
Di cattivo gusto poi la cosa del cuoco morto.
Non si ha molta voglia, né bisogno, di “piccole occasioni”, almeno dalle mie parti.
Ciao, senza offesa
Anna
Adesso abbiamo bisogno anche del “buon gusto”, in poesia… Scusi tanto se non si usano le posate, qui. Il pollo qui lo mangiamo con le mani, madame, sa?
Il buon gusto sarebbe quello di lasciar perdere Antoine. Vada a mangiarsi una pizza con Paolo Limiti.
No no, per buon gusto non intendo mangiare con le posate invece che con le mani, intendo mangiare roba buona e sostanziosa e non pilloline.
Lei è semplicemente una snob.
Anch’io li trovo squarci, anche se variamente intensi.
E la similitudine poeta-cuoco morto, dal punto di vista stilistico in quattro versi condensa Vivian Lamarque e Giorgio Caproni. Dal punto di vista concettuale è verissima e molto forte.
Grazie.
forse perchè io sono disperata e vivo della disperazione altrui ma in queste righe trovo tanta disperazione e desiderio di vivere ma ci si è fermati…….