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MON SEMBLABLE

di Gianni Biondillo
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Gh’an Ditt oeuv senza guss, bartolamee,
barlafus, fasoritt, menus, coo d’aj,
signori de cittaa, zeder, campee,
barolè, ballauster e coraj

(Carlo Porta)

Poeti neoclassico-avanguardisti
ecco il prontuario che mancava:
mai dimenticarsi delle clessidre,

della notte ed il mare. Di vergare
pergamene. Mai scordarsi del tedio
dell’anima, dell’orgia di baccanti

degli arabeschi e di querule eco.
Non trascurare gli Dei e Cassandra,
il momento mistico dei tarocchi

e, certo, il sacro Graal, l’alchimia…
Non c’è mai poca gente semmai gli uomini
sono rari, oppure sono incerti;

impara non sei ubriaco ma ebbro
e nessuno viene ma tutti giungono.
Se vuoi un mio consiglio spassionato

ascolta i poeti laureati
loro, altro che se la sanno lunga:
il metro chiuso oggi è più di moda

se devi romperlo fallo a brandelli
che ci piace tanto perché è così
decò, sembra tanto modernariato.

Ma come! Parli tu? Potreste dirmi
Certo! Parlo! Dal basso dei miei versi.
Soffro anch’io del nostro mal francese:

Nessuno ci incula ma continuiamo
a crederci al centro dell’universo.
Poveri illusi, fratelli, poeti…

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GIANNI BIONDILLO (Milano, 1966), camminatore, scrittore e architetto pubblica per Guanda dal 2004. Come autore e saggista s’è occupato di narrativa di genere, psicogeografia, architettura, viaggi, eros, fiabe. Ha vinto il Premio Scerbanenco (2011), il Premio Bergamo (2018) e il Premio Bagutta (2024). Scrive per il cinema, il teatro e la televisione. È tradotto in varie lingue europee.
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