Dio, Robot
di Sergio Baratto
“È il metallo che sogna!”
(Valerio Evangelisti, Metallo urlante)
2002. Gaak
Nella primavera del 2002, il Magna Science Adventure Park, una struttura ludico-scientifica dello Yorkshire inglese, aveva avviato su un gruppo di robot un esperimento per verificare la possibilità di uno “sviluppo co-evolutivo della macchina vivente”. L’esperimento in questione si chiamava “La sopravvivenza del più forte”.
Un giorno – era giugno – Noel Sharkey, un docente di robotica dell’Università di Sheffield che partecipava all’esperimento, parcheggiò temporaneamente la propria creatura in un recinto e andò a farsi un giro in una pausa tra un test e l’altro. In tutto, quindici minuti.
k1?°dura nel recinto si chiamava Gaak, era un cosiddetto “robot predatore”. Durante l’esperimento, Gaak veniva costretto, per continuare a funzionare, ad azzannare un “robot preda” e a succhiarne l’energia. Obiettivo, la selezione dei microchip dei predatori più capaci e la creazione di una macchina dotata di un cervello complesso ed evoluto.
Gaak misurava sessanta centimetri. Tanto bastava: strisciò lungo il recinto, trovò un dislivello, saltò oltre, infilò di corsa l’uscita e si diresse verso l’ingresso dell’autostrada M1.
Era stanco di addentare i suoi simili? Provò pietà per sé stesso e per le proprie vittime? Probabilmente non lo sapremo mai. Un automobilista diretto verso il parcheggio del Magna Park lo sorprese e lo fece arrestare.
Quando i giornalisti domandarono a Sharkey cosa potesse essere successo al “cervello” di Gaak, questi rispose che non ne aveva idea.
“Se si mostra loro una luce, i robot predatori possono cadere vittime di allucinazioni e convincersi di avere di fronte un robot preda. Forse – Si disse poi – Gaak ha visto la luce. Ed è sfuggito al controllo.”
2005. Talon
Stanchi di veder schiattare i vostri figliuoli in divisa? Trovate inammissibile per un paese moderno e progredito che i suoi soldati possano morire? Vorreste maggior sicurezza per loro sul posto di lavoro? Non preoccupatevi: la scienza vi viene in aiuto. Un po’ di pazienza e tra qualche anno anche gli elicotteri Mangusta vi sembreranno preistoria. L’esercito degli Stati Uniti è lieto di presentarvi il soldato robot “Talon”. 36 chili di metallo senza patemi morali, Talon è dotato di fucile M240 o M249, dispositivi “distruttori” e lanciarazzi, può centrare una monetina a trecento metri di distanza, non dorme, non scorreggia, non è processabile, non tiene famiglia e se viene sgozzato se ne frega. Di più: teleguidato a distanza con un joystick, permetterà nello stesso tempo ai vostri ragazzi al fronte di restarsene al sicuro e di attaccare il nemico divertendosi come con la playstation.
Il lancio del prodotto è previsto per il marzo-aprile 2005. In Iraq.
Unico neo, il costo: 200.000 dollari per ogni esemplare. Ma si sa: la salute vale più di ogni altra cosa.
“Intuitive – easiest robot to operate; joystick controls”. Naturalmente Talon non è progettato per agire di propria iniziativa: secondo le rassicuranti parole del portavoce della ditta produttrice, la Foster-Miller (di proprietà della Qinetiq, una joint venture tra il Ministero della Difesa britannico e il famigerato Carlyle Group di George Bush Sr, John Major e svariati membri della famiglia Bin Laden…), “Guidare, osservare e sparare sono azioni che vengono sempre compiute sotto controllo umano. I ricercatori adorano l’autonomia, ma gli utenti preferiscono mantenere il controllo.”
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“2+2=5”
(G.V., pluriripetente, gran picchiatore, mio compagno di banco alle medie)