Le scimmie… (35)
di Dario Voltolini
nel palazzo in cui abitano seri professionisti
capisco ripete
poi aggiunge qualcosa sulla casa
sui mobili
tipo
prenderò il computer
è a questo che pensa
e finalmente è davvero finita
fare l’amore a Genova
è un atto di umiltà
con tutto quel mare che si versa sulla terra
con tutta la terra che scende nel mare
dalla finestra si vedono passare
a pochi metri le automobili sospese
l’odore di un vecchio muro in ombra
sale dentro in casa
lo smalto verde sul legno della porta
è liscio e lucidato e ha un’incisione
verticale
che parte dalla serratura e scende a terra
mattonelle quadrate a scacchi sul pavimento
le scale che scendono fasciando l’ascensore
affrante e stanche
con la signora del secondo piano che sale con la spesa
ci sono ancora i piatti da lavare
sono impilati in cucina
bicchieri da lavare
forchette e coltelli
la questione dell’umiltà
è che non c’è proprio paragone
un vento flaccido sale nei quartieri
pesce petrolio sentieri
i treni sopra i ponti erano lunghi
quando il sole sorgeva dalle colline
alcuni viaggiatori si svegliavano
intorpiditi dalle strane posizioni
tenute nella notte
il capo appoggiato al braccio
le gambe incrociate sotto
e adesso i formicolii mattutini
gli occhi a pressione
le bocche insabbiate
la luce pesca
polpa di frutto
scorre l’aria oltre i finestrini
i treni erano lunghi
articolati
i ponti erano intatti
i fiumi rosati fra le sponde
comitive in vacanza passavano
negli autobus collaterali
poi veniva la pianura
era tempo di pace
mi dici
e partivamo d’inverno con l’aereo