Le scimmie… (4)
di Dario Voltolini
in condizioni molto approssimative
e ora invece il silenzio era forse troppo
e anche il disco aveva smesso di suonare
e la luce del giorno aveva in sé bellezza sufficiente
e l’aria verde nelle altre stanze galleggiava senza fretta
per le strade fuori che salivano in collina
non passavano automobili
dai vetri si vedeva il fogliame
bicchieri e bottiglie scintillavano nella credenza
di legno scuro
un tavolo vecchio al centro della cucina
il giornale aperto
c’erano molte stanze nella casa padronale
e forse avrebbero fatto meglio a visitarle tutte
violando il segreto di ciascuna
prima di fidarsi del reciproco desiderio
dicembre
ancora pochi mesi
e poi per sempre la scuola per te sarebbe finita
stavi cercando lavoro
e forse uno l’avevi anche trovato
dovevi presentarti tra qualche giorno
il posto era un’officina miserabile
di uno che non sapeva lavorare
l’avevi capito subito guardando gli strumenti in disordine
e sporchi di grasso
e soprattutto di polvere
catene arrugginite pendevano dal soffitto
barattoli di vernice mezzi pieni
aperti e sprecati
tu eri naturalmente pulito e geometrico
a scuola come nei campetti di calcio alla sera
dove sembravi mosso da un pantografo
segnando da tutte le posizioni
saltando sempre l’avversario
sempre
e poi gennaio febbraio marzo
senza dire niente a nessuno
lasciandoci credere che saresti
finito in quell’officina
stavi invece organizzandoti
e alla fine della scuola
sei partito
perché ti avevano assunto a seicento chilometri da casa
una sera ho talmente tanto insistito
che hai frenato di colpo e sei sceso a fare un bancomat
per darmi duecentomilalire
per farmi stare zitta
per vedermi poi sparire dietro a un angolo
che sapevo io
ora sono passati davvero tanti anni
e io me la sono cavata
ho un marito e tre figli
ho fatto tutte quelle cose dolorose
ma alla fine me la sono cavata