No grazie
Ricevo dal Movimento di Cunegonda (www.cunegonda.info) e pubblico molto volentieri:
SPONSORIZZAZIONE NIKE RIFIUTATA DALLE SCUOLE
Si è chiusa la campagna Fuori la Nike dalla scuola con la cancellazione dei loghi Nike dai campetti sportivi donati esattamente un anno fa dalla multinazionale statunitense al Comune di Roma. Zanotelli commenta: “una vittoria della societa’ civile. Basta alla devastazione della formazione pubblica da parte delle multinazionali degli affari”. Ora il Comune si doti di una “Commissione Etica” di valutazione delle sponsorizzazioni.
Il Coordinamento Cambia lo Sponsor (Cocs) e’ intervenuto presso le scuole Piranesi di via Fabriano a Nuova Gordiani, S.Francesco di viale Ruspoli ad Acilia e presso la scuola di Largo Borghi a Prima Porta per cancellare gli ultimi loghi Nike presenti sui campetti donati esattamente un anno fa dalla multinazionale statunitense al Comune di Roma.
L’intervento non ha provocato alcun danno alle strutture sportive ed e’ consistito esclusivamente nella copertura dei loghi tramite bombolette spray. Non un’operazione contro le scuole donatarie, con alcune delle quali abbiamo collaborato e collaboreremo in futuro per diffondere tra i ragazzi una cultura del rispetto dei lavoratori. E’ un’azione di boicottaggio della Nike.
Con questa azione dichiariamo conclusa con successo la campagna “Fuori la Nike dalla scuola”, che in un anno ha raggiunto diversi risultati importanti.
Dei 20 campi donati dalla Nike, sono innanzitutto state lasciate al mittente le 11 “gabbie”, contrastanti con qualsiasi idea accettabile di spirito sportivo e di gioco per bambini. I 9 campetti “normali” installati nelle scuole sono rimasti al loro posto e si e’ solo provveduto alla copertura dei loghi.
Cinque scuole li hanno coperti autonomamente, dietro invito del Comune su cui avevamo fatto pressione; un campo e stato smobilitato del tutto; nelle restanti tre scuole e’ intervenuto oggi il Cocs.
Con questa campagna abbiamo cercato di mettere ben in luce cio’ che si nasconde dietro al logo, nel caso della Nike lo sfruttamento dei lavoratori impiegati nel sud del mondo, che percepiscono meno di due dollari al giorno e lavorano senza nessuna tutela sindacale, a fronte dei miliardi che vengono spesi per le pubblicita’.
Con questa campagna abbiamo anche e soprattutto voluto opporci all’ingresso
degli sponsor privati nella scuola pubblica, un fenomeno che, se da noi e’ appena agli inizi, e’ gia’ dilagato negli Stati Uniti, con effetti devastanti, ad esempio sulla liberta’ di insegnamento. Basti pensare alle diffusissime clausole di “non denigrazione” che impediscono ad esempio alla tale Universita’ che ha ricevuto i soldi dalla tale ditta farmaceutica di rivelare i risultati negativi di ricerche scientifiche sul medicinale che quella ditta commercia.
Si tratta di una precisa strategia commerciale delle aziende che mira, anche
in Italia, a raggiungere i giovani consumatori nelle scuole, ovvero nell’ultimo spazio ancora libero dalla pubblicita’ (dopo l’invasione dei mezzi pubblici e dei piu’ bei monumenti delle nostre citta’), in cui i bambini passano la maggior parte del loro tempo ed in cui dovrebbero essere maggiormente tutelati.
Con questa campagna abbiamo inoltre realizzato un importante operazione di contaminazione politico-culturale sull’amministrazione locale.
Da una situazione di partenza di scarsa attenzione su queste tematiche, oggi, sempre piu’ spesso, il Comune di Roma rifiuta di lasciarsi coinvolgere in operazioni di immagine delle multinazionali sotto boicottaggio o comunque non “pulite”.
Da Eurochocolate 2003, con l’esclusione della Nestle, ai campetti Nike, prima accettati e poi rifiutati, sta crescendo, anche grazie alla sensibilita’ di alcuni assessori o loro collaboratori, fino allo stesso sindaco Veltroni, la coscienza critica dell’amministrazione capitolina.
Per saperne di più: www.romanordestsocialforum.org/cocs/home.htm