American dream #2
di Marco Cassini
Mi sento chiamato in causa.
Io ringrazio Tiziano Scarpa perché so che ha buoni gusti e buon cuore e credo non ci fosse affatto ironia nel definirci “solerti funzionari stranieri, assolutamente spontanei” (be’ se era una presa per il culo non me ne sono accorto, e lasciatemi vivere nell’illusione che fossero dei complimenti…) e capisco benissimo lo sfogo, il desiderio che succeda qualcosa di analogo per i nostri autori, under o over forty non importa.
Io la coscienza ce l’ho a posto: il nostro tentativo l’abbiamo fatto, è che davvero ci andiamo a scontrare con un colosso linguistico-culturale a cui poco importa di ciò che non è al cuore dell’impero ma vive o vegeta nella periferia: subito dopo aver firmato il glorioso contratto con la Penguin ho proposto al solerte editor londinese se non fosse interessato a una collezione analoga, una sorta di Burned children of Italy, ma ovviamente la risposta è stata un cortese diniego.
La Penguin conosce forse Sciascia, forse la Ginzburg (ma bisognerebbe scommetterci e io non mi ci giocherei piu’ di tanto) e ovviamente Umbertone Eco. Penso che poi la conoscenza delle nostre vicende letterarie all’estero si fermi lì. Sì, è vero, ho visto il buon Niccolò tradotto dalla casa editrice piu’ trendy del momento, Canongate, e a New York ho visto un anno fa Camilleri (“the shape of the water”…) fra le novità di Barnes and Noble.
Quindi qualcosa si muove. Ma ovviamente ci vanno cauti. Per il poco (no, no, mi correggo: SEMBRA poco ma ci facciamo un mazzo così) che facciamo qui a minimum fax con gli autori italiani esordienti, cerchiamo sempre di gettare un’esca in mari o oceani che vanno anche più in là del Mediterraneo: è una fatica improba per noi piccoli editorini indipendenti, ma abbiamo messo su un settore del nostro sito con la traduzione in inglese di stralci dei romanzi o dei racconti degli autori della nostra collana autoctona, nichel. Cerco di mettere a frutto il vantaggio di conoscere editori e agenti stranieri (per l’import) e cerco di fargli capire che praticheremmo volentieri anche dell’export.
Per il momento, ci gloriamo di aver esportato non solo i diciotto Burned children (esportazione di seconda mano, certo, ed è stato detto) ma anche un saggista italiano, il Bruno Ballardini autore di Gesù lava più bianco (o: come la chiesa cattolica inventò il marketing) ma è pur vero che lo abbiamo fatto viaggiare sempre su strade periferiche rispetto all’impero: dall’Italia è sbarcato in Portogallo. Ma per noi è già una enorme soddisfazione. speriamo che presto o tardi si accorgano anche della narrativa fatta qui da noi.
No, non credo affatto che non si riesca ad andare oltre i due o tre nomi. sono convinto anzi che si faccia della bella narrativa In italia, ci siano teste pensanti e scriventi che sono assolutamente all’altezza dei colleghi che hanno avuto la fortuna di pensare e scrivere in un altro idioma.
Non è il caso di fare nomi, non per ora, anche perché finirei col dire soprattutto nomi di amici, o di autori di minimum fax perché mi piacciono assai e sono orgoglioso di averli pubblicati: ma case editrici come Fernandel, Sironi, Pequod e, sì, vabbè mettiamoci pure minimum fax, insieme ai grandi editori italiani di sempre, stanno facendo un buon lavoro. se ne accorgeranno oltre i confini? Ci prenderanno a cannonate come se fossimo un cargo di boat people che vuole arrivare sui lidi ridenti della letteratura europea?
Ieri in macchina fra torino e roma ascoltavo alla radio “La mia banda suona il rock” di Fossati. c’è quel punto in cui dice qualcosa tipo che noi stiamo lì alla frontiera con la macchina scassata ma qualcuno ce l’ha fatta, è passato. Mettete scrittura al posto di rock, provate a vedere se funziona.
il logotipo Minimum Fax è tratto dal sito http://www.minimumfax.com/
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Segnalo solo una rilevante presenza in zona trendy di The force of the past di Sandro Veronesi e, gia’ da anni, in zona necessari ma adeguiamoci di Silk, autore a tutti noto.
Rilevazione a ny al giugno 2003.