Non avrei mai scritto Gomorra
di Roberto Saviano
Mi ha generato un senso di smarrimento e paura la dichiarazione di voler tutelare la privacy dei boss mafiosi. Molti boss è proprio quando parlano con i familiari che danno ordini di morte. Ed è proprio quando i familiari a loro volta parlano con amici e conoscenti che rendono palesi le volontà di chi è latitante e impartisce ordini. È proprio nei momenti di maggiore intimità che viene fuori la mappatura criminale di un territorio. Addirittura osservando le conversazioni dei figli dei boss sui social network si possono evincere informazioni che probabilmente seguendo altri canali potrebbero sfuggire. Famiglie potentissime che festeggiano compleanni nel chiuso di quattro mura con pochi intimi: significa che non è il momento adatto per esporsi, significa che ci sono problemi sul territorio.
Quando si ha a che fare con le organizzazioni criminali tutto può essere utile per comprenderne i meccanismi. Per questo limitare l’utilizzo delle intercettazioni, renderne più ardua la disposizione e impedire che certe informazioni vengano pubblicate è un grave danno per il contrasto alla criminalità organizzata. Tutelando chi è vicino alle organizzazioni si tutelano indirettamente anche le organizzazioni stesse.
Nella maggior parte dei casi i filoni di indagine maggiori hanno preso le mosse da indagini secondarie che nulla sembravano, a primo acchito, avere a che fare con i reati commessi dalle associazioni mafiose. Quello che c’è da sperare, ora, è che chi fa queste dichiarazioni semplicemente non sappia di cosa sta parlando e non sia in malafede. Non so cosa sia meglio per il Paese, se avere a che fare con incompetenti, i dilettanti dell’antimafia, o con persone che invece agiscono consapevolmente in malafede. Non saprei decidere.
Il rischio che la legge sulle intercettazioni pregiudichi in maniera profonda la libertà di informazione e prima ancora la possibilità di fare indagini adeguate è troppo alto per poter lasciare il dibattito a chi, da una parte e dall’altra, ha solo interesse che la vicenda venga strumentalizzata. Contro il Ddl intercettazioni proposto dal ministro Alfano e in discussione al Senato insorgono magistrati, giornalisti, editori e l’opinione pubblica è divisa, quando non è confusa. Il governo parla di vietare la diffusione delle intercettazioni e del loro contenuto fino all’udienza preliminare, ovvero fino a quando il magistrato competente non abbia formalizzato l’accusa. E nel frattempo cosa possono scrivere i giornalisti? E cosa può sapere l’opinione pubblica? Che si stanno svolgendo indagini? A carico di chi e per che cosa?
La materia è assai vasta per poterne dare una valutazione complessiva, ma se prendiamo il caso del sottosegretario Nicola Cosentino, nessuno avrebbe potuto scriverne perché l’accusa è stata formalizzata solo dopo molto tempo dall’avvio delle indagini. Indagini che peraltro riguardavano illeciti commessi molti anni prima e i cui effetti erano sotto gli occhi di tutti. Poteva esser scritto che era partita una inchiesta dell’Antimafia di Napoli senza però poter indicare le ragioni, a quel punto sarebbe equivalso a non scrivere niente. A oggi non è stata ancora formalizzata una richiesta di rinvio a giudizio, il che significa che se vigesse già la legge in discussione nessuno potrebbe spiegare sui giornali, in modo chiaro, perché Cosentino dovrebbe essere arrestato. Lo stesso vale per la vicenda Bertolaso; nessuno potrebbe spiegare con elementi concreti chi sono Anemone e Balducci.
L’esigenza legittima di dare una misura, di porre un argine alla pubblicazione delle intercettazioni ossia di difendere la regolarità dello svolgimento delle indagini non deve in alcun modo, però, impedire la libertà di raccontare, di informare la gente su quel che sta accadendo. Perché se da un lato è necessario tutelare chi è oggetto di indagini da atteggiamenti giustizialisti o da garantismi pretestuosi, quello che non deve in alcun modo essere limitato è la possibilità di utilizzare tutte le risorse a disposizione degli inquirenti per fare chiarezza.
Ma in realtà questa legge è figlia diretta della logica mediatica. È una verità evidente sino a ora trascurata. Questa legge risponde al meccanismo mediatico che sa bene come funziona l’informazione e ancor più l’informazione in Italia. Pubblicare le intercettazioni soltanto quando c’è il rinvio a giudizio, se da un lato è garanzia per gli indagati, dall’altro genera un enorme vuoto che riguarda proprio quel segmento di informazioni che non possono essere rese di dominio pubblico. Questo sembra essere il vero obiettivo della legge: impedire alla stampa, nell’immediato, di usare quei dati che poi, a distanza di tempo, non avrebbe più senso pubblicare. In questo modo le informazioni veicolate rimarranno sempre monche, smozzicate, incomprensibili.
Quello che mi sento di dire è che governo, magistratura e stampa, in questa vicenda, dovrebbero trovare un terreno comune di discussione, perché di questo si tratta, di riappropriarsi di un codice deontologico che renda inutile il varo di leggi che limitino la libertà di stampa, di espressione e di ricerca delle informazioni. Non è limitando la libertà di stampa e minacciando l’arresto dei giornalisti che si arriva a creare una regola condivisa. E in questa discussione mi sento profondamente coinvolto perché sotto la legge che si vorrebbe far passare, il mio lavoro e quello di molti miei colleghi sarebbe stato notevolmente più arduo se non, in certe sue fasi, impossibile. Se ci fosse stata questa legge non avrei potuto scrivere intere parti di Gomorra, il cui dialogato talvolta è formato da intercettazioni che ho utilizzato molto prima del rinvio a giudizio e che avevano un valore di inchiesta ancor prima che un valore giudiziario.
Mostravano come in certe aree d’Italia, in quel caso a Secondigliano, un omicidio venisse definito “pezzo” i politici fossero chiamati “cavallucci” su cui puntare. Ma ancor più importante, perché come ho detto prima non si tratta solo di descrivere un contesto, quello avrei potuto farlo con parole mie, quelle intercettazioni descrivevano come un sindaco avesse partecipato direttamente a un agguato, mostrando, in questo modo, lo stato di salute di un intero Paese.
Nel Ddl intercettazioni è anche inserito un emendamento, la “norma D’Addario” che regolamenta l’uso delle registrazioni. Seguendo quanto prescritto non avrei potuto registrare molte delle testimonianze che ho raccolto senza l’esplicito consenso del mio interlocutore e che ho riportato in Gomorra; testimonianze che di certo non sarebbero rientrate in quelle eccezionalmente fatte per la sicurezza dello Stato.
Molte vicende non sarebbero mai venute alla luce e benché spesso io abbia omesso i nomi reali e mi sia limitato a raccontare i meccanismi, credo che neppure quello sarei stato in grado di fare, rischiando pene severissime. Quando, non molto tempo fa, ho incontrato un pentito e ho registrato quello che mi ha raccontato, l’ho fatto senza sua autorizzazione e senza sapere quale sarebbe stato l’esito di quell’incontro. Di fatto, se non c’è reato in quello che viene registrato, si rischia molto e questo può pregiudicare anche la lotta alle estorsioni poiché chi ne è vittima e decide di presentarsi microfonato a un colloquio, se l’estorsione non avviene ed è scoperto a registrare, rischia fino a quattro anni di carcere. Tutto questo per dire che togliere la libertà a chi racconta, togliere gli strumenti per capire cosa sta accadendo non è un modo per difendere il diritto delle persone, non è un modo per salvaguardare la privacy.
L’uso delle intercettazioni deve essere regolamentato. Le regole devono essere condivise e affrontate insieme, non imposte. Questa legge rischia di essere, se non verrà profondamente modificata, solo l’affermazione che il potere non può essere raccontato, descritto, ascoltato. In una parola che tutto gli è concesso.
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A tal proposito suggerisco di (ri)leggere “53. Il dovere di rispettare una legge ingiusta” all’interno di “Una teoria della giustizia”. John Rawls, al 55, poco più avanti, parla della definizione della disobbedienza civile. Mi chiedo se il Ddl intercettazioni in discussione al Senato necessiti di una presa di coscienza forte e condivisa che si tramuti in azioni concordate da gruppi più o meno eterogenei. Azioni di disobbedienza civile appunto, affinché la “comprensibile” legge della maggioranza non diventi legge dell’arroganza. Non siamo di fronte, direbbe R.A.Dahl, a un conflitto culturale rischioso per la democrazia?
Uno dei nodi della questione è rappresentato dalla capacità delle élite di trasmettere gli accadimenti in corso alle persone che sono meno informate sulla reale situazione del paese. Mia nonna, 80 anni, non sa che cosa sta capitando, sente il Tg1 di Minzolini e tutto finisce lì (anzi si complica lì). Ecco, forse mia nonna, tante nonne, tantissime persone hanno un ruolo. Ho come l’impressione che ci si sia dimenticato di loro, pasolinianamente parlando.
Azione di “disobbedienza civile” n.1 : tutti gli operatori Mondadori ed Einaudi, in uno con gli scrittori NON ALLINEATI di queste due case editrici, smentiscano i DIRIGENTI che non hanno sottoscritto il documento della Federazione della Stampa sulla legge bavaglio e lo sottoscrivano,qualificandoci come tali ; in nome della TRADIZIONE editoriale di quelle case editrici. ” L’heure est grave”, dicono i francesi…Così finalmente si vede chi anguilleggia e chi ci crede veramente in questa battaglia…
Roberto, fattene carico..vediamo quanti, in quelle due case editrici, ti seguiranno… Noi dall’esterno, vi appoggeremo.
Ci vogliono azioni forti: Perchè no, uno sciopero della fame di massa, ben organizzato e a catena?…Si prenda esempio dal gesto della Signora Terracciano, l’infermiera del San Paolo di Fuorigrotta, cavolo!….Coinvolgiamo anche i “politici” sedicenti oppositori…vediamo quanti “anguilleggiano”. La strategia di lotta di Ghandi è più attuale che mai !….
Errata corrige :
..”qualificandosi come tali”
dopo ” a catena”, niente punto interrogativo.
off target: scusa roberto ha detto sergio se puoi commentare il post troie che è stato scritto. anche lui è napoletano e voleva un tuo parere essendo famoso. grazie ciao e scusa
Mi scusi Saviano, ma in base a quale concezione della vita lei si ritiene in diritto di tradire la fiducia di un suo confidente registrando di nascosto una conversazione per poterla pubblicare? In base a quale concezione del diritto le indagini secondarie sarebbero legittime? Fino a quale grado di parentela mafiosa è legittimo addentrarsi? Nel regime che ha in mente lei essere parenti di un condannato sarà considerato un crimine?
” Tutelando chi è vicino alle organizzazioni si tutelano indirettamente anche le organizzazioni stesse ” lei dice. E’ sicuro di poter affermare la stessa cosa, a mio avviso aberrante da tutti i punti di vista, con qualsiasi esperto di diritto e sistemi giuridici? Io penso di no, anzi penso che lei può fare certe affermazioni solo perché l’ignoranza che la circonda le permette di esprimersi in assenza di contraddittorio.
La informo che il potere politico già oggi non può essere intercettato, anche se a lei questa tutela democratica non va bene. Quindi le domando: il potere deve essere ascoltato a prescindere o a seguito di una notizia di reato? Se, come credo, solo a seguito di una notizia di reato, è legittimo sputtanare l’indagato in fase di indagine? Sputtanare l’indagato in fase di indagine non equivale a spingere la bilancia degli inquirenti, in ogni caso dell’opinione pubblica, verso il giudizio di colpevolezza?
Per quanto riguarda intercettazioni lecite di potenti, mettiamo i banchieri, lei è sicuro che le trascrizioni e le pubblicazioni delle conversazioni di poca rilevanza penale non siano il frutto di guerre di potere alle quali non sono estranei i gruppi editoriali?
Se un giorno io stronzo qualunque verrò intercettato secondariamente, cioè parlando con un intercettato a mia insaputa, e userò parole gergali come ” cavalluccio ” o ” pezzo “, sarò a mia volta seriamente indiziato di collusione con l’indagato?
Infine, una curiosità letteraria alla portata di tutti: ha mai letto lei, Roberto Saviano, ” Il processo ” di Franz Kafka. Forse l’ha letto ma non ne ha capito l’essenziale. Altrimenti tenderebbe a pensare che il sistema della giustizia è in mano completamente al potere, da sempre, che il potere ne fa quello che vuole, e che sono i sudditi come noi a doversi tutelare dai suoi continui soprusi. Leggendo Kafka capirebbe del resto che il vero potere, anche quello criminale, resta invisibile e inavvicinabile. Altro che compleanni nel chiuso di quattro mura…
“il sistema della giustizia è in mano completamente al potere, da sempre, che il potere ne fa quello che vuole, e che sono i sudditi come noi a doversi tutelare dai suoi continui soprusi”
con questi utlimi governi per legge ci si avvicina a quello che lei dice sopra, e tendenzialmente in Italia ne eravamo abbastanza lontani, salvo per le iniquità di un sistema lento.
mi scusasse Saviano, ma che vuole inteccettazzi tutti? l’Italia pese civile iè, mica como la Russia e i comunisti; qua cristiani siamo… minchia!
in siciliano si direbbe inteccettacci e l’articolo femminile singolare perde la l.
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Saviano … ci intercetti tutti, per favore.
Grazie Natàlia, mi sono scappate delle zz di troppo. Cmq, spero si capisca che il discorso è vagamente ironico. Non vorrei che qualcuno lo interpretasse alla lettera. Ho immensa stima e rispetto e ammirazione per Roberto Saviano.
Mi tolgono la libertà di avere un lavoro e un futuro, mi tolgono il diritto alla salute e alla casa, per me essere intercettato o meno sarebbe l’ultimo dei miei problemi. Anzi, a volte, magari fa anche piacere un pò di compagnia.
@Larry Massimo
Ma Lei ci fa o ci é? Questa legge è un bavaglio contro LA LIBERTA’ DI INFORMARE, diritto SANTO E INALIENABILE GARANTITO DALLA COSTITUZIONE in tutti i PAESI CIVILI (tranne che nelle dittature tout court, nelle dittature…mediatiche e nelle..satrapie, appunto). Con questi chiari di luna Lei mi viene a parlare di “privacy”? Privacy!!! Privacy!!!! Intercettazoni secondarie e cavillucci vari che sanno di tecniche da distrazione di massa in salsa fintogiuridica, per OCCULTARE l’enorme infame delitto contro la LIBERTA’ di informare, BENE SUPREMO di OGNI CIVILTA’ GIURIDICA che dicasi tale, e che è il VERO OBIETTIVO di QUESTA LEGGE , perchè ancora non è venuto fuori dalle FOGNE DI QUESTO REGIME il peggio che travolgerebbe il Cartaro con la sua Corte di lecchini papponi e puttane…. Privacy!, Gia! Ecco la parolina MAGGGICA! PRIVACY! PRIVACY! Come SICUREZZA, Pacchetto SICUREZZA, EMERGENZA, GRANDI EVENTI et voilà, via ogni controllo democratico..via alla cricca dei papponi e del puttanesimo di Stato coperto dal rivoltante perbenismo (Vizi Privati Pubbliche Virtù)… “Regime che ha in mente lei? (cioè Saviano)..Regime cha ha in mente!!!! Regime! !! Regime!!!!! Il Regime è quello che ci sta preparando questo Magnifico Cartaro (è un complimento), ipnotizatore di serpenti mediatico e grande corruttore di masa dewlle coscienze grazie a una “cultura televisiva” di cui è il vero Re, da cui deborda in barba a ogni LIMITE COSTITUZIONALE , tracimazione inconcepibile in ogni PAESE CIVILE A CIVILTA’ GIURIDICA LIBERALE, con torme immani di puttani : si, puttani con la i , prevelentemente maschi pronti a vendersi per un po’ di carriera ….. Guerre di potere tra gruppi Editoriali? il Potere Politico non può essere intercettato ?(perchè già sono intervenuti con precedente leggina che dà al lupo il diritto di stabilire se esso stesso deve essere “intercettato”o meno e quale eventualmente sia per esso “il grave indizio di colpevolezza” ( INTERCETTATO altra PAROLINA-TOTEMICA). Ma poi, ‘sto far passare la Magistratura (l’unico titolare, in quanto potere autonomo, per Costituzione, ad agire in base alle notizie di reato che essa stessa o tramite gi inquirenti o su denuncia di parte acquisisce,e a stabilire in base al codice e ai reati i ballo, quando come disporre eventuali “intercettazioni”, come in ogni stato democratico)come una sorta di Spectre , di Stasi da DDR Comunista (Il Grande SPAURACCHIO!). No, invece, si stravolgono i codici un po’ alla volta, con decreti e leggine-Fiducia (incluso il Mstellone del governo precedente) cambiando le regole dell partita a gioco in corso e possibilmente con effetto retraoattivo e ..ad personam”…. BASTA, non se ne può più ! Qui , pezzo dopo pezzo, si sta attuando il “Piano di Rinascita Democratica” disegnato da Licio Gelli e portato avanti con determinazione dal Capo del Governo (Tessera P2 N.1856)
Quanto alla chiosa finale, su Kafka e Il Processo (ma ci metto anche il Castello e La Metamorfosi, soprattutto: ecco quello che ci hanno fatto diventare, scarafaggi) è talmente ignobilmente surreale NEL CONTESTO, in QUESTO CONTESTO – come dire, è IL LUPO che legifera per il bene dell’AGNELLO- che , se non è una PROVOCAZIONE, allora non rimane che reiterare la domanda, senza sprecare altre smanettate sulla tastiera …già, ma Lei ” ci fa o ci è?”
Salvatore D’Angelo lei non ha capito proprio niente.
Tra qualche anno, quando la sbornia giustizialista sarà finita, ci vergogneremo e forse ci accorgeremo di aver lavorato (più o meno) per le stesse persone che ammazzavano gli anarchici, arrestavano gli studenti, insabbiavano il processo Pasolini, chiudevano gli occhi sulle stragi, scarceravano gli stessi mafiosi che oggi arrestano e utilizzano per fare la guerra a un altro potere concorrente.
Altro che post it sulla bocca, questa è solo una guerra tra due pezzi di grande borghesia italiana e noi partecipiamo a questa lotta di potere pensando che sia democrazia.
Articolo di acuta intelligente e limpido. Sottolinea la delicatezza del dibattito sull’intimità. Quando il crimine trabocca sull’intimità quale si delinea la frontiera? In realtà la criminilità è vincolata all’idea di famiglia, sola la famiglia o gli amici conoscono i segreti dell’attività criminale come la latitanza. Uan legge finalmente che protegge chi deve nascondere non l’intimità, ma i contatti segreti.
@ NO!
sesé…campa cavallo!…
@lucia cossu, lei è sempre molto attenta a quello che scrivo, non fosse altro che per cortesia merita altrettanta attenzione.
Da come scrive, diciamo d’impeto, mi sono fatto l’idea che lei è una persona giovane, quindi le elenco alcune storture giudiziarie avvenute sotto vecchi governi. Alla fine degli anni ’70 si arrestava e si teneva in galera, anche per anni, chiunque fosse sospetto di reato, da Pietro Valpreda a Toni Negri e altri di Autonomia Operaia, fino a Enzo Tortora (Pinelli invece fu direttamente suicidato in caserma). Ma, quel che è peggio, perché i principali media se ne disinteressavano completamente, si poteva arrestare qualunque ragazzino, mettiamo uno come Stefano Cucchi, pestarlo a piacere in cella, portarlo a giudizio magari dopo tre anni di galera cautelativa e condannarlo con prove fabbricate di sana pianta dalla polizia o immaginate nelle teste dei giudici attraverso loro teoremi. Senza contare che tanti ragazzini cadevano nei tranelli polizieschi denunciando ai giudici le botte ricevute. Ma non venivano creduti, anzi, venivano condannati per calunnia aggravata (fino a 9 anni di pena).
Creda Lucia, glielo dico per esperienze dirette, i governi vecchi in tema di repressione delle libertà individuali non erano migliori di quelli nuovi.
La legge sulla stampa non passerà, se è questo che teme, perché i gruppi politico-editoriali in questo paese sono più forti di qualunque governo transitorio. Ma è proprio questo che dovrebbe preoccupare principalmente voi più giovani, perché è con la complicità del sistema editoriale che oggi in Italia si può arrestare e tenere imprigionato qualcuno anche se non ha commesso reati. Si tratta dei cosiddetti clandestini. Clandestini sono per legge anche gli immigrati che magari per 10 anni hanno lavorato regolarmente, ma che hanno perso il lavoro appena 6 mesi fa. Migliaia di persone oggi sono in stato di arresto nei cosiddetti CIE, centinaia di migliaia stanno clandestinamente nel mercato del lavoro nero più ricattabili che mai, con paghe da fame, suscettibili di ogni tipo di sopruso e di violenza. Bisogna darsi da fare, bisogna almeno capire che la violenza autoritaria che colpisce una singola persona, o una singola categoria, è diretta a tutte le persone, se non altro in forma di minaccia (a questo serve esporre il corpo martoriato di Stefano Cucchi complice il sistema editoriale?). Con la scusa dell’emergenza immigrazione, terrorismo, economia, mafia, non crede che se gli va bene coi clandestini di altri paesi, non proveranno a dichiarare clandestino chiunque anche paesano non sia allineato con il pensiero governativo, diciamo chiunque non sia embedded?
embè, bravo larry, mo che hai fatto il sermone noi – giovani nick de’lucy y goduriosi ympetuosi – cosa cazzo dovremmo fare applaudirti? ascoltare consenzienti a boccaperta chi s’è fatto infinocchiare da democristi e scomunisti e non contento ci ha lasciato ‘sto bel malloppone ci ha?
roba da sterminare tutti gli over 40 di tutti i tipi e tu ancora stai a sproloquiare.
(non temere a quarant’anni compiuti – io – uno dei nick – mi suicido
prima che mi suicidino i larry masino. l’impeto tzè)
Larry Massino, non mi piace il tono sentenzio dei tuoi commenti.
Salvatore d’Angelo ti ha risposto di manera intelligente e per le letture di Roberto Saviano ti permette un giudizio senza motivo.
Forza nick ecc. ecc. prova a sterminarci tutti noi over 40. Se ti occorre non ti faccio aspettare il tuo turno, ti do un mano subito.
Il tuo turno a compiere 40 anni, intendevo.
ennò paparino, neanche a ciò puoi esserci utile.
con la manina vai a praticare altro.
“è IL LUPO che legifera per il bene dell’AGNELLO”
Lo so che sembra paradossale, aberrante e terrificante, ma è l’affermazione più vicina alla realtà dei fatti, per come noi meschineddi la possiamo conoscere.
Per il resto, anche se non frega a nessuno, quoto QUASI in toto Larry Massino
Nick vattelappesca chiudiamola qui. A Palo Alto ti userebbero per degli esperimenti. Sulle scimmie, intendo.
io intanto ti uso qui:
come coglione quarantenne.
Mi scuso per essermi lasciato trascinare dall’idiota con il nick di cui sopra. Non è mia abitudine. Spererei in una discussione civile, ove possibile.
Pensa te, io pensavo m’avesse trascinato lui
(e in effetti è così, basta scorrere il thread)
e ora lui, il (prototipo) italiota
auspica la discussione civile.
Non frigni
civilcommentatore,
il rimedio oramai lo conosce.
@Larry Massino
se ci si dice giovane fino ai settanta, son giovane, ma molto meno di quello che pensa. La democrazia è un meccanismo imperfetto fatto di regole che si adattano per evitare le storture che una stessa direzione sempre implica. Siamo una democrazia giovane e ancora molto immatura, ma non è togliendo gli strumenti alle indagini e alla stampa che si evitano le storture di un paese che regredisce lontano dalle migliori democrazie europee ogni giorno. Mio padre in questo paese ha potuto lavorare, è stato artefice con Gino Giugni dello Statuto dei lavoratori, ha difeso i 61 della Fiat vincendo, ha vinto una causa che da finalmente il diritto di chiamare quello di De Lorenzo un tentativo di golpe. Per altri motivi conosco uno dei giudici di Cassazione del Maxiprocesso di mafia e ne ho grande stima e stimo molti dei giudici e pm che aiutano la parte sana di questo paese a scegliere di non essere solo un paese ricco di sfruttatori e banditi. Credo che insieme a loro ci riconosciamo in una Costituzione piuttosto equa e rispettosa della dignità delle differenze e lottiamo contro le leggi che si allontanano da quello spirito, non contro solo per essere contro, e soprattutto non contro uno stato che sarà sempre perfettibile ma di cui vagliare priorità senza assolutismi che rasentano il fanatismo.
@ Larry Massino
e non mi parli in modo troppo paternalistico come a una bambina protetta da tutto delle brutture, per motivi molto personali ne conosco alcune molto bene, ma cerco anche disperatamente di non diventare preda della sola rabbia e amarezza e che mi renderebbero solo una fanatica violenta di più, del tutto inutile ed inumana.
Con la legge cosiddetta sulle intercettazioni potremmo decidere di smettere di fare Nazione Indiana. Per i siti web (qualsiasi) l’obbligo di rettifica pone vincoli difficili da rispettare e sanzioni pesantissime per i titolari.
D’altro canto per combattere questa legge occorre un caso esemplare e noi non abbiamo le spalle (umane, finanziarie) abbastanza larghe per farcene carico.
Davvero, non è uno scherzo. Ne parleremo domenica mattina al Castello nel corso della nostra riunione pre-festa.
Per approfondimenti vedere l’ottimo Guido Scorza:
(grazie Jan)
@ véronique vergé, non piacere al giorno di oggi è un gran piacere in questa penosa e conformistica Italia. Quanto a D’Angelo non mi interessa rispondergli perché mi sembra confuso e appiattito su tesi orrendamente giustizialiste, come quelle dello scrivente di paura nazionale. In ogni caso mi riconosco in pieno nel commento di ” No “.
@ lucia cossu io non sono paternalistico, e va a finire che sono pure più giovane di lei. Se ci parlassimo sono convinto che riuscirei a convincerla che le mie sono idee strappate dalla mia stessa carne, non vaghe contrapposizioni. Ma devo anche ammettere che in questo momento cercare di convincere chicche e sia mi costa troppa fatica. Resto convinto che lo Stato non è né perfettibile né imperfettibile, ma quella precisa cosa che ci sovrasta al punto di impedirci di vivere, quella precisa cosa che da che mondo è mondo gli uomini liberi cercano di smascherare, per non dire rovesciare.
@ massimo, ha ragione lei, non interessa a nessuno… comunque quoto quasi in toto i suoi commenti sui miei commenti, dei quali non è il quasi che mi imbarazza, ma il toto. Secondo lei Saviano risponderà? In subordine, risponderà qualche suo giannizzero?
@Larry Massino
di ferite nella mia carne di quello che lei chiama Stato come fosse un’entità unica e indissolubile e compatta e liscia, ne ho segni dolenti ogni giorno e che dei difetti anche colpevoli sono e smebra sarò senza possibilità senpre testimone. Eppure continuo a pensare che quello Stato sia invece frammentario e tanto imperfetto da lasciare i margini di renderlo meno violento e imperfetto, così come invece molto più iniquo e feroce come riavviene oggi. Una forma migliore di convivenza umana non conosco, o meglio non credo gli umani capaci di civile autoregolamentazione senza un’organizzazione sociale codificata. Forse lei è più giovane di me:e allora?, ci son modi suoi che trovo tanto violenti come quelli dello Stato che entrambi contestiamo ma che io non voglio eliminare, mentre lei sì. E questo ci pone credo ben distanti.
i refusi, scusate :*sembra sempre
@ lucia cossu è buffo che trovi violenti i miei modi: i testi rimangono qui, potranno giudicare gli altri, se ne hanno voglia. Non le risponderò più, mi sono fatto l’idea che lei stia approfittando della mia cortesia.
@Larry Massino
ricordo certi scambi non proprio cortesi suoi, ma non mi interessano tanto e non a questo mi riferivo , bensì al modo di pensare la vita politica e civile e che per me non può andare che per approssimazione da migliorare e perfezionare e non per ideale puro e assoluti. Come starei approfittando della sua cortesia?, discutere e non essere d’accordo sarebbe approfittarsi della disponibilità? Io non la voglio convincere, ma farle presente un punto diverso di prospettiva.
@larry massimo
Io confuse idee “giustizialiste”? Lei non sa di cosa parla. Il problema è che la cultura teleberlusconista è arrivata a pervertire anche il significato etimo delle parole, sicchè il Berlusconi che è un perfetto e aggiornato modello di Peròn e il Pdl del partito “justicialista”, riesce ad attribuire agli altri (cioè tutti quelli che vogliono esattamente il contrario della politica e della retorica “justicialista” aggiornata in salsa di autoritarismo mediatico-populista) ciò che è assolutamente suo… e ci casca anche lei in questa perversione semantica dei significati .Ecco perchè il Berlusca è un..Magnifico Cartaro. Li conosce lei i cartari della ferrovia, quelli che dicono “carta vince carta perde e ti fanno sparire sotto gli occhi la puntata giusta?. Mi sa che la confusione in testa ce l’ha lei. E dica a”Massimo” a “No!” e agli altri suoi “alias” che “giannizzero” sarà lui.
Intemerata una tantum. Adiòs.
@ Salvatore D’Angelo
Vorrei far notare che io non sono alias di nessuno. Io metto il mio nome vero e il mio cognome è facilmente identificabile dalla redazione attraverso la mia mail. Ecco che quindi “giannizzero” non l’ho certo chiamata io, anche perché non sono uso a offendere nessuno (ammetto però che certi personaggi anonimi hanno il potere di farmi uscire dai gangheri).
Sul giustizialismo peroniano del berlusca penso che nessuno lo possa negare. Berlusconi è però solo un aspetto (anche se estremamente ingombrante) del problema, che è stato invece enunciato lapidariamente e efficaciemente da “No!” (chiunque sia).
Stiamo vivendo “una guerra tra due pezzi di grande borghesia italiana e noi partecipiamo a questa lotta di potere pensando che sia democrazia”.
Sicuramente la legge sulle intercettazioni è aberrante, ma la vera partita, intercettazioni o no, si gioca da un’altra parte.
Direi che in senso marxiano Berlusconi è una contraddizione secondaria che va risolta il prima possibile (ma come?) per poi affrontare la contraddizione primaria: e cioè una classe dominante che sta letteralmente distruggendo le vite psicologiche e fisiche di una vasta, vastissima classe dominata.
Quello che sto dicendo suona come una madormale stronzata, ma se ci si guarda intorno senza pregiudizi ideologici, tutto queso balza agli occhi.
Saviano (bravissimo, intelligentissimo e sensibilissimo ragazzo, senza dubbio) è funzionale a un sistema che può solo fingere di voler cambiare, ma non cambierà mai da solo.
Mi scuso per la farraginosità, ma sto scrivendo di fretta perché devo continuare a sbattermi per la pagnotta.
@Massimo, grazie per essere intervenuto in difesa della sua identità. Spero di non farla arrabbiare, ma dato che ci sono volevo anche dirle che il padredimarina è un teppista politico e basta, non etichettabile altrimenti. Il giustizialismo peronista, se qualcuno riuscisse a imitarlo nel nostro arido panorama politico, temo risulterebbe vincente come lo fu il fascismo, perché inizialmente mischiava forza del leader con principi di giustizia sociale, quella che oggi si chiama in politica equità. L’equità sociale l’unto per signore non sa proprio cos’è, e se ne sa qualcosa ne sa quanto basta per disprezzarla con tutte le sue forze. Insomma, voglio dire, Peron non ce l’aveva coi giudici di Milano…
Dimenticavo, non si sa mai, per la DIGOS… volevo chiarire, abiurare se necessario, che quando dico smascherare o rovesciare lo Stato da parte degli uomini libero non faccio un appello all’insurrezione armata, ma, più semplicemente, scrivendo in un blog di supposti pensatori, mi scuso per il supposti, invitare a pensare alle impalcature ideologiche dello Stato, a cercare di smascherarle e semmai rovesciarle, sempre che si pensi che lo Stato ci sta opprimendo come esseri umani… DIGOS, non facciamo scherzi, io sono magro magro, mai visto un’arma in vita mia, mai gridato neanche nelle discussioni più arrabbiate, sono stato picchiato dalle mele marce ma non ho non mai alzato un dito contro nessuno… DIGOS, volevo dire le impalcature ideologiche, è chiaro?
Volevo infine dire a Massimo, ché me l’ero scordato prima, che mi è piaciuta molta la sintesi ” affrontare la contraddizione primaria: e cioè una classe dominante che sta letteralmente distruggendo le vite psicologiche e fisiche di una vasta, vastissima classe dominata “.
Ma se pubblicare sui giornali intercettazioni ottenute illegalmente di telefonate più o meno relative a indagini in corso come si è fatto fino ad adesso ci ha portato o quanto meno non ha impedito questa penosa deriva democratica, come spesso viene notato proprio qui, perchè mai dovremmo scaldarci tanto a difendere questo ‘diritto’?
Qualche anno fa ci siamo tutti divertiti con le intercettazioni telefoniche relative allo scandalo del calcio: oggi – vedi la recente partita Inter-Lazio – la situazione è esattamente la stessa di prima pur con tutte le intercettazioni perchè quanti vivono di calcio – compresi i tifosi, soprattutto i tifosi – lo volevano esattamente così com’è.
Del resto, più in generale, la storia della diffusione del Web in Italia è stata la storia del crescente potere di Silvio B. e della crescente debolezza dei suoi oppositori – ogni tanto penso che un bel bavaglio alla Rete (che del resto funziona molto meglio quando si tratta di shopping e vacanze che per diffondere notizie ed idee) darebbe una bella spinta contro il consenso fascio-liberista-confessionale imperante…
Sascha scrive:
Questo ragionamento è rozzo, superficiale, male impostato, fuorviante. Mi pare figlio naturale del “Non hanno pane? Mangino le brioche!”, “Tanto peggio tanto meglio” e del “Le leggi razziali giovano alla coscienza democratica del paese” (non che io ti attribuisca tali affermazioni, esprimo una mia opinione seguendo il filo del ragionamento). Non penso che sia un argomento utile alla discussione ed alla comprensione della realtà.Credo che la storia italiana degli ultimi 40 anni, con la strategia della tensione, le stragi, gli anni di piombo insegnino che la logica del tanto peggio ci abbiano portato immensa sofferenza. Un ragionamento estremista molto simile lo si ritrova nel saggio di Loretta Napoleoni quando l’autrice descrive le basi ideologiche e strategiche del terrorismo di al Qaeda (il libro è “Al Zarqawi”, se non erro).
@Larry Massino
Credo proprio che abbia ragione riguardo al padredimarina…
Sul principio di giustizia sociale del peronismo non saprei proprio dire.
Sarà una roba tipo i treni che arrivano in orario?
Credo che perlomeno l’ombra di una proposta di giustizia sociale abbia percorso tutti i movimenti totalitari del novecento, nazismo compreso. Hitler aveva alzato i salari degli operai… salvo fare affari con i pezzi grossi dell’industria tedesca (e credo anche americana).
Ragion per cui in un certo senso Berlusconi ha superato il fascismo stesso, in quanto è riuscito a fare passare l’idea di giustizia sociale come un impiccio fastidioso… agli stessi operai!
Il problema serio oggi è lo scarsissimo livello di consapevolezza della cosiddetta classe intellettuale, frutto, credo, di rimozione inconscia, causa pagnotta, o vera e propria malafede. E’ questo che impedisce una vera elaborazione e una vera alternativa. Ma il tema è veramente troppo complesso…
@ Sascha Credo che bisogna difendere senz’altro questo “diritto di cronaca” restando però consapevoli che la deriva democratica parte da molto più lontano di Berlusconi… Una democrazia fasulla dal principio non può che andare facilmente alla deriva. IMHO
@ lucia cossu
Credo di comprendere il suo punto di vista riguardo allo Stato e alla democrazia perfettibili. E sarei anche tentato di condividere le sue opinioni. Però credo che lo scenario sia molto cambiato dagli anni di Gino Giugni dello Statuto dei lavoratori. Allora il Mercato, pur essendo predominante, non era ancora diventato la Religione Universale di Destra e Sinistra. Era il periodo in cui Pasolini (che adesso sta in bocca a tutti come il caffé del mattino) cominciava a intravedere l’abisso nel quale si sarebbe finiti. All’epoca uno Stato perfettibile esisteva. Ora ci sono holdings, corporazioni, caste.
Abbiamo lasciato fare. Non c’è più niente da perfezionare.
Ci vuole qualcosa di nuovo. Cosa? Chi lo sa.
Forse ha ragione il tizio con il nick vattelapesca, quello che vuole sterminare gli over 40.
Dubito però che gli under 40 siano in grado di fare realmente qualcosa.
Non è pessimismo, questo. E’ piuttosto quel “ottimismo catastrofico” di cui parlava Sanguineti. Dobbiamo fare il salto, facciamolo.
Nel concreto, certo, dobbiamo fare quello che si può per impedire cose come il ddl intercettazioni. Credo però che non passerà o se passerà potrà essere aggirato in qualche modo e l’informazione dopotutto è un business… un sistema per fare il business lo trovano, si può star sicuri.
Noi formiche riusciremo a fare le nostre cacatine (con tutto il rispetto) lo stesso. Dubito molto che arriverà la DIGOS a chiudere Nazione Indiana…
@Massimo
guarda che è previsto anche qualcosa di simile in questo ddl che suscita il vostro snobismo ideologico, come dire, fuorviato e mal digerito . Lo segnala Jan Reister con questi link, che, evidentemente non hai letto :
Commento di Jan Reister delle 16.56 del 25 Maggio. Clicca sui link lì inseriti e leggi il testo evidenziato del ddl.
Oggi sulla Repubblica un articolo interessante di Roberto Saviano: ecco come i boss vincono al superenalotto.
@ Salvatore D’Angelo
“il vostro snobismo ideologico, come dire, fuorviato e mal digerito”
Non ha l’aria di un complimento, questa frase…
Pazienza. Me ne farò una ragione.
Certo che ho letto il testo linkato. Che dire?
Vedremo quello che succederà.
Ripeto: così com’è il ddl difficilmente passerà. Se lassù, invece, decideranno di farlo passare, accadrà a dispetto di tutti gli ululati che si possano fare. O pensi che qualche petizione o sciopero di non so che, li farà fare retromarcia? Dopo di che la partita sarà a carte scoperte.
E allora (si dovesse arrivare a questo punto) si vedrà dove sta il vero snobismo ideologico…
Per adesso speriamo ancora in Napolitano e/o nella CC…
Meglio ancora, si può sperare che il comunista Fini faccia cadere il governo…
Ma ormai i teppisti del Palazzo hanno in ballo la manovra “lacrime e sangue” per cui l’eventuale sgambetto allo psiconano viene rimandato a tempi migliori. Questa è l’epoca dei ricchi contro i poveri. Senza se e senza ma. Lo si capisce dal fatto che il Berlusca ha detto che “siamo tutti sulla stessa barca”. La lacrima del caimano mentre sta per sbranare la preda fa terrore. Intanto il suo bravo pargoletto ha appena varato uno Yacht da 37 metri.
“E sarei anche tentato di condividere le sue opinioni. Però credo che lo scenario sia molto cambiato dagli anni di Gino Giugni dello Statuto dei lavoratori”
non nego sia cambiato e per certe cose per fortuna (qualcuno ricorda la guerra civile a bassa intensità come è stata definita?) ma lo spirito democratico che spinge a fare delle scelte e delle strategie credo debba rimanere lo stesso, e il dramma è che sono anche molto i delusi che lo cambiano; e questo credo tolga molta efficacia alla capacità di opposizione e di pensiero di poter costruire una realtà diversa.
Produce uno strano effetto leggere i commenti tutto d’un fiato… una sensazione, come se i lettori si soffermassero a guardare il polverone dopo il passaggio, e non la locomotiva, non il motore.
Il due giugno della nostra Storia nasce dalla disobbedienza civile. E io dico che non solo i giornalisti e gli scrittori devono esercitarla. Approfittiamo di questa locomotiva (Saviano) e allarghiamo la risonanza della disubbedienza: oggi vi verrà chiesto con nonchalance UN MAGGIOR SACRIFICIO. quando dalle intercettazioni sappiamo benissimo cosa è successo all’economia italiana.
@véronique vergé, l’articolo è interessante al punto che nelle prime righe c’è scritto che i boss pretenderebbero (non si sa, si immagina, si dice…) il pizzo sulla vincita al superenalotto, ma nelle ultime che i malavitosi comprano i biglietti delle vincite delle varie lotterie, pagando subito la vincita, addirittura aumentandola da 25.000 a 30.000 euro. Secondo me il ragazzo prodigio dovrebbe cambiare pusher. Chi ha frequentato Napoli pochino pochino sa che il gioco, le scommesse e le lotterie sono gestiti dalla camorra, che però paga subito le vincite e le paga di più dello Stato, fatto per cui i napoletani comprensibilmente soprassiedono alla loro integerrima disciplina di sudditi dello Stato… Se invece si sono frequentati i giocatori e le bische, rigorosamente dopo la biblioteca, come feci io a suo tempo, sa che sono i calabresi a gestire tutto, una montagna di soldi. del resto tutti proprio tutti sanno che intorno al gioco nero in tutto il mondo girano numerosissimi miliardi di euro o dollari che dir si voglia. Insomma, non mi pare che lo scrittore de paura nazionale abbia fatto sgub, nemmeno questa volta.
@ Larry:
visto che sei così informato, perchè non ci metti anche i nomi e i cognomi e le cifre, invece di quegli aggettivi non qualificativi come : gestire TUTTO, o MONTAGNA di soldi o i CALABRESI… o NUMEROSISSIMI miliardi…
E magari sai anche se ci sono indagini in corso, come mai, e chi le conduce e dove, e i nomi dei gestori… così puoi fare sgub anche tu! scusa l’ironia, ma dài, la cavi di bocca… bacetti,
francesca
@francesca cenerelli
senta Francesca, l’avessi incontrata una ventina d’anni fa l’avrei invitata nelle bische, e avrei certamente convinto i miei amici giocatori che lei mi accompagnava solo per spirito di osservazione letteraria. Invece nomi e inchieste non ne conosco, non mi interesso, ma gli atti giudiziari sono pubblici, se li vada a cercare lei. Io non faccio il giornalista e quindi non devo fare nessuno sgub. Da accanito e forse vizioso lettore di giornali, so solo che il lavoro del giornalista, quando c’è, si attiene alle fonti, che quando negli articoli ci si contraddice tira brutta aria, così quando si usano i condizionali. Mi stia bene.
Larry,
Sono francese e non sapevo lo stato dell cose per il gioco. “Lo scrittore di paura nazionale”, mi sembra una parola orribile, direi per parlare di Roberto Saviano lo scrittore del coraggio, luogo commune (cliché), ma vero e adeguato.
Sai che in Francia scrittori e giornalisti hanno ammirazione per Roberto Saviano? Roberto Saviano ha un talento internazionale. A volte la belleza dell’anima non si vede con occhi familiari, con occhi abituati o rassegnati.
@véronique vergé, mi dispiace, sono contrario al talento e all’internazione. Me ne frego dei francesi. A parte uno, per il momento:
adis, si je me souviens bien, ma vie était un festin où s’ouvraient tous les coeurs, où tous les vins coulaient.
Un soir, j’ai assis la Beauté sur mes genoux. – Et je l’ai trouvée amère. – Et je l’ai injuriée.
Je me suis armé contre la justice.
Je me suis enfui. O sorcières, ô misère, ô haine, c’est à vous que mon trésor a été confié !
Je parvins à faire s’évanouir dans mon esprit toute l’espérance humaine. Sur toute joie pour l’étrangler j’ai fait le bond sourd de la bête féroce.
J’ai appelé les bourreaux pour, en périssant, mordre la crosse de leurs fusils. J’ai appelé les fléaux, pour m’étouffer avec le sable, avec le sang. Le malheur a été mon dieu. Je me suis allongé dans la boue. Je me suis séché à l’air du crime. Et j’ai joué de bons tours à la folie.
Et le printemps m’a apporté l’affreux rire de l’idiot….
” “Oisive jeunesse
à tout asservie
Par Délicatesse
j’ai perdu ma vie
Ah que le temps vienne
Où les cœurs s’éprennent”
Io adoro i francesi, invece, a cui dobbiamo molto , come a questo qui sopra !
…che poi è lo stesso citato da Larry Massimo : occhio ai refusi, è “jadis”, non “adis”
…”
In precedenza, se non ricordo male, la mia vita è stata una festa in cui tutti i cuori aperti, in cui tutti i vini scorrevano.
Una sera mi sono seduto di bellezza sulle ginocchia. – E ho trovato il suo amaro. – E io ho vituperato lei.
Mi sono armato contro la giustizia.
Sono fuggito. O streghe, O miseria O odio, a voi ho affidato il mio tesoro!|
Sono riuscito a cancellare dalla mente ogni speranza umana. Ogni gioia a soffocare, col sordo balzo della bestia feroce.
Ho chiamato i carnefici, morente,per morderne il calcio dei fucili. Ho chiamato i flagelli per soffocarmi con la sabbia, con il sangue. La sventura è stata il mio dio. Mi sono sdraiato nel fango. Mi sono asciugato all’alito del crimine. E ho giocato brutti scherzi alla follia.
E la primavera mi ha portato il riso spaventoso dell’idiota. ..
(Arthur Rimbaud)
….Insomma, più o meno suonerebbe così da noi.
@Salvatore D’Angelo, ha ragione, la ringrazio, scherzo da copia incolla. Per il resto, adorare è una parola grossa, ma io sono per fortuna intriso di francesi, che elenco cortesemente solo per far capire a chi vuole che incensare gli scriventi, collocarli sui piedistalli, è sbagliato e dannoso per loro stessi, e potrei anche dire chissenefrega, ma quello che mi preoccupa è che è dannoso per la letteratura. Cito solo i più cari, che tuttavia non adoro: Racine, Stendhal, Rimbaud, Proust, Kojève, Bataille, Klossowski, Céline, Queneau, Barthes, Simenon, Deleuze, Virilio. Per me si potrebbe anche smettere di scrivere tutti e limitarsi a leggere i suddetti per i prossimi 10 anni. Chi ci sta?
Quasi quasi….
PS L’unico modo per non incensare Saviano è quello che ciascuno , nel suo piccolo, “faccia come lui” e tutti insieme si agisca contro il crimine e il malaffare, che è …affare di tutti, anche di chi ha le visioni più radicali.
In fondo in fondo Saviano è questo che vuole. E vi sono milioni di “saviano” che vogliono questo. Allora che si fa? si agisce?
@ J.R.
Mi limito, come al solito, a mettere in dubbio l’ideologia del Partito Internet con le sue certezze non confermate dai fatti che, nella sottosezione italiana, pretendono che l’espansione della Rete sia una forma di lotta contro B. mentre l’esperienza dimostrerebbe l’esatto contrario.
Il mio è un paradosso, chiaro, non sono favorevole davvero alla censura: ma ogni volta che, per esempio, sento descrivere gli anni della mia giovinezza e maturità come anni in cui ‘non si sapeva nulla, tutta l’informazione era controllata, la gente era sottomessa e credulona’, insomma in cui l’Europa Occidentale degli anni 60, 70 e 80 è disinvoltamente equiparata al blocco sovietico, beh, divento ferocemente reazionario.
Anche per me il 1989 è un momento di svolta, quello in cui la libertà trionfò in Russia e per dieci anni devastò quella terra infelice e venne schiacciata in Cina, dando il via a vent’anni di crescita indomabile. Il digital divide che per anni preoccupò i guru della Rete oggi appare rovesciato con le nazioni ‘arretrate’ in impetuoso sviluppo e quelle ‘connesse’ ad annaspare ansiosamente…
Quanto al problema specifico, qual’è stato l’effetto della libera diffusione delle intercettazioni telefoniche in questi anni? L’effetto empirico effettivamente verificatosi, non quello che dovrebbe verificarsi se si dessero tutte le condizioni possibili e immaginabili…
@Salvatore D’Angelo
So che fare elenchi è idiota, ma da ieri sera mi frullano per la testa tre nomi che avevo stranamente omesso, forse perché i più dolorosi: Flaubert, Simone Weil, Foucault. Per il resto sarebbe bello agire, ma non credo… perché chi scrive per trasformare il dolore non può farne a meno, chi lo fa per vanità si guardi intorno e giudichi lei.
Su Saviano, mi spiace essere ancora una volta in disaccordo, ma credo che comportandosi letterariamente come lui si è più complici che nemici del malaffare. lo credo perché me l’hanno insegnato i francesi…
Ora penso beffardamente a Simone Weil che smette di fare l’operaia a Parigi per trasferirsi a Caserta, dove, per fare pedagogia ai ragazzi di Casal di Principe, per solidarizzare con loro, inizia un’attività alienante di staffetta nel circolo dei piccoli spacciatori, ai quali però, a lavoro finito, insegna con soddisfazione la mitologia greca. Il corso è sempre affollato di affiliati.
[…] della Sera (a sua volta in ritardo di circa un anno rispetto al resto degli Internets); e no, Saviano non ve lo commento, impelagatevi voi in […]
Mi sembra che l’argomento era la libertà della stampa e il batello ha derivato verso un altro porto: la letteratura francese. Larry Massimo ricorre alla seduzione all’ombra dei testi splendidi della letteratura francese, seduzione per convincere, ma è fatica sprecata per me, la letteratura francese l’ho gustata sempre dall’infanzia in un cielo rovesciato, mi sono mangiato la poesia e forse i libri mi hanno trascinata sulla strada sbagliata. Tu parli, mi sembra di gesti, accenando a Simone Weil ( anche se non ho capito tuttto). Roberto Saviano si è impegnato con la sua voce e il suo corpo. La sua condizione di prigioniero esiliato, nel paradosso di essere chiuso e sempre fuggito è una testimonianza di impegno assoluto. Non metto nessuno su un piedistallo. Solo che ho iniziato Gomorra in 2007 e mi rammento precisamente le prime righe scoperte nel sole della primavera e la sensazione di freddo nel mio cuore, la mia sorpresa a ogni pagina, l’immagine ultima del mare, la speranza aggrappata. Ho letto tutti i libri in ritardo perché vivo in Francia.
E considero che Roberto Saviano è uno scrittore magnifico, soprattutto, quando la sua sensibiltà si esprime in due racconti l’anello, il contrario della morte o nelle pagine superbi dell’introduzione alla lettura della Bellezza e l’Infierno. Il combattimento per la parola libera sempre!
sensibilità, pagine superbe
@véronique vergé
rispetto assoluto per i suoi amori
io mi accontento dei miei
della sensibilità superba di Simone Weil
con il permesso della quale mi onorerei di partecipare al suo corso sulla mitologia greca a Casal di Principe
affollato di affiliati affabulati
Non capisco bene per Simone Weil, in realtà l’accenno al corso di mitologia greca a Casal di Principe.
Simone Weil ha sacrificato la sua vita per probità intelettuale, in un cammino sacro.
Per Roberto Saviano, credo che la sua preoccupazione va alla giovinezza e sogna una felicità per loro. Si sente nel racconto l’anello o il contrario della morte, un amore per la giovinezza della sua terra, qualcosa di triste
avvolge il suo sguardo, come si essere giovane in questa terra fosse un’ illusione, un passaggio che fa intuire la morte e non la vita. E credo che Roberto Saviano abbia fatto la scomessa sulla vita e l’amore, un futuro più bello.
Se puo firmare oggi sulla Repubblica una pétition.
[…] Vai […]
Caro Roberto,
quello di voler tutelare la gente – in particolare “i potenti” – da eventuali diffamazioni è il nuovo pretesto per imbavagliare la stampa.
Nel mio piccolo, sto subendo anch’io una grave ingiustizia da parte del sito ilmiolibro.it (area repubblica-espresso-kataweb), che mi ha appena inviato la seguente mail (sull’equazione criticare=diffamare):
“Gentile utente,
abbiamo riscontrato che la sua opera “La bufala del New Italian Epic”
contiene contenuti che sono potenzialmente diffamatori e potenzialmente
violano i diritti di terzi.
La preghiamo pertanto di togliere nei prossimi giorni il libro dalla
vetrina del sito ilmiolibro.it
In alternativa, saremo costretti noi a farlo in relazione a quanto
previsto agli articoli 6 e 8 delle condizioni e termini generali di
utilizzo da lei sottoscritte
Grazie per la collaborazione,
Un cordiale saluto
Lo staff di ilmiolibro.it “
‘potenzialmente diffamatori e potenzialmente
violano i diritti’
guardi che le leggi per la diffamazione ci sono ed è a ciascuno di sapere quando sostenere certe posizionie sarà il giudice ad accertare se ci è violazione del codice, ma la censura è un’altra cosa, non è difendersi dalle diffamazioni (cosa per fortuna fattibile in Italia. Se lei pensa il suo libro non diffamatorio se ne prenda la responsabilità, ma se qualcuno pensa lo sia ha il diritto di non venire coinvolto nella diffusione del libro senza essere censorio per questo.
@Lucia Cossu. Quindi Sabina Guzzanti va messa in carcere perché “offende l’onore o il decoro [sic la diffamazione] di Silvio Berlusconi”???
Se esiste il reato di diffamazione, esiste (a meno che non abbiano già soppresso anche quello) anche il diritto di satira. Sono perfettamente pronto a rispondere ad eventuali denunce presentate dai diffamati del NIE, a cui proprio in questo sito diversi critici hanno mosso obiezioni lesive del loro onore e decoro… a voler essere pignoli. Immagino i provvedimenti in corso lasceranno sopravvivere solo il diritto all’applauso esigibile incondizionatamente da tutti i potenti d’Italia.
P.S. Cito da http://www.difesadellinformazione.com/57/il-diritto-di-satira/
“Saldamente ancorata ad una tradizione millenaria, la satira costituisce la più graffiante delle manifestazioni artistiche. Basata su sarcasmo, ironia, trasgressione, dissacrazione e paradosso, verte preferibilmente su temi di attualità, scegliendo come bersaglio privilegiato i potenti di turno. Anzi, più in alto si colloca il destinatario del messaggio satirico, maggiore è l’interesse manifestato dal pubblico. Quella politica, infatti, è di gran lunga il tipo di satira che raccoglie maggiore interesse e consenso presso ogni collettività.
Essendo una forma d’arte, il diritto di satira trova riconoscimento nell’art. 33 Cost., che sancisce la libertà dell’arte. Ma è una forma d’arte particolare. Il contenuto tipico del messaggio satirico è lo sbeffeggiamento del suo destinatario, che viene collocato in una dimensione spesso grottesca… ” (Eccetera)
La realtà è che Loredana Lipperini rientra tra le persone sbeffeggiate e lavora per il quotidiano ‘La Repubblica’, lo stesso che sponsorizza ilmiolibro.it… Vuoi mai che… ?
@Angelini
ho detto cose abbastanza diverse e satira e diffamazione son due cose ben diverse e chiunque deve potersi difendere dalla diffamazione (anche il Presidente del Consiglio).
@Cossu. Il problema è tutto lì: far passare per diffamazione della mera satira. Il mio libro è collocato nella collana Umorismo:
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=375851
E’ lì da mesi, tanto che me ne ero persino dimenticato.
E’ una collezione di post tuttora consultabili nell’archivio del mio blog.
Ma già in precedenza la piattaforma kataweb aveva censurato un altro mio blog (“Pezzi censurati”) in cui mi ero divertito a riportare i miei interventi prima apparsi e poi censurati dalla titolare del blog Lipperatura. Tengo a precisare che la mia cacciata da tale commentarium, frequentato PER ANNI senza problemi, è coincisa con i miei attacchi satirici al NIE. Qualcuno dei NEO-POMPOSI deve aver preso a male il fatto che non sia caduto in quella che a me è subito parsa solo un’ennesima bufala lutherblissettiana. Che colpa ne ho se non sono un devoto del Ron Hubbard di Bologna?
@ Angelini
come vede ci sono altri luoghi dove poter diffondere quello che pensa.I siti scelgono secondo i loro criteri di appropriatezza, e i lettori che ci vanno se si informano lo sanno.
@Cossu. Resta la contraddizione di kataweb-laRepublica che da un lato raccoglie adesioni contro le leggi bavaglio, dall’altro si aggrappa per prima al gioco sporco del confondere satira e diffamazione.
@ Angelini
questa è la sua lettura
@Cossu. L’altra è la lettura di chi tifa per la censura dei libri.
Lucia Cossu insomma dice: ognuno vada nel blog appropriato. Se non è ghettizzazione questa!
@G P
mai detto questo, trovo solo lecito non approvare un testo che si pensa sia diuffamatorio, rivendico solo questa giusta libertà!
Lucio: se ilmiolibro.it ti chiede di ritirare un tuo libro (che bisticcio) in base alle clausole del contratto che avete sottoscritto e tu ritieni di essere nel giusto, leggile bene e fai opposizione in forza di esse, ad esempio con una raccomandata A/R anticipata via email. Se la scrive un avvocato è meglio, ma non è essenziale. E’ una faccenda di contratti che va affrontata freddamente e nel merito. La stessa vicenda che coinvolse te e Splinder (minaccia di chiusura del tuo blog per presunta diffamazione) si sgonfiò se non erro quando tu facesti opposizione con le tue ragioni.
Credo però che questa vicenda abbia poca attinenza con la “legge bavaglio” oggetto dell’articolo di Roberto Saviano, che impone ai cittadini oneri enormi a ed una grande riduzione dei diritti di espressione e informazione. Vedo che anche altri ti hanno risposto nella stessa direzione, quindi ti saluto.
Mi parete vagamente burocratici nei confronti di Angelini, al quale vorrei solo amichevolmente suggerire di non sopravvalutare la Satira come genere letterario, non lo merita, come di non sottovalutare il NIE e le bufale critico-letterarie Wu Ming, perché a quanto pare riescono a influenzare i grandi gruppi editoriali, anzi, riescono a coincidere con gli interessi di alcuni di essi, che sul racconto epico italiano fanno enormi profitti da anni, in particolare intorno al racconto delle MAFIE, sul quale fanno ruotare la propria linea editoriale. C’è chi sostiene céntri qualcosa la massoneria, ma io non penso, neanche che con la stessa céntrino qualcosa Umberto Eco o Angelo Guglielmi.
In ogni caso, che si sia arrivati a considerare diffamatorio chi attacca una teoria letteraria è da non credere.
Ps x Jan Reister: questo mia opinione céntra con l’articolo di Roberto Saviano? Per rassicurarla mi dichiaro come unque preventivamente disposto ad abiurarla.
@Jan. Ilmiolibro.it ha già replicato nei seguenti termini:
“Gentile Angelini,
lei potrà continuare a stampare il suo libro.
La sospensione del servizio riguarda la vendita sul sito attraverso la vetrina
cordiali saluti,
Lo staff di ilmiolibro.it”
[Come dire: se ha voglia di regalarci soldi ordinandoci copie del suo libro, siamo a sua disposizione, per il resto l’opera sarà resa deliziosamente invisibile.]
Che rispondere se non “VERGOGNATEVI!!!”?
Da un lato Kataweb-laRepubblica raccoglie adesioni contro le leggi bavaglio, dall’altro si aggrappa con le bave alla bocca al gioco sporco della confusione tra satira e diffamazione. Quanto all’autore/autrice del reclamo presso ilmiolibro.it, ho capito da un pezzo da che parte stiano certi finto-progressisti che a parole parrebero voler cambiare il mondo. Ti basti pensare che i miei innocui post sul NIE hanno provocato – fra le altre inezie – anche la mia espulsione da http://www.carmillaonline.com, alla quale ero stato formalmente invitato a collaborare ogni qualvolta avessi voluto dallo stesso direttore Valerio Evangelisti. Per carità, sopravvivo anche senza, ma che cosa c’è di più MISERABILE (sì, anche in quel senso) di certe reazioni trombonesche?
@Larry. “In ogni caso, che si sia arrivati a considerare diffamatorio chi attacca una teoria letteraria è da non credere”. Ecco, direi che questo è il punto. Se poi si pensa che l’incidenza di un libro satirico pubblicato solo on line su un sito gratuito che ne annovera centinaia di migliaia è vicina allo zero assoluto, ci si domanda se era il caso di strapparsi la camicia e gridare alla diffamazione.
@ Cossu. Ilmiolibro.it si è ben guardato dal circostanziare le accuse. A mio avviso ha parlato di libro “POTENZIALMENTE diffamatorio” solo per compiacere la nota utente che appoggia il proprio lit & lip blog sulla piattaforma kataweb. Ma chiudiamola qua. Se per lei satireggiare equivale a potenzialmente diffamare, non so cosa farci. Viva tranquilla. Angelino Jolie Alfano la pensa esattamente come lei.
da Il primo amore
Una domanda
Antonio Moresco
Perché oggi, dopo gli attacchi di Emilio Fede e Berlusconi, è proprio la sinistra ad assumersi la responsabilità di delegittimare Roberto Saviano?
La sinistra assumersi la responsabilità? Moresco non mi pare, essendo stata del tutto irresponsabile a dare tutto quel credito a una persona così vicina ai valori della destra (vedere per esempio l’esaltazione di Nicolai Lilin, assurda quanto i recenti elogi di Maroni e dei governanti di Israele). Riguardo a Dal Lago, assolutamente eretico ai vostri occhi, è strano che lo stiate del tutto delegittimando senza discutere le sue idee, che sono di sinistra doc, per quello che ne so io. Chi se la piglia la responsabilità?